Soul meets soul on lovers' lips

Annie & Lawrence - 1 settembre 2023

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    Grifondoro
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    September, the 1st 2023

    Avevo cercato il suo profilo imbronciato sotto il lungo ciuffo scuro per tutta la durata della prima cena di questo nuovo anno scolastico, continuando ad allungare il collo verso il tavolo dei Corvonero senza successo.
    Era così a disagio al pensiero di rivedermi dopo quello che era successo tra di noi a pochi giorni dall'inizio delle vacanze estive?
    Magari ero io a dare ad un semplice bacio fin troppa importanza, eppure non avevo fatto che pensarci per l'intera durata del mio tour americano, chiedendomi come sarebbe stato se Lawrence fosse stato sotto il palco ad ascoltarmi.
    In tutta onestà, non ce lo vedevo ad ascoltare la mia musica, lui era più tipo da metallo pesante e chitarre fatte esplodere a colpi di Bombarda, ma mi piaceva comunque immaginare di incontrare la sua espressione scanzonata al termine di ogni pezzo, pronta a ribattere alle sue battutine taglienti.
    Mi piaceva anche credere che lui, come me, si addormentasse con lo specchietto sul palmo aperto dopo una delle nostre chiacchierate di fine agosto, sprofondando nel mondo dei sogni mentre cercava una scusa qualsiasi per richiamarmi e sentire ancora una volta la mia voce; non era mai accaduto, ma del resto nemmeno io ero mai riuscita a contattarlo di nuovo, una volta deciso di salutarci.
    Non avevamo mai parlato di noi, in quelle lunghe conversazioni strappate alla monotonia: ci eravamo limitati a lenire la nostra solitudine tenendoci compagnia con la leggerezza della brezza estiva, senza impantanarci in argomenti troppo impegnativi.
    Forse, mi dicevo anche adesso, non c'era nessun "noi" di cui parlare e le settimane in cui eravamo stati distanti avevano chiarito al Corvonero qualsiasi dubbio su quello che era il nostro rapporto: una semplice e forte amicizia, di quelle destinate a durare nel tempo e a non trasformarsi in qualcosa di molto diverso.
    Era questo che speravo? Mi ero detta di no per tutta l'estate ma adesso che, con un ultimo annuncio, Mc Cormac si era congedato dandoci la buonanotte, con poco cibo nello stomaco ed il passo rapido al pari del mio respiro corto salivo gli infiniti gradini della torre di Rowena, non ero più tanto sicura che non avrebbe fatto alcuna differenza.
    Ci speravo eccome, maledizione, altrimenti non si spiegavano né il groviglio che sentivo all'altezza dello stomaco, né il formicolio alla base della nuca ogni volta che incontravo uno spettinato caschetto bruno.
    Scusami, hai mica visto Lawrence Randall? In Sala Grande non c'era... chiesi ad una ragazza più piccola di me che indossava i colori della Casata dell'Intelletto, ma nemmeno lei aveva idea di dove fosse e, in tutta confidenza, sperava anche che dopo l'estate avessero rispedito quello stronzo a marcire nella cella da cui era venuto. Ah, Randy, come al solito era un asso a farsi degli amici e a farsi voler bene.
    Non che a me andasse tanto meglio, sebbene avessimo due caratteri agli antipodi: Feyre non mi aveva degnata di uno sguardo, Rick mi odiava, non avevo avuto notizie di Friday, di Logan o di Vanilla per tutta l'estate e gli altri... Beh, non che avessi mai legato particolarmente con altra gente.
    La conclusione poteva essere solo una: non contava né essere gentili con tutti, né non esserlo con nessuno, se nelle relazioni interpersonali fossero state rose, sarebbero fiorite.
    Quella del mio rapporto con Lawrence aveva uno stelo costellato di spine, speravo solo di non finire per pungermi con il suo rifiuto e sanguinare più del dovuto.
    Infine lo trovai, seduto dietro la statua di un gargoyle, schiena contro schiena ed un libro dalla copertina consunta in mano.
    Ora capisco... Avevi voglia di passare la serata con un tuo simile. Deve essere stata dura aver atteso di rivederlo per tutta l'estate lo derisi bonariamente, sbucando da dietro l'ala piegata della creatura di pietra, mentre indossavo la maschera del più disinvolto dei sorrisi.
    Ok, poterlo guardare di nuovo negli occhi senza barricarmi dietro lo specchietto faceva uno strano e piacevolissimo effetto, che rese il mio sorriso improvvisamente meno forzato nonostante fossi ancora più tesa.
    Non avrai pensato di andartene a letto senza nemmeno salutarmi... O era un test per vedere se sarei venuta a cercarti?
    Mi accovacciai di fronte a lui e sbirciai nel baratro buio dei suoi profondi occhi scuri, cercandoli oltre la copertina del libro dietro cui si era trincerato.
    Se è così, hai rischiato davvero grosso. Cosa avresti fatto se non fossi salita fin qui?
     
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    Rimestii di un'estate senza gloria, monotona e stantia come certi concerti di cicale infastidite dal calore eccessivo. La noia può essere una compagna troppo ingombrante persino per uno come me e riempire gli spazi affamati ed impazienti della mia mente, non è stato sempre facile. Ne ho approfittato per saccheggiare la libreria del Castello: titoli casuali pescati secondo l'umore del momento, per spezzare l'inquietudine di pensieri fissi, troppo ingombranti a volte, quasi ossessivi in altre. Mi sono detto spesso, nelle lunghe ore trascorse a fissare un punto perso in un orizzonte senza riferimenti, che tutto quel rimuginare fosse dovuto all'inattività forzata a cui ero sottoposto e che mi lasciava molto tempo per perdermi in congetture più o meno fantasiose e senza soluzione. Ho dovuto constatare, però, che fosse l'unica occupazione che ricercavo con ostinazione maniacale, nella convinzione che non avrei potuto sfuggirgli nemmeno volendolo.
    La verità è che non volevo affatto liberarmi di Annie.
