Our last day together... for now

Feyre & Justin

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    Il temibile ultimo giorno era arrivato, la malinconia del salutare tutti… le metteva una tristezza infinita. Sopratutto perché quell’anno aveva davvero qualcuno da salutare. E non voleva farlo davanti ad un treno che non avrebbe preso, sopratutto con Justin.
    Per questo aveva deciso di salutarlo nel posto dove era “cominciato” tutto tra loro. Loki era di nuovo entrato in azione, portando con se il messaggio contenente l’invito a raggiungerla nella Torre d’Astronomia.
    Voleva salutarlo per bene, senza occhi indiscreti pronti a giudicare cose a loro sconosciute.
    Aveva preparato tutto con calma, facendo irruzione nelle cucine per prendere dolci e bevande, un piccolo picnic al chiuso, sotto la volta stellata.
    Si sentiva stranamente agitata, non sapeva bene perché, ma forse era solo l’idea di non vedere il suo sole per tutti quei mesi… non poteva farci niente, il suo cuore era diviso tra la luce e le tenebre, ma scacciò quel pensiero con forza, non era il momento adatto per soffermarsi su quella questione. L’estate avrebbe portato sicuramente consiglio.
    Lisciò il vestito, le ricordava un po’ quello di Biancaneve in realtà ma era comodo e carino, avvicinandosi ad una delle grandi finestre per guardare fuori, aspettando l’arrivo di Juss.
     
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    Era la prima volta, da quando ero arrivato a Hogwarts, che mi capitava di provare un senso di impotente inadeguatezza forte come quello che mi aveva stritolato le viscere durante l'ultima lezione di Mc Cormac.
    Non c'entravano niente i miei difetti di pronuncia o il fatto che con gli incantesimi di Difesa e di Duello non fossi un granché. Del resto, ho sempre saputo perfettamente che il mio futuro di mago non sarà in quella branca della magia e che la mia creatività, un giorno, si esprimerà in maniera completamente diversa.
    No, quell'oppressione che mi aveva riportato a leccarmi le ferite nel dormitorio di Tosca aveva a che fare con il mio dannato metro e sessanta o poco più, con le spalle ancora troppo gracili, con i miei neanche quattordici anni e la totale incapacità di aiutare Feyre e il resto della mia squadra nel momento del bisogno.
    Avevo dovuto lasciarla andare sulle spalle di quello spilungone americano, consapevole come tutti che sarebbe stato meglio così per l'intero gruppo.
    Anche adesso, a ridosso dell'ultimo giorno di scuola prima che l'Hogwarts Express ci riporti a Londra e poi ognuno alle proprie vacanze estive, separandoci fino a settembre, guardo il mio riflesso nello specchio del bagno e lo prenderei a pugni.
    Non ho evitato la strega scozzese dalle fattezze divine e gli incantevoli occhi bicromatici, ma ammetto di averle dato un'ampia dose di respiro dalla mia soffocante presenza, concedendole il tempo di sentire la mia mancanza e non vergognarsi troppo di me.
    Sospiro, dopo aver pettinato i capelli all'indietro, solo per poi rendermi conto che quello è lo stesso modo in cui li acconcia anche Lawrence... E no, non è la sua ridicola brutta copia che voglio essere agli occhi di Feyre. Così opto per una riga laterale, prima di cospargere i ricci di un po' di gel e spettinarli quanto basta... Non sarò mai del tutto soddisfatto del risultato, ma a meno di non rifarmi daccapo rimodellando tutto l'insieme da zero, questo è il massimo che posso ottenere.
    Questa è la mia ultima sera con Feyre prima delle vacanze estive e non voglio sprecarne neanche un secondo dietro alle mie insicurezze, non se posso darle tutti i motivi di cui sono capace per voler tornare da me. Spero solo che il piano funzioni e che lei non mi rida in faccia e non mi trovi ridicolo... Dopo tutto, se ho fatto ciò che ho fatto è solo per regalarle un'ultima, bella sorpresa di fine anno.
    Già, mi chiederete mai... Cosa ho fatto?
    Ciò che ho omesso fino a questo momento è che, allo specchio del bagno della camerata giallo-nera, sono più alto di una decina di centimetri, le spalle si sono allargate quanto basta a non farmi sembrare un rospetto gracile e anche i lineamenti del viso sono meno infantili, sebbene non vi sia alcun accenno di peluria sulle mie guance.
    Sì, direi che la Pozione Invecchiante che mi ha passato sottobanco André ha avuto il suo effetto e adesso, almeno all'apparenza, sono di cinque anni più grande... Forte eh, se rimanessi così, tra sei mesi potrei compiere diciotto anni invece che quattordici!
    I piedi scalzi e più lunghi camminano fino a raggiungere il mio letto, dove una serie di vestiti più grandi aspetta solo di essere indossata: niente di troppo appariscente, solo un paio di jeans, una maglietta bianca, e un paio di Converse.
    Manca solo una cosa... Ti prego, André, me lo prefhti?
