You can't change the past, so learn from it

per Feyre

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    Tassorosso
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    La lezione di Incantesimi era andata decisamente… Beh, nessuno era morto, il che poteva contare come un successo, dal punto di vista di Teresa. A quanto pare gli studenti del castello avevano deciso di diventare improvvisamente dei piromani, perché non era la prima lezione che finiva con un fuoco appiccato e non aveva idea del perché continuasse a succedere. Per fortuna non era successo niente né a lei né ai suoi possedimenti e quindi adesso doveva solo preoccuparsi di parlare con Feyre.
    “Andiamo?” disse con un po’ di timore nella voce, anche se sperava che l’altra ragazza non lo percepisse. Non è che era spaventata da lei, era spaventata dalla discussione in generale. Alla fine, male che andava, non l’avrebbe perdonata e ci avrebbe fatto i conti a suo tempo. Ma se non fosse riuscita a dire le cose? Se come al solito tutto quello che diceva veniva male interpretato e finivano a litigare di nuovo per quello?
    Secondo la sua psicologa il suo non era un problema di lingua, l’inglese lo parlava perfettamente fluente e senza evidenti difficoltà di comprensione, era più come era conformata la sua mente che non permetteva con gli altri una comunicazione soddisfacente. Sempre parole della doc, lei non era così eloquente. Soluzione? Doveva solo stare attenta a quello che diceva e come lo diceva e se iniziava a pensare male chiedersi se non potesse esserci un altro senso a quello che aveva sentito. Facile no? In teoria si, in pratica non proprio, era difficile combattere contro il proprio cervello e non importa quanti esercizi facesse, finiva sempre per ricadere nei vecchi circoli viziosi.
    Il tragitto verso una delle aule libere poco distanti fu silenzioso, Teresa non era in vena di chiacchiere senza senso, non senza prima chiarire e chiaramente Feyre non volle forzare la mano.
    Una volta dentro Teresa si sedette su uno dei banchi, dondolando appena le gambe per cercare di calmarsi, le mani poggiate saldamente sul banco e la schiena ritta.
    “Mi dispiace per l’anno scorso, ti ho trattata in maniera orribile e non te lo meriti” almeno su quello non pensava potessero esserci possibili fraintendimenti. Sapeva che era stata in gran parte colpa sua, Feyre aveva solo espresso male una cosa, magari con più leggerezza di quanta ne volesse in realtà usare, e Teresa era esplosa come una bomba atomica, rilasciando tutta la tensione e la rabbia che si portava dentro da mesi. Era stato il suo capro espiatorio, solo che poi era stata troppo orgogliosa e testarda per scusarsi.
    “So che… Che non serve a niente cercare di giustificare, perché alla fine ho fatto quello che ho fatto, però se ti va bene preferirei parlarne, per evitare incomprensioni future e… e per farti capire un po’ perché è successo”
    Magari non le interessava. Magari voleva solo mandarla a quel paese e andarsene o perdonarla e dimenticare, ma Teresa era fatta così, preferiva mettere tutte le carte in tavola, chiarire fino allo sfinimento piuttosto di lasciare qualcosa di non detto che avrebbe potuto portare problemi in futuro.

     
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    Per fortuna la lezione era finita, erano ancora tutti interi, chi più chi meno, anche se la mano le bruciava per via della scottatura. Si era anche contenuta per non rispondere al Serpeverde in modo troppo polemico, ma ora aveva altro a cui pensare.
    Annuì alla piccola latina -Arrivo subito- andò a recuperare la sua borsa e salutò Juss con un bacio veloce prima di seguirla.
    Non aveva idea di come sarebbe finita quella chiacchierata, sperava solo di non ritrovarsi nuovamente ai ferri corti con lei. Durante l’estate aveva pensato spesso al loro litigio ed ogni volta ricadeva nel dispiacere di non essersi saputa spiegare bene, di essere stata così maledettamente fraintesa… fino a creare quella spaccatura tra loro
    Si mossero insieme, ognuna avvolta nel proprio silenzio, verso una delle aule vuote ed entrandovi.
    Si ripromise di non avere pregiudizi verso la ragazza, ma di ascoltare le sue parole prima di trarre un giudizio.
    Mesi prima, aveva chiesto al suo nano di non litigare con lei… ora doveva faro lo stesso.
    Mentre Teresa occupava un banco, poggiò la sua roba poco lontano, cercando il piccolo kit di pronto soccorso che portava sempre con se, per medicarsi, ascoltandola attentamente
    Rimase in silenzio per alcuni minuti, soppesando le sue parole e cercando quelle giuste per risponderle, con la paura di poter dire qualcosa e farla scoppiare nuovamente. Frugò nella piccola scatolina, tirando fuori una piccola ampolla
    -Si è vero, mi hai trattato di merda- disse alla fine, mettendo qualche goccia di dittamo sulla mano -Ma c’è da dire che è stata anche colpa mia. Non mi sono spiegata bene, lasciandoti fraintendere le mie parole. Mi sono sentita in colpa dopo, perché mentre io cercavo di risolvere le mie piccole stupidaggini- la guardò per un attimo -tu annegavi dentro i tuoi sciocchi pensieri e non sono stata in grado di aiutarti ad uscirne- non era una giustificazione, solo semplice esposizione dei fatti
    Prese la bacchetta, castando un veloce ferula e iniziando a rimettere tutto a posto.
    -Siamo qui per questo no?- si mosse, andando a sedersi vicino a lei -Nella tua lettera accennavi ad un terapista se non sbaglio… ti ha aiutata?- si passò una mano tra i capelli, aspettando di sentire la sua spiegazione
     
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