Fianna Fáil

Kinnitty, 7 Luglio

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    L’etere le graffiava crudele il volto pietrificato in una maschera d’algida imperturbabilità, mentre sfrecciava a cavallo d’una scopa nella fresca notte irlandese, riflettendo su quanto avvenuto e su ciò ch’era prossimo a compiersi. Non aveva potuto celare la sorpresa allorché aveva ad un tratto intercettato lo sguardo d’affilate lame di Kain ed aveva colto la sua brama d’allontanarsi dalla riunione del dipartimento – una brama feroce e spasmodica che era emersa dalle profondità dei suoi occhi, incupendoli e privandoli dell’usuale fittizia quiete. Una brama che in pochi battiti di ciglia aveva compreso altresì animasse il cuore di Jack, prima ancora d’udirlo snocciolar una frettolosa ma perentoria scusa per congedar i presenti anzitempo.
    I nostri ragazzi sono in pericolo.” le laconiche e frementi parole dell’irlandese dal cuore corazzato dal metallo non erano state che una conferma dell’intuizione dell’ultima superstite dei Wilefyre, che innanzi alla loro bramosia d’allontanarsi dal quartier generale con urgenza aveva in pochi battiti di ciglia pensato a Karen, Gwyn e Logan. Volti che sin a quella notte aveva veduto sol in fotografie che aveva studiato ancora ed ancora, ipotizzando di colpirli per infligger il medesimo castigo che era toccato a lei allorché Robin le era stato portato via. Forse proprio da uno di quei due uomini che s’era ritrovata a seguire senza indugi, com’una silente ed inafferrabile ombra artigliata alle loro caviglie.
    - Sai chi può averli attaccati? - affiancò Kain poco prima di giunger in prossimità del punto designato per smaterializzarsi, approssimandosi abbastanza da permettergli d’udire la sua voce oltre il rumoreggiare iracondo del vento. Né lui, né l’uomo alle plurime cicatrici e dalle troppe battaglie avevano proferito più verbo dacché erano partiti e benché il suo addestramento prevedesse che fosse preparata ad affrontar altresì l’ignoto, le era parso d’intuire dagli sguardi che i due s’erano scambiati che vi fosse un trascorso più articolato celato oltre l’attacco ai loro figli. E qualsiasi minuzia sarebbe potuta divenir un’alleata alla sua sopravvivenza...alla sopravvivenza di tutti.
    Valicati i potenti incantesimi difensivi che accerchiavano la tenuta dei McCormac, la camaleontica fanciulla non poté che interrogarsi su come gli intrusi fossero riusciti ad aggirarli. Che uno dei ragazzi fosse invero loro complice? Custodendo quel dubbio nella propria blindata mente, osservò attentamente la servile creatura apparsa al richiamo di Jack, ripercorrendo le parole di Eleonor della notte in cui aveva scelto di divenire pedina del medesimo esercito di cui suo padre aveva occupato le file: “Mi risulta che l’Auror abbia un elfo sempre al suo fianco, che considera un suo pari. Sarà esso il nostro capro espiatorio”.
    Se fosse riuscita ad avvicinarlo sola, avrebbe potuto incantarlo per persuaderlo a raggiungerla al termine di quella nottata, ma plagiarlo per tradire Jack...per ucciderlo...v’era una parte di lei che seguitava a rammentarle che Robin non avrebbe voluto lo facesse. Che se avesse valicato quel limite, allora sarebbe morto davvero. E sarebbe stata lei la sua assassina.
    - Che cosa vogliono da Karen? - le parole dell’elfo domestico avevan instillato nell’ambiziosa e arguta mente di Roxanne il sospetto che ella fosse l’unico bersaglio e che tutti gli altri non fossero che vittime impreviste, coinvolti poiché s’erano eretti ad ostacolo ai loro scopi. Poiché avevano disobbedito ribellandosi ad aguzzini dall’anima corrotta e ne avevano pagato le conseguenze. Una storia che le era dolorosamente famigliare…
    - Volete prenderli vivi? - carezzò istintivamente l’elsa del pugnale dalla punta avvelenata che recava sempre con sé mentre poneva quel quesito, bramosa di sapere se dovesse agire per uccidere o per prendere prigionieri. Conscia che invero qualunque fosse stata la decisione dei due irlandesi, non avrebbe mai anteposto la propria sopravvivenza a quella dei loro bersagli e che non avrebbe esitato a prenderne la vita, pur di salvare la propria. A discapito di qualunque ordine...
