Call of Duty

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    Capitano Auror Repubblica d'Irlanda

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    "Hai sentito? Quelli ci spediscono pezzi di esseri umani, certo pessimi esseri umani, dentro delle scatole di bacchetta, e loro disquisiscono di etica professionale."
    Discosto l'orecchio dal focolare acceso e, per un istante, incrocio lo sguardo di Kain. Lui, mio amico, fratello e compagno d'armi, prima ancora che diretto superiore e ghinearál.
    "Sai, se la situazione non fosse così in preda alle escalations, e non avessi preso tu in persona la decisione di collaborare con loro, probabilmente mi sarei fatto mozzare il braccio destro piuttosto di concedere a quelli anche solo una parvenza di giurisdizione sul nostro territorio."
    Appoggio la schiena contro la colonnetta del tirafumo del camino, finendo indisturbato la sigaretta che ho tral le labbra. Come se, di fatto, non finiremo col trovarci di qui a poco immersi fino al collo in una riunione piena zeppa di fottuti inglesi.
    "Per fortuna Nott mi piace. E credimi, avrei preferito morire prima di proferire, anche solo lontanamente, un giudizio simile su un figlio d'Inghilterra."
    Espiro a pieni polmoni, osservando la nuvola di fumo che rapidamente viene risucchiata all' esterno.
    Il finestrone della torre ove si trova il mio ufficio ad Hogwarts, d'altronde, è praticamente sempre aperto. Un po' per mio vezzo, lo ammetto, e un po' per il continuo via vai gufi, patronus e missive varie.
    "Ti anticipo, visto che ora abbiamo altro a cui pensare, i nostri ragazzi stanno bene. Anzi, benissimo direi.
    In realtà, non più di qualche giorno fa', stando al professor Korckzak hanno contribuito nel mettere a soqquadro l'aula di pozioni. Come, maledizione, è lecito aspettarsi da quelle due teste di cazzo."

    Sorrido, di gusto, battendogli una pacca amichevole sulla spalla.
    Finisco la sigaretta, me ne libero, e dismetto i panni del preside per indossare il soprabito d'ordinanza in pelle di drago. Assicurandomi, come di consueto, che ogni singola fibbia, arma od oggetto potenzialmente utile, sia al proprio posto. "Dai, andiamo a fare il nostro dovere."
    Entro nel camino con un pugno di polvere nelle dita, gettandola immediatamente nel fuoco mentre, con tono serafico, pronuncio la meta prestabilita. E si, dannazione, continuo a preferire altri metodi di spostamento a questo. Decisamente.
    Fuoriesco dall' altro capo del focolare nel bel mezzo della loro discussione, scrocchiandomi il collo. Che Merlino mi sia testimone, il giorno che gli strascichi della maledizione mi lasceranno del tutto aprirò quell' incendiario del '86.
    "Ministro, è un piacere come sempre.", annuncio stringendo la mano a Nott prima di rivolgere un cenno di saluto a tutti i presenti.
    "Colleghi, buonasera."
    Individuando le due sedie vuote nel giro di pochi istanti, mi dirigo in direzione di esse con passo deciso. Riservando appena un accenno di saluto più personale alla Matthews, prima, e un decisamente vistosto colpo sulla spalla di October poi. "Ciao Rossa.", chiudo lasciandomi cadere, più o meno pesantemente, nel posto vuoto accanto al suo. Dopodiché seguo l'ingresso del mio compare, in rispettosa attesa, prima di prendere la parola con un rumoroso schiarimento di voce.
    "Avrei un paio di cose da dire, se per voi non è problema." Ed anche se dovessere esserlo, rimarrebbe loro solamente, temo.
    "Innanzitutto, come Preside di Hogwarts, ci terrei a ringraziare l'auror Matthews, e la sua squadra, per l'ottimo lavoro svolto con le attività di sorveglianza alla scuola. Fin'ora non sono sorti disordini ed anche le lamentele, trattandosi di frangenti così delicati, si possono definire più che gestibili e comprese entro ciò che sarebbe lecito aspettarsi."
    Difatto, nonostante i timori iniziali e qualche incertezza, bene o male gli studenti ed il personale tutto hanno deciso di collaborare e rendersi disponibili. Il che, a mio avviso, la dice lunga sulla nostra comunità.
    "In secondo luogo, senza giudicare nessuno, ritengo sia necessario esporvi il mio pensiero circa la situazione attuale.
    Così come voi immagino avrete appreso oggi..."
    , alludo indicando col capo il pezzo di pergamena sul tavolo, "...Anche noi Irlandesi siamo a conoscenza delle dimissioni rassegnate dall' ormai ex Capo-Auror Britannico Ramirez. Dell è stato un ottimo elemento, e negli anni ho anche avuto il piacere di incontrarlo. Benché, lo ammetto, le occasioni di collaborazione stretta tra noi due non siano mai state molte.
    Tuttavia, e lo dico senza l'intenzione di offendere, ho appreso delle suo forfait con un totale sentimento di assenso. Poiché, se è vero che la sua preparazione l'ha reso un perfetto gestore nei tempi passati, fin dalle prime avvisaglie di questa nuova minaccia incombente ho avuto l'impressione che il suo..."codice etico"..."
    , e con nonchalance mimo effettivamente le virgolette con le dita,"... Non gli avrebbe permesso di affrontare a dovere ciò che, statene certi, ci pioverà addosso nel prossimo futuro."
    Con lo sguardo, incrociando le dita sul tavolo della riunione, passo in rassegna tutti presenti.
    "Stiamo per scontrarci con gente che uccide, tortura, profana e spedisce pezzi di corpi trasfigurati dentro a delle dannate scatolette di legno. Non ci sarà spazio per ripensamenti o quesiti etici contro di loro. Il massimo che potremo fare sarà cercare di battere il nemico sul tempo, rispondendo al fuoco col fuoco, e cercando di mantenere quel minimo di rettitudine che dovrà differenziare i nostri obbiettivi dai loro."
    E da qui in poi, per me, chiunque dirà che non esiste un "noi e loro" ma solo persone da riabilitare o catturare "eticamente", potrà anche prendere il suo bel distintivo e gettarlo al diavolo. O ficcarselo su per il posteriore.


    Edited by Battlin' Jack - 25/2/2024, 09:38
     
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    Capo Auror Repubblica d'Irlanda

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    -Ti ricorda nulla?- Kain diede un’ultima boccata alla sigaretta prima di gettarne la cicca tra le ceneri del camino. Non aveva che sentito un breve stralcio della conversazione in corso, ma tanto gli era bastato perché gli ricordasse la stessa situazione vissuta dalla divisione irlandese quattro anni prima. Con l’arresto di Lylianne Armstrong e la destituzione di Neil Monahan l’irlandese si era ritrovato a capo della gestione di un reparto diviso in due: coloro che seguivano fedelmente i suoi predecessori allineandosi ai loro progetti e coloro che invece si erano schierati dalla sua parte, battutosi perché il programma di “recupero detenuti” da loro attuato fosse chiuso definitivamente.
    -Sai che non avrei accettato se non avessi creduto che possa funzionare davvero. Inoltre conosco Russell da quando ero di istanza a Belfast, di lui ci si può fidare.-, Russell Stormind era un amico di vecchia data, dal carattere pragmatico e dalla mentalità aperta. Non erano mancate occasioni per interagirci anche al di fuori della sfera lavorativa, tanto che quando aveva avuto bisogno di aiuto durante le ricerche di sua figlia l’Auror francese non aveva esitato a mettere a disposizione le proprie conoscenze nel territorio per individuarla insieme ai due fuggiaschi.
    -Mi sembrava strano non aver ancora ricevuto una strilettera-, commentò quando la conversazione si spostò sui loro figli.
    -L’importante è che stiano bene.- fisicamente, quanto meno: quanto alla sfera emotiva e psicologica non era certo di poter provare lo stesso sollievo.
    -Dopo quel che le è successo sto avendo difficoltà a convincerla a ritornare a scuola.-, sua figlia stava subendo la stessa ricaduta che a inizio del suo secondo anno a Hogwarts le aveva impedito di ritornare al castello a causa di forti attacchi di ansia. Kain cercava di esserle di supporto al meglio delle sue possibilità, ma i risultati fino a quel momento erano stati inefficaci. L’unica cosa che sapeva di poter fare per lei era non demordere e aspettare che ritrovasse la forza e la fiducia in sé stessa che le consentissero di affrontare le proprie paure, riappropriandosi così della propria quotidianità.
    -Dopo di te, vecchio.-, si fece da parte per poi afferrare una manciata di polvere smeraldo, ripromettendosi che la volta successiva sarebbe passato per la porta principale. Se una passaporta difettosa aveva ucciso una coppia di maghi non poteva escludere che di quel passo anche la metropolvere e gli altri sistemi di trasporto magico non rappresentassero un pericolo analogo.
    -Buongiorno a tutti. Kain Cavanaugh, Capo Auror della divisione Eire. Perdonate la nostra intrusione-, Kain rivolse un cenno di saluto maggiormente sentito sia a Russell che a October, tra i presenti quelli con cui aveva un rapporto più confidenziale, dopo di che prese posto nella sedia vuota accanto a Jack, osservando e ascoltando in silenzio. Conosceva di sfuggita alcuni tra gli inglesi: negli ultimi otto anni aveva collaborato a stretto contatto con Sarah e suo marito, mentre aveva incrociato di sfuggita in Ulster un altro Auror tra i caposquadra di Russell, e uno degli irlandesi nel periodo in cui aveva lavorato a Belfast nell’S.S.M.A. sotto il comando britannico, sebbene non ci fossero state molte occasioni per interagire. Altri invece erano visi totalmente sconosciuti.
    -Negli ultimi otto anni ho collaborato personalmente con Dell Ramirez. Indipendentemente che le scelte che lo hanno portato alle dimissioni possano essere condivisibili, è grazie alla sua apertura nei nostri confronti se tra il dipartimento inglese e quello irlandese si è creata una forte coesione e di questo gli sarò sempre riconoscente. È mio augurio che la nostra collaborazione continui ad essere altrettanto produttiva con il mandato del Capo Auror Stormind-, per un attimo lo sguardo di Kain si soffermò su quello di Russell, poi scorse quello degli altri presenti.
    -L’Éire non è stata risparmiata dagli avvertimenti dei Mangiamorte. Con la nostra divisione ci siamo concentrati principalmente su due fronti: mi sono occupato personalmente di analizzare l’epidermide nascosta nella scatola insieme a un medimago del Saint Patrick, mentre la mia squadra si è focalizzata sul tipo di ceralacca usata per sigillarla.- Kain si alzò e tirò fuori dalla tasca della giacca una serie di polaroid scattate agli oggetti di scena consegnati al suo ufficio.
    -Stando ai materiali di cui è composta la ceralacca si tratta di uno dei tipi più pregiati, realizzata artigianalmente seguendo l’antica procedura pre-medievale. Osservate il sigillo-, gli Auror avrebbero potuto osservare in dettaglio la scatola laccata di nero, il sigillo in ceralacca rossa con la piuma impressa (prima e dopo averlo spezzato per aprire la scatola), e infine la piuma di pavone bianco, la cui cannula nel dettaglio risultava riempita di sangue.
    -La granulosità della cera è uniforme e fine, non si è screpolata solidificandosi consentendo alla sagoma della piuma di essere riprodotta nei dettagli più sottili. Ha aderito bene alla carta di cui è rivestito l’esterno delle scatole. Stando alle nostre ricerche, esistono soltanto tre rifornitori specializzati nella sua produzione: le loro sedi si collocano nel Wiltshire, nelle Cotswold e nelle Highlands. Seppur in piccola parte, ci aiuterà a restringere il cerchio della lista dei clienti. Dubito invece che la piuma raffigurata appartenga alla cresta di una casata. Per certo rimanda alla scrittura: le tracce di sangue rinvenute all’interno della sua gemella animale indicano la volontà di riscrivere la storia. Non è soltanto il simbolo di leggerezza e libertà: nella nostra cultura rappresenta la verità, mentre il colore bianco rappresenta l’omertà.-, l’omertà dei loro predecessori, che dimentichi di essere stati i servi dell’oscurità e dell’ideologia purosangue avevano tradito la causa ritirandosi a vita privata. Visti i continui rimandi al simbolismo, la connessione tra presente e passato, il loro leader era una persona colta e studiosa, calcolatrice e profondamente narcisista, che premeva a sottolineare il disprezzo verso un uomo per cui doveva aver provato una stima profonda e da cui intendeva distaccarsi. Proseguì facendo scorrere sul tavolo le ultime diapositive che mostravano l’epidermide di Moon, dove era stato tatuato il marchio nero.
    -Quanto all'’epidermide che ho ricevuto nel mio ufficio è stata trattata con natron e formalina. Queste sostanze si usano nella tassidermizzazione, una pratica utilizzata per preservare gli animali dalla decomposizione a scopo di studio o come trofeo di caccia. Non adottare le pratiche di conservazione dei cadaveri umani è stata una scelta precisa: il disprezzo che covano nei confronti del loro ex leader li ha spinti a considerarne le spoglie alla stregua di un animale. Tuttavia, la precisione con cui la pelle è stata asportata dai muscoli ponendo attenzione a non toccare i margini del marchio nero si potrebbe definire quasi maniacale e manifesta la volontà di lasciare inalterato il simbolo, quasi lo considerassero sacro. Da Auror specializzato in medimagia posso asserire con certezza che chiunque si sia occupato di sezionarlo possieda le conoscenze di un megimago esperto.-, tuttavia, non avrebbe saputo dire se coinvolto esclusivamente in previsione di quel particolare omicidio e se reclutato tra le loro fila. L’unica cosa che poteva fare al riguardo era indagare con la sua sottoposta: le inclinazioni della famiglia di Roxanne erano risapute all’interno della loro comunità, se c’era la possibilità che la sua recluta potesse fare luce in qualche modo non l’avrebbe accantonata.
    -A tal proposito… so che anche l’S.S.M.A. inglese ha adottato le metodologie dell’Ulster introducendo un medimago in squadra. Vorrei cogliere l’occasione per riportarvi la mia esperienza, dato che prima di trasferirmi nella Divisione Irlandese ho lavorato diversi anni nell’S.S.M.A. inglese presso il distaccamento britannico di Belfast. La particolarità di quel distaccamento risiedeva nella decisione di rendere obbligatoria la specializzazione in medimagia per chi avesse voluto aspirare a fare carriera come caposquadra: potrà sembrare drastica, al tempo ero dello stesso avviso, ma con gli anni si è rivelata determinante per la salvaguardia dei suoi componenti. Contare sul supporto di un Auror abilitato a prestare primo soccorso ha salvato molti miei compagni e molti miei sottoposti, riducendo al minimo il rischio di indicenti mortali. Anche il tono d'umore ne ha tratto giovamento: gli auror sono più tranquilli se sanno che l'intervento avverrebbe nell'immediato sul campo e da un compagno di squadra.-