    Sono giorni che guardo con ammirazione il suo giubbotto di pelle nera, quello che gli avevo visto indossare la mattina che era andato all'Open Day e che era appartenuto a suo padre.
    Te lo riporto tutto intero, te lo giuro! Ti preeeego aggiungo fissandolo con il mio sguardo più supplichevole; perfino la candida Lady Galadriel si mette a miagolare imitando il mio verso.
    Cinque minuti dopo sgattaiolo fuori dalla Sala Comune dei Tassi e corro più veloce che posso verso la Torre di Astronomia, dove io e Feyre siamo rimasti soli per la prima volta.
    Le dita nervose, per non tremare, si serrano attorno al mazzo di fiori che le ho preparato, mentre le gambe più lunghe salgono i gradini a due a due per raggiungerla più in fretta.
    Corri, Cenerentolo, che a mezzanotte tornerai come prima!
    Sarà per la corsa, sarà per l'emozione, quando faccio scricchiolare la porta che conduce all'interno della torre sento il cuore sul punto di scoppiare... Finché la vedo di spalle che scruta fuori dalla finestra, stagliata contro i bagliori del tramonto che gettano una luce aranciata all'interno della stanza circolare, e allora ho l'impressione che il cuore si fermi del tutto.
    Al centro della stanza, una coperta con un cestino da picnic e qualche candela ancora da accendere attende solo noi e boh... A me sembra solo troppo bello per essere vero, anche se in questo momento sono rapito solo da lei e dalle magnetiche onde scure dei suoi capelli.
    Se foffhi bravo come te, quefht'immagine la disegnerei... esordisco con il viso coperto dal mazzo di fiori, che abbasso solo quando la vedo voltarsi verso di me, impaziente di godermi la sua espressione.
    Ciao... le sorrido timidamente, quando finalmente ho il coraggio di mostrarle l'effetto della pozione nella sua interezza, spalancando le braccia.
     
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    “Golden hour”
    L’ora d’oro. Così viene chiamata dagli artisti e dai fotografi l’ora del tramonto, la sua preferita in realtà, quando tutto si tinge di arancione e oro, regalando un’atmosfera aurea a tutto. Questo stava pensando, immaginando già quali colori mischiare per ricreare le sfumature che brillavano fuori dalla vetrata e inondavano la Foresta al di sotto, quando sentì la porta dietro di lei aprirsi. Per un’attimo ne fu sollevata, nel profondo aveva pensato anche alla possibilità che Justin non si presentasse. Non l’aveva visto poi molto nell’ultimo periodo, da dopo la lezione di Difesa in realtà, e doveva ammettere che le era mancato.
    -Possiamo sempre disegnarla insieme- sorrise alla sue parole, ma c’era qualcosa di strano. Il suo tono sembrava più profondo e capì il perché quando si voltò.
    Nascosto dietro un bellissimo mazzo di fiori c’era un Justin… che non era proprio il suo Justin. Rimase in silenzio, osservandolo attentamente indecisa se urlargli contro “chediavolohaicombinato” o se saltargli addosso.
    Davanti a lei c’era la versione di Juss sedicenne? No.. forse diciottenne. Più alto di lei, non che ci volesse poi molto in realtà, le spalle più larghe e il volto… beh era sempre Juss ma più… grande, un anteprima dell’uomo che sarebbe diventato. Solo i riccioli erano invariati, aveva provato a domarli ma non c’era riuscito granché. Piegò la testa, osservandolo senza continuare a proferire parola
    La cosa l’aveva mandata momentaneamente in confusione, perché quello che vedeva le piaceva un sacco… tanto che qualcosa le sfarfallò nello stomaco, qualcosa a cui non seppe dare un nome preciso ma che poteva immaginare cosa fosse
    -Ciao..- gli disse alla fine, facendo alcuni passi verso di lui che se stava a braccia aperte, notando solo ora il suo abbigliamento, semplice ma di effetto, e la giacca… di André, la riconobbe subito e non riuscì a trattenere un sorriso. Justin/nonJustin continuava a prendere il Bardo come esempio, cercando in lui il suo guru
    -Sai.. non sei affatto male- gli girò intorno -André ti ha ceduto la sua adorata giacca.. sono colpita- scherzò, fermandosi poi davanti a lui e alzando il volto per guardarlo negli occhi grigi -E’ un po’ strano vederti così… ma mi piaci- ammise -Dovrò avere mille occhi per controllarti nano- gli sorrise, alzando una mano per accarezzargli una guancia per vedere se era davvero reale
    -Ma perché Juss? Perché hai preso questa decisione?- gli sistemò un ricciolo, prima di circondarlo in un abbraccio -Mi sei mancato in questi giorni- gli disse, prima di scansarsi e alzarsi sulle punte per dargli un leggero bacio
    -Oddio è molto strano- rise -Dovrò abituarmi per il futuro. Quanta pozione hai preso?- l’effetto di solito durava tre, quattro ore circa
    -Ti piace quello che ho preparato?- gli chiese, lanciando uno sguardo alla piccola area picnic e prendendo i fiori, annusandoli -Sono bellissimi, grazie. Li metterò con la tua rosa di San Valentino- resa eterna da un'uncantesimo e lo avrebbe applicato anche a quel mazzo. Lo prese per mano, portandolo verso la coperta, sedendosi e accendendo anche le candele
     
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    Ho canticchiato lungo tutto il tragitto fino alla torre di Astronomia nella speranza di riuscire ad abituarmi al suono leggermente diverso della mia voce, ma devo ammettere che parlare in modo naturale la fa sembrare comunque strana.