    Non gliel'ho mai detto, in quelle occasioni in cui avrei potuto farlo, con il suo viso rimpicciolito quanto il minuscolo specchietto che mi restituiva la sua immagine. E non si trattava certamente di un pudore che non ho mai provato. Mi sembrava piuttosto di forzare le cose, di riempire di significati tutti miei, i suoi sorrisi, i racconti entusiasti delle sue giornate interminabili, zeppe di impegni. Infondo si era trattato solo di un bacio e chissà se era stato così dirimente da impedirle di fare nuove conoscenze, o addirittura di concedersene altri, ubriaca di successo e di musica. Non voglio saperlo, o meglio, non intendo farne una questione. E' già così stupido, da parte mia, aver aspirato a tanto, consapevole del rischio di vanificare ogni aspirazione nell'attimo in cui dovrò confessarle ciò che ho fatto.
    Ora che è tornata, non voglio metterla nella condizione di sentirsi in difetto e di accelerare qualcosa che magari non sente.
    L'ho osservata per tutto il tempo, in Sala comune, senza che se ne accorgesse ed è la solita capace di attirare intorno a se, l'attenzione di tutti. Avrei voluto catalizzare quella sua luce, impossessarmene. Invece sono rimasto al mio posto, apparentemente indifferente, chino sul mio manuale di Cura. Poi la sera ho saltato la cena e sono salito fino alla torre, scavalcando il basso parapetto, per sedermi sul piedistallo di una delle statue. Non sto cercando di evitarla, le lascio il tempo di capire se abbia ancora voglia di avere a che fare con me.
    Chi, lui? La sua voce mi coglie del tutto impreparato, immerso come sono nella descrizione di un Obscurus e mi volto quasi di scatto, abbozzando un mezzo sorriso. E' uno dei miei migliori amici, non ha pretese e non fa domande e per un asociale come me, è il massimo Ammicco al gargoyle e poi lascio che lo sguardo scivoli sulla porzione di figura che la sua testa cornuta mi permette di vedere.
    Poi ci sono le occasioni in cui, improvvisamente, si è felici di non essere soli. Tendere una mano per afferrare quella di Annie, non è che la conseguenza di un pensiero che sedimenta cosi profondamente da rendere vitale quella piccola gioia. Non ho voluto indurla a cercarmi. Certi preziosismi li lascio a chi ha poche incertezze nella sua vita, ma se un qualche istinto l'ha portata da me, allora non voglio chiedermi che significato abbia. Mi godo l'attimo e il calore del suo braccio che sfiora il mio.
    L'altezza a cui ci troviamo, da un senso di euforica vertigine, molto simile a quella che provo quando mi avventuro su un manico di scopa. Non sono certo che dipenda solo da quello. E' come se, per tutta estate, io abbia atteso di riprovare questa sensazione per verificare se sarebbe rimasta intonsa.
    Non volevo distoglierti dalle tue chiacchiere, avrai avuto molto da raccontare e io preferisco l'esclusiva. Scuoto la testa prevenendo le sue proteste. Posso essere molto paziente, se ne vale la pena e ti avrei cercata. Ma ora tu sei qui, quindi che senso ha fare tutte queste ipotesi?
    Nessuno, è ovvio. Forse però dovrei dirlo che mi è mancata molto di più di quanto credessi e che soltanto adesso, so per certo che le mie giornate avranno finalmente uno scopo.
    Chissè se tutto quello che ci siamo detti prima della sua partenza, ha ancora un valore, E' proprio ciò che mi preme sapere, ora che ci guardiamo negli occhi, come se avessimo bisogno di studiare le reciproche reazioni.
    Sarai mica gelosa di questo bel ragazzo qui dietro?

     
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    Peccato che non fossi vestita in modo più intonato all'atmosfera gotica che ci ammantava con i suoi colori notturni: la mia divisa scolastica, la sciarpa rosso-oro e i capelli sciolti sulle spalle in morbide onde dello stesso colore stridevano parecchio, con le tenebre e le ombre tra le quali spiccavano gli occhi corvini del mio Ravenclaw.
    Lui, al contrario, era perfetto come creatura della notte... O forse era perfetto e basta, mi ritrovai a pensare mentre ricambiavo il suo sorriso con un'enfasi decisamente maggiore. Ovvio che non mi aspettassi che Lawrence smettesse di punto in bianco di essere fedele a se stesso e mi sollevasse tra le braccia con gridolini entusiasti, ma il fatto che lui fosse un intricato enigma vivente mi attraeva e mi innervosiva al tempo stesso.
    Era davvero felice di vedermi almeno quanto lo ero io? Cosa mi aspettavo che succedesse, esattamente?
    Il fatto che mi prendesse la mano come stava facendo in questo momento era auspicato, ma averlo sperato per tutta la durata del viaggio fino a Hogwarts non rese quel gesto meno travolgente, soprattutto se avevo trascorso l'estate ad indugiare sul ricordo di quel contatto. Sì, decisamente averlo di fronte non era come vederlo e parlarci attraverso uno specchietto da borsetta: tutto si amplificava, ogni senso era coinvolto e il calore di cui mi sentii pervasa sconfiggeva l'aria frizzante di questa notte settembrina appena cominciata, che scompigliava i capelli del giovane Randall in modo delizioso.
    Quindi questo vuol dire che io posso tempestarti di domande anche se sei un asociale? Dovresti saperlo che io non sono altrettanto brava a tenere la bocca chiusa.
    Strinsi le sue dita senza smettere di sorridere e mi avvicinai alla balaustra di pietra, appoggiandovi la mano libera mentre spostavo lo sguardo da quello del Corvonero all'incantevole panorama su cui si affacciava la nostra scuola di magia, dal Lago Nero alla Foresta, fino alle luci lontane del villaggio di Hogsmeade.
    E comunque tu sopravvaluti l'importanza delle mie interazioni sociali in questo castello, Corvo. Le persone con cui mi piace intrattenermi e a cui interessa intrattenersi con me si contano su una mano.