    Edited by Elhaz - 26/2/2024, 19:57
     
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    Stavo solo eseguendo gli ordini, signore.
    Potrei mettere più enfasi e sarcasmo su quell'appellativo, sicuramente i fedeli di Dell Ramirez apprezzerebbero ed entrerei nelle loro simpatie, ma al momento non ho interesse a schierarmi per attirare l'inimicizia di una delle due parti. Rimarrò neutrale finchè sarà possibile, osserverò limitandomi a fare commenti da bravo tutore della legge e, quando sarà giunto il momento, vedrò da che parte far pendere la bilancia.
    Ma si, la prossima volta la consulterò.
    Lo guardo con calma e serietà, accennando un minimo assenso col capo. Dal mio volto non traspare alcun segno di astio, e perchè dovrebbe? Sono un semplice soldato in questa guerra ed ubbidire agli ordini è mio compito.
    Darò una reale opinione su Stormind ed il suo operato in futuro, anche se dubito le sue opinioni riguardi i mannari mi siano congeniali, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Questo governo ed i suoi fantocci potrebbero stupirmi in positivo, e l'addio di Ramirez sbloccherà un po' di porte a chi, come me, non vede l'ora di eliminare la feccia da questa terra.
    Gli altri invece, quelli come la Suarez, daranno fiato alla bocca e o piegheranno la testa o verranno bastonati finchè non gli verrà tolto l'ultimo respiro. E' evidente da che parte stia l'americana, non mi stupirebbe se alla fine della riunione dovesse licenziarsi per seguire il suo adorato ex capo auror... Patetica.
    I battibecchi tra questa mandria di oche mi annoiano, ma presto comunque la dovuta attenzione osservandoli uno per uno quando prendono parola e potrei quasi dire che la Matthews non vedesse l'ora di questi nuovi decreti per liberarsi del gioco burocratico, tanto che mi chiedo come possa essere ancora sposata ad un'uomo retto come quel miserabile.
    Io vorrei continuare le mie ronde in Accademia, se possibile, ma sono disposto a spostarmi anche ad Hogwarts se dovesse essere necessario.
    Preferirei evitare di trovarmi in mezzo agli adolescenti, rimanere al campus mi aiuterà a smuovere di più le acque in mio favore, però purtroppo devo dar loro la possibilità di manovrarmi come meglio credono.
    L'arrivo dei due uomini d'Irlanda riempie l'aria di ulteriori discorsi motivazionali, belle paroline che dovrebbero incoraggiare uomini e donne a lottare contro un male comune. Noia, come ho già detto.
    Mantengo un'espressione interessata per tutta la durata dei monologhi, seppur quello del preside sia incline alle mie corde: combattere il fuoco col fuoco, cacciare la fiera che osa mostrarti le zanne prima che sia troppo tardi. Sarebbe stato un gran cacciatore, se fosse nato dalla parte giusta della barricata.
    Della pericolosità dei Mangiamorte m'importa fino a un certo punto, sono sì dei pazzi violenti, ma non hanno ancora toccato i miei cari per cui seggono su un posto basso nella mia personale scala di priorità. Li combatterò perchè devo mantenere la facciata, difenderò colleghi di cui non m'importa niente e continuerò a mentire finchè il clan non si riterrà soddisfatto.
    Raddrizzo le orecchie nel sentir nominare la possibilità di fare carriera, diventare caposquadra potrebbe portarmi molti benefici e so già come utilizzare alcuni incanti curativi grazie all'addestramento avvenuto in famiglia, quindi dovrei essere avvantaggiato per eventualmente mettermi in buona luce con il capo, in caso dovessi scegliere i suoi favori.
    Vorrei partecipare ai corsi del San Mungo. Durante la missione in Accademia ce la siamo cavata, ma se quella frusta di fuoco avesse preso in pieno volto uno di noi e non ci fosse stato qualcuno a curarci ce la saremmo vista brutta.
     
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    C'era qualcosa di strano nell'aria che Mark respirava quel giorno. Si preparò con minuzia, stando attento a indossare il completo giusto per la sua prima riunione ufficiale come recluta auror. Si era infilato la camicia bianca stando attento che le bende intorno alle ferite non avessero sanguinato nel frattempo. Guardandosi allo specchio della sua stanza del Paiolo Magico, Mark notò con un certo sollievo che era tutto in ordine. Che parolone. Le occhiaie gli rigavano le guance, grigie come l'umore che si stava portando dietro da giorni, da quando i medici del San Mungo lo avevano rispedito a casa con le cure del caso. Il sonno, ovviamente, gli era mancato, non ne vedeva l'ombra da quella notte nella cripta. Non si ricordava molto, ma rigirarsi il telo di velluto tra le mani gli faceva tornare alla mente ciò che era importante. Non era passato il tempo necessario affinché Mark si rendesse davvero conto di cosa fosse successo e le ferite sulla schiena glielo rammentavano in continuazione. Non riusciva nemmeno a stare sdraiato sui fianchi, figuriamoci a pancia in su. Il sonno, oramai, era un lontano ricordo, nonostante fossero passati davvero pochissimi giorni.
    Chiuse l'ultimo bottone della camicia e si infilò, con qualche difficoltà, la giacca. Mentre si allacciava le scarpe, Mark si fermò qualche istante a fissarsi le dita. Un lampo lo tenne impegnato nei ricordi per un tempo davvero troppo lungo. Il dolore era stato lancinante, ancora lo sentiva. Sbatté le palpebre e si ridestò da quei pensieri, che ormai erano diventati quasi ossessivi.

    Le luci dell'ospedale erano soffuse ai suoi occhi, boccheggiava cercando di dire qualcosa che sapeva fosse di vitale importanza. La bocca, tuttavia, non funzionava come avrebbe dovuto e le parole gli morirono in bocca senza averle pronunciate. Il buio. Sentiva delle voci nella testa, parole che si ripetevano e un oggetto morbido che gli si appoggiava sul petto nudo. Un dolore lancinante si propagava sulla schiena, mentre una mano ignota gli teneva ferme le dita. Le vide a terra, lontane dal resto del corpo a cui appartenevano. Voleva urlare, ma non ce la faceva. Poi, la sua voce. Mark aprì gli occhi e il caos che aveva avuto nella testa fino a qualche istante prima scomparve per fare posto alla tranquillità di una sala d'ospedale. Lo sguardo preoccupato di un uomo seduto accanto a lui lo incuriosiva. Riconobbe i capelli sistemati, le mani conserte e le orecchie irregolari un po' a punta. Il distintivo degli Auror brillava agli occhi di Mark e nel riconoscere lo sguardo rassicurante di AJ Smith accanto a lui quando l'uomo alzò la testa e notò la recluta finalmente sveglia, lo mise in uno stato di tranquillità che non sentiva di aver mai provato. Era salvo.

    Arrivò al Ministero con largo anticipo e si procurò due caffè intensi, che portò con sé al piano dove si sarebbe tenuta la riunione. Il cuore gli pulsava ma non abbastanza forte da farlo stare in ansia. Probabilmente i ricordi erano ancora troppo vividi per rendergli possibile vivere il presente con lucidità. Allungò la tazza di caffè a AJ, notando che non era l'unico nel gruppo a non aver dormito nell'ultima settimana. Mark sperava che il suo capo non notasse la postura sghemba e il viso sbattuto che si era portato a presso, ma era davvero difficile. Tentò di nascondere una fitta di dolore mentre si sedeva accanto a lui e si accomodò. C'era stato un tacito assenso tra i due negli ultimi due giorni che li aveva portati, come due uomini bruti, a non parlare di ciò che era successo. AJ era stato il fratello maggiore che Mark non aveva mai avuto, una presenza rassicurante e necessaria per la sua ripresa dopo l'intervento al San Mungo. Nel frattempo, mentre Mark era ancora perso tra i pensieri, il Ministro entrò nella stanza. Era un uomo davvero affascinante. Da sotto gli occhiali che portava, Mark poteva notare uno sguardo attento, indagatore. Il ragazzo era consapevole che Nott fosse al corrente degli ultimi avvenimenti, ma non aveva ancora avuto il tempo di pensare come rendere il tutto noto anche agli altri. Nel corso della riunione, Mark si ritrovò con discrezione ad incassare il colpo delle dimissioni di Ramirez. Aveva guardato AJ al suo fianco, chiedendosi se lui ne sapesse qualcosa. Ma ovviamente, non poteva che essere altrimenti. Il fatto che non ne avesse fatto parola con lui nei mesi precedenti non fece che aumentare la stima che aveva nei confronti del suo capo squadra. Né lui né Matthews si erano esposti e Mark sapeva quanto gli fosse costato umanamente. L'uomo rimase interdetto di fronte alla freddezza di Sarah, non riuscendo a concepire come una coppia come loro potesse avere tante divergenze lavorative. Mark ancora non sapeva bene come schierarsi sulla questione, ma era pronto a parlarne chiaramente con AJ.
    La giovane recluta si ritrovò improvvisamente con il cuore in gola. Westwood, Lacroix...sua madre che ruolo aveva in tutta quella faccenda? Una fitta di dolore lo bloccò sulla sedia, mentre cercava di inserirsi tra un intervento e l'altro, ma era difficile trovare l'audacia di parlare quando sapeva che tutti gli occhi erano puntati su di lui. Lo aveva preventivato, senza esclusione di colpi. Ramirez glielo aveva fatto capire molto chiaramente che non sarebbe stato facile, ma la presenza di Mark a quella riunione era la testimonianza diretta del suo impegno.
    Scusate se mi intrometto. Un colpo di tosse fece tremare il corpo di Mark. Era il momento. Credo di dovervi aggiornare anche sulla mia partecipazione. So che il mio ruolo è marginale rispetto al vostro, ma voglio ribadire di fronte a tutti voi il mio impegno nella squadra. Se ci presentasse la necessità della mia partecipazione alla missione per la cattura di Ca... Deglutì improvvisamente. ...Westwood, tenetemi presente. Lo stesso vale per la possibile protezione della famiglia di Lacroix. Disse la parola possibile con un groppo in gola. Erano settimane che era sparito dalla vita di Morgan senza dirle nulla, settimane di silenzio culminate in quel rapimento improvviso nel quale lei, per fortuna, non era stata nominata. A tal proposito. Con il benestare del signor Ministro e dei caposquadra, ho il dovere di aggiornarvi su una questione di vitale importanza. Mark si alzò con non poche difficoltà dalla sedia e infilò una mano nella tasca della giacca. Il velluto che ne uscì fuori brillava di una luce davvero strana che aumentò non appena la recluta lo posò sul tavolo di fronte a loro. Quando scostò i due lembi, la piuma catturò l'attenzione di tutti i partecipanti alla riunione. Come già sapete, l'altra sera il Marchio Nero è apparso sopra al San Mungo. Questa piuma è stata recapitata all'ospedale insieme alla vittima di un rapimento improvviso avvenuto quella stessa notte. Credo che il mio legame con voi e con Westwood sia stata la causa che ha portato dei mangiamorte ad avvertirci nuovamente. Mi è stato chiesto esplicitamente di essere i loro occhi, una richiesta che sul momento non ho potuto rifiutare. Dubito che si fideranno ciecamente di me, ma ho ribadito il mio impegno alla causa delle persone sedute intorno a questo tavolo poco fa proprio per questo. Se necessario, starò al loro gioco. Strinse i pugni, nervoso dopo quell'affermazione. C'era un'altra cosa, tuttavia, che era necessario dire. Un'altra cosa che mi preme dirvi, anche a lei Ministro, è che durante la mia...prigionia, sono state nominate delle persone che sono, alla luce degli ultimi eventi, seriamente a rischio. Regan O'Toole, Indigo Starling, Heather Peverell. L'avvertimento è chiaro e ritengo che queste persone debbano essere messe sotto sorveglianza il prima possibile. Il dado era tratto.
     