    O forse è la presenza di Feyre nel mio campo visivo, come sempre, a rendere tutto diverso e surreale, a cominciare da come mi fa sentire.
    Non so per quanto tempo rimaniamo a fissarci in silenzio, io nella trepidante attesa che lei dica qualunque cosa e non mi prenda a schiaffi, lei a riprendersi dalla sorpresa che le inarca le sopracciglia in un modo che me la fa trovare ancora più adorabile del solito.
    Devo ammettere che la cosa mi diverte parecchio e non posso fare a meno di sorridere, nonostante l'eventualità che la Corvonero si arrabbi e prenda il cibo di quel cestino da picnic solo per lanciarmelo addosso.
    La lascio girarmi intorno ed esprimere ad alta voce tutti i suoi commenti, facendomi sfuggire una risatina sommessa dal naso a quel "non sei affatto male". Bene, buono a sapersi, tra cinque anni non sarò affatto male, il futuro si prospetta roseo.
    Gli ho promeffho di riportargliela tutta intera, quindi tra poco la toglierò e la appoggerò molto lontano da quelle candele. accenno al giubbotto di pelle pizzicandone il bavero e abbassando lo sguardo sui cilindri di cera che, presto, ci avrebbero avvolti nella loro dolce atmosfera. Sarebbero rimasti accesi unicamente per onorare la mia memoria, se solo il minimo schizzo di una fiamma avesse raggiunto questa giacca.
    Controllarmi? Ma se fhtarò qui con te tutto il tempo!
    Poi le dita della strega si sollevano a sfiorarmi una guancia, ancora priva di qualsiasi accenno di barba, e l'ironia che mi increspa le labbra cede il posto ad un'imbambolata sorpresa, la stessa che continua a farmi sentire il bisogno di deglutire quando Feyre è così vicina e mi sfiora.
    Beh... diciamo che non mi è andato giù che qualcuno ti abbia preso sulle fhpalle al mio pofhto, a lezione. Perciò quel giorno ho deciso che non sarei salito sul treno per Londra se prima non foffhi riusfhito...
    Le cingo le gambe all'altezza delle ginocchia e la sollevo per portarla con il busto oltre le mie spalle come un sacco di patate, girando su me stesso per farle fare lo stesso con i fiori in mano e tutto il resto.
    A fare almeno quefhto! rido mettendola giù, scostandole a mia volta dal volto i lunghi capelli scomposti.
    Sì, anche tu mi sei mancata. Ma hai i GUFO, no? Mi sarei sentito uno fhchifo, se per fhtare con me ti foffhi persa le E in tutte le materie per cui fhtudi tanto.
    Continuare a parlare è la strategia migliore per resistere all'impulso di lasciar perdere qualsiasi discorso, il cibo e tutto il resto per dedicarmi solo a lei, del resto non mi sono prefisso alcuno scopo preciso quando ci siamo dati questo appuntamento.
    Ci sono tanti discorsi che io e Feyre non abbiamo affrontato, a cominciare dalla pulce nell'orecchio che Vanya deve averle infilato nella testa il giorno del corso di educazione sessuale... Non c'è niente che debba nascere tra di noi in un modo che non sia assolutamente naturale, di questo sono sicuro.
    Dovrebbe durare fino a mezzanotte. rispondo quindi alla domanda della strega mentre mi sfilo il giubbotto e lo appoggio sulla maniglia della porta, tornando ad avanzare verso di lei. Forse un po' di più, ma solo perché non voglio dover fhcappare in fretta e furia, perdere una fhcarpa eccetera...
    Mi faccio condurre fino al centro della coperta, proprio sotto la cupola di vetro che ci offre lo scenario più incantevole di cui questo castello possa godere, anche se devo ammettere di essere molto più colpito da ciò che i miei occhi riescono a catturare ad una distanza decisamente più ridotta, soprattutto se Feyre sorride e mi fa ricordare la rosa che le ho regalato a San Valentino, quando ero ancora convinto che lei non mi avrebbe mai neanche rivolto la parola.
    Mi piace da morire... E i fiori, beh, mi sono esercitato un sacco con l'Orchideous. sorrido, sbirciando curioso all'interno del cestino. Wow, ci sono anche le bollicine! Vuoi far ubriacare un mago minorenne e già drogato di pozione invecchiante, futuro Prefetto Fhtarfoll?
    Estraggo due calici e la bottiglia che intravedo, stappandola senza tutte le difficoltà che avrei avuto se fossi stato della mia stazza abituale, senza smettere di guardarla.