    Non mi dilungai a spiegargli che le chiacchiere distratte e superficiali con cui mi ero intrattenuta con qualche Grifondoro al mio tavolo erano servite solo ad ingannare il tempo mentre speravo di incontrarlo e continuavo a sbirciare il tavolo dai colori bronzo-blu. Anzi, con un tuffo al cuore, il fatto che non vi avessi visto né lui né Feyre mi aveva fatto balzare il cuore in gola e aveva mandato i miei pensieri verso paranoiche derive.
    Tra l'altro, quest'ultima probabilmente doveva essere depennata dalla brevissima lista delle mie persone speciali, dopo ciò che era successo tra me e Lawrence prima di partire per le vacanze.
    Forse ha senso farle perché per me è importante saperlo, no? Sappiamo entrambi che riempire con le mie interpretazioni i buchi di ciò che non mi dici non è esattamente il mio forte. Sono un disastro, ricordi?
    Me lo aveva detto proprio lui e io ero la prima ad essersene convinta, perché la mia esuberanza, la mia socievolezza ed i miei talenti artistici naturali non erano neanche lontanamente sufficienti a compensare tutto quello in cui invece ero un fiasco totale.
    E al contrario di te, io di pazienza non ne ho affatto... Ma potrei essere d'accordo sull'esclusiva.
    Gli rivolsi un sorriso accattivante e tamburellai nervosamente con le dita sulla gelida pietra del parapetto, decisa a ricambiare il suo sguardo e a perdermi nel panorama oltre quelle ciglia scure, indubbiamente più oscuro ed interessante rispetto a tutto ciò che potevamo scorgere solo voltando appena la testa.
    Alla sua domanda, non potei fare a meno di scoppiare a ridere, girandomi per un attimo ad osservare il grugno dell'inquietante gargoyle con le ali ripiegate sulla schiena ricurva.
    Se ne avessi motivo, Randy, penserei che non posso minimamente competere e mi rassegnerei ai tuoi gusti terribili.
    In realtà, mi dispiaceva solo di non essere ancora capace di padroneggiare il Piertotum Locomotor al punto da incantare la statua affinché ci prendesse tra le braccia per portarci a fare un bel giro... Sarebbe stato davvero forte, ma già una volta avevo volato di notte sui tetti di questo castello e Friday aveva pensato che volessi suicidarmi, non gliene avrei dato conferma provandoci di nuovo stanotte.
    Del resto, per sentirmi come se i miei piedi non toccassero terra, non avevo alcun bisogno di spiccare il volo.
    Era per dirmi che vuoi stare con il tipo silenzioso e senza pretese qui dietro che volevi l'esclusiva, Law?
    Forse mi ero spinta troppo oltre ed ero stata fin troppo diretta, come al solito. La verità era che mi premeva sapere quanto c'era di vero nella poesia che mi aveva donato per il mio compleanno e che mi aveva fatto frullare in testa una valanga di domande per due lunghissimi mesi e diavolo, avevo aspettato anche troppo per avere delle risposte. Dopo tutto gli avevo detto proprio poco fa quanto poco incline alla pazienza fossi, no?
    No, ok, se non ti va non devi dirmelo per forza. Basta che non scappi, ok?
    Non potevo perdere anche Lawrence e non lo avrei mai messo con le spalle al muro per avere le idee più chiare su cosa intendesse farsene di me.
    Non riuscivo ad ammettere neanche con me stessa che mi sentivo come se stessi camminando su quel parapetto e bastava una suo rifiuto per farmi cadere giù... E ne ero terrorizzata, tanto da preferire, adesso che eravamo alla resa dei conti, di non sapere cosa gli passasse per la testa.
     
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    Corvonero
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    Lasciarsi andare e vedere dove porta il vento dell'imprevedibilità, dell'istinto, del sogno. Se la vita è un viaggio, cio' che lo rende eccitante e non monotono, è l'incognita dell'imponderabile. Per vivere completamente, bisogna correre qualche rischio ed io non mi sono ma sottratto alle sfide più ardite. A volte le ho addirittura prevenute, cercandole oltre i miei confini, senza preoccuparmi delle conseguenze più o meno disastrose che fossero.
    Annie scivola al mio fianco e d'un tratto mi rendo conto di quanto sia difficile affrontare questa.
    Wordsworth non sarebbe affatto contento di me, delle ore spese a meditare sull'importanza per l'uomo di non perdere la propria vulnerabilità di fronte alle grandi provocazioni della vita e di affrontarle con la stessa visione di un bambino, piena di curiosità e stupore e non mediata da alcuna remora.
    E' la ricerca della libertà, la stessa che ho rincorso nei posti e nelle azioni più disparate e che ora faccio fatica a riconoscere. Di fronte alla potenza di certe sensazioni, continuo a sentirmi inadeguato, timoroso quasi di sondare le mie emozioni fino in fondo e di accoglierle per come sono e per come, inconsciamente le vorrei.
    Abbiamo già superato questa fase, direi Il mio sorriso carezza il dorso della sua mano e poi si solleva verso la sua espressione leggermente perplessa. Forse è l'altezza a renderla così cauta, lo strapiombo sul quale i nostri piedi dondolano leggeri.
    Sono cosi abituato a sentirti chiedere qualcosa, che per tutto questo tempo il silenzio è stato quasi assordante Patetico tentativo di informarla che l'ho pensata, in modo assiduo, anche se suona leggermente cinico. Ma è vero che la sua logorrea non mi ha mai dato fastidio, neanche se sono immerso in una lettura che mi assorbe completamente perchè niente di lei mi appare inopportuno o eccessivo. Magari è questo che mi turba, la sua capacità di insinuarsi nei miei pensieri e modificare così macroscopicamente le mie abitudini, il mio sentire. Tutto.