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    Quindi in ogni squadra dovrà esserci un guaritore e un Auror in grado di applicare le norme ministeriali con capacità di Legimante... quindi come funziona? Dovremmo muoverci in gruppi di tre persone?
    Non ero molto pratica del lavoro di squadra, ero abituata a collaborare il minimo indipensabile e ritenevo sempre molto difficoltoso mettere d'accordo due teste, figuriamoci a doverci coordinare in un numero più alto. Già la riunione stava evidenziando quanto il pensiero tra noi Auror fosse diverso e le diverse priorità che ognuno di noi aveva.. sarebbe stato un inferno lavorare a così stretto contatto costantemente... non ero ne una guaritrice ne una legimante elementare, estrarre anche i miei stessi ricordi era una operazione che mi consumava tantissimo tempo e concentrazione. Andava da se che avrei avuto sempre qualcuno attaccato al fianco.
    Sarà possibile continuare a muoversi anche da soli dopo una formazione? Immagino sia prevista, non tutti sono in grado di individuare ed estrarre correttamente un ricordo...
    Speravo fortemente che la risposta fosse affermativa. Per quanto trovassi una utilità nei decreti, la loro possibile attuazione estesa all'interno del corpo Auror, come era avvenuto per Lacroix mi rendeva profondamente inquieta. Così come sapere che molti dei miei colleghi condividevano la stessa etica di Dell con cui più di una volta mi ero trovata in attrito... se fosse successo qualcosa di "opinabile" lo avrebbero segnalato? E a quel punto il Ministro avrebbe aperto una pratica che sarebbe andata a scavare a fondo nel mio passato, o nel mio presente...? Mi morsi l'interno della guancia, rimuginando su tutti gli scenari possibili mentre la riunione proseguiva, senza trovarne abbastanza che fossero plausibili e rassicuranti.
    Il pensiero di tornare tra le sbarre di Azkaban mi impediva di riflettere e ascoltare nel dettaglio quanto veniva detto, portandomi a fissare il vuoto, ricordandomi le infinite giornate tutte identiche e interminabili nella prigione.
    Fu l'ingresso inutilmente scenografico degli irlandesi a strapparmi da quel mulinello di pensieri. Mi passai la mano sulla tempia, scuotendo debolmente il capo.
    Jack.. Lo so che stenterai a crederci ma le porte esistono anche qua a Londra e sono abbastanza grandi da non far rimanere il tuo ego incastrato nel telaio...
    Gli feci notare, ben consapevole della scarsa considerazione che Jack nutriva per gli inglesi, considerandoli profondamente incivili. Benché fosse una battuta, non avrei escluso del tutto che li ritenesse così incivili da non aver ancora scoperto come istallare un infisso... quel modo di entrare era... andiamo.. ridicolo. Lanciai uno sguardo a Kain, come a chiedergli per quale diamine di motivo glielo avesse lasciato fare e continuasse ad alimentare questo suo modo di fare a signor grancazzo.
    Il Preside prese parola nel tipico modo che lo contraddistingueva, diretto e senza alcun filtro.. e che probabilmente non avrebbe contribuito ad attirare la simpatia dei miei colleghi. Non che a lui importasse dopotutto.
    Condividevo il suo pensiero e avevamo già avuto modo di confrontarci su questo, così come era successo con Dell.. e sapevo che non tutti avrebbero condiviso quelle parole. Speravo però che provassero a comprendere il punto di vista portato da Jack.. perché dubitavo che inserire un guaritore in squadra sarebbe bastato quando i mangiamorte avrebbero iniziato a smettere di giocare con il cibo.
    Non mi aspettavo tuttavia che fosse Harris a prendere parola, rimasto taciturno per gran parte della riunione. Il tono della recluta infatti, tradiva il suo stato emotivo, sicuramente toccato dalla vicinanza a un mangiamorte e al fatto che tutti sapessero della loro parentela. Nonostante il mio disprezzo per Westwood, non ero del tutto in grado di estenderlo anche ai suoi familiari.. anzi mi era impossibile non provare pena per loro. Perché sapevo quanto fosse difficile vivere quel dualismo di voler bene a qualcuno che faceva cose così orribili.
    Il fatto che i mangiamorte lo avessero contattato per persuaderlo a far loro da spia, apriva un varco che avrebbe potuto essere sfruttato.. ma che allo stesso tempo avrebbe richiesto ad Harris di fare delle cose che avrebbero potuto logorare la sua natura... forse non era pronto a quello.. eppure non era quella la sede adatta ad esporre le mie preoccupazioni al riguardo. Feci un cenno ad Harris una volta che ebbe terminato di parlare, affinché si avvicinasse.
    Mark.. vorrei parlarti finita la riunione.. ti dispiace?


    Domanda al Capo Auror
    interagito con Harris e con Jack.



