Call of Duty

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    S.S.M.Auror
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    Avevo appena aperto la bocca per parlare, quando Jack mi precedette nell'illustrare come, se anche la minaccia che incombeva fosse stata la stessa, non avremmo comunque avuto motivo di prenderla sottogamba. Moon aveva tenuto sotto scacco il regno unito per anni, senza il minimo sforzo, aveva conoscenze magiche sconosciute alla maggior parte dei maghi e servi fedelissimi.. e ci era stato consegnato a pezzi. Chiunque l'avesse fatto aveva vinto dove noi avevamo dovuto accontentarci di una "fuga".. che altro non era che uno spostamento del mago, annoiato forse dalla poca resistenza incontrata tale da non renderci neanche degni di indugiare oltre. Come privo di stimoli. Per me quella continuava a essere stata una sconfitta. Chiunque avesse sconfitto Moon... poteva essere più esperto di lui, oppure, più furbo.
    Per quel che riguardava i dissennatori però non ero d'accordo: Sarah aveva ragione, avrebbero potuto non limitarsi all'esterno.
    Sono d'accordo con Jack, già una volta i Dissennatori hanno stretto alleanze con i maghi oscuri: potrebbero in realtà essere controproducenti se attaccassero le guardie della prigione in favore di chi deve essere fatto uscire.
    Odiavo profondamente quelle creature, tanto più la mia difficoltà in loro presenza ad evocare un solido patronus. Ma al di là di quello, ero stata ad Azkaban.. e se fossi stata circondata da quelle creature, non avrei retto neanche un mese.
    Azkaban è stata costruita per essere inespugnabile, Preud aveva incrementato la pianta con labirinti, vicoli ciechi e una complessità notevole di incantesimi di sicurezza.. Se non c'è niente che evidenzi una reale possibilità di tentativi di evasione non vedo motivo di impiegarli. Le persone potrebbero pensare che non sia sicura come abbiamo sempre sostenuto.. sembra che il loro obiettivo sia fomentare il panico: non facilitiamogli le cose.
    Per quel che riguardava la protezione del castello e le misure su Hogsmeade, sebbene tecnicamente fosse una buona linea di azione, avevo dei dubbi sulla sua effettiva attuazione pratica.
    Gli abitanti di Hogsmeade potrebbero non essere d'accordo su questo. Essendo quelli che dovranno lasciare più spesso al zona potrebbero diventare loro i bersagli e avremmo lo stesso problema. Inoltre niente esclude che non ci siano già infiltrati al villaggio: potremmo creare una bolla di falsa sicurezza...
    Non sapevamo ancora nulla di chi ci fosse dietro e dei suoi fini: al momento potevamo solo fare speculazioni ed ipotesi, ma senza nessuna certezza. Quando non conosci chi combatti, potrebbe colpirti ovunque da un momento all'altro.
    Per quanto riguarda la sorveglianza delle persone minacciate.. comprendo, davvero ragazzi, capisco che vogliate assicurarvi che stiano bene.. ma gli Auror non dovrebbero occuparsi delle indagini e delle missioni più pericolose: le operazioni di protezione possono esser svolte dalle reclute o dalla Squadra Magica Ordinaria...
     
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    S.S.M.Auror
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    - Come ho detto, ritengo opportuno al presente non escludere nessuna ipotesi riguardo ciò che muove i Mangiamorte. E considererei un errore convincerci di conoscerli perché il loro modus operandi ricorda quello di coloro che ci hanno già messo in scacco in passato. - credeva che la sprezzante superbia e l’immotivata sicurezza li avrebbero resi ciechi e vulnerabili, e si sentiva in dovere d’impedirlo. Per questo tentò ancora di persuadere l’Auror Doyle a considerar non sol il proprio punto di vista, ma altresì quello dei suoi colleghi, anche se ciò avrebbe significato esser aggredito dall’incertezza, accettando di non aver alcun punto fermo a cui aggrapparsi per non cader irrimediabilmente nel vuoto nel corso di quella scalata. Poiché credeva fermamente che non fare scelte avventate ed indugiare invece nell’analizzare la roccia in cerca di solide sporgenze con cui proseguire, fosse ciò che gli avrebbe permesso di raggiunger incolume la cima, senza esser tratto in inganno dalle sue insidie.