     
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    Continuò a fissarlo per qualche minuto, tormentando il piccolo anello d’argento che portava al pollice, mordicchiandosi un labbro pensierosa. Vederlo così grande, una piccola finestra sul futuro… si chiese se non stesse di nuovo sbagliando tutto con lui. Perché egoisticamente voleva quel futuro solo per sé e vederlo così le aveva solo dato la conferma.
    Lo vide sorridere, si stava divertendo quel tasso riccioluto nel vederla così sorpresa e confusa -Dovrei essere arrabbiata però- forse doveva prenderlo davvero a schiaffi -Mi hai rovinato la sorpresa- mise un lieve broncio, sfiorando la giacca
    -Ti conviene, se lo fai arrabbiare dovrò dirti addio subito e vorrei evitare- alzò gli occhi al cielo -Infatti io intendevo in futuro. Dovrò farti un’incantesimo per tenere le gallinelle a distanza, per quando sarò in Accademia- percorse piano i tratti del suo volto con la punta delle dita, ascoltandolo mentre gli spiegava le sue motivazioni, inarcando un sopracciglio
    -Seriamente?- lo guardò incredula. Tutto questo perché era stato Lawrence a portarla? -Ma perché? Io mi accontentavo di un bast… Justin!- gli stava rispondendo quando lui la tirò su, mettendosela in spalla. Scoppiò a ridere tenendo il mazzo il più stretto possibile mentre facevano quella piroetta -La gonna!- rideva ancora quando la rimise per terra, lasciando che le risistemasse i capelli e godendosi quel leggero tocco, cercando di non fargli vedere quanto il ricordo della lezione ancora la turbava un po’. Non era stato semplice ricordarsi che era stata tutta un’illusione e non potè fare a meno di percorrere il suo corpo in cerca di ferite, che non erano mai nemmeno esistite, lasciandosi sfuggire un sospiro. Era illeso e lo era sempre stato. Si rincuorò un po’ sentendolo dire che anche lei gli era mancata.
    -Una pausa dallo studio non può farmi tanto male- gli disse -Ed è improbabile che prenda tutte E. Mi piacerebbe, ma ne dubito fortemente- scrollò le spalle.
    Per quella sera non voleva parlare di compiti o altro -Ma stasera siamo solo noi, i GUFO lasciamoli perdere ok?- gli propose, tornando a guardare il mazzo di fiori, chiedendosi perché di colpo parlasse così velocemente con quel nuovo, strano, tono di voce
    -Beh, saprei a chi riportare la scarpetta caro Cenerentolo- ridacchiò, mettendosi seduta e togliendo le scarpe -Non dovrei correre per tutto il reame per ritrovarti- inclinò la testa, spostando il mazzo per vederlo meglio in tutto il suo insieme
    -Lo vedo… Justin hai ricreato la Notte Stellata con i fiori?- i colori erano quelli, aveva attribuito il blu e il giallo delle rispettive casate ma… ricreavano il suo quadro preferito. Sollevò lo sguardo su di lui, sorridendogli emozionata e posandolo con delicatezza su un cuscino. Si sporse un po’ per dargli un bacio -Grazie- gli disse continuando a sorridere
    -Bene, mi sono impegnata per fare le cose per bene- annuì -Dobbiamo festeggiare no? E senza bollicine non si può fare. Sei sopravvissuto al tuo primo anno qui, ci siamo trovati sotto un chiaro di luna la prima volta e oggi siamo ancora una volta sotto quel cielo insieme- indicò la cupola di vetro -L’alcool non influisce sulla pozione e prendi poco in giro Signor Dustin perché, tecnicamente, al momento la minore sono solo io- indicò il suo corpo da diciottenne e scosse la testa, osservandolo aprire la bottiglia senza difficoltà. Una prova di forza che la fece sghignazzare
    -Essere Prefetto vuol dire fare le cose per bene sai? Non potrò più sgattaiolare nella vostra tana- gli ricordò accarezzando distrattamente il bracciale di crini d’unicorno ricevuto in dono per quella nomina -E ho promesso a Regan che farò la brava, altrimenti mi ripudierà- rise, prendendo il calice che le porgeva, adesso pieno di liquido. Lo alzò leggermente -Direi che possiamo fare un brindisi no? A noi due e al futuro che sarà, che te ne pare?- fece tintinnare il bicchiere col suo, bevendone un sorso
    -Allora Cenerentolo, sei pronto per tornare a casa?- aprì il cestino, tirando fuori il cibo -Programmi per questa estate?-

    Edited by …Feyre… - 22/7/2023, 14:43
     
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    Non posso fare a meno di scuotere la testa e mettermi a ridere, nel sentirla parlare addirittura di incantesimi con cui bersagliarmi per evitare che le... Gallinelle? Non mantengano le dovute distanze.
    Insomma, sarò sempre io, non credo proprio che quel genere di ragazza mi si avvicinerebbe o sarebbe felice di avere a che fare con me.
    Io invece confido in te, per fhperare che i galletti accademici si tengano a difhtanza, quando sarai lì.