    Beh eri comunque molto presa, tanto da non accorgerti che ti ho fissata per tutto il tempo. E' vero, ma non voglio apparire come uno che avanza pretese. Anche se mi sono trattenuto solo pochi minuti La verità è che avrei voluto vederla dirigersi subito verso il mio tavolo, dedicare a me le sue prime attenzioni. Poi mi sono detto che certe aspirazioni sono per gli sfigati, quelli che elemosinano qualcosa che non gli è dovuto e che tutta quella smania non mi appartenesse. O si? Nel dubbio sono uscito, prima che lei potesse accorgersi di me.
    Eppure, questo mio indugiare nel non lasciare andare la sua mano, sembra essere proprio tutto ciò da cui rifuggo. Però mi fa star bene, allontana quell'ansia che mi ha accompagnato per un'intera estate.
    Da quassù sembra tutto cosi in ordine. E' un panorama perfetto, una tela, eppure è solo apparenza, un'illusione. Non vi è traccia della vita che brulica tra quei rami o ai piedi degli alberi. Non si avverte alcun segnale della lotta cruenta che infierisce sotto la coltre scura del lago. Il mio sguardo si perde ben oltre quell'orizzonte.
    Di solito la gente vede ciò che gli fa comodo, non va mai oltre e a me sta bene così. Quando incontri qualcuno che non si ferma alla superficie, ti chiedi che scopo abbia, perchè sprechi tutte queste energie per saperne di più, malgrado sia ciò che tu voglia. Spero di aver risposto alla sua domanda, che indaga in profondità. E' un punto di stallo, un inaccettabile bivio che ho difficoltà ad attraversare, almeno fino a quando avremo superato la deriva di quel bacio, che in fin dei conti potrebbe non aver lasciato alcuna traccia in lei.
    Un disastro, si e lo sottoscrivo Torno a guardarla quasi con allegria proprio per questo non so mai cosa ti aspetti da me
    La sua impazienza mi fa sorridere. Quel tamburellare delle dita ed il ticchettio che le sue unghie smaltate imprimono sulla pietra mi dice molto di lei, ma non abbastanza su ciò che più mi interessa. Se fossi solo la distrazione di un attimo?
    Soffio tra le labbra un lieve suono di assenso. Finalmente avremmo qualcosa in comune.Ironicamente dolce e quasi soddisfatto per la sua ammissione. E' un buon punto di partenza il fatto che ambisca a stabilire un'intesa esclusiva con il sottoscritto.
    Ma andiamoci piano, Lawrence, potrebbe non voler dire niente.
    E ti arrenderesti così senza nemmeno tentare? Sei una strana grifondoro, Ross, lasciatelo dire. So di averla punta sul viso. Di prove che sia coraggiosa, ne ho fin troppe, a cominciare dal nostro inconsueto rapporto, a cui nn si è mai sottratta, nonostante ciò che il Castello pensi di me. Ormai la voce sui miei trascorsi si è sparsa e non ha contribuito a rendermi più simpatico, ma lei sembra non preoccuparsene. Io invece dovrei, prima di intraprendere un percorso senza via di uscita. Sempre che non sia già troppo tardi.
    Ho imparato a strimpellare qualche accordo con la chitarra. Non benissimo ancora, ma devo avere un orecchio musicale che ho sempre sottovalutato Un altro modo per dichiarare dove fossero indirizzati i miei pensieri, nel periodo in cui ci siamo visti Nessuno mi ha mai ascoltato, neppure Fey. Lei è un mostro con il pianoforte, mi sentirei a disagio. Ma con te potrei farlo, so che non mi giudicheresti
    Soprattutto perchè mi hai ispirato tu

     
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    Grifondoro
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    Davvero? E io che ero convinta che nel silenzio, tra i tuoi libri da salotto francese pieno di gente strafatta di oppio, la musica lugubre e la pioggia, ci stessi proprio bene. gli diedi una leggera spallata, parlando con un tono di voce troppo allegro e scanzonato perché Lawrence potesse prendermi sul serio.
    Del resto, nemmeno io avevo preso sul serio lui poco fa, anche perché l'ultimo mese lo avevamo trascorso a chiacchierare con quegli specchietti e sì, ero abbastanza certa che gli avesse fatto piacere.
    Del resto, c'è chi trova irresistibile il fascino dell'apatico depresso. lo provocai distogliendo gli occhi nocciola verso la superficie lucida del Lago Nero, certa che mi sarei tradita con una sola occhiata, se solo mi fossi soffermata per un attimo in più su quelle iridi di cui avevo imparato a memoria ogni più piccola sfumatura, sbirciandola nel mio specchio. Era sufficiente a fargli capire che lo trovassi irresistibile a mia volta, o dovevo essere più esplicita e non far suonare quell'affermazione come l'ennesimo, ironico battibecco?
    Era assurdo, avevamo trascorso ore a parlare di musica, di sport, degli Stati Uniti, dei compiti estivi che ovviamente avevo svolto per meno di un quarto, dei nostri professori e di alcuni compagni ma, adesso che lo avevo tanto vicino da sfiorargli il gomito con il mio, mi sentivo così schiacciata dal pensiero che il nostro bacio dello scorso giugno non fosse significato niente da non riuscire quasi a proferir parola.
    Allora devi aver fissato male, perché ti ho cercato finché non me ne sono andata.
    Avrei voluto che venisse da me, perché io lo avrei raggiunto di corsa senza riuscire ad attendere neanche un solo altro secondo. Avrei voluto che ne avesse bisogno, come ne avevo io, senza venire a rintanarsi quassù come se non fossi neanche tornata. Forse, però, anche questa era l'ennesima dimostrazione di quanto io e il Corvonero fossimo diametralmente diversi, del tutto incapaci di capirci l'un l'altra e diamine, questo aveva tanto il potere di distruggermi e farmi sentire una stupida, quanto quello di attrarmi come un potente Accio.
    Però devo ringraziarti, il panorama da quassù è uno spettacolo.
    Eccola lì, potente come un pugno in pieno stomaco, la profondità sorprendente ed inaspettata dei pensieri di Lawrence Oliver Randall, che si scontrava con la banalità delle mie riflessioni semplici ed infantili. "Il panorama da quassù è uno spettacolo", per Merlino, questo sapeva dirlo anche una bambina di cinque anni, mentre lui era qui che mi parlava di tele, di menzogne con cui si mascheravano di perfezione anche gli animi più tormentati.