     
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    Annuì alla richiesta della donna dalle maledette origini d’essere coinvolta nell’imboscata a Westwood: un assenso che invero avrebbe avuto come conseguenza che la Matthews sarebbe stata altresì inclusa nella pianificazione della strategia che avrebbe garantito loro le più alte probabilità di successo.
    Una macchia di sospetto giunse a corromper il candore delle nevi del suo sguardo innanzi alle parole dell’Auror Doyle: adduceva solo a nuove leve fra le file dello schieramento ostile con una sicurezza che rifletteva la superbia e non poté che interrogarsi Russell su quali fossero i fondamenti di tale convinzione, che egli considerava dubbia. Dopotutto, Castiel Westwood medesimo era apparentemente coinvolto….che Doyle con quell’affermazione avesse maldestramente tradito un suo coinvolgimento?
    I nuovi seguaci dell’Oscuro intendono far valere la loro supremazia, lanciandoci una sfida articolata nella composizione, ma assai semplice negli intenti, che poi sono sempre gli stessi.” nella mente ordinata e machiavellica dell’uomo, altresì tali parole parvero un tentativo di depistarli da quella che forse erroneamente trovava una verità palese e innegabile. E che ritenne opportuno ribadire, senza distogliere lo sguardo dall’irlandese, predatorio persino nel bramare decifrarne le intenzioni.
    - Che cosa le fa credere che gli intenti siano gli stessi? Perché avrei detto invece che le prove raccolte fino a questo momento sottolineino come a discapito di mezzi non dissimili, vi sia stato un cambiamento significativo e sostanziale nei loro fini, rispetto al passato. - dopotutto, sarebbero stati dei miserabili stolti nel sacrificare le proprie vite per idolatrare un ideale di purezza di sangue destinato irrimediabilmente a smarrire ogni significato, con il correre inarrestabile del tempo e il mutare delle generazioni.
    - E il fatto che il loro primo rivendicato delitto sia stato proprio quello di un mago Purosangue lo considererei una prova. - Michael Moon non era stato sol il leader dei Mangiamorte, ma altresì il membro d’una delle famiglie di Maghi più antica e rispettata.
    - Non escluderei comunque nessuna delle ipotesi fatte sui significati celati dietro questi messaggi da lei e dai suoi colleghi. - osservò ad uno ad uno i presenti, domandandosi quali fossero le loro opinioni riguardo a quanto affermato da Doyle, e infine i suoi occhi d’affilati ghiacciai si soffermarono ancor una volta su Sarah Matthews.
    - Considerato che ha già analizzato personalmente le prove, ritengo che la sua partecipazione all’interrogatorio della testimone sia la scelta più logica. Così come affidarle la gestione del caso… - non avrebbe mancato d’affiancarla e al contempo di supervisionarne l’operato, ma riteneva che la donna avesse le capacità di poter gestire con le proprie mani quella vicenda, senza che la sua interferenza valicasse i confini dei meri suggerimenti e supporto.
    - Quando è stato interrogato sotto Veritasserum, Lacroix ha negato il coinvolgimento di terze persone. La signorina Garbowsky è già stata comunque prudenzialmente ascoltata e dichiarata estranea ai fatti. È competenza del Wizengamot adesso valutare se farla deporre in aula oppure no. - una procedura che senza dubbio non era estranea ad un uomo di legge come Doyle, che forse in quel frangente era mosso da un attaccamento emotivo verso la donna.
    - Non ho seguito personalmente l’arresto, ma sono sicuro che il Capo Auror Ramirez abbia fatto rispettare il protocollo e provveduto ad assicurarsi che la famiglia fosse avvisata. - fu una scelta calcolata quella di non sottolineare il decadere della carica di quello che era stato sin a quel momento la loro guida, per non indugiar a sollecitar ulteriormente la crepa più pericolosa nella lastra di ghiaccio su cui i membri della S.S.M.A. inglese erano bloccati, divisi irrimediabilmente da opinioni contrastanti…ostili persino. Una crepa che Russell aveva il compito di riparare, poiché era un punto debole che non poteva offrir ai loro nemici, o sarebbe stato un miserabile stolto. Una crepa che tuttavia parve ampliarsi innanzi ai suoi nivei occhi, sin ad allungare la propria scricchiolante trama e a mostrar uno spiraglio sui letali abissi che li attendevano oltre il ghiaccio. Bramosi di annientarli…di annegarli nei loro medesimi conflitti.
    - Che esterni quali sono le sue preoccupazioni al riguardo, Auror Suarez. - inquietudini che tuttavia fu la Matthews a concedergli d’intuire, facendole emergere dal suo verbo pragmatico e passionale al contempo. Evocando lo spettro della sfiducia e del dubbio fra loro, tanto oscuro e prepotente che la stanza parve farsi più buia e soffocante, come se le pareti si fossero di repente ristrette e minacciassero di costringerli in trappola.
    - C’è qualche collega di cui non si fida e che ritiene potrebbe abusare di questo potere…? O è di sé stessa che non si fida…? - quesiti dal tono ponderatamente provocatorio che pose alla donna dalle straniere origini, ma che invero stava rivolgendo a tutti. Ribadendo la necessità di calare le maschere una volta per tutte, come richiesto dal Ministro e da egli medesimo.
    Per qualche granello di clessidra, Russell scoccò un’occhiata divertita alla Matthews allorché la udì sottolineare come l’uso della Polisucco potesse aver a sua volta un’eticità dubbia. Poi però la sua artica attenzione fu catturata dallo sfrigolare delle fiamme nel caminetto, in cui si delinearono le figure del Capo Auror dell’ÉIRE e del suo Vice. Li salutò entrambi con un cenno della mano e un calcolato sorriso, riflettendo su come la loro presenza e le loro parole avrebbero potuto impattare negativamente sulla precarietà della lastra di ghiaccio che sosteneva i presenti. A prescindere dalle sfumature d’apertura e prive d’ostilità del loro intervento.
    - Comprendo che le nuove misure possano causare delle perplessità e non pretendo che le accettiate a cuor leggero. Ma con ciò che ci aspetta, potrà accadere di essere costretti ad agire contro i nostri principi per svolgere il nostro dovere. E devo sapere se siete disposti a farlo, oppure no. - fece eco all’intervento del Preside di Hogwarts, controllando la propria postura con l’intento di non trasmetter ostilità e chiusura, ma piuttosto comprensione e condivisione, a quelli che sarebbero stati i suoi alleati nello scalare la vetta sempre più remota d’una pace duratura e stabile.
    - Devo sapere se posso fidarmi, per lavorare insieme. - non vi sarebbe stato posto nella sua squadra per persone a cui non avrebbe avuto la certezza di poter affidare la propria vita e riteneva imperativo che lo sapessero. Che comprendessero che Russell sarebbe stato disposto a schierarsi ferocemente al loro fianco, a discapito del loro trascorso e delle loro opinioni, ma non se avesse avuto dubbi sui loro fini e sulla loro lealtà.
    - Ne sono consapevole, Auror Norrell. E non la sto colpevolizzando. - asserì alla precisazione dell’uomo dalla personalità sfingea che era stato a capo della missione all’Accademia delle Arti Magiche, di cui la sua collega prese senza esitare le difese, confessando infine la propria voluttuosa indole ben domata dagli anni di addestramento militare e probabilmente da un percorso personale che Russell era superbamente pronto a svelare. Come fosse una delle sfide che tanto amava cogliere…
    - Nessuno è stato rimproverato. Quando avrò intenzione di rimproverare qualcuno, non sarò altrettanto accomodante. - le sue labbra si piegarono in un contenuto sorriso enigmatico e machiavellico, che tuttavia depose nell’istante in cui la donna esternò le proprie perplessità, traditrici forse dei timori che sin a quell’istante non aveva osato ammettere.
    - E’ nel vostro diritto mettere in discussione un ordine, se ritenete che possa nuocere alla vostra incolumità o a quella di qualcun altro. Non mi aspetto che voi agiate come burattini privi di opinione o di sentimenti, ma che cerchiate un confronto coi vostri superiori, se la situazione lo rende possibile. - se avesse bramato delle marionette di cui muover i fili a propri diletto e ambizione, si sarebbe rivolto alla Negromanzia come la Strega che aveva evocato gli Inferi nelle profondità dell’Accademia.
    - Ed essere disposto a considerare le vostre prospettive, anche se discordi dalla mia, è per me una dimostrazione del rapporto di fiducia che vorrei costruire con ognuno di voi con il tempo. - un’altra vetta che forse quel giorno si sarebbe allontanata, ma che instancabile avrebbe tentato di raggiungere. Scalando centimetro dopo centimetro…millimetro dopo millimetro, persino.
    Allorché si volse verso Kain, il suo sguardo d’inverno si fece più caldo, poiché a legarlo all’irlandese v’era un rapporto costruito nella lieta sorte in principio e in seguito consolidato nelle avversità. Un rapporto su cui a discapito della lontananza, sapeva di poter contare. - Hai la mia amicizia, avrai da oggi in poi anche la mia alleanza. - gli strinse brevemente una spalla mentre confermava la sua volontà di proseguire in quella collaborazione, che celava in sé una responsabilità gravosa e al contempo necessaria: fare fronte comune contro un nemico di cui non conoscevano appieno le capacità, poteva essere la loro strategia vincente…quella che avrebbe potuto fare la differenza sulle sorti della partita…
    - Potrebbe essere difficile gestire ronde aggiuntive all’Accademia, considerata la necessità di sorvegliare anche la prigione di Azkaban, ora che è di nuovo sotto la nostra giurisdizione. - sottolineò le proprie perplessità riguardo alla lecita domanda dell’Auror Smith, riservandosi di chiedere un colloquio con il Rettore per valutare l’effettiva necessità della loro presenza a tutelare gli accademici.
    - A tal proposito…si potrebbe valutare d’incaricare nuovamente i Dissennatori per pattugliarne gli esterni e bloccare eventuali tentativi di evasione. Ma senza che vi sia alcun contatto coi detenuti. - poteva esser un’opportunità per concentrare i loro sforzi altrove, ma al contempo un rischio, considerata la volubilità di quelle creature e quanto fossero facilmente corruttibili. Altresì in quel caso, la storia li precedeva…
    Innanzi alla disponibilità di proteggere il Castello di Hogwarts esternata dai suoi colleghi, fu a Jack che lo stratega e calcolatore si rivolse. - Il Marchio Nero sulla scuola non lascia alcun dubbio sul fatto che i suoi abitanti potrebbe essere ancora una volta un bersaglio. E il fatto che siano riusciti ad arrivare tanto vicini a uno studente da imperiarlo per farglielo evocare, è preoccupante. Ma decidere se sia necessaria una protezione costante dei suoi confini da parte nostra, spetta a te, Jack. - se il Preside lo avesse ritenuto opportuno, Russell si sarebbe occupato personalmente di organizzar i pattugliamenti.
    Mentre Kain esponeva i dettagli rilevati dall’analisi delle prove, Russell donò in silenzio minuzioso ordine alle informazioni nella sua calcolatrice e machiavellica mente, trovando conferma alle proprie ipotesi e al contempo generandone di nuove: per la simbologia e per i materiali scelti, sembrava che il nuovo leader dei Mangiamorte bramasse farsi conoscere, quasi a volersi prender gioco di loro concedendogli di seguirne le tracce, salvo poi sfuggirgli beffardo.
    - Vorrei confrontare con te le evidenze. Anche alla luce di quanto emergerà dall’interrogatorio della testimone. - anelava aver un quadro quanto più possibile chiaro della situazione e confidava che la prospettiva di Kain gli avrebbe offerto spunti su cui riflettere.
    - Il Mago che ha evocato il Marchio sopra il vostro Ministero ha cercato di mettersi a tacere dopo aver consegnato la sua missiva? - si rivolse ai due Auror dell’ÉIRE, domandandosi se la donna che lo attendeva al San Mungo avesse ricevuto ordine d’uccidersi per una motivazione che valicava la mera eliminazione dei testimoni.
    Obbligar i Capi Squadra a formarsi per ottenere l’abilitazione di guaritore era una soluzione estrema come sottolineava l’irlandese, ma che altresì Russell credeva potesse fare la differenza fra la vita e la morte in missione. I tempi però erano troppo prematuri per imporre tale limite al dipartimento e l’emergenza in atto da affrontare li aveva costretti a chiedere il supporto di Medimaghi già formati, nel frattempo.
    - Quando il corso presso l’ospedale sarà attivato...a prescindere dalle vostre inclinazioni personali, raccomando a tutti di partecipare almeno alle lezioni di formazione base. Alla luce di quanto sottolineato dal Capo Auror Cavanaugh e dal vostro collega. - annuì brevemente nella direzione di Norrell, prima di incrociare il fumoso sguardo di October e accoglierne le perplessità sull’assunto.
    - La composizione della squadra sarà valutata in base alla missione. Comunque, avendo la possibilità di utilizzare il Veritasserum, sarà la presenza di un guaritore ad essere prioritaria, rispetto a quella di un Legilimens - si domandò Russell se quello della norvegese fosse meramente un desio d’agire con indipendenza, assumendosi personalmente ogni responsabilità di muoversi sola o se vi fossero nel suo intimo delle preoccupazioni con radici più profonde, che scavavano nel suo trascorso…negli anni in cui aveva servito per il Ministero del Nord. Un dubbio che avrebbe tentato di chiarire, ma in separata sede.
    - Sono disponibile a formare personalmente chiunque ritenga di averne bisogno. - un implicito invito a farsi avanti per un confronto in qualsiasi momento, non appena lo avesse ritenuto opportuno.
    Nel silenzio che seguì, giunse infine il turno di Mark Harris di far udire infine la propria voce. Aveva atteso quell’istante Russell e rispettato i suoi tempi senza forzarlo ad esprimersi, cercandone di tanto in tanto lo sguardo scuro e studiandone il volto teso. Gli era ostico parlare e fu palese agli occhi d’inverno del calcolatore e stratega, forse poiché era la sua famiglia ad essere coinvolta, forse per la paura che credeva lo stesse tenendo in catene dacché s’era destato al San Mungo.
    - Hai fatto ciò che era necessario per sopravvivere ed essere qui oggi. Quanto alle prossime mosse, preferirei valutarle privatamente, insieme al tuo Capo Squadra. - gli s’approssimò per parlargli, con l’intento di concedergli di leggere la rassicurazione nei suoi occhi sinceri e decifrabili, a discapito della sua indole criptica e riservata. Concedendosi un verbo meno formale e più amichevole, mentre irrimediabilmente rivedeva in Mark i suoi medesimi tormento e smarrimento di quando aveva per la prima volta saggiato le conseguenze della sua scelta di arruolarsi.
    Non appena prese fra le mani la piuma candida, intrisa del sangue dell’aspirante Auror, una sottile striscia di pergamena apparve al suo posto. - Giungeremo da ognuno di voi. - lesse il messaggio ad alta voce e benché scelse di tacer i propri pensieri e i propri sentimenti, essi furono traditi dalla bufera che s’animò nei suoi occhi. Passò il foglio ai suoi colleghi, affinché tutti avessero modo di vedere: la calligrafia era la medesima delle altre missive consegnate…la minaccia reale tanto quanto le ferite sulla pelle di Mark.
    - Auror Matthews…suo marito potrebbe essere ancora un loro bersaglio. - ne era invero sicuro, ma non lo ammise, così come evitò di suggerire alla donna come ritenesse fosse preferibile agire al riguardo. Conscio che non vi fosse invero un unico modo inconfutabilmente corretto per affrontare quella minaccia…
    - Non possiamo imporre una scorta senza il consenso degli interessati. E prima di coinvolgerli, ritengo prudente studiare una strategia su come gestire la situazione al meglio: se dovessero notare dei nostri movimenti sospetti, capirebbero che Harris li ha traditi e agirebbero come promesso. - non dovevano cadere nella loro medesima trappola, agendo avventatamente, mossi dall’angoscia.

    Ho cercato di rispondere a tutti, scusate se è lungo ma siamo in tanti.
    Ho dato per scontato che Jack e Russell siano un po' in confidenza, considerato quello che è successo in estate.
    Il messaggio della piuma si è rivelato, considerando che la condizione per cui lo facesse era che fossero presenti tutti gli Auror.