    - Le notizie in mio possesso sono le stesse che sono state condivise oggi, niente vi è stato taciuto. D’altronde, si tratta del nostro lavoro. Mio, come di tutti i presenti a questa riunione, per cui agirò sempre secondo quello che riterrò essere il miglior interesse del dipartimento e della mia squadra. La invito a non suggerire diversamente, a meno che non abbia prove concrete che evidenzino che io stia in qualche modo ostacolando il nostro operato. - indugiò sul senso di comunione e condivisione evocato dall’aggettivo ‘nostro’, per sottolineare come fossero tutti coinvolti nella medesima ardua scalata – minuzia di cui aveva avuto l’impressione non tutti fossero consapevoli. Nel farlo, la sua distaccata cortesia non ne abbandonò il verbo, né dal suo volto trasparì alcuna emozione, ma i suoi nivei occhi si fecero irrimediabilmente più duri e taglienti. Riflesso della delusione e al contempo del dispiacere d’aver fallito nel far comprendere quanto onesto fosse il suo impegno verso la sua carica e quanto ardente fosse il suo desio di fare la differenza. La prima caduta…il primo ostacolo…verso una vetta ancor più remota…
    - Preferisco giocare d’anticipo, piuttosto che aspettare che si manifestino segnali di pericolo. - in passato, Azkaban era stata la prima vetta conquistata dall’ambizione dei seguaci dell’Oscuro e a discapito delle testimonianze di mutamento fra le loro file, riteneva imperativo valutare la possibilità che potessero colpirla ancora, per restituire la libertà a coloro che stavano pagando con la prigionia il prezzo della loro lealtà alla causa. Ricostituendo l’organizzazione capillare che s’era a poco, a poco distrutta nel caos delle Magie involontarie e dei mesi d’epilogo del conflitto.
    - Azkaban è stata creata per essere inespugnabile sì, ma di fatto non lo è stata, com’ è già noto a tutti. E per quanto efficaci siano i nuovi sistemi difensivi, potrebbero non essere sufficienti a impedire un tentativo di evasione ben organizzato, nel momento in cui dovremo dirottare le nostre forze altrove. Come abbiamo già fatto, occupando i Tiratori Scelti principalmente nel pattugliamento delle strade per contrastare il contrabbando di ingredienti… - si rivolse alla norvegese, coinvolgendola nel flusso delle proprie riflessioni con il suo usuale distacco, analizzandola con logica e razionale attenzione. Comprendeva la sua reticenza sull’impiego dei Dissennatori, condivisa dal resto dei suoi colleghi oltre che da egli medesimo. Ed era intenzionato a confidare nella sua esperienza diretta sulla prigione dall’impietosa nomea, adeguando la strategia ai suoi consigli, ma non se ciò avesse significato non fare niente, limitandosi ad aspettare che fossero altri a decidere per loro. Invero, quel suggerimento d’immobilità da parte sua lo aveva colto di sorpresa e costretto nel dubbio, giacché sin a pochi granelli di clessidra prima aveva avuto l’impressione che la Fhest bramasse la propria libertà per agire più rapidamente, priva delle catene della burocrazia e dei permessi da ottenere.
    Incontrò poi lo sguardo del Vice-Capo Auror dell’ÉIRE, annuendo innanzi alle sue argomentazioni, in silenzio. Consapevole di come la storia di voltafaccia precedesse quelle creature e di come fosse un rischio decidere d’affidarsi ancora alla loro volubilità. - È un rischio, certamente. Da valutare però in paragone ai rischi delle soluzioni alternative. - non esistevano scalate facili, né sicure da intraprendere nei periodi storici come quello in cui stavano per addentrarsi e Russell lo sapeva bene. Si trattava sovente di scegliere quale fosse il rischio accettabile…quale fosse la strategia che avrebbe garantito il risultato con le minori perdite.
    L’ipotesi di proceder al trasferimento altrove dei criminali minori non lo convinceva appieno, giacché i loro nemici avrebbero potuto sfruttar il caos che si sarebbe creato come diversivo per ottenere la liberazione dei loro compagni, se la notizia fosse trapelata. Ma neppure riteneva priva di preoccupanti variabili l’ipotesi d’incaricar i Dissennatori di vigilar i confini per sopperire alla mancanza di risorse con cui proteggere la prigione. Su quale alternativa però gravava maggiormente il rischio, inclinando pericolosamente il braccio della bilancia?
    - Trasferire i criminali minori eviterebbe anche che vengano persuasi da altri ad essere complici di piani di evasione. E al contempo che i loro tentativi di fuga possano distrarre i sorveglianti abbastanza da permettere ai criminali più irrecuperabili di eludere la sicurezza. - una riflessione che scelse di condividere con tutti i presenti, prima di rivolgere la sua attenzione a colui che invero aveva il potere di decidere quale strategia attuare: il Ministro Nott.
    - La decisione spetta a lei, Ministro. - un’ovvietà che invero celava un invito ad esporre il suo punto di vista, esponendo altresì la sua esperienza di giudice che ad Azkaban e alle spire dei Dissennatori di criminali ne aveva condannati. Abbastanza per sapere come ragionavano e quale sarebbe stato il deterrente più efficace contro eventuali ambizioni d’evasione.
    Fu Kain ad anticiparlo nell’intervenire a sedare le proteste originate dal suo evidenziare la necessità di definir un’adeguata strategia con cui gestire la minaccia che i Mangiamorte avevano calato sul capo degli affetti di Mark Harris. Proteste dettate ancor una volta dall’emotività che nel corso di quella riunione aveva annebbiato sovente le menti dei presenti, impedendo loro di ragionare con lucidità come invero erano addestrati a fare…come confidava avrebbero saputo fare allorché coinvolti sul campo e messi nella posizione di dover prendere delle decisioni fondamentali per salvare le vite che avevano giurato di proteggere.
    - Comprendo l’urgenza e l’impatto emotivo di quanto accaduto, ma è necessario agire con razionalità. - esordì dopo aver scambiato uno sguardo d’intesa col Capo Auror dell’ÉIRE intervenuto in suo favore, supportandolo indirettamente in quel momento ostico, in cui il rischio di scivolare e ferirsi era elevato poiché s’apprestava a scalar una montagna che gli era estranea e che non aveva alcuna intenzione di fargli sconti, forse neppure di donargli il beneficio del dubbio.
    - I bersagli ovviamente saranno avvertiti e a prescindere che accettino di essere protetti oppure no, studieremo la strategia più efficiente per salvaguardare la loro incolumità. - ma prima era imperativo per Russell disquisire con l’Auror Smith, per cui annuì alla sua richiesta d’un colloquio privato, ribadendo ancor una volta la sua volontà di decidere privatamente le prossime mosse nei confronti della richiesta degli aguzzini di Mark.
    Che indossi o meno il distintivo un Auror resta tale fino alla fine.”. - Non solo agli occhi dei nemici. - lo restava altresì nel profondo, poiché non era indossare la spilla ciò che determinava esser o meno un Auror, ma le ferite che s’aprivano nelle anime di chi a quella professione dedicava tutto sé stesso. Ferite che divenivano cicatrici indelebili che segnavano altresì una volta accantonato il distintivo, sin all’epilogo.
    La voce della Matthews s’incrinò nel menzionar i suoi figli e di repente apparve più fragile e più piccola. Ma sol per pochi granelli di clessidra, poiché accostumata al dolore e addestrata a dominare le proprie emozioni, fu razionale nell’esporre le sue inquietudini e nel chiedere protezione per i frutti del suo ventre e del suo amore, piuttosto che per sé medesima e per suo marito. Una richiesta a cui Russell rispose con un cenno d’assenso e uno sguardo più caldo a discapito delle nevi che lo abitavano, comprendendone il tormento e percependolo come proprio, senza tuttavia esternarlo. La figlia maggiore della donna era stata rapita, subendo una sorte non dissimile da quella che era toccata ad André e altresì a Karen. Per questo fu istintivo per l’uomo dall’inverno nello sguardo voltarsi verso Kain, che aveva patito la sua medesima condanna, privato di sua figlia e costretto sull’orlo del baratro dall’angoscia di non conoscerne le sorti…di non avere la certezza di ritrovarla in vita...
    Di nuovo fu la norvegese a controbatter alle proposte di Jack per proteggere Hogwarts, offrendo obiezioni che Russell considerò valide senza tuttavia suggerir ulteriori soluzioni. Che ancor una volta ritenesse che la strategia più logica fosse quella d’aspettare che fosse il nemico a fare la prima mossa? - Nessun piano di azione e di protezione può garantire una probabilità di successo assoluta. E il malcontento credo sia un prezzo accettabile da pagare, se sull’altro piatto della bilancia c’è la possibilità di fare la differenza in questa guerra. - commentò, incrociando lo sguardo sfuggente della donna nata nel fuoco dei Draghi, domandandosi che cosa si celasse oltre il suo atteggiamento che gli era parso in un certo senso…remissivo e rassegnato. Come se credesse che non vi fosse alcuna mossa che potessero fare per impedire che la tragedia li inghiottisse. “Perché continui a combattere, October?” un quesito che si fece strada negli ordinati pensieri di Russell, che tuttavia preferì ancor una volta tacere.
    - Nel momento in cui l’unico modo per raggiungere Hogsmeade sarà la linea ferroviaria, oltre ad intensificare i controlli sui viaggiatori, si potrebbe munire i treni di incantesimi che annullano gli effetti della Magia, come quelli che proteggono la Gringott. In questo modo, si potrebbe riuscire ad evitare che qualcuno imperiato o polisuccato raggiunga il villaggio… - soggiunse, riflettendo sulle possibili falle che il piano di Jack avrebbe potuto presentare e che potevano in qualche modo arginare. Limitando ancora la probabilità di fallimento.
    - Auror Matthews, la sua squadra ha già conoscenza del villaggio. Ritiene che ci siano degli abitanti degni di fiducia che potrebbero supportarci nell’individuare alcuni segnali di attività sospette o di pericolo? - si rivolse alla donna dagli occhi di viva brave, conscio che qualora avessero fallito nell’evitare che il conflitto raggiungesse il suo apogeo, il supporto di alcuni insospettati fedeli collaboratori sarebbe stato fondamentale per garantire la sicurezza degli studenti e cogliere in flagrante eventuali infiltrati desiderosi di nuocere loro.
    Quanto ci metteranno i maghi prima di riprendere a guardarli con diffidenza?”. - Hanno mai davvero smesso? - un quesito retorico che fu traditore dei pensieri del Capo Auror in merito ai lupi mannari e alla loro integrazione nella società magica: qualcosa per cui aveva lottato, a discapito del fatto che fosse stato proprio uno di loro a tormentare la sua famiglia, conscio di come in parte fossero a loro volta responsabili della loro ostilità. Non erano altro che reietti, dopotutto, braccati dai Cacciatori e condannati da spalle voltate e porte chiuse, e benché la situazione fosse migliorata, credeva Russell che l’accettazione dei licantropi come Maghi normali fosse una vetta ancora troppo remota. Forse persino irraggiungibile. Ma concordava con la donna dall’oscuro lignaggio sulla necessità di seguitar a scalare per raggiungerla, specialmente vista la minaccia che li attendeva. Affinché la storia non si ripetesse…
    Incrociò lo sguardo dell’americano, che come il Preside di Hogwarts si propose di sfruttar i propri contatti a Boston per contrattare l’importazione di ingredienti. - Anche dal Ministero francese potrebbero essere disposti ad aiutarci per gestire l’emergenza, ma per quanto? Gli scompensi nel flusso magico si stanno aggravando ed espandendo e dubito rimarranno circoscritti alle nostre isole ancora a lungo. - non era un problema di fondi, che pure era un ostacolo da non sottovalutare, ma piuttosto della reticenza che altri paesi avrebbero potuto dimostrare nel cedere i loro ingredienti senza avere la certezza che non sarebbe toccata loro la medesima sorte, presto o tardi.
    - Senza contare che, per quanto fondamentale, l’Antilupo non è indispensabile alla sopravvivenza, come invece le varie pozioni curative, di cui gli ospedali iniziano ad essere carenti. Per cui ritengo che sia prioritario risolvere il problema della scarsità degli ingredienti di queste ultime… - una riflessione che non fu lieto di dover condividere, poiché non avrebbe voluto che fossero ancor una volta i lupi mannari ad esser messi al secondo posto. Ma era necessario fare una scelta e optare per quella che avrebbe garantito le più alte probabilità di sopravvivenza…
    - Il Ministero francese a ogni Luna Piena invia un funzionario ad aiutare i licantropi iscritti al registro a isolarsi nelle proprie abitazioni o nelle immediate vicinanze. Si accertano che siano al sicuro e così anche le loro famiglie per la trasformazione. - era una soluzione che molti avrebbero preferito, ma che adottavano con reticenza, per il timore che qualcosa non andasse secondo i piani e i propri affetti finissero coinvolti.
    - In alternava, sono stati creati dei luoghi sicuri in cui possono affrontare la trasformazione, raggiungibili tramite Passaporta. - allorché s’era trasferito nella divisione Auror parigina, Russell aveva collaborato nell’allestimento dei centri di trasformazione su tutto il territorio francese e ne aveva supervisionato il funzionalmente con la sua squadra nel corso delle notti di Luna Piena.
    - Il problema della convivenza di più lupi mannari in uno stesso territorio è che non è detto sia…amichevole. - probabilmente per l’indole del Mago medesimo, v’erano lupi mannari più aggressivi che allorché incontravano un loro simile cedevano all’istinto di prevaricare con la violenza. Un rischio che i Maghi interessati stessi avevano invero scelto di correre, accettando il trasferimento nei luoghi protetti per la loro trasformazione, piuttosto che restare con le loro famiglie e metterle in pericolo. Forse nell'infelice convinzione di dover affrontare soli la loro maledizione...
    Chiedo scusa per l'immenso ritardo e se non ho Interagito con tutti. Purtroppo sono in un periodo molto no e faccio fatica a mettere insieme le parole. Spero di recuperare quanto prima. Nel mentre vi chiedo ancora scusa 😓
     
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31 replies since 16/1/2024, 15:30   1169 views
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