    Di questo passo, sarai il primo bipede al quale Centauri chiederanno di unirsi a loro. gli sorrisi, ma mi affrettai ad aggiungere anche altro. Ma mi piace sentirti parlare così. Qualche mese fa non lo avresti mai fatto, neanche sotto tortura...
    La verità era che avevo un disperato bisogno di quella profondità, di quella lotta cruenta sotto la superficie che non avevo mai vissuto né conosciuto prima di arrivare qui, neanche a Ilvermorny o a Beauxbatons.
    A volte serve più coraggio per lasciar andare, che non per lottare. replicai alla sua battuta rivolgendogli un sorrisetto mesto, stringendomi nelle spalle con un brivido, scossa dalla brezza di quella notte settembrina. Sono talmente Grifondoro da dare più valore alla libertà che al possesso, Corvo.
    Non gli avrei mai tarpato le ali, neanche se questo avesse implicato la mia sofferenza. Questo valeva per chiunque e a maggior ragione per lui, che della sua libertà era stato già privato abbastanza; lui, che per me contava così tanto; lui, che aveva privato me della libertà di non desiderarlo con tutta me stessa.
    La chitarra non è mai stata il mio forte, mi ferisce le dita. ammisi, sgranando gli occhi per la sorpresa quando Lawrence se ne uscì con quella confidenza. Preferisco il piano anch'io, anche se Fey sarà sicuramente migliore di me anche in questo.
    Probabilmente anche la compagnia della strega dai fluenti capelli corvini sarebbe stata più appropriata, su questa torre affacciata sulla vista mozzafiato che avevamo di fronte, sotto questa luna che assisteva come un'indiscreta testimone ai nostri discorsi.
    Ma ok, Law, non vedo l'ora di ascoltarti. E' bello che tu abbia imparato...
    Avrei voluto dirgli che avevo ricominciato a scrivere, che il suo bacio aveva fatto sbocciare nuove parole su un terreno arido da oltre un anno, dove la musica aveva vagabondato solitaria e rabbiosa. Law era stato il mio approdo e anche Feyre... E io rischiavo di perdere entrambi solo perché, ancora una volta, realizzavo che una volta scesa dal palco non c'era proprio niente di speciale, in me.
    Non ti giudicherebbe nemmeno lei, comunque. Però mi piacerebbe sapere perché la tiri in mezzo ad ogni discorso. Stai cercando di dirmi qualcosa su voi due che devo tirare a indovinare? Puoi anche essere sincero e brutale, Law, posso sopportarlo.
    Mentivo, non potevo, ma ancora più insopportabile sarebbe stato vivere un solo altro istante di incertezza.
    Finalmente, poteva riavere indietro tutto ciò che mi aveva chiesto con quella poesia.
     
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    Corvonero
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    Che immagine decadente...La sua spallata mi fa oscillare appena e smuove la ciocca ribelle che mi copre metà volto. Per un attimo ho la piena visione della volta notturna, incredibilmente sgombra di nubi ed è l'unica percezione tangibile a cui posso associare il mio umore, sereno, pacifico e del tutto conciliante. Tuttavia, il sorriso che mi incurva le labbra è l'espressione di un benessere più profondo ed è il lembo di pelle che sfiora la sua a rivendicarlo, in una dimensione davvero inconsueta.
    Mi dipingi come un novello Verlaine, hai presente? E' retorica più che una domanda di cui mi aspetto una risposta Anche se devo ammettere che la figura dell' eroe maledetto mi calzi decisamente. O quello dello sfigato. E' davvero così che mi vedi?
    Rivolgo uno sguardo interrogativo al suo profilo incorniciato da chiome perlescenti, stupendomi per quella reazione istantanea di sconcerto. Tengo così tanto al suo giudizio, anche se ha un'espressione chiaramente ironica? Scuoto la testa e poi incontro lo sguardo più limpido che io abbia mai visto. Sfumature ambrate danzano in fluido amalgama cioccolato e sarebbe così naturale allungare la mano ed avvicinare quel viso al mio. Le mie dita si fermano a quella lucentezza dorata che scivola lungo i miei polpastrelli. Potesse leggere fra i miei pensieri, saprebbe quanti di questi la riguardano e quanto contrastato sia il mio sentire, che vaga fra ciò che desidero e ciò a cui non potrei nemmeno ambire.
    Noi due abbiamo un grave problema di comunicazione e so che, nella maggior parte dei casi, dipende da me. Una piega quasi amara mi increspa il sorriso. Sarebbe il momento adatto per dirle tutto, quando ancora niente è definito, quando non sono consuetudine certi gesti, quando persino baciarla mi sembra inopportuno.
    Non ho mai creduto di dovermi cercare tra le pagine di un libro, ora non posso più farne a meno. Prima del mio arresto non avevo dubbi su chi ero, su quanto valessi ed ero capace di spingermi oltre i limiti con un'incoscienza cieca e pericolosa. Del resto sono cresciuto in un ambiente in cui ogni debolezza è vista come una mancanza e punita molto severamente. Non ho mai permesso che questo accadesse a me. Un istintivo bisogno di spalancarle la porta della mia coscienza, mi tramuta in un fiume in piena, un flusso inesauribile di parole che non cerco di controllare come sono assuefatto a fare. Poi tutto è crollato, è mutata ogni prospettiva. Di colpo sono diventato un numero da incasellare in un sistema. La mia voce persa fra quelli di mille altri, le mie esigenze non contavano più un cazzo e sono scomparso. Non ero più niente e se provavo a ribellarmi, venivo schiacciato ancora di più. E' sempre doloroso rivivere certe sensazioni, anche se non mi sottraggo e mi impongo di proseguire. Ho rischiato di impazzire o peggio, perchè non vedevo una via di uscita. Non dormivo, le voci dentro e fuori di me, durante la notte si amplificavano e mi impedivano di riposare. Eravamo tutti nella stessa barca, ma alcuni reagivano peggio di altri e li dentro non c'era un attimo di pace. Poi il mio istinto di sopravvivenza ha avuto la meglio e nella maggioranza dei casi, mi ha permesso di rendermi invisibile. O meglio, la salvezza è arrivata attraverso le pagine di un libro. Non ricordo nemmeno quale, ne ho letti così tanti. Torno a guardarla e l'unico senso di incertezza è nel modo compulsivo con cui stringo le mie mani. Le nocche sbiadiscono mentre comprimo le dita in un pugno. I fantasmi tornano ad affacciarsi e rivivo il medesimo terrore.