    Edited by made of snow and strategies - 10/3/2024, 20:12
     
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    Ministro della Magia Inglese

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    Con tutto il rispetto Suarez data la situazione in cui verte il paese credo che l'eleganza vada messa da parte e che sia il caso di concentrarsi sulla sostanza più che sulla forma.
    C'erano cose decisamente più importanti in quel momento e Nott trovava vagamente snervante che gli Auror si concentrassero su talune piccolezze senza prestare la dovuta attenzione a quelle che erano minacce ben più preoccupanti. Dal punto di vista del Ministro il corpo militare dello stato avrebbe dovuto mettere da parte la propria emotività e rispondere in modo più razionale ai cambiamenti in vista: queste reazioni lo preoccupavano, insinuando il lui il dubbio che anche sul campo, non sarebbero stati in grado di reagire in modo tempestivo e lucido. Le sue labbra si assottigliarono, lanciando un'occhiata al nuovo capo Auror: sperava davvero che quella scelta si sarebbe rivelata giusta nonostante avesse avuto davvero poco tempo per tappare quel buco.
    Mi dispiace se sembro duro o insensibile ma ci sono molte cose che dovremo fronteggiare e abbiamo ben poco tempo per prepararci a scenari che, spero, non si verifichino mai.
    La mente di Nott era abituata a passare velocemente dal pensiero, alla decisione, all'azione e tutto questo... poco si adattava al suo modo di lavorare. Se una cosa andava fatta, c'era poco di che parlarne: andava messa in pratica il prima possibile accettandone i lati positivi e quelli negativi. Per temperamento o per natura della sua professione era poco abituato a essere contestato dai suoi sottoposti e si aspettava che quando una cosa veniva decisa e assegnata, chi di dovere eseguisse il compito al meglio delle sue capacità.
    Che ci siano problemi di comunicazione e fiducia è evidente. Mi aspetto che vengano risolti il prima possibile in modo da non tornarci più sopra quando saremo nella "merda fino al collo" come dicono i suoi ex colleghi della DEA.
    Lacroix era ormai in mano alla Giustizia e delle sorti del loro amico, avrebbero dovuto occuparsene come privati cittadini, nel loro tempo libero.
    Così come mi aspetto che in caso di bisogno, quando verrete chiamati a difesa di chi di vostra competenza, cercandovi alla vostra scrivania non troverò solo un biglietto. A rispetto dei vostri colleghi prima di tutti, del vostro lavoro e del vostro paese.
    Erano tutti adulti, la domanda che era stata posta era molto semplice: valutare attraverso un esame di coscienza se
    rimanere a bordo della nave fino in fondo, o se abbandonarla subito, in modo che chi rimaneva potesse organizzarsi con la certezza di agire come un fronte unito e compatto. Nott si augurava sinceramente che le questioni superflue fossero finite lì: avevano già molte cose di cui preoccuparsi, dal suo punto di vista, su cui però, potevano fare la differenza. E uno di questi era seduto proprio lì, in silenzio, aspettando il momento in cui prendere parola e Nott sperava genuinamente che il suo intervento riuscisse a rifocalizzare l'attenzione dei suoi colleghi su quali fossero le problematiche su cui concentrarsi in quel momento.
    Lasciò che fossero i Capi Auror a illustrare le novità e a presentare la linea di azione: infondo era il loro lavoro gestirli e non spettava a Nott farlo, sebbene trovasse interessante studiarne l'approccio. Stormind fornì molte delle risposte alle domande degli Auror, così come i due irlandesi illustrarono le novità nel proprio campo di competenza.
    Alla fine fu la recluta Harris ad alzarsi finalmente e prender parola.
    Affatto Harris, proceda pure..
    Lui era stato il primo, ma dal biglietto emergeva come tutti fossero bersagli.
    Date le "consegne" ipotizziamo che siano stati individuati i bersagli dei Mangiamorte. Ramirez potrebbe essere stato scelto perché Capo Auror al momento tuttavia potrebbe esserci un passato collegato a chi muove i fili e essere ancora nel mirino.
    Lo sguardo cadde su sua moglie, per cercare di capire che cosa ne pensasse al riguardo. C'erano molte persone e luoghi da sorvegliare.. e Nott era consapevole che dovevano essere date delle priorità: gli auror non erano abbastanza in quel momento.
    C'è un ulteriore questione da valutare. Data la scarsità di ingredienti non saremo in grado di soddisfare la domanda di pozione Antilupo per i Mannari registrati...
    Una pausa, prendendo un lungo respiro: quella questione non era stato semplice da gestire e l'unica soluzione possibile non lo soddisfaceva del tutto.
    Dovremo razionarla e fornirla solo a quelle persone che non possono isolarsi e in base alla pericolosità dei soggetti. Questo genererà malcontento sia tra i Mannari che tra i maghi e i passi in avanti sull'integrazione fatti negli ultimi anni e lo sforzo di Ramirez al riguardo potrebbero.. sgretolarsi in pochissimo tempo.
    Non ce ne era semplicemente abbastanza per tutti e forse, ce ne sarebbe stata sempre meno.
    Dovremo tenere d'occhio la situazione tra le creature, specialmente per le figure più controverse. E continuare a sorvegliare i trasporti ti ingredienti e il mercato nero: potrebbero contraffarle e venderle, donando la falsa certezza di sicurezza a Mannari che potrebbero finire con l'uccidere la loro stessa famiglia. O di contro vendere veleni ai Mannari per eliminare il problema se la psicosi dovesse avere la meglio..



    Scadenza prossimo turno: 4 aprile
     
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    La gamba trema, rigida, nervosa ed altrettanto velocemente il mio piede picchietta a terra in maniera quasi fastidiosa tanto da costringermi ad ammonirmi mentalmente più volte. Diamine, non sono un ragazzino, non sono una recluta sprovveduta, non posso lasciarmi prendere dal nervosismo, non ora, soprattutto non quando ci sono così tante questioni delicate in ballo di cui discutere! Se c’è una cosa che ho sempre mal sopportato, per non dire odiato, negli altri è la completa mancanza di auto controllo, nel nostro lavoro non è ammesso lasciar trasparire le proprie emozioni in alcun caso, men che meno durante una riunione in cui le idee, le ideologie, gli obiettivi sono così tanto divergenti gli uni dagli altri. Poker face! Devo fare il possibile affinchè tutto ciò che mi sta logorando l'anima, oltre che lo stomaco, in questo momento non si possa leggere in me, nel modo in cui vorrei alzare gli occhi al cielo o sbuffare, in cui il mio sopracciglio si solleva impercettibilmente ad ogni parola che sento pronunciare da chiunque, in cui vorrei alzarmi ed urlare a tutti di smetterla di blaterare cose senza senso su un Capo Auror che molti di noi, io per primo, ancora stimiamo profondamente soprattutto dopo che ci è stata data la notizia dell'arresto di uno dei nostri ex colleghi, di un amico, di un padre e un compagno.... Basta, basta e ancora basta! Sì, farò il corso per l'addestramento da medimago, sì, se ci sarò bisogno darò una mano ai colleghi poco inclini agli incanti mentali, farò tutto ciò che è in mio potere per proteggere coloro che ho giurato di proteggere, il popolo del mondo magico inglese. Chiudo gli occhi e respiro profondamente percependo tutto quello che accade attorno a me come se fosse lontano anni luce, come se una nebbia fittissima e ovattata mi avvolgesse. E' un altro Aaron quello che vede i due auror irlandesi fare il loro ingresso ad effetto nell'aula riunioni, che li sente parlare e lodare colleghi tanto quanto giudicarne altri, snocciolare nozioni e dettagli sui macabri messaggi dei mangiamorte. E' un Aaron diverso quello che trattiene parole e commenti che gli si annodano in gola sentendo che c'è la probabilità che i dissennatori tornino a svolazzare sopra le anime dei disperati intrappolati ad Azkaban come uno dei miei migliori amici, che alza appena lo sguardo verso una Dali che vomita parole al vetriolo... la messicana sa quanto i miei pensieri siano simili ai suoi, ma non i modi, certe cose vanno combattute dall'interno, non così per Merlino! Respira. Respira Aaron, ingoia il rospo. Devo parlare con Dalila. Dopo. E con Brian che parla dell'ex compagna di Ares come della Signorina Garbowsky, utilizzando un cognome che legalmente non le appartiene più, la conosce - appuntarsi mentalmente di parlarne più tardi davanti ad una bottiglia di whiskey, altro che Guinness - ed il mio sguardo vira lentamente fra il suo e quello di Harris. Quante cose che non so. Mi scoppia la testa, sono troppo vecchio per tutto questo, io questa vita non me la meritavo.
    Ed è proprio la mia giovanissima recluta ad alzarsi, dopo aver cercato il mio lieve assenso, e a prendere parola. Racconta fatti che ho già ascoltato in prima persona nei minimi dettagli e la piuma macchiata del suo sangue innocente rivela finalmente il suo messaggio.
    Giungeremo da ognuno di voi. Ma dai? Non lo avrei mai detto.
    ''Sì....'' annuisco alle parole del nuovo Capo Auror Russell Stormind
    ''Dobbiamo parlare e valutare il da farsi, non lascerò Mark da solo in tutto questo schifo'' forse avrei dovuto chiamarlo, come ci si aspetterebbe dal mio ruolo, Recluta Harris e non Mark, ma è più forte di me, Mark negli ultimi mesi si è dimostrato un ragazzo completamente degno della mia più infinita stima, ha pagato a caro prezzo decisioni non sue, le scelte della sua famiglia! L'idea che un giorno possa esserci uno dei miei figli sul lettino di un ospedale a causa dei miei principi mi mette i brividi... ed in questi giorni ho realizzato quanto l'ex Grifondoro sia diventato parte integrante della famiglia che mi sono costruito fra le mura di questo Ministero, il fratello minore che proteggerò anche a costo della mia stessa vita.
    ''Una volta terminata la riunione vorrei parlarle Capo Auror Stormind, ci sono troppe variabili di cui discutere per non mettere ulteriormente in pericolo Harris e, con tutto il rispetto, non mi trova totalmente d'accordo nel non valutare una protezione per tutti coloro che sono stati direttamente minacciati dai rapitori di Harris... quanto meno metterli parzialmente al corrente degli ultimi avvenimenti" per quanto tutti ormai sappiano ciò che sta accadendo nel Mondo Magico da qualche mese a questa parte ritengo debbano essere quantomeno informati dei rischi maggiorati che li riguardano, riguardano loro e le loro famiglie che potrebbero essere benissimo le prime vittime della nostra imprudenza. Non possiamo permetterci di sottovalutarli, è un errore che abbiamo già fatto in passato e ora eccoci qui, di nuovo
    a doverlo nuovamente fronteggiare .
    ''Pensa che altri paesi possano aiutarci a compensare la mancanza di anti lupo? Ho ancora contatti col dipartimento del Corpo Auror di Boston"