    C'è ancora tempo, prima che questo avvenga, tempo in cui crescerò per avvicinarmi alla versione di me che è di fronte alla Corvonero in questo momento ed in cui lei probabilmente diventerà ancora più bella ed irraggiungibile.
    So bene di non poter contare sull'avvenenza o sulla prestanza fisica, che il mio fascino è paragonabile a quello di un barboncino o di un tenero orsacchiotto e che non è su questi aspetti che devo concentrarmi, se voglio tenermi Feyre il più stretta possibile.
    Quello su cui posso contare è l'effetto sorpresa, un intelletto discretamente funzionante ed il bisogno di ascoltarla e di starle vicino per davvero, senza che lei senta il bisogno di fingersi ciò che non è.
    Come adesso, che la sento ridere come una bambina e strillare mentre la faccio volteggiare come il più grazioso sacco di patate mai esistito. Rido a mia volta finché non torno a posarla a terra, senza smettere di perdermi nel suo sguardo che vira sulle tonalità a cui ormai mi sono perfettamente abituato.
    Dovevo pur ringraziarti come si deve per come quel giorno mi hai salvato la vita, no? Ok che era tutto finto, ma finché non siamo usciti quel Sectumsempra faceva lo fhteffho un male cane!
    Mi ero immolato per la causa senza pensarci due volte, certo che, se il fantoccio di quel Mangiamorte si fosse concentrato su di me, allora gli altri avrebbero avuto la possibilità di combatterci come si deve, a differenza mia che non ne sarei stato capace neanche se fossi stato tutto intero. In realtà, il solo motivo per cui lo avevo fatto era dimostrare a Feyre di essere utile in qualche modo, visto il fallimento con il ponte, l'impossibilità di prendermela sulle spalle quando lei non riusciva a camminare e lo sbuffo di vapore che ancora era il mio Patronus.
    E lei, nel momento in cui ne avevo più bisogno, mi era stata vicina, era corsa da me per aiutarmi... Non lo avrei mai dimenticato e farle una sorpresa come quella di stasera era solo il minimo che potessi inventarmi, per renderla felice e orgogliosa di me.
    E sto ancora ridendo per "Cenerentolo", quando mi accorgo dei suoi occhi che si illuminano nell'associare la composizione floreale evocata dalla mia bacchetta al più famoso quadro di Van Gogh.
    Ehm... è tutto ciò che faccio in tempo a dire, prendendomi il suo bacio con la gratitudine per non dovermi crogiolare nel merito per qualcosa che, stavolta, è solo tutto della mia bacchetta.
    Se devo essere onesto, ho pensato solo al giallo della mia Casata e al blu di quella di Feyre... Forse il fantasioso corniolo scorreggiante con cui realizzavo incantesimi ci aveva messo del suo, visto che continuavo a fissare il braccialetto con la luna che lei mi aveva regalato?
    Così la regina delle tenebre ha il suo cielo stellato, adesso le poso un dito sul naso, prima di concentrarmi sul liquido chiaro che inizia a frizzare nei calici.
    Non influirà sulla pozione, ma influisfhe su di me! Se vomito perché non ci sono abituato, sarà tutta colpa tua ridacchio ancora mentre facciamo cozzare i cristalli con un tintinnio argentino e cerco di mostrarmi il più disinvolto possibile, nel buttare giù un primo sorso.
    Nel deglutire strizzo gli occhi e sento la gola in fiamme, ma devo ammettere che il sapore è delizioso, al pari del profumo invitante che proviene dal cestino appena aperto e della risata che torna ad illuminare il volto della Corvonero.
    Sono pronto e sarà fhtrano... Oltre al fatto che mi mancherai un sacco. Tu e anche gli altri.
    Afferro un tramezzino e ne addento un'estremità, gustandomi il ripieno di tonno e maionese con un sorriso serafico, senza concentrarmi troppo sulla nostalgia che proverò per questo luogo e per le persone che sono entrate a far parte della mia vita da quando lo frequento.
    A metà agofhto si fhposerà mia cugina, se ti va di farmi da accompagnatrice e di aiutarmi a far morire d'invidia i parenti che dicevano che non mi avrebbe mai filato neffhuna, sei la benvenuta. Ammeffho che i tuoi non siano in agguato per rapirti appena metti un piede fuori dal mondo magico.
    Allungo una mano a prendere quella della strega, come a volerla trattenere da braccia invisibili che potrebbero trascinarla via da un momento all'altro al solo pensiero di cosa potrebbe succederle, se i suoi genitori la trovassero prima del compimento della sua maggiore età.
    Dovrai tenermi aggiornato su tutto quello che ti succede, ok Feyre? Foffhe anche solo per dirmi che fhtai bene. Ne ho davvero bisogno, così come di tornare a vederti fhpuntare nella nofhtra Sala Comune anche a settembre. Come farà Lady Galadriel senza di te? Ti attirerò lì anche a cofhto di impefhtare i sotterranei di Caccabombe...