    Da allora leggere è il mio rifugio, la mia evasione ed anche la mia terapia d'urto. Mi trovo molto più a mio agio tra le parole scritte che con i miei simili I miei muscoli si distendono e chiudo gli occhi per un momento espirando rumorosamente. Infine torno a sorriderle.
    Ora puoi darmi del depresso con qualche cognizione di causa, grifondoro. Sappi però che sei l'unica persona a cui ne abbia parlato. Questo è un altro merito che ti riconosco
    Quanto sarebbe stato meglio dirle che non avrei mai voluto qualcun altro con cui confidarmi davvero? Perchè alla fine, sotto quell'aria fintamente svagata, cela una profondità che mi incuriosisce e che inevitabilmente centra il punto della nostro rapporto.
    Sono tentato di crederti. Pensi davvero che fra me e la Starfoll potrebbe mai esserci qualcosa di più di una solida amicizia? Io per esempio, non demorderei se per esempio si facesse avanti con te, quel Friday Non so perchè mi sia venuto in mente proprio lui. Un tipo strano, forse più di me, di cui Annie mi parla a volte.
    Io e la Starfoll siamo troppo simili per essere qualcos'altro. Ho dell'affetto per lei, in tante cose mi riconosco, ma non riesco a vederci altro. E lei la pensa esattamente come me. Poi scusa, non ha una specie di storia con Dustin ? Il pensiero di quel piccoletto che le scodinzola dietro è uno dei misteri che non ho mai affrontato con la Corvonero, plausibilmente perchè ritengo che ognuno debba viversi la persona che preferisce. La mia, per esempio, è così vicina che potrei dimostrarglielo. Potrei quindi annullare la distanza che divide inostri due profili fino ad avvertire il soffio del suo respiro.
    Sono decisamente sincero e brutale, quando dico che ho voglia di baciarti da almeno due mesi. Sei sicura di poterlo sopportare?
    Dovrei aspettare una risposta, ma perderei l'attimo, quello in cui raccolgo la sua nuca nel palmo della mia mano e incontro le sue labbra.


    Edited by Lawrence Randall - 17/3/2024, 18:26
     
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    Ovviamente non avevo la più pallida idea di chi fosse Verlaine, ma avrei giurato che fosse uno dei poeti di quell'epoca letteraria tanto bizzarra. Non ne avrei saputo niente, se non lo avessi studiato nel periodo che avevo trascorso a Beauxbatons, durante una lezione di Storia della Magia, in cui ci avevano fatto indossare i costumi dell'epoca e fatto vivere alcune "visioni" simili a quelle che i letterati maledetti si autoprovocavano con delle particolari pozioni da assumere o da inalare.
    Tra eroe e sfigato esiste la via di mezzo dell'anima poetica e tormentata che muoio dalla voglia di scoprire. gli risposi lasciando che fosse il mio sorriso, a confessargli quanto quel lato di lui mi incuriosisse e mi ammaliasse.
    Lawrence era un ragazzo schivo, estremamente riservato, silenzioso e solitario, ma proprio per questo la sua essenza era tanto più preziosa quanto fuori portata. Come un'impavida Cappuccetto Rosso, mi addentravo nel fitto di quella coltre d'alberi che celava i suoi tesori agli sguardi più superficiali, un'esploratrice del buio, sapendo che non sarei stata più la stessa di quando avevo mosso il primo passo. L'unico pericolo che potessi correre era quello di smarrirmi, ma mi bastava soffermare lo sguardo in quello di Lawrence per qualche istante di troppo, per rendermi conto che mi ero ormai persa da un bel po' e non avevo alcuna intenzione di fuggire o tirarmi indietro.
    A poco a poco, nei meandri della sua oscurità, Lawrence mi stava conducendo per mano, come se lui per primo non temesse più di mostrarmeli. Lo fece anche adesso e mi colse talmente di sorpresa da stordirmi, scendendo ad un livello di profondità che non avevamo mai raggiunto e condiviso... E infatti mi mancava il respiro ed il gelo che sentivo correre lungo le ossa era lo stesso che avrei provato se mi fossi immersa nel Lago Nero. Eppure non potevo farne a meno, perché di Lawrence desideravo anche gli abissi più celati, se poi per stargli accanto laggiù o per portarlo in salvo verso la luce... Questo non era ancora chiaro nemmeno a me.
    Law... esalai con un filo di voce tremante, vedendo con gli occhi umidi ciò che lui aveva deciso spontaneamente di mostrarmi: la maschera di sfrontatezza con cui si mostrava al mondo prima che gli crollasse addosso, quella che anch'io avevo conosciuto la prima volta che ci eravamo parlati; la solitudine che lo aveva indotto a commettere l'errore, quale che fosse, che lo aveva portato nel riformatorio magico di cui non avevo mai osato chiedergli; il tormento, quello più vero, che ancora lo sconvolgeva e lo gettava nell'incubo da cui solo le pagine di un libro potevano salvarlo.
    Mi dispiace, non volevo... Lo sai che parlo a vanvera nove volte su dieci, non... Scusa. E grazie, per avermelo detto.
    Essere la sola con cui si fosse aperto tanto era un onore di cui non mi sentivo meritevole, se poi finivo per farlo sentire preso in giro su una questione tanto delicata.