    Edited by AJ Smith - 29/3/2024, 07:59
     
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    «La ringrazio per l’opportunità.», alla concessione di Stormind rispose con una formalità che non le era consueta. Continuare a lavorare sul caso le avrebbe dato l’opportunità per conferire direttamente con la strega imperiata senza il filtro dell’impressione di un’altra persona; Sarah avrebbe fatto quanto in suo potere per risalire al mandante, perché la storia non dovesse ripetersi. Per qualche istante lo sguardo di ghiaccio del neo Capo Auror, divertito dalla sua irruenza, riuscì a strapparla dalle proprie riflessioni generandone di nuove: si domandò che opinione si stava facendo di loro, che in quel momento si stavano dimostrando più disgiunti che mai, soprattutto se era davvero trasparenza che cercava mostrandosi aperto con loro… perché era certa che non l’avrebbe ottenuta in quella sede. Lo sguardo della strega si soffermò sulla figura di Nott, che austero invitava i suoi colleghi alla ragione, e ancora su October, che esternava perplessità lecite sulle future modalità di manovra. Un rapporto di reciproca fiducia… era questo uno dei principali obbiettivi che il Capo Auror si prefigurava di raggiungere.
    Un tempo gli avrebbe dato credito, avrebbe ritenuto perfino possibile raggiungere quel risultato. In quel momento l’unica cosa che riusciva a pensare era quanto sarebbe stato solitario il cammino che la attendeva, perché se il peggio si fosse avverato non voleva che altri venissero trascinati a fondo con sé.
    All’arrivo dei due irlandesi volse loro un cenno di saluto, prendendo atto in silenzio dei nuovi cambiamenti che li avrebbero visti uniti sotto il medesimo schieramento. Se conosceva Kain da quasi un decennio non poteva dire lo stesso del Preside di Hogwarts. Al suo fianco Sarah aveva preso parte attivamente alle ricerche della figlia di Cavanaugh, rapida da una Mangiamorte qualche anno addietro; negli ultimi tempi si era occupata della sorveglianza e della protezione dei suoi studenti, interfacciandosi spesso con lui per evitare spiacevoli incomprensioni. Ancora non poteva dire di conoscerlo bene ma lo aveva studiato a sufficienza da vedere oltre la facciata di superbia che di frequente traspariva dai suoi atteggiamenti: se c’era qualcuno in quella sala su cui era pronta a scommettere che le avrebbe coperto le spalle era proprio McCormac, perché si sarebbe fatto ammazzare piuttosto di vedere i suoi studenti in balia del nemico. Una sicurezza che la tranquillizzava, visto che sua figlia avrebbe vissuto nel suo castello per molti anni a venire.
    «I Dissennatori… potrebbero non limitarsi al loro lavoro di sorveglianza.», in mare aperto, da soli con gli evasi… sebbene si trattasse soltanto di un’ipotesi fu sufficiente a metterle i brividi. Indipendentemente dalla loro utilità nella prigione capiva la necessità di averli come alleati piuttosto che come nemici, tuttavia Sarah non si fidava di quelle creature e si rammaricava profondamente di non avere una valida alternativa da proporre.
    Quando Mark prese la parola esponendo loro di cosa era stato vittima fu con uno sguardo carico di comprensione che Sarah lo scrutò. Non sapeva che tipo di rapporto lo vincolasse a suo zio, ma capiva perfettamente come doveva sentirsi in quel momento, considerato che aveva dovuto mostrare costantemente agli altri di aver preso una strada diversa da quella che la sua famiglia aveva tracciato per lei. Aveva vissuto sulla pelle cosa significava dover andare contro la propria famiglia quando era stata costretta a denunciare suo fratello, sangue del suo sangue, e a depositare contro di lui nel Wizengamot perché era la cosa giusta da fare… una consapevolezza che non la rendeva meno facile. Così come non era convinta di un coinvolgimento dell’aspirante recluta come loro spia: era stato uno dei punti intavolati con Dell durante la loro ultima conversazione sull’andazzo del dipartimento, nell’ex capo auror stava maturando l’idea di formare un infiltrato che confondendosi tra i Mangiamorte potesse essere gli occhi e le orecchie del corpo auror… un’opzione sulla quale Sarah lo aveva invitato a riflettere con cautela, perché quell’Auror designato sarebbe diventato a tutti gli effetti un “nemico”, e se le cose si fossero messe dal verso sbagliato significava perdere in ogni caso un membro della squadra – se non addirittura entrambi. Al posto di Mark… probabilmente non avrebbe mai accettato di esporsi a un rischio così grande.
    Sarah poggiò le mani sul tavolo, troppo assorta nei propri pensieri da rendersi conto che la fermezza della mano sinistra fosse stata compromessa da un tremito percettibile. Iniziò a rigirarsi nervosamente la fede intorno all’anulare mentre il Ministro e il Capo Auror le avanzarono un’ipotesi che aveva scartato cullandosi nell’illusione che le dimissioni di suo marito lo avrebbero sottratto dal mirino del nemico.
    «Che indossi o meno il distintivo un Auror resta tale fino alla fine», parole che rivolse più a sé stessa, che al resto dei presenti, biasimandosi per la mancata lucidità. Dell restava un simbolo per l’intera comunità magica, certezza che non sarebbe stata cancellata con uno sventolio di bacchetta… ma non avrebbe mai accettato la loro scorta ed era troppo testardo perché potesse essere persuaso a riconsiderare la sua decisione.
    «Non si può imporre una scorta senza il consento dell’interessato. Io… non posso rispondere per mio marito.», ripeté meccanicamente le parole del Capo Auror, man mano che proseguì verso la fine il tono si incrinò. Lei lo sapeva bene: anni fa aveva accettato la protezione del Ministero, salvo poi rinunciarvi quando la fiducia era venuta meno senza che nessuno di loro potesse fare alcunché per impedirglielo. Ciononostante… gli Auror avevano continuato a pedinarla nella speranza di mettere le mani sul mago che aveva perseguitato la sua famiglia e che attendeva nell’ombra il giorno in cui avrebbe concluso ciò che era stato iniziato.
    «Non voglio sottrarre al dipartimento più di quanto non sia già stato fatto. Chiedo però un occhio di riguardo per i miei figli», che Dell potesse essere o meno favorevole a quella richiesta non le importava: avrebbe venduto l’anima al diavolo in persona, se fosse servito a barattare la loro sicurezza. Per un attimo si voltò verso Jack.
    «Principalmente è per mia figlia maggiore che temo. Frequenta il secondo anno ad Hogwarts… non sarebbe la prima volta che decidono di colpirci attraverso di loro. Mio cugino la rapì per indurci alla resa», Sarah tacque, impossibilitata a proseguire. Nei suoi occhi trasparì tutto il dolore di una ferita che non si sarebbe mai risanata, di mesi infernali trascorsi a domandarsi se l’avrebbe mai rivista, a cui ne erano seguiti altrettanti al suo ritorno dove aveva perfino dimenticato che lei fosse sua madre. Per quanto cercasse di imporsi il controllo attraverso un’inflessione vocale neutra quell’argomento la toccava troppo nel profondo, tanto da costringerla a focalizzarsi su altro.
    «Senza l’antilupo rischiamo di perdere una parte della nostra comunità. Se i mannari non vedranno più l’utilità di iscriversi nel registro diventerà ancora più difficile tenerne traccia per proteggerli… quanto ci metteranno i maghi prima di riprendere a guardarli con diffidenza?», non tutti, ma era innegabile l’esistenza di una larga parte marcia in cui sedimentavano odio e pregiudizi e che non aspettavano altro per spingerli di nuovo ai margini della società.
    «Anche se non l’ho vissuta personalmente, negli anni ho potuto vedere attraverso gli occhi di mia cognata quanta sofferenza comporti la loro condizione. Il costo esorbitante dell’antilupo e la sua scarsa reperibilità non erano gli unici disagi che si è sforzata di combattere con mio marito: tutt’ora molti maghi si rifiutano di assumerli e ricorrono al licenziamento quando scoprono la loro natura di creatura. Servono progetti concreti di sensibilizzazione… agevolazioni che consentano loro di vivere alla pari con gli altri maghi… di sentirsi alla pari con gli altri maghi.», il cambiamento poteva iniziare nello stesso ministero, che avrebbe potuto essere d’esempio riservando per loro una parte delle candidature. Se i mannari non si fossero sentiti abbandonati, se avessero vissuto l’assenza dell’antilupo come una situazione temporanea, forse non sarebbero stati incentivati a cercare il benessere per canali pieni di false promesse e di insidie.
    «Anch'io ho bisogno di interloquire con lei in privato, quando le sarà possibile.», adesso che era Stormind a detenere il testimone, Sarah non aveva scelta che interfacciarsi con lui sul caso dell'Alchimista... ma non era la sola cosa di cui voleva discutere. Un'altra incognita le toglieva il sonno ogni volta che incrociava gli occhi del suo nipotino, se prima mancavano gli strumenti per andare fino in fondo ora che le cose stavano cambiando non si sarebbe fatta remore a rivedere daccapo gli indizi in loro possesso, se il Capo Auror glielo avesse consentito.


    Edited by Elhaz - 29/3/2024, 01:09
     
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    Non vi era alcun dubbio sul fatto che la comunicazione fosse il primo ed il più urgente degli argomenti all'ordine del giorno. Se ne era accorto dopo l'avvio di quella riunione, in cui non erano mancati fraintendimenti macroscopici in materia di sicurezza, o meglio sulle modalità con cui questa dovesse essere assicurata. Era abbastanza evidente che non sarebbe stato semplice giungere ad un compromesso che fosse condivisibile e che tenesse in considerazione le esigenze di tutti, rispettando quei principi che Dell Ramirez aveva inculcato nei suoi uomini. Onestà, integrità e rispetto delle regole sembravano essere ampiamente in discussione, dal nuovo comitato direttivo. Del resto quelle stesse regole che garantivano l'equità giuridica erano state ampiamente rimaneggiate con la promulgazione di leggi ad hoc piuttosto generiche che, tra le altre cose, stabilivano un trattamento analogo per i sostenitori delle Arti oscure e i comuni cittadini. Qualche avvisaglia era emersa durante il colloquio con la Fhest. Brian aveva provato a leggere fra le righe di quella sorta di test ed aveva ricavato l'impressione che le nuove disposizioni ministeriali fossero un'escamotage piuttosto empirico di classificare il corpo Auror in base a determinate caratteristiche. Non gli era piaciuto.
    Si era sentito a disagio fin dal primo approccio con la circolare sul nuovo regolamento che era bellamente atterrata sulla sua scrivania. Aveva subito compreso che le regole del gioco erano mutate e quello in cui aveva sempre creduto e che aveva perseguito prima come avvocato e poi come Auror, era stato completamente stravolto. Il sistema gli permetteva di comportarsi come chi avrebbe dovuto perseguire, trasformando l'azione di contenimento della criminalità in una faida. Anzi, peggio. E toccava agli Auror il compito di erogare una giustizia sommaria, quando invece, per questo compito, esisteva un organo competente e regolato da norme di opportunità. Se queste ultime diventavano superflue, chi si sarebbe preso la briga di giudicare loro e secondo quali criteri? Forse era troppo severo nel sentenziare, o troppo ligio ad un' idea di giustizia che aveva sempre guidato i suoi intenti. Certo era che doveva esistere un altro modo o una chiarezza maggiore del legislatore che aveva volontariamente omesso di specificare le modalità e soprattutto a quale categoria fosse riservato un tale trattamento.
    In quest'ottica il discorso del Preside di Hogwarts era quantomeno condivisibile. Lo ascoltò e convenne sulle conclusioni, anche se sembrava dimenticare che gli "argomenti" con cui voleva attirare l' attenzione della platea erano i medesimi con cui i suoi colleghi inglesi si scontravamo quotidianamente. Oppure era convinto che al di fuori del dipartimento irlandese, tutti gli altri Auror trascorressero il loro tempo a giocare a gobbiglie o ad ubriacarsi nei pub?
    Di tutt'altro stampo, gli sembrò invece il nuovo Capo Auror. Lesse nel suo sguardo dello sconcerto e anche dell'altro che, per il momento, Brian provò a classificare come il sospetto dovuto all' incomprensione. Le sue parole non avevano fatto altro che sottolineare la prevedibilità di certi vizi duri a morire e che ciclicamente riemergevano sotto la spinta di una nuova generazione di Maghi Oscuri, determinati a far valere le proprie ambizioni.
    Alla luce delle sommarie informazioni che ci sono state fornite, non si evincono novità sugli scopi che muovono quella teppaglia. Per riassumere... non è forse, ancora, la sete di potere a guidare le loro deprecabili azioni in nome dell'Oscuro e dei presunti privilegi della purezza della razza? Continuò pertanto a fissarlo, nella convinzione che Stormind tentasse di far prevalere una tesi contraria per puro partito preso. La sorte toccata a Moon sembrerebbe una sorta di punizione che è completamente nelle corde dei Mangiamorte. Come minimo lo avranno incolpato di ignavia, se non addirittura di alto tradimento ed è probabile che ce lo abbiano comunicato in questo modo scenografico come monito. Non trova?
    Punti di vista certo, che forse un giorno, sarebbero riusciti a mettere a confronto in modo più confidenziale. Chi poteva prevederlo. Tuttavia in quel momento, l'espressione dell'uomo non lasciava trasparire alcuna apertura nei suoi confronti.
    Tuttavia, se lei avesse notizie diverse, forse sarebbe il momento giusto di rendercene partecipi. Credo che aiuterebbe di molto le indagini ed il nostro lavoro. Se servisse, comunque, sono a disposizione per il corso di Medimagia, come per tutto il resto
    Lavoro che presentava altre incognite, come la difesa dei soggetti citati da Mark Harris. Il racconto del suo incontro con i Maghi Oscuri fu parco di particolari, pur mettendo in risalto la pericolosità della sua posizione. Ma bastava interpretare le espressioni ed il nervosismo di Aj per rendersi conto di quanto quest'ultimo fosse preoccupato per colui che considerava una specie di pupillo.
    E' vero che non si possa imporre una scorta, ma bisognerebbe quanto meno avvisarli del pericolo. Ci saranno famiglie dietro queste persone che devono essere protette

    Messaggio per Stormind:
    Sembra abbastanza inverosimile che Doyle possa depistare alcunchè e cioè suggerire deliberatamente false piste. Specifico perchè mi sembra un'accusa abbastanza seria. Ti invito ad agire di conseguenza
     
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    Non ho ancora il post di risposta, ma ci tengo a precisare questa cosa prima.
    Considerato che Russell non è un personaggio che tende a basarsi sulle opinioni altrui per formare la propria, il fatto che Doyle sia un Auror e un uomo rispettabile agli occhi della società e dei suoi colleghi, conta senza dubbio, ma ciò non gli impedisce di ragionare se qualcosa non gli torna. E questo non vale solo per Doyle, ma per tutti i personaggi con cui interagirà. Come indicato nel post, il sospetto di Russell è una macchia, non un'accusa. Un dubbio che gli è sorto per le affermazioni fatte da Doyle e che ho sottolineato nel narrato del post, con degli interrogativi che per me sono legittimi. Detto ciò, si tratta del punto di vista del mio personaggio, non della verità assoluta. Tanto più che Doyle stesso considera Russell chiuso nei suoi confronti e in opposizione per partito preso, cosa completamente errata, visto che gli ha posto delle domande e ha cercato con lui un confronto per capire il perché la sua opinione fosse tanto diversa dalla sua. Fra l'altro, aggiungendo che non esclude a priori nessuna delle ipotesi fatte, quella di Doyle compresa. Quindi non ritengo di dover agire diversamente da ciò che ritengo coerente con il mio personaggio e con gli spunti che mi vengono offerti.
     