    - Jack, aspetta! - lo fermò pochi istanti prima che si smaterializzasse da suo figlio, accompagnato sol dalla propria furia e dal fedele Darragh, e gli passò una piccola ampolla di liquido cangiante. - E’ una bomba di avvertimento. Usala se dovessi aver bisogno di noi. - se si fosse ritrovato disarmato, con quella avrebbe potuto crear un diversivo ed invocar il loro supporto in pochi istanti...istanti che avrebbero potuto salvargli la vita. Proprio come a loro.
    L’aveva preparata personalmente e sapeva che il variopinto lampo che sarebbe scaturito avrebbe squarciato le tenebre abbastanza da non poter passar inosservato nel raggio di diversi chilometri. Ne aveva una con sé a sua volta e l’ultima la diede a Kain: solo tre...un misero bottino, ma negli ultimi tempi era sempre più difficile reperire gli ingredienti per preparare le Pozioni.
    Mentre gli offriva l’ampolla, Roxanne ne scrutò il volto con scientifica cura, scavando oltre la superficie delle quiete acque dei suoi occhi per giunger al tormento che sapeva avrebbe trovato nel profondo: un tormento fatto di senso di colpa e di biasimo verso sé medesimo, che credette lo stesse torturando nell’intimo. E se solo fosse stata ancora capace di farlo...se solo fosse stata ancora capace di provar affetto per qualcuno, anziché restare in silenzio avrebbe tentato d’annientarne i demoni con parole di conforto. Con una vicinanza che tuttavia non poteva dargli. Né a lui, né a Jack. A nessuno.
    Non appena afferrò il braccio del Capo Auror, in pochi battiti di ciglia si ritrovò catapultata nel cuore della radura, ove un maestoso albero era stato squarciato a metà e lacrimava viscosa resina sin alle radici, che tenevano prigioniere Karen e la sua compagna: le individuò subito Roxanne, oltre la figura china innanzi a loro che pronunciava una litania dagli echi antichi come la Magia medesima. Una litania che intuì fosse una minaccia, potente come l’energia che vibrava attorno al trio e che pareva scaturire dalla terra medesima.
    - Regolohov. - un’infuocata frusta raggiunse inarrestabile l’uomo che dava loro le spalle e serpentina s’avviluppò al suo braccio in una morsa ardente, di cui l’ultima superstite dei Wilefyre approfittò per impedirgli di terminare la runa tracciata col sangue sulla pelle della figlia di Kain ed allontanarlo da entrambe, strattonandolo.
    - Relascio. - questa volta indirizzò il colpo verso le radici incantate dell’albero martoriato per imporgli d’allentare la presa sulle giovani, verso cui si precipitò, contando sulla copertura dell’irlandese al suo fianco. Agendo forse più come guaritrice che come Auror. - Fianto Duri - con un movimento fluido ed elegante disegnò uno sguardo a loro difesa, per poter agir indisturbata almeno per qualche minuto.
    - Non temere, sono con tuo padre. Riesci a muoverti? - si rivolse alla giovane Cavanaugh più prossima a lei, catturandone lo sguardo ceruleo che le rammentò in maniera prepotente quello di suo padre, non solo nelle tinte, bensì altresì per l’indomita irrequietezza che vi vide riflessa. Notò che il suo petto s’alzava e s’abbassava a fatica, come vi fosse un peso invisibile a comprimerlo, e che il suo respiro era tremante, quasi soffocato. - Emendo - l’affilata punta della sua bacchetta seguì la linea del suo sterno, mentre studiava le condizioni dell’altra giovane, riversa al suolo poco distante.
    Erano entrambe immerse nel sangue che lacrimava da ferite profonde, ma se quelle che segnavano la pelle della figlia dello schiavo del proprio tormento erano tracciate intenzionalmente da una bacchetta ostile, quelle che corrompevano il candore della spalla e del braccio dell’altra erano senza dubbio i frutti d’una smaterializzazione maldestra. Ed erano troppo gravi perché la mera essenza di dittamo potesse sanarle del tutto.
    - Kain mi serve tempo. La ragazza si sta dissanguando. - mentre le s’approssimava, ne incrociò lo sguardo vacuo, che pareva faticar a metterla a fuoco, ottenebrato dal dolore e dalla paura. - Stringi la mia mano...questo ti farà male un po' all'inizio... - allungò le dita d'amante e d'aguzzina verso quelle della giovane, mentre puntava la bacchetta sullo squarcio più profondo fra quelli che s’erano aperti nella sua pelle, seguendone con gelida precisione il disegno e sussurrando l’incanto del Vulnera Sanentur.

    -Lascia a Jack e a Kain un'ampolla di pozione che ha preparato e che serve sia per creare un diversivo, che per lanciare un segnale di allarme.
    -Tenta di impedire a Cahir di terminare la runa e di allontanarlo da Karen e da Daisy con un Regolohov.
    -Protegge tutte tre con un Fianto Duri ( Roxanne non è un portento con gli incantesimi difensivi e anche se immagino che per i cazziatoni di Jack l'addestramento Auror sia migliorata, non si tratterà di uno scudo molto resistente.
    -Interagisce prima con Karen, usando l'Emendo per curare il trauma al torace, e poi con Daisy, iniziando a curarla con un Vulnera Sanentur ( considerando che le ferite sono piuttosto gravi, ho pensato che il dittamo non fosse sufficiente. Se ho scritto una cavolata, fatemi sapere che modifico ).
     
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    Capo Auror Repubblica d'Irlanda

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    -Roxanne.-, l’irlandese ripose nella giacca il taccuino di pelle, dal quale aveva appena letto una notizia che lo aveva indotto a interrompere la riunione all’istante.
    -Preparati a partire-, la presenza della medimaga lì sarebbe stata indispensabile se, come aveva ragione di temere, suo nipote e gli altri amici presenti alla festa avevano impugnato le bacchette per affrontare i seguaci della Runa Bianca; al tempo stesso lo avrebbe agevolato nel creare una breccia nelle loro difese, così che potesse raggiungere celermente sua figlia.
    Mentre Jack provvedeva a cercare loro dei mezzi di fortuna per ritornare a casa, Kain si preoccupò di delegare alle sue sottoposte più fidate il delicato incarico di cui avevano discusso durante il briefing.
    Succede qualcosa, qualcuno è stato appena schiantato. Non trovo Karen., quelle parole lo avrebbero accompagnato come un eco fatale per tutta la durata del viaggio, insieme all’agghiacciante presentimento di trovarsi davanti all’inevitabile. Stando all’espressione cupa di Jack anche lui, come padre, condivideva la medesima angoscia e a Kain non rimase che affiancarlo in quell’ennesima battaglia, con i nervi a fior di pelle e il cuore immobile nel petto.
    -Solo un sospetto, ancora nulla di certo.-, durante il tragitto verso il manor dei McCormac le pagine del taccuino erano rimaste immacolate. Logan doveva essersi fiondato all’esterno per cercare Karen e al suo posto Kain avrebbe fatto lo stesso, dimentico di tutto il resto.
    -Logan non ha potuto riferirmi altro. Deve essersi inoltrato nella foresta- l’irlandese non aveva che poche certezze da condividere con Roxanne e fu quel che fece una volta che Darragh ebbe confermato loro la presenza di due intrusi nei territori circostanti.
    -Restiamo in contatto.- furono le brevi parole che rivolse a Jack prima di separarsi e di agganciare l’ampolla segnalatrice alla cintola.
    -Sanno eseguire magie senza bacchetta, anche se l’esecuzione richiede molta più fatica. Non si faranno scrupoli e noi non dovremo essere da meno.-, rispose con ineluttabilità alla sua domanda, accelerando il passo per raggiungere il punto in cui potersi smaterializzare con lei e raggiungere la capanna dove Karen e Logan erano soliti trascorrere il tempo insieme.
    -I nostri figli sono tutto ciò che abbiamo.- per un attimo il suo sguardo si incrinò, il tono perse l’inclinazione perentoria dell’ordine e suonò più come una richiesta personale, quasi alla stregua di una supplica.
    -Me l’hanno portata via una volta, non permetterò che accada di nuovo.-

    CAITLIN

    Nonostante i due ragazzi non fossero in condizioni di attaccarla e tutto taceva, il respiro di Caitlin era rimasto affannoso e irregolare. Il suo sguardo provato ma vigile era fisso nella radura, laddove un fulmine aveva squarciato il cielo prima di disperdersi nell’etere, messo a tacere dallo scalpitare di decine e decine di zoccoli. Un rivolo di sangue le scorse da una narice senza arrestarsi, ma lei non parve neanche farvi caso. Gli sforzi che aveva compiuto quella sera erano andati oltre le capacità di sopportazione del suo corpo, tanto che le figure dei leprecauni che le gettavano contro invettive su invettive cominciarono a perdere nitidezza. La banshee ne aveva chiamata un’altra che ne aveva predetto la fine… ciononostante Caitlin accettava la sua sorte con serenità. La barriera continuò a diminuire di volume e fu allora, nell’istante prima che si dissolvesse con un clangore, che lo vide dalla parte opposta dell’incanto: Jack McCormac, colui che due anni prima ella aveva maledetto con la magia del sangue.
    -Protego horribilis-, la maledizione cruciatus venne assorbita dallo scudo una prima volta, una seconda; al terzo tentativo Caitlin cadde sotto la sua influenza, per il dolore lasciò cadere la bacchetta e senza neanche rendersene conto si ritrovò in ginocchio, con le unghie artigliate all’addome, senza fiato e sul punto di svenire. Quando avvertì l’effetto scemare e sentì la voce dell’altro pronunciare la sua condanna a morte chiuse gli occhi. Quel che non si aspettò fu la mancanza di immediatezza della sua esecuzione: Caitlin sentì il sapore metallico del sangue risalire per la gola, tanto che fu impossibile deglutire. Crollò su un fianco, sussultando e annaspando alla ricerca d’ossigeno mentre il sangue iniziò a scorrere dalla bocca a fiotti. Il polmone avrebbe impiegato un po’ prima di riempirsi e collassare, la druida avrebbe avuto tutto il tempo per sentire la vita scivolare via. Con le ultime energie avrebbe potuto provare ad arrestare l’emorragia prima di sprofondare nell’incoscienza, ma non lo fece. Una vita per una vita: una volta raggiunte le terre d’estate la maledizione che stava uccidendo il suo avversario sarebbe scemata via, permettendo al giovane O’Malley di godere ancora della presenza della sua guida lungo il percorso che lo attendeva.
    La druida volse gli occhi al cielo, socchiudendoli: i suoni giungevano indistinti, i tremiti del corpo cominciarono ad acquietarsi. Si addormentò provando sollievo per aver compiuto il suo dovere fino alla fine, paga di aver passato il testimone alle persone giuste.


    Il seguace dell'Alchimista era proprio davanti a loro, chino su Karen. Una luce scarlatta parve illuminare entrambi nel punto in cui l’aveva toccata e fu allora che suo padre non ci vide più dalla rabbia. Roxanne lo precedette attaccando affinché il druido si allontanasse dalla ragazzina e Kain le diede man forte affiancandola, procurandole tutto il tempo di cui aveva bisogno per prestare soccorso alle studentesse.
    -Ius reliquit-, la frusta di fuoco di Roxanne aveva avviluppato il braccio del druido strappandogli un urlo di dolore mentre l’incantesimo mentale di Kain lo aveva spinto a rivolgere l'attacco contro sé stesso, scaraventandolo a diversi metri di distanza dal gruppo. Non appena Kain vide il mago ruotare su sé stesso come in procinto di smaterializzarsi fu lesto a castare l’incantesimo antimaterializzazione che glielo impedì, confinandolo nella foresta con loro.
    -Levicorpus! Stupeficium!- Cahir provò a difendersi come meglio poté, ma lo schianto contro l’albero lo spinse a lasciar andare la bacchetta per un riflesso involontario: fu allora che Kain approfittò per sottrargliela, bloccandolo all’albero alle proprie spalle con lo stesso mobiliarbus con cui poco prima lui aveva tenuto bloccata sua figlia.
    -Incarceramus… diffindo-, le funi distesero di proposito i polsi affinché il capo auror potesse individuare i tendini flessori e reciderli, strappandogli un altro urlo sofferente: senza la capacità di tracciare le rune Cahir non avrebbe più potuto attingere alla magia del sangue, risultando finalmente innocuo.
    Dalla sua posizione Karen non riusciva a vedere chi li aveva soccorsi ma aveva riconosciuto la voce di suo padre. Alla domanda di Roxanne scosse appena il capo, senza riuscire ad arrestare i singhiozzi faticava a respirare.
    -Daidì-, riuscì a pronunciare una volta che la medimaga le ebbe donato sollievo con le sue cure. Provò ad alzarsi col busto, ma senza risultato: Kain non esitò a raggiungerla avvicinandosi con uno scatto.
    -Non muoverti, acushla.-, Kain le scostò i capelli scarmigliati dalla fronte, madida di sudore.
    -Logan… dovete aiutarlo! Sta morendo ed è tutta colpa mia... è solo colpa mia...-, i singhiozzi erano così forti che Kain era riuscito a malapena a comprenderla. Le parole di sua figlia furono come una doccia fredda: scambiò uno sguardo rapido con Roxanne, constatando che la medimaga era impossibilitata ad allontanarsi da Daisy, le cui ferite cominciavano a risanarsi ma avrebbero richiesto altro tempo prima che potessero dichiararla fuori pericolo.
    -Jack è con lui, lo raggiungerò non appena mi sarò assicurato che stai bene.- un flebile aguamenti sciacquò il sangue via dal collo permettendogli di controllare l’entità della ferita. Con sgomento scoprì che i tagli sulla pelle erano cicatrizzati e al tatto risultavano bollenti, come se ci fosse un’infezione in corso.
    -Karen… senti come se bruciasse?-, la ragazzina impiegò qualche secondo prima di rispondere, rivolgendogli uno sguardo spaesato.
    -Non lo so. Mi fa male ovunque-, Kain le accarezzò il capo, incerto su come agire. Aveva già visto quell’incantesimo, era il medesimo che la sua ex capo auror imprimeva sui detenuti per poterli localizzare in caso di fuga, il medesimo che i seguaci della Runa Bianca usavano per rintracciare i loro, in caso di cattura o tradimento. L'Auror si voltò verso il druido, rivolgendogli uno sguardo di pietra.
    -Esistono due modi per sciogliere questo vincolo. Non costringermi a scegliere per te-, il mago restituì all’irlandese un’espressione di compassione. Fu allora che Kain lo colpì con la maledizione imperio, ripetendo l’ordine: per quanto la propria volontà fosse ferrea quella dell’altro sembrò sovrastarla, sconcertandolo e spaventandolo come mai gli era successo prima di allora.
    -Ti preoccupi invano, Auror: la profezia questa notte si è compiuta. Il Maestro e la Veggente presto saranno di nuovo insieme e la tua terra sarà salva-, Kain si alzò, rivolgendo un ultimo sguardo a sua figlia, poi alla sua sottoposta. Sapeva cosa andava fatto e quella presa di consapevolezza lo uccise dentro.
    -Te le affido-, le disse guardandola negli occhi con fare sentito. Annullato l’incantesimo antimaterializzazione Kain tagliò le funi che legavano quell’uomo all’albero e si smaterializzò con lui in un punto diverso della radura, affinché nessuna delle tre giovani assistesse all’inevitabile. Chiedere ancora una volta al mago di ritornare sulla propria decisione non servì a nulla: il druido si disse pronto a raggiungere le terre d’estate. Kain avrebbe potuto ricorrere al veleno o simulare un arresto cardiaco per non lasciare traccia, ma non era sicuro sarebbe riuscito a vederlo morire senza cedere alla tentazione di soccorrerlo, tornando sui propri passi. Tentennò, la mano che stringeva la bacchetta tremava, l'impugnatura sembrò improvvisamente scivolosa. Trattenne il respiro mentre muoveva qualche passo incerto verso di lui, guardandolo negli occhi.
    Un lampo verde illuminò gli alberi, seguito da un tonfo. Solo quando raggiunse Jack per soccorrere suo nipote usò l’ampolla di Roxanne per segnalare la propria posizione. Era ancora vivo, ma non sarebbe mai più stato lo stesso.

    -Caitlin subisce il crucio e viene colpita dalla freccia a un polmone, che collassa rapidamente. E' ancora viva ma in arresto cardiaco mentre dissangua: se Jack non dà ordine a Darragh o alle altre creature di prestarle soccorso quando Kain lo avrà raggiunto sarà morta. In tal caso la maledizione che lo sta consumando verrà spezzata.
    -Kain affianca Roxanne contro Cahir, dopo averlo neutralizzato si avvicina a Karen per controllarle le condizioni. Scopre che il druido è riuscito a portare a compimento il rito: esistono solo due modi per annullarne gli effetti, spingere l'incantatore a spezzare l'incantesimo o ucciderlo. Cahir rifiuta di tornare sui suoi passi, dando così modo all'Alchimista di cominciare l'incantesimo che gli permetterà di individuare la ragazza. Kain decide così di allontanarsi con lui e di ucciderlo prima che l'Alchimista riesca nel suo intento, dopo di che raggiunge Jack per aiutarlo nel soccorrere Logan.

    Arrivati a questo punto potete postare la chiusura o possiamo passare direttamente alla prossima role, giocandone un seguito.
    Un grazie a tutti voi per la partecipazione e per aver contribuito a rendere l'avventura fuori dall'ordinario, mi auguro vi sia piaciuta tanto quanto l'ho apprezzata io <3
     
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16 replies since 25/6/2023, 22:15   691 views
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