    Ne ero talmente sopraffatta da non riuscire a dire altro, per il momento. Cosa c'era da dire? Avrei solo voluto stringerlo e farmi carico del suo dolore, anche solo per un po'.
    Invece il nome di Friday stridette nella nostra intima conversazione come una macchia di sugo su un abito immacolato, facendomi sfuggire un accenno di risata sorpresa.
    Oh, intendi il Friday con cui non ho nessun contatto da prima della fine della scuola e che di certo non mi sono portata a letto? lo sfidai con un cipiglio vagamente provocatorio, mentre appoggiavo il fondoschiena al parapetto e mi voltavo definitivamente verso di lui.
    Era davvero un peccato, abbassare il livello della conversazione in questo modo, dopo quello che mi aveva appena confidato.
    E non lo so cosa c'è tra Feyre e Justin, né se c'è ancora, non so niente di niente, visto che quando le ho scritto per dirle quello che era successo tra me e te è sparita e non ho più sentito neanche lei. ammisi infine, certa che la Starfoll ce l'avesse a morte con me e che non avrei avuto pace, finché non fossi riuscita ad affrontarla. Per quanto ne sapevo, adesso lei stava con Lawrence e lui stava solo cercando un modo carino e gentile per dirmelo.
    Invece mi disse tutt'altro, cogliendomi ancora una volta alla sprovvista. Non vedeva in Feyre ciò che mi ero convinta di aver visto io, tra loro due. Se lei fosse stata d'accordo o meno, invece, era qualcosa che avevo bisogno di sentire direttamente da lei.
    C'era tuttavia un'altra risposta, che stavo cercando. Cosa vedi in me?, un quesito che mi ponevo da quando avevo smesso di essere Sunshine, una volta scesa dal palco scenico. Solo Annie era sufficiente?
    Sono decisamente sincero e brutale, quando dico che ho voglia di baciarti da almeno due mesi.

    Ebbi solo il tempo di sentire uno strappo all'altezza dello stomaco, accompagnato da un formicolio che si propagò lungo la schiena e fino alla base della nuca, nell'istante in cui la sua mano la racchiuse e le sue labbra furono sulle mie.
    Nell'istante in cui chiusi gli occhi, ogni parola della poesia che avevo imparato a memoria e che mi aveva dedicato per il mio compleanno mi esplose in testa, assieme alla disperazione dei momenti più bui che aveva condiviso con me pochi minuti prima.
    E la mia anima incontrò la sua, proprio lì sulle sue labbra, mentre in cambio si prendeva la mia, il mio sonno, i miei sogni, la mia calma, la mia vita che non sarebbe stata più la stessa, il mio tempo, a prescindere da cosa ne sarebbe stato di noi due, mentre le mie dita scivolavano tra i suoi capelli e si aggrappavano alla sua felpa scura.
    E tu? Puoi sopportare che ogni prospettiva muti di nuovo? Perché per me non sei invisibile, Law, non lo sei mai stato.
     
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    Non sono sicuro che ci sia qualcosa di così nobile da scoprire. La mia fronte si increspa in un'espressione di ironico stupore che assottiglia il mio sguardo. Per tutti sono un enigma avvolto nell’ombra, come un libro dai fogli sbiaditi e le pagine in parte strappate. La mia riservatezza è un muro di pietra, ma lei, curiosa e affamata di mistero, non può fare a meno di scrutare oltre quella superficie scabra. Gliel'ho appena permesso, contravvenendo ad ogni mia regola. Mi sono appena esposto, consegnando la mia anima e non ha fatto niente per impormelo, non ha nemmeno provato ad indagare. E' bastato il suo sguardo, il limpido riflesso del suo candore, l'interesse senza scopi delle sue labbra sulle mie. E' disarmante consegnarle le chiavi del mio mondo ed anche una grande responsabilità condurvela, perchè sarò costretto a mostrarglielo tutto, un viaggio ancora più in profondità, tra alberi nodosi e sentieri nascosti. Non è possibile prevedere cosa troverà, oltre i confini della sua normalità. Possibile che si scoprirà inorridita e tentata di fuggire via. Possibile, che a quel punto, i suoi occhi così lucenti si ammenteranno della stessa oscurità che adombra i miei.
    Ma ormai ho sciolto gli ormeggi, incapace di fermarmi con razionale giudizio e me ne accorgo forse troppo tardi, quando un velo di tristezza spegne quel sorriso capace di irretirmi.
    E' giusto che tu sappia chi sono veramente. Tutto quello che ho vissuto, l'ho cercato spavaldamente, perchè sono davvero lo stronzo che descrivono . E dovrei impedirti di avere a che fare con me Sono tentato di ritrarmi, di allontanarla da me, come faccio con chiunque.
    Io sto imparando a prenderti molto sul serio, invece. Tra le righe strampalate dei tuoi discorsi, ho sempre trovato molta coerenza, una sincerità autentica priva di schemi e di barriere. Nel momento in cui cedo all'impulso di riprendere la sua mano, capisco di aver fatto la mia scelta.
    Ancor prima di quel bacio rimandato così a lungo, ho in qualche modo fatto prevalere le mie intenzioni, tirando fuori un nome a caso, fra quelli di coloro che potrebbero privarmi della sua attenzione. Si diventa puerili in certe occasioni, ostinati come bambini capricciosi nel marcare il proprio territorio.
    Avresti potuto portarti a letto chi volevi, non avrei avuto niente da recriminare. Sebbene sia vero, non posso fare a meno di registrare una specie di spasmo di disappunto all'idea. Cazzo se non l'avrei tollerato, sostanzialmente però Annie non aveva vincoli nelle sue decisioni e io avrei dovuto semplicemente accertarlo. Per quanto riguarda Fey La battutina sarcastica della Ross era arrivata diritta come una saetta ed indubbiamente me l'ero cercata. E' accaduto senza un vero motivo e soprattutto nessuno dei due lo ha predeterminato. In quel momento non sapevo che qualcuno avrebbe avuto da ridire Arriccio le labbra guardandola con il capo inclinato e sfido quel tenero ghigno con una punta di soddisfazione, che mitigo lisciandole una guancia con la punta del pollice.