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    Un cenno di complicità fu dedicato al Capo Auror Inglese quando ricambiò l’intenzione di collaborare senza riserve. Terminata la riunione non avrebbe mancato di fissare un giorno in cui incontrarlo per approfondire in privata sede tutti gli indizi che avevano raccolto e per definire quali tra i suoi sottoposti avrebbero collaborato con l’Éire. L’irlandese non avrebbe esitato a fornirgli un nome in particolare: negli ultimi due anni con October si era creata una bella intesa, la norvegese aveva dimostrato intuito e potenziale, costituendo un valido elemento per la squadra tanto che Kain le aveva proposto di chiedere il trasferimento per lavorare a stretto contatto con lui e Jack. La rossa non gli aveva ancora dato una risposta positiva e fu proprio sul suo viso lentigginoso che si soffermò lo sguardo del Capo Auror Irlandese, vagliando con minuziosità le motivazioni dietro la domanda avanzata poco prima. Da che l’aveva conosciuta gli aveva sempre lasciato l’impressione di sentirsi fuori luogo nella sua squadra a Londra e osservandola nel suo contesto era stata solo l’ennesima conferma. Non sarebbe stata una sorpresa per lui scoprire che la sua fosse una richiesta implicita per avere momenti nei quali continuare ad agire in autonomia… per indole personale solitaria… per non rischiare di scoprirsi e di cadere ella stessa vittima delle disposizioni ministeriali, che di recente erano state approvate ufficialmente anche nell’Isola di Smeraldo.
    Fu lieto di riscontrare interesse per quanto concerneva le iscrizioni al corso di primo soccorso, mentre per quanto riguardava incrementare i controlli a Hogwarts conosceva il suo partner a sufficienza da sapere che quella proposta non gli avrebbe fatto fare i salti di gioia. Fatta eccezione per pochi elementi, la sua drastica opinione sugli inglesi non era stata minimamente intaccata nel tempo, talvolta gli era parsa perfino inasprita.
    -Che ne pensi, Jack?-, domandò, scrutandolo con serietà senza interferire, fidandosi del suo giudizio e confidando che il suo partner avrebbe preso la decisione migliore. I Mangiamorte avevano dimostrato quanto i ferrei controlli esercitati nel posto di blocco a Hogsmeade e le scorte nel tragitto dalla scuola al villaggio fossero fallaci, imperiando uno studente per spingerlo ad evocare il Marchio Nero e a consegnargli la scatola che conteneva il cadavere di Moon deprivato del cuore, della testa e del tatuaggio. Tuttavia, a differenza della strega che a Londra aveva cercato di privarsi della vita sotto loro ordine, il ragazzo non era stato toccato e a discapito dello stato confusionale in cui era stato trovato sembrava star bene. La dimostrazione che se avessero voluto sarebbero arrivati di nuovo ai loro figli, senza la certezza di mantenere lo stesso riguardo.
    -Il Mago che ha evocato il Marchio sopra il vostro Ministero ha cercato di mettersi a tacere dopo aver consegnato la sua missiva?-
    -No. Ha impugnato la bacchetta e lo abbiamo bloccato e disarmato per prevenire l’attacco, salvo poi scoprire che era stata spezzata da lui stesso prima di incontrarmi. Il Mago era un Purosangue addetto all’anagrafe, non ha visto in volto il mandante perché è stato colpito alle spalle. Analizzando sommariamente i suoi ricordi è emerso avesse una voce femminile ma prenderei l’informazione con le pinze.-, la voce poteva essere alterata tramite incantesimi o polisucco, proteggendone l’identità e facendo sì che gli Auror continuassero a brancolare nel buio.
    -Proprio perché le informazioni in nostro possesso sono ancora insufficienti per definire una profilazione completa-, questa volta fu all’Auror che aveva risposto con irriverenza a Stormind che si rivolse.
    -Ritengo che limitarsi a circoscrivere le loro intenzioni alla smania di potere e al perseguimento pedissequo dell’ideologia di Voldemort potrebbe indurci in errore. Per sette anni hanno mostrato disinteresse per Londra, hanno detenuto il potere al Nord e nei paesi dell’Est; a quale scopo tornare proprio ora, con i processi in corso, le strade pattugliate dagli Auror e il rischio di essere individuati? La simbologia che permea le loro azioni verte sulla rinascita e al cambiamento, di fatto stanno eliminando i loro ex partner indipendentemente dal loro stato di sangue; non sappiamo se chi non ancora ritrovato della vecchia guardia sia rimasto tra loro o se si stia nascondendo per timore di essere ucciso. Non sappiamo se si nascondano loro dietro i flussi anomali della magia e dietro la sua scomparsa. Moon indossava le vostre divise quando il cadavere è stato consegnato a Jack, quando colpiscono non sembrano più avvalersi delle maschere, ma di persone comuni. Cosa stanno cercando di dirci?-, indipendentemente dagli scopi che muovevano il nuovo gruppo non andavano sottovalutati. L’ultima volta che i Mangiamorte avevano detenuto il controllo a Londra erano occorsi quasi tre anni per rovesciare nuovamente il governo, ancor più difficile era stato riottenere una parvenza di normalità. In Éire erano riusciti a respingerli a un prezzo altissimo, grazie al sacrificio della loro gente. In accordo con il suo Vice Kain avrebbe preso tutte le precauzioni necessarie per coprire entrambi i fronti, ed era il motivo della loro presenza lì.
    -Non credo che il Capo Auror Stormind intendesse scartare l’ipotesi di proteggere i suoi affetti, Recluta Harris-, proseguì, guardando il diretto interessato. Se al suo posto si fosse trovata una propria recluta Kain avrebbe avuto le medesime reazioni e adottato tutte le precauzioni a sua disposizione.
    -Stava semplicemente illustrando la prassi che richiedere il protocollo. I civili verranno senz’altro informati della minaccia, ma se non dovessero scegliere di aderire al programma di protezione non può essere imposta loro una scorta. Ciò non toglie che possano comunque essere osservati con discrezione in attesa che la minaccia, Merlino non voglia, si concretizzi.-
     
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    Il grosso era fatto per quella riunione. Mark aveva parlato, si era tolto di dosso un peso che si portava dietro da giorni e che, per quanto fosse consapevole che avrebbe potuto condividerlo almeno con AJ, se lo era sorbito tutto da solo. Non era dell'umore migliore quel giorno di fronte a tutta la squadra auror, era preoccupato per tutte le persone che aveva nominato e non ci stava capendo molto. Avrebbe voluto imporsi un pochino di più, ma sapeva che non era capace di essere autoritario senza risultare arrogante. Il suo animo Grifondoro spesso lo tradiva. Era perso nei suoi pensieri da riorganizzare dopo aver preso parola, quando si ritrovò la rossa che gli faceva cenno di avvicinarsi. Con non poche difficoltà dovute alle garze che gli comprimevano le ferite, Mark ascoltò la richiesta di October Fhest con un certo timore e curiosità.
    Certo, quando vuoi. Fece un cenno d'assenso alla donna e ritornò con ulteriore ansia a concentrarsi sulla riunione. Non era facile rimanere calmi quando sapeva che le persone più care che aveva nella sua vita erano potenzialmente in pericolo. Il fatto che Stormid stesse ritardando ulteriormente la presa in carico di quella decisione lo rendeva tremendamente nervoso.
    Ma non possiamo lasciarli scoperti, così...senza nemmeno avvertirli del pericolo. Mark era realmente preoccupato. In cuor suo sapeva che la sicurezza di quelle persone sarebbe stata presa in considerazione da tutta la squadra, soprattutto da AJ e da Matthews, ma l'attesa di una decisione lo stava dilaniando. Sarebbe dovuto rimanere calmo, calcolatore, almeno per dimostrare a tutti gli auror presenti in quella stanza che era capace di tenere alto il distintivo che gli era stato recapitato mesi prima. Il supporto che arrivò da AJ nell'arco di quei pochi minuti lo tranquillizzò, facendogli tornare il battito cardiaco a un ritmo per lo meno umano. Mark lo fissava intensamente, quasi a volergli trasmettere preoccupazioni che nemmeno lui aveva ancora il cuore di rivelare a sé stesso. Qual era il ruolo di Morgan in tutta quella faccenda? Lei era coinvolta su più fronti e se...e se i Mangiamorte avessero scoperto del loro legame? Mark non aveva mai dovuto pensare alla prudenza nei suoi rapporti, nonostante la famiglia che aveva sempre avuto intorno per tutta la vita. Sentirsi costretto potenzialmente a interrompere forse l'unica relazione seria che era riuscito a creare dopo anni lo metteva in agitazione. Prese un lungo respiro mentre il Ministro parlava. Politica, mannari, decisioni che Mark non condivideva proprio del tutto. Era un caos e da qualche parte bisognava iniziare. Sono d'accordo con Doyle, se posso. Bisogna per lo meno avvisare le persone che sono state minacciate di ciò che pesa sulle loro teste. Mi sento responsabile per una parte di quello che sta succedendo, soprattutto per le ragioni che tutti voi già conoscete. Il fatto che il capo Auror irlandese gli rispose con concretezza lo mise per un momento in una posizione di inferiorità che conosceva fin troppo bene. Si sentiva rispedito al suo posto e sapeva che era giusto così. AJ aveva iniziato a comportarsi come un fratello maggiore, un fatto che Mark aveva apprezzato profondamente ma che sapeva fosse fuori da qualsiasi protocollo. Certo, capisco benissimo. Non volevo mettere in dubbio l'impegno della squadra, scusate. Rimetto comunque a voi la mia proposta nel partecipare alle missioni...non so quanto una strategia che mi veda nel ruolo che vorrebbero da me i Mangiamorte possa funzionare. Westwood potrebbe aver passato informazioni su di me, anzi, sicuramente lo ha fatto, che minerebbero la credibilità della mia posizione. Ma mi rimetto al vostro giudizio. Se è da fare...lo farò.
     
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    Seguo gli scambi di battute mascherando il tedio e rimanendo attento, quel tanto che basta per crearmi uno scheletro d'idea di coloro che non ho ancora avuto il dispiacere di frequentare. Le opinioni che hanno riguardo le motivazioni che potrebbero muovere i Mangiamorte m'interessano relativamente e, per quanto sia vero che la loro simbologia faccia pensare ad un cambiamento, nulla vieta alla marmaglia preferita dagli auror di mentire per depistarli.
    D'altronde l'oscurità è infida, si muove come un serpente tra le ombre. E non nego che troverei oltremodo divertente vedere i cari colleghi a bocca asciutta, senza alcun pezzo di carne sotto i denti. Certo, dovrei mostrarmi anch'io addolorato per questa beffa, ma ho raccontato menzogne peggiori a questo branco di giullari falliti.
    Osservo Harris mentre prende parola... Il caro nipotino del temuto assassino Castiel Westwood; chissà se dentro di lui vi è un pizzico della follia che ha spinto suo zio a commettere tutte quelle atrocità, magari vuole diventare uno dei buoni per non udire le stesse voci nella notte, o spera ingenuamente di lavare l'onta dal nome di famiglia.
    Ha dovuto accettare l'offerta dei Mangiamorte per avere salva la vita, questo debole inetto. Se fosse un vero soldato, avrebbe rifiutato e sarebbe morto con onore per quello che professa di credere, invece ha preferito la via più facile e per cosa? Un respiro in più? Le persone a cui tiene moriranno comunque, con o senza il suo doppio gioco. I Mangiamorte si sono mostrati capaci e volenterosi nel prelevare e fare a pezzi i loro obiettivi, quindi una semplice scorta potrebbe non essere abbastanza.
    Per quanto riguarda la minaccia nei nostri confronti, che vengano pure, non mi spaventano. Se mai dovessi morire a causa di uno di loro allora me lo sarò meritato, poichè avrò abbassato la guardia. Non sarà come perire sotto i denti d'un mannaro, solo di quello dovrei vergognarmi, per me stesso e la mia famiglia.
    Ed è proprio nel sentir parlare di loro che raddrizzo le orecchie, mascherando la luce più attenta e interessata che mi brilla negli occhi. A causa della scarsità degli ingredienti per le pozioni prima o poi si sarebbe giunti a questo, era prevedibile... La mia famiglia ha un buon metodo per mettere a tacere il problema, peccato non poterlo suggerire in questa sede.
    Farli fuori tutti, estirpando il male alla radice. Niente razioni, niente lamentele di maghi giustamente preoccupati per la loro vita. Niente figure controverse che potrebbero approfittare della situazione per spargere ancora più sangue per le strade. Solo teste d'infidi cani strappate dal tronco, ed appese in bella vista così che siano un monito per gli altri.
    Dalla bocca della Matthews sento parlare solo di sciocchezze, agevolazioni e sensibilizzazione che non porteranno a niente, se non al caos. Stupida donna, così simile a quel sognatore di suo marito... Per fortuna dovrò stare dalla loro parte ancora per relativamente poco, un giorno potrò tornare dalla giusta parte della barricata.
    Potremmo controllare Nocturn Alley, se ci saranno delle vendite clandestine di materiale contraffatto per i lupi, probabilmente avverranno lì.
     
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    "Non l'ho mai messo in dubbio, Rossa. Però, è qui temo che stenterai tu a credermi, i molteplici ruoli che ricopro non mi permettono di sprecare tempo in inutili spostamenti."
    Alzo le spalle, prendendo posto decisamente più comodamente tra lei e Kain dopo il mio intervento rivolto ai presenti.
    "Velocità e tempismo sono tutto nella nostra professione, prendi appunti."
    Chiudo strizzandole l'occhio con un cenno del capo, volendo alludere a quelli che sono i nostri accordi circa il suo "arricchimento professionale".
    Dopodiché, semplicemente, congiundo le dita e ascolto i vari interventi. Puntando gli occhi, a turno, su ognuno degli Auror quando prendono parola.
    Non lascio volutamente trasparire emozioni benché, alcune prese di posizione sterili che conducono ad inutili giri di parole adatti solo a sviarci dal fulcro del discorso, mi lascino su per giù piuttosto basito.
    L'ho sospettato e lo temevo, gli strascichi della fin troppo riflessiva gestione Ramirez, su questo dipartimento, si protrarranno a lungo. Non ci resta che sperare, dunque, che tali circostanze non si rivelino una debolezza per noi.
    "Oppure si potrebbe riservare l'incarcerazione ad Azkaban solo ai criminali più, diciamo, irrecuperabili. Spostando eventuali prigionieri minori in altre strutture, così da facilitare la sorveglianza sull'isola."
    Faccio eco in modo pubblico alle parole del neo Capo Britannico, non tanto per volerlo contraddire quanto più per sottolineare una possibile falla nella sua proposta.
    "Per quanto apprezzi l'idea di sapere quei bastardi punzecchiati a dovere dai dissennatori, eviterei di puntare nuovamente su tali creature. Come tutti sappiamo, già altre volte in passato ci hanno voltato le spalle non appena il lato oscuro ha promesso di soddisfare più ampiamente la loro fame di emozioni e anime."
    Ciò detto, ovviamente, Azkaban rimane entro la loro giurisdizione. Per tanto, tutto ciò che il sottoscritto può fare si limita a tentare di metterli in guardia su una simile scelta.
    Una cosa è però certo: quegli esseri indecifrabili e maledetti non fluttueranno mai intorno alla mia scuola finché avrò fiato in corpo.
    A questo punto, mi ritrovo a riflettere sulle parole che mi vengono rivolte direttamente. Prendendomi tutto il tempo di rispondere.
    "Naturalmente più gli eventi si faranno serrati, più gli studenti avranno bisogno di sapersi al sicuro. E si, ovviamente Hogwarts presto o tardi finirà nelle mire del lato oscuro. Per tutta una serie di motivi, che ritengo inutile ripetere.
    Ciò che mi chiedo, tuttavia, è: come pensiamo di poterne sorvegliare a dovere i confini quando, in qualsiasi momento, i ragazzi possono essere pescati fuori da essi ed imperati, o comunque costretti, ad agire per conto del nemico una volta rientrati al castello?
    Di certo, e vi prego di credermi, dei pattugliamenti ordinari non saranno sufficienti."

    A prescindere dalle barriere fisiche offerte dal territorio, nemmeno con un piccolo esercito di Auror si avrebbe l'assoluta certezza di evitare eventuali infiltrazioni all' interno dei confini scolastici.
    A mio avviso ciò è, difatto, virtualmente impossibile. Ci sono però alcune precauzioni che, con un enorme impiego di risorse su tutti i fronti, si potrebbero prendere.
    "Come presumo possano immaginare tutti i presenti, la vita della maggioranza degli studenti, durante l'anno scolastico, si svolge principalmente tra il castello e Hogsmeade.
    Dunque sto valutando di negare i permessi per lasciare la scuola nel fine settimana, riducendo dunque i giorni di assenteismo dal castello, per gli studenti, solo durante le festività di rito."

    Alcuni di loro però lavorano al villaggio per mantenersi, quasi tutti vi si recano per compere, faccende e altre basilari azioni di routine. Soprattutto gli allievi maggiorenni, o comunque più grandi.
    "Difatto dunque, ritengo che sarebbe opportuno includere anche il villaggio stesso entro un eventuale piano di protezione. Analizzando nel dettaglio, possiamo tranquillamente affermare che, fatta eccezione per il valico all' apice Nord, l'intera area comprendente i territori scolastici e Hogsmeade è protetta ad Est e Ovest dalle montagne, e a Sud dal Lago Nero. Questo però non deve rassicurarci. Dopotutto loro come noi sono maghi, pertanto i banali ostacoli geografici non rappresentano una protezione neanche lontanamente sufficiente su cui contare."
    Che loro disquisiscano pure di etica e moralità se lo ritengono opportuno, tuttavia mi perdoneranno se, dal canto mio, preferisco concentrarmi in primis sulla salvaguardia delle vite umane. Siano esse quelle dei miei studenti, degli abitanti del villaggio o di qualsivoglia altro civile.
    "Pertanto, se si dovesse configurare uno scenario più...stringente, vi dico che l'unica via vagamente sicura da percorrere implicherebbe rendere l'intera area indisegnabile, chiudendo tutti i camini ogni qualvolta essi non si rivelino strettamente necessari per i nostri spostamenti, e gettando incantesi anti- materializzazione simili a quelli posti sul castello entro un perimetro deciso a tavolino dal ministero.
    Il quale, idealmente, dovrebbe comprendere la scuola, il villaggio e le vie di collegamento dall'una all'altro.
    Così facendo, si avrebbe decisamente più controllo su chi giunge in quella regione e allora, intensificando anche la presenza dei nostri alla stazione ferroviaria, forse potremo avere qualche chance di evitare che il villaggio, la foresta o la scuola cadano preda di possibili piccole incursioni che, col tempo, si riveleranno dei cancri incurabili.
    Dopotutto parlo per esperienza, non sarebbe di certo la prima volte che tali zone strategiche finiscano con ritrovarsi alla mercé del nemico..."

    E qui, come sempre, chi avrà sufficiente cervello capirà l'allusione. Ovviamente non sto incolpando i presenti, è però un fatto che, in passato, l'incompetenza Inglese ha permesso all'oscuro di infiltrarsi laddove non ci sarebbe mai auspicato che ciò accadesse.
    Da qui in poi, in tutta sincerità, mi limito ad ascoltare i vari interventi finché, a suo tempo, il messaggio trasmutato non finisce tra le mie mani.
    Né studio il senso, con tutti i vari, e terribili, significati che reca seco, inorridendo internamente all' idea che possano passare da loro per arrivare a noi. Ripresomi dal momento, poi, focalizzo l'attenzione sullo scritto, battendo colpetti discreti di gomito sia a Kain che a October.
    "Guardate le linee... l'inchiostro è di pregio e non c'è quasi nessuna interruzione tra una lettera e l'altra. La grafia è meticolosa, curata... quasi nobile. Secondo me, l'ha scritto una donna."
    È un misto di deduzione scaturita dallo studio e di sensazioni instintiva a farmelo dire. Ed è raro che qualcosa di simile mi capiti.
    Molto più spesso, o è tutta logica, o tutto istinto.
    Alzo un sopracciglio in direzione del compatriota finito tra le fila degli inglesi, e una volta ancora non mi meraviglio di come ciò sia potuto accadere.
    "Vediamo le stesse cose, Doyle?", domando con schietta retorica, "Per la prima volta, nella storia recente, dobbiamo fronteggiare un nemico che non si limita ad agire solo strisciando nell' ombra ma fa la cresta su tutto, attaccando repentinamente in punti nevralgici con capillarità strategica preoccupante e tu dici di non vederci uno stacco netto con le rappresaglie rinfuse che spesso hanno caratterizzato il lato oscuro in passato?
    È ovvio che è sempre la sete di potere a muovere quei cani, eppure il nemico è completamente diverso. Lo stile usato nel recapitarci i messaggi, l'aver seccato Moon - che già di per sé garantiva loro una posizione di certo rilievo - in quel modo, per non parlare della sfrontatezza mostrata nel maledire uno studente per lanciare il marchio nero su Hogwarts. Credimi, questi sono avversari ben più temibili del normale e non verrano per le briciole ma per tutta la cazzo di tavola, dessert compreso. Mirano a noi perché, geograficamente e storicamente, siamo i primi sulla loro lista dopodiché, vi ci potete giocare il distintivo tutti, hanno intenzione di mettere le mani anche sulle comunità magiche di tutto il mondo. E se qualcuno pensa che ad oggi quella gentaglia sia ancora attaccata coi paraocchi ai soli ideali di purezza e liniaggio, allora vuol dire che vive in un mondo tutto completamente fantastico e fuori dal tempo."

    Al alba del primo quarto del ventunesimo secolo, perfino i Mangiamorte sarebbero tacciabili di incredibile stupidità qualora perseguissero all' unanimità ideali così vetusti. Addirittura tra le loro fila, voglio sperare, è ormai chiaro il messaggio che accoppiandoci solo tra noi ci saremo estinti decenni fa.
    "Per quanto riguarda l'antilupo Nott, come sa ho contatti in buona parte del mondo magico, Oriente e africa compresi. Sono certo che, in caso di bisogno, potremmo importare gli ingredienti smuovendo le persone giuste. Certo Irlanda e Gran Bretagna, così facendo, dovranno anche fare i conti con dei costi che, verosimilmente, avranno un certo impatto economico.
    Inoltre, senza che lei lo chieda, il progetto di cui è a conoscenza può essere ampliato e adattato qualora ciò venga ritenuto necessario."


    Interagito con October, Kain, Nott, Stormind e Brian.

    Il progetto di cui Jack parla rivolgendosi al ministro, fa riferimento all' isola che Hogwarts ha messo a disposizione durante i pleniluni per gli studenti affetti da licantropia
     
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