     
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    Il suo sorriso s’incrinò e lo guardò malissimo -Se riprovi a fare una cosa del genere Dustin, ti uccido io stessa- lo ammonì, chiamandolo per cognome per apparire ancora più seria -Sono quasi morta dalla paura!- gli diede una piccola botta sul petto -Mi hai fatto venire i capelli bianchi! Cosa pensavi di fare?!- ok adesso poteva rimproverarlo per bene come voleva fare da giorni ormai -Continuo a rivederti nella mia testa, con la camicia zuppa di sangue, steso per terra e dolorante! Non posso sopportare l’idea di vederti nuovamente a quel modo- rabbrividì -Non posso pensare di perderti- mormorò alla fine. L’idea che qualcosa potesse strapparglielo via da sotto il naso la mandava nel panico e quello che aveva fatto a lezione le aveva dato la riprova dei suoi pensieri.
    -Quindi ti prego cuore… non fare mai più una cosa del genere- ripetè, guardandolo dritto negli occhi color tempesta. Ma la sua ramanzina finì con un sorriso nel vederlo ridere e arricciò il naso al suo tocco
    -Il mio cielo stellato… suona bene- avrebbe riservato un posto d’onore al mazzo di fiori, vicino alla rosa e all orsetto, che era riuscita a strappare alle grinfie di Loki.
    -Oh suvvia, non vomiterai per così poco- alzò gli occhi al cielo -E poi mangerai subito dopo- lo rassicurò, senza riuscire a trattenersi dal ridacchiare davanti alla sua espressione, bevendo un sorso anche lei e si addolcì alle sue parole
    -Mi mancherai anche tu. E’ strano per me aver qualcuno da salutare e aspettare nuovamente a settembre- giocherellò con il calice, posandolo e prendendo a sua volta un tramezzino. Durante quell’anno scolastico era cambiato molto, lei era cambiata; aveva iniziato a fidarsi e a mostrarsi agli altri e nessuno era fuggito via, anzi… aveva trovato supporto e sostegno in ognuno di loro. Valutò la sua proposta con un sorriso
    -Per me va bene ma.. sei sicuro di volermi al tuo fianco?- lanciò uno sguardo ai tatuaggi -Non è che i tuoi genitori e parenti nel vedermi avranno un infarto? Non sono proprio il prototipo della ragazza che un genitore vorrebbe per il figlio- sorrise, avrebbe dovuto cercarsi un bel vestito. Sospirò mesta alla sua affermazione sui suoi genitori. Era l’ora di dirgli tutto
    -Justin, non ti ho detto alcune cose- iniziò, stringendo la sua mano, strisciando sulla coperta, avvicinandosi a lui -Non torno a casa questa estate, non vado in Scozia dalla nonna- intrecciò le loro dita, dandogli una lieve stretta -Hai ragione sai? I miei volevano “rapirmi”- virgolettò con la mano libera -per portarmi in Francia ed io ho chiesto aiuto a Regan, l’unico che poteva trovare una soluzione senza cercare di convincermi che tutto sarebbe andato bene- il suo Superman personale -Vado da lui, tra i Monti Wicklow in Irlanda. Ci sono delle protezioni antibabbano intorno al villaggio e sarò al sicuro. Lavorerò nel pub del paese e li alloggerò- diede uno sguardo fuori, dove il tramonto stava cedendo il posto al buio -In più starò qui, al castello. Il preside ha offerto rifugio a chi ha problemi nel tornare a casa e io ne ho approfittato. Farò una settimana qua e una settimana la, per continuare a lavorare ai Manici e metterò via qualche soldo in più- tornò a guardarlo, posando il tramezzino mezzo sboncellato, non aveva più molta fame, come in tutti i giorni precedenti, si meravigliava di non essere ancora diventata trasparente tanto mangiava poco
    -Mi dispiace non averti detto niente, non volevo farti preoccupare e volevo dirti tutto una volta trovata una soluzione. Solo per questo, non per mancanza di fiducia o altro- precisò. Tendeva ancora a voler risolvere tutti i suoi problemi da sola, anche se cercava di coinvolgerlo di più, ma le vecchie abitudini erano difficili da cancellare.
    -Ma si, ti terrò aggiornato via gufo, da lui la tecnologia non funziona, e poi ci vedremo ad agosto da te e a settembre ti aspetterò qui- poggiò la testa sulla sua spalla, colpita dal suo tono -Non preoccuparti per me, me la caverò in qualche maniera. Non ti libererai facilmente di me Tasso, ma giocarsi la carta della nostra gatta è una mossa sporca eh- rise -Il bello di essere Prefetti è che puoi pattugliare i corridoi… e chissà, magari dovrò punirti per quelle Caccabombe…- lo punzecchiò, cercando di riportare un po’ di allegria nella conversazione

    Edited by …Feyre… - 7/8/2023, 11:25
     
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    Non immaginavo che quello che era accaduto durante la lezione di Mc Cormac la potesse sconvolgere tanto.
    Insomma, sapevamo fin dall'inizio che non si trattava di altro che di una simulazione e Feyre è una tosta, di quelle che sono in grado di prendere la situazione in pugno quando le cose si fanno davvero complicate. Nell'ultimo step di quell'avventura nella Narnia Oscura, c'era un Mangiamorte da affrontare e il fatto che lei avesse scelto di pensare a me e provare a salvarmi a costo di farsi a sua volta del male mi aveva toccato profondamente.
    Ok, non lo farò più, promeffho... E non so neanche perché l'ho fatto, forse perché preferivo sacrificarmi per salvarvi tutti e saperti al sicuro, piuttofhto che sopportare ancora di vederti insieme a quello fhpilungone di Captain America.
    Ecco, finalmente ammetto la ragione del groppo che mi ha serrato la gola dal giorno dell'ultima lezione di Difesa fino ad oggi. Solo adesso che io e la Corvonero siamo inondati di questa luce infuocata e vedo ardere ogni paranoia che si è impossessata di me per tutto questo tempo, riesco davvero a rendermi conto di quanto io sia stato stupido.
    Domani io e Feyre partiremo per le vacanze estive e questa notte, lei, ha deciso di passarla con me. Avrebbe potuto scegliere di trascorrerla con chiunque altro, invece siamo qui insieme, come all'inizio di questo incredibile anno non avrei neanche osato sognare.
    Mi godo il suono della sua risata mentre le bollicine mi solleticano la gola e tento di smorzare la sensazione di bruciore con quel tramezzino delizioso, che le mani tatuate della strega con sangue druidico ha preparato apposta per me.
    Sono un nerd che legge fumetti e gioca ai videogiochi, pensi davvero che i miei poffhano avere un'idea di ragaffha ideale per me? Già il fatto che tu sia reale e umana e non una fhpecie di cyborg ti fa guadagnare un milione di punti! la tranquillizzo quando pensa che il suo aspetto inconsueto possa in qualche modo scandalizzare i miei. Se poi dovesse accadere, per me il fatto che Feyre sia così unica è un valore aggiunto e non ho alcun motivo di vergognarmi di lei. Anzi, semmai mi terrorizza il contrario!
    E mi terrorizza questo momento, in cui la mia dark queen diventa seria di colpo e mi fa perdere un paio di battiti lasciandomi lì a masticare l'ultimo boccone del tramezzino, chiudendo improvvisamente qualsiasi spazio per poterlo mandare giù.
    Ogni sua parola mi fa sprofondare al pari del sole tra le acque del Lago Nero, facendomi sgranare gli occhi sul suo viso mentre penso a come mi sarei sentito, se i suoi genitori l'avessero realmente presa per portarla in Francia. Beh, in effetti non ha problemi con il Francese, né con i baci alla francese, né a buttare giù lo champagne francese. Però insomma... No! Sarà già dura pensare che si diplomerà prima di me e che probabilmente mi dimenticherà molto prima di quanto io potrò fare con lei, ma adesso non sono ancora pronto.
    Ehi... le circondo le spalle con un braccio, stringendola quando appoggia la testa sulla mia spalla più larga del normale. E' a me che difhpiace, mi preoccupavo di quel Corvo Americano e non mi sono accorto di niente.
    Forse ha ragione Teresa, vivo con i paraocchi e sono totalmente accecato e sordo a qualsiasi stimolo non mi coinvolga direttamente... Il peggior esemplare di maschio egocentrico!
    Vedi di effherci, Corva, o dovrò attraversare la Manica e cercarti in tutta la fottuta Francia mangiando efhcargot, per riportarti qui. Fhpero davvero che il Guardiacaccia sappia tenerti al sicuro e non sai quanto mi rode, non poterlo fare io.
    E sì, ho davvero giocato sporco a tirare in mezzo Lady Galadriel dalla folta e bianca pelliccia, ma la sola cosa che voglio adesso è vederla sorridere di nuovo, perché sotto questa cupola magica non c'è spazio per la tristezza, né per la preoccupazione.
    Devo ammettere che la versione di te vendicativa, vestita di pelle e con un frufhtino in mano potrebbe intrigarmi, perciò è meglio se non mi fai vagare troppo con la fantasia.
    Sorrido a mia volta e le scosto i capelli dietro l'orecchio, sfiorandole il viso.
    Anche perché è già difficile controllarsi con la realtà... le confesso catturando le sue labbra in un bacio che non ho alcuna intenzione di interrompere nell'immediato.
     
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    Si accigliò quando le rivelò la verità sul perché aveva deciso di fare il kamikaze durante la lezione e si sentì terribilmente in colpa -Justin…- cosa poteva mai dirgli? Gli poggiò una mano sul volto -E’ qui che ti sbagli… tu non sei sacrificabile. Non per me, non per gli altri. Il pericolo lo affrontiamo insieme, no che ti butti contro all’ostacolo solo per vedermi al sicuro! Se fosse stato un Mangiamorte vero saresti morto e non posso nemmeno pensare cosa avrei fatto in quel caso. Vuoi proteggermi? Non fare cose così stupide, rimani al mio fianco e combatti con me- sospirò, prendendo le sue mani e intrecciandole alle sua
    -Io e Lawrence siamo amici e anche se fosse successo qualcosa tra noi, è ormai passato- non era così scema da pensare che il Tasso non avesse capito cosa era successo tra loro -Non cambia quello che provo per te. Te l’ho detto una volta e te lo ripeto: sei l’unico che ha un posto nel mio cuore- Aveva ceduto alla chimica che era scattata con l’Americano, non se ne pentiva ovviamente, e dare la colpa agli ormoni non rendeva la cosa più semplice. Aveva peccato, come succedeva ad ogni creatura debole come lei
    -E voglio te. In qualsiasi situazione, in qualsiasi assurda circostanza, vorrò sempre te. Non mi giustifica lo so, ma spero che valga qualcosa- l’avrebbe capito se l’avesse piantata li e fosse andato via, ma in cuor suo sperava di no. Davano le seconde possibilità anche agli assassini… lui poteva concedergliela no?
    Gli fece un sorriso -Magari ti vedevano bene con una ragazza acqua e sapone, timida e vestita in modo decisamente più casto. Ma se piaccio ai tuoi e non mi manderanno via con forconi e torce, sappi che mi intrufolerò nel tuo letto per fare una maratona degli Avenger- magari anche altro, ma quello non lo disse. Bevve un sorso dal calice -Chi ti dice che in realtà non sia davvero un cyborg? Come freddezza ci siamo- la sua empatia e umanità delle volte rasentavano lo zero, un cyborg avrebbe avuto più emozioni di lei.
    Mentre gli raccontava dei suoi genitori vide la sua espressione cambiare, facendosi via via più sconvolta. Per un attimo temette una reazione tremendamente esagerata, invece con tutta la dolcezza del mondo lui le circondò le spalle con quel braccio troppo lungo, stringendola a se, andando a colmare quel vuoto che sentiva dentro ogni volta che ci pensava
    -Non devi scusarti, non hai colpe di niente. Ho nascosto bene tutto, non volevo farti preoccupare- fece uno sbuffo divertito -L’escargot fanno schifo, ti converrebbe mangiare altro. Ma.. davvero verresti a cercarmi? Nonostante io sia un’essere spregevole che ti fa ammattire e ti delude?- chiese, sinceramente curiosa. Accarezzò il bracciale di crini d’unicorno, un sorriso sulle labbra -Regan mi terrà al sicuro, credo mi veda come un caso disperato. Me ne starò sui monti come Heidi, tranne che oltre le caprette avrò anche qualche strana bestia d’intorno- gli diede un bacio
    -Tu mi proteggi da me stessa, è molto più importante non credi?- lui le dava un motivo per continuare a sorridere.
    Rise di cuore di fronte a quell’immagine -Justin! Che mente perversa… - continuò a ridacchiare, ma l’idea che avesse qualche fantasia su di lei la lusingava -Ma chissà, magari riuscirò a scovare un frustino prima del tuo compleanno, qualcosa di pelle ce l’ho già. Però adesso sono curiosa Tasso, mi immagini in qualche altro modo?- chiese divertita e sfacciatamente curiosa
    Il suo sorriso la contagiò, mentre le sistemava i capelli e le sfiorava il volto dolcemente, facendole sfarfallare nuovamente lo stomaco.
    Sembrava molto più sicuro di se, in quella versione adulta, anche quando la baciò. Il Justin timido e impacciato che aveva baciato sotto la pioggia sembrava un ricordo lontano in quel momento.
    Chiuse gli occhi, portando una mano sul suo volto, risalendo fino ad intrecciare le dita tra i suoi riccioli, avvicinandosi ancora di più e mettendosi sulle sue gambe.
    Le piaceva il modo in cui lui la faceva sentire, come se la sua presenza nella sua vita facesse la differenza. Lui sicuramente aveva avuto l’impatto di una meteora nella sua, radendo al suolo ogni sua convinzione e lasciando sorgere pensieri ed emozioni completamente nuove.
    A volte per esser felici non serve tanto. Basta quella persona, un luogo qualsiasi e due cuori che battono allo stesso ritmo. Iniziava a rendersene conto mentre il suo di cuore batteva all’impazzata, in quello spazio dove non c’era nient’altro che loro e il cielo ormai scuro, dove alcune stelle iniziavano a fare capolino.
    Perse completamente la cognizione del tempo e si scansò di poco, poggiando la fronte contro la sua per prendendo fiato -Adesso sono io che devo controllarmi- rise piano, cercando di mantenere un contegno per non buttarlo sulla coperta e passare ad altro. Mise a tacere per un attimo la tempesta ormonale che aveva dentro -Non ti sto adescando vero? Non voglio che ti senta sotto pressione o cose così- sapeva che così avrebbe smorzato un po’ la tensione che le bruciava lo stomaco. In realtà il tarlo le era rimasto dal corso di educazione sessuale, anche se erano passati mesi e tra loro era cresciuto tutto con naturalezza -Non dobbiamo fare niente se non vuoi- strofinò il naso contro il suo, tornando a baciarlo
     
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