    Invece mi giunge nuova la notizia che la Starfoll ce l'abbia con Annie per via di quell'episodio. Tra me e la corvonero era sempre stato tutto molto chiaro. Le parlerò se pensi che sia necessario, ma sono convinto che non si tratti di questo. Possibile che abbia la luna storta per qualche altro motivo, non sarebbe la prima volta. Sul momento non gli avevo dato il peso necessario, ma la bruna mi teneva a distanza. Di sicuro avrei trovato il momento opportuno per chiedere spiegazioni, sempre che fosse disposta a darmene. Ciò che era accaduto in sala comune, aveva rappresentato il punto di svolta per varie situazioni. Mi ha permesso di allacciare un rapporto di amicizia in cui non credevo più e soprattutto mi ha consentito di avvicinarmi ad Annie, come non avrei mai neppure immaginato.
    Ed ora sono alle prese con sensazioni del tutto sconosciute, virgole di piacere che non ho mai raggiunto sulle labbra di nessuna. Il sapore delle sue mi inebria dal primo istante in cui le ho sfiorate, ma ora sento che non sarà più un momento fine a se stesso. Ho stabilito una connessione inedita, una risposta alle tante domande che mi hanno afflitto durante l'estate, una piccola certezza. È un'esplosione di calore, un'onda di dolcezza che travolge, un'urgenza, una promessa, un legame che si rafforza. Gli occhi chiusi, i sensi si amplificano, ogni respiro, ogni tocco, diventa un linguaggio nuovo. Ci comprendiamo perfettamente in questo intermezzo.
    E la sola prospettiva che rincorro da tempo, quella a cui ho dedicato molti pensieri, durante la nostra separazione. La mia fronte rimane accostata alla sua ed è già una distanza di cui mi pento. Neppure l'aria umida della notte disarma la volontà di non interromper quel filo invisibile che ci tiene vicini e le mie braccia sono l'unico riparo su cui possa contare.
    Sei sicura di volerlo? Io voglio provare ad essere come mi vedi tu, qualcosa di più del riflesso che intravedo nei tuoi occhi, più simile a ciò che sento quando non sono così lontano dalla tua bocca E ancora il contatto tanto agognato, una corrispondenza che travalica ogni descrizione poetica. E' emozione pura a fior di labbra, un'intesa che sfugge a qualsiasi legge e che ha il suo perchè solo per noi due.
     
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    Era come se tutti i profumi più deliziosi del mondo si fossero concentrati in questa minuscola porzione di universo tra il mio respiro e quello di Lawrence, profumi dolci ed inebrianti che danzavano nella brezza di questa notte di settembre.
    Avrei potuto respirare nel tepore di questo contatto fino alla fine dei tempi e non me ne sarei nemmeno accorta, cristallizzata con il Corvonero in questo frammento di fine estate, ad accarezzare il tessuto della sua felpa ed i suoi capelli corvini intrappolati tra le mie dita.
    Difficile ai limiti dell'impossibile, riuscire a decifrare i pensieri del mago newyorkese prima che prendessero forma in eleganti voli pindarici d'incantevole linguaggio direttamente sulla sua bocca, investendomi di sorpresa e di un piacevolissimo calore, che si dipanava dal centro dello stomaco e mi distendeva le labbra in un sorriso.
    Stai cercando di chiedermi in un modo molto contorto e quasi incomprensibile se voglio che tu sia il mio ragazzo, Randy? non potei fare a meno di prenderlo bonariamente in giro, lasciando che fossero altri baci a sancire senza alcun equivoco la mia risposta, in un crescendo di intensità ed ardore che mi accelerarono il battito ed il respiro.
    Non avevo mai provato niente del genere, né lo avevo mai desiderato o immaginato, prima che il misterioso Corvonero spiegasse le sue ali d'inchiostro nel mio cielo limpido e senza nuvole.
    Da quel giorno il mio animo era tempesta e non c'era riparo a cui anelassi, se potevo vivere un tumulto così potente e ricambiare con la stessa intenzione, perché anche lui lo voleva.
    Comunque sì, sono sicura... soffiai in un sussurro divertito e scomposto, facendomi piccola nell'abbraccio in cui Lawrence mi teneva avvolta e al quale avevo pensato per tutta l'estate, domandandomi se me lo meritassi e se lui ne avesse avuto bisogno quanto me.
    Eravamo talmente agli antipodi da tenerci perfettamente in equilibrio solo se eravamo insieme, io che compensavo con la mia allegria i meandri più cupi e tormentati della sua personalità e lui che arricchiva di potenza e significato, con la profondità del suo essere riflessivo, la leggerezza di cui erano fatte le mie costruzioni mentali.
    Ma proprio per questo devo essere io a parlarne con Feyre. aggiunsi molto tempo dopo, quando il sapore dei baci dell'Americano mi ebbe stordita e saziata abbastanza da potermene separare per una manciata di secondi. Non sei un capriccio o un giocattolo per cui battere i piedi e avere "da ridire" se la mia migliore amica ci si diverte al posto mio. Non avrei mai fatto una cosa del genere, se tu per me non fossi importante sul serio. ci tenni a specificare, consapevole di non poter più rimandare un confronto con la figlia di Rowena alla quale tenevo così tanto.
    Avrei atteso il momento più opportuno e le avrei parlato senza bisogno di intermediari, scusandomi per i sentimenti che mi erano esplosi nel petto fino a raggiungere ogni singola cellula, senza che riuscissi a negarli o a trattenerli.
    E se davvero da parte sua non c'è niente come sostieni, ho bisogno che sia lei in persona a dirmelo.
    Mi strinsi nelle spalle e fui attraversata da un brivido improvviso, con cui mi strinsi ancor di più a quel corpo che era fatto di calore e vita, un desiderio che si realizzava e concretizzava sotto le mie dita dopