Fianna Fáil

Kinnitty, 7 Luglio

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  1. soul of art and anarchy
     
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    ...la magia sta morendo...”.
    La creativa e caotica mente di André fu irrimediabilmente soggiogata dalle parole suadenti della druida dall’ingannatore sguardo, come se li stesse a poco, a poco piegando alla propria volontà con un silente sortilegio, desiderosa di persuaderli a concederle di condurre la Veggente con sé, ove probabilmente mai più avrebbero potuto raggiungerla. E benché il feroce e guerreggiante rancore con cui Logan rinnegò le parole della donna fu il medesimo che percepì lacerargli le viscere, l’aspirante cantautore non riuscì a liberarsi dall’insidiosa sensazione che vi fosse della verità in ciò che aveva udito.
    Una verità nefasta e terrificante che doveva esser contrastata, ma non con il sacrificio di Karen...non offrendola alle malevole mani che l’anelavano oltre uno specchio. Altresì a costo d’uccidere la medesima Magia, avrebbe protetto la danzatrice sonnambula, fianco a fianco con il suo Anamchara che sapeva non si sarebbe a sua volta arreso mai, neppure se ciò avesse significato esser annientato.
    Le onde d’instabile elettricità e d’impetuosa energia travolsero lo scudo dell’incantatrice, sconquassando la terra sotto i suo piedi in un’esplosione che per qualche graffio di plettro gli rese impossibile scorgere Daisy oltre la polvere, come se fosse stata inghiottita nelle profondità degli Inferi medesimi.
    Dalla caligine però l’esile figura della fanciulla maledetta dalla Luna riemerse, la bacchetta puntata contro sua madre per impedirle di contrattaccare...di punirli come promesso per il loro affronto. E non appena poté incrociarne di nuovo gli occhi dolorosamente espressivi, ella gli sussurrò poche parole che non poté udire, ma che lesse sulle sue labbra così come nei suoi occhi: portala via. - No! Non ti lascio qui. - schiavo del timore che la donna potesse nuocerle per aver osato tradirla, André si mosse nella loro direzione, obbedendo al desio d’attrarre Daisy a sé per strapparla alle menzognere e malevole dita della druida, apparentemente incapace di resistere oltre.
    Solo pochi passi...troppo pochi perché potesse raggiungerla...gli fu però concesso di compiere, prima d’esser costretto ad arrestarsi per difendersi dagli attacchi dell’irlandese dalla focosa indole, di repente manipolata per esser la propria aguzzina. Il suo incanto assordante le trafisse la mente e la fece barcollar innanzi a sé, concedendogli il tempo d’arretrar ancora di qualche passo nella direzione della giovane dal romantico e sognatore cuore, che stava pagando il prezzo per la sua ribellione: inerme prigioniera della druida che l’aveva avviluppata in una morsa e la stava impietosa soffocando, la bacchetta puntata contro la sua tempia per castigarla.
    - Lasciala! - il suo grido assunse le demoniache parvenze d’un ringhio, mentre la tempesta si fece più iraconda e tenebrosa nei suoi occhi, tradendo come il suo brutale e mostruoso istinto stesse prendendo il sopravvento sulla sua ragione, rendendolo vendicativo e pericoloso...instabile. Tentò di scagliarsi contro la druida, ma l’Everte Statim di Karen lo investì con impetuosa violenza, costringendolo ad impattare contro un albero che gli lacerò i vestiti e la pelle con aguzzi rami impietosi.
    - Fiammifero... - la invocò con voce roca, rievocando ricordi di istanti che avevano condiviso sinché non la vide esitare nell’attaccarlo ancora, combattendo nel profondo della sua mente una battaglia da cui ancor una volta non poteva strapparla…a cui sol poteva assistere come inerme spettatore.
    Per qualche graffio di plettro, infine le sue dita da ribelle chitarrista sfiorarono quelle della danzatrice sonnambula, mentre nel profondo dei suoi occhi di cerulea rugiada la vedeva spezzare le catene dell’Imperio e tornare sé medesima, amica e non aguzzina. Un tocco fugace che s’interruppe brutalmente non appena fu assalito alle spalle da qualcosa di viscido e sibilante...di famelico e letale.
    Fra i lampi d’incanti iracondi e sulle note d’una maledetta litania, un serpente lo ghermì in una metallica morsa, soffocandolo per il desio della sua padrona. La bacchetta gli sfuggì di mano mentre barcollava, il respiro che a poco, a poco gli veniva strappato via dal petto. A nulla valsero i tentativi di strapparsi la velenifera fiera dal collo, poiché la sua presa era troppo forte.
    Impedimenta! Relascio!” la voce della danzatrice sonnambula giunse remota alle orecchie dell’inerme spettatore, assordato dal suono dei battiti del suo cuore che si facevano sempre più lenti, sempre più deboli, mentre il serpente lo strangolava ed egli crollava in ginocchio. Di repente, però, percepì sotto i polpastrelli la presa dell’animale allentarsi per qualche graffio di plettro, il tempo che gli occorse per riuscire a reagire: senza esitare, afferrò un sasso alla cieca e colpì il serpente, ancora ed ancora, sinché il suo viscoso e freddo sangue non gli scivolò fra le dita e lungo il collo, sancendo la sua libertà.
    Impedimenta” la voce di Logan tuonò poco distante, ma André non comprese contro chi stesse rivolgendo il suo attacco sinché non percepì affilate e velenifere zanne affondare nell’indifesa carne del suo collo, pulsante per il sangue che era ripreso a scorrergli con violenza nelle vene e per il respiro affannoso che gli aveva invaso la gola, affamata d’aria.
    Senza esitare, si strappò l’altro serpente di dosso, colpendolo iracondo e impietoso con il medesimo masso che aveva giustiziato il suo gemello, per poi riappropriarsi della sua bacchetta ed alzarsi. Aizzato dall’adrenalina e dal desio di vendetta che gli laceravano l’intimo in perpetuo conflitto esistenziale.
    Immobilus! Diffindo!” André si levò con ferino scatto dalla traiettoria dell’incanto che era destinato a lui e si frappose fra le lame magiche del druido e Karen, per proteggerla con il proprio medesimo corpo così come l’aveva protetta quella notte nei corridoi dell’armeria. - Grazie... - “per aver combattuto la maledizione...per avermi salvato dal serpente...” la guardò per qualche istante intensamente negli occhi, affinché capisse ciò che anelava dirle...affinché non trovasse alcune esitazione nel suo sguardo e comprendesse che era pronto a combattere per lei con altrettanta ferocia.
    - Elettro! Stupeficium! - fece eco al Grifondoro dalla spavalda indole comparso a pochi metri da loro, mentre scattava infine per raggiungere Daisy, fronteggiando i loro oppositori e attaccando impietoso senza indugi. Ancora ed ancora.
    - Uccellino... - strinse a sé la Tassorosso con impeto, mentre pensieri confusi e emozioni violente gli sconquassavano la mente e il cuore. Impiegò qualche graffio di plettro per metter a fuoco il suo volto dai delicati tratti, come se una caligine fosse di repente sopraggiunta a corrompergli la vista, ma allorché vi riuscì, non poté che specchiarsi nei suoi occhi vacui.
    - Finite Incantem...Probellum... - tentò di liberarla dal giogo dell’incanto con cui sua madre l’aveva resa prigioniera d’una realtà distorta, infame specchio delle più intime e laceranti paure della fanciulla maledetta dalla Luna. Lo fece altresì con un incanto che sapeva esser fuori dalla sua portata, ma spinto a tentare ogni mossa dalla disperazione che stava a poco, a poco avvelenando il suo contraddittorio cuore, acquietando la sua medesima ira. Una disperazione che udì vibrare altresì nella voce di Logan poco distante, che invocava aiuto da un nero volatile che vegliava sui loro capi, restituendo loro speranza. Non erano soli...dovevano solo resistere…
    - Monstrum! - ringhiò quell’incanto offensivo, ritrovando nel profondo delle sue maledette viscere il brutale desio di punire...di ferire chi aveva osato inferire sui suoi affetti, mentre voci sconosciute s’affollavano nella sua mente, alimentandone il caos che vi imperversava. Leprecani...centauri...erano giunti al loro cospetto per vederli soccombere?
    Mentre li osservava, il suo sguardo di tempesta fu attratto dai movimenti dell’irlandese al suo fianco che puntò la bacchetta ancor una volta verso lo specchio...verso il volto che v’era riflesso...verso lo sguardo che da lì li osservava, non celando la propria bramosia d’avere la Veggente con sé. Quello era il mostro che aveva tormentato Karen...colui che l’aveva manipolata nei suoi medesimi incubi per indurla a piegarsi al proprio desio...ma quella notte poteva fare qualcosa per impedirgli di prenderla.
    - Reducto! - senza indugiare unì dunque il suo attacco a quello di Logan, incrociandone poi il pallido sguardo per qualche graffio di plettro...abbastanza per comprendere che qualcosa non andasse: lacrime di sangue gli scivolavano lungo il volto...il suo medesimo sangue.
    Anelò raggiungerlo, ma il suo avvertimento gli impose di guardare altrove...verso il pericolo in agguato oltre la barriera che si stava a poco, a poco restringendo, forse in procinto di soffocarli com’un cappio sempre più stretto...sempre più implacabile nel suo uccidere. La Banshee pareva esser stata rigurgitata dalle tenebre medesime che avviluppavano la radura e benché fosse conscio di come la sua apparizione potesse essere funesta, André non se ne sentì minacciato...non immediatamente...ma fu invece pervaso dalla convinzione che fosse lì per salvarli...per proteggerli. Folle, forse...o semplicemente disperato…
    Si chinò su Daisy poco prima che l’urlo squarciasse le ombre che li avviluppavano, proteggendola e proteggendo sé medesimo dalla sua furia. L’etere parve vibrare attorno a loro, sull’eco dell’inarrestabile grido della Banshee che come un uragano travolse tutto ciò che incontrò nel suo incedere, sollevando pietre, zolle di terra, cespugli, alberi...accanendosi sulla barriera che li rendeva prigionieri dei loro aguzzini.
    - Una crepa... - forse non era che un crudele scherzo della sua mente oramai prossima a piombare nel baratro di follia, ma non fu un dubbio che trafisse la mente di André mentre puntava la bacchetta ove gli era parso di notar una smeraldina linea aprirsi nella barriera...come una cicatrice. - confringo! -.

    - viene colpito dall'Everte Statim di Karen che lo schianta contro un albero
    - si libera dal serpente uccidendolo con un sasso, ma viene morso dall'altro: per il momento, percepisce solo la vista appannarsi
    - si frappone fra il Diffindo lanciato da Cahir e Karen, schivando l'immobilus: non ho messo l'esito dell'azione
    -attacca i druidi con un Elettro e uno Stupeficium mentre raggiunge Daisy
    -tenta di liberare Daisy dall'incantesimo di sua madre, usa anche un incantesimo non del suo anno: tentar non nuoce, no?
    -attacca prima i due con un Monstrum e poi si unisce a Logan per distruggere lo specchio: così gli anni di sfiga se li smazzano in due
    -nota che qualcosa non va in Logan, ma non può raggiungerlo perché deve proteggersi dal grido della banshee
    -colpisce con un confringo quella che dovrebbe essere una crepa nella barriera, ma potrebbe anche essere un'allucinazione data dal veleno, chi lo sa.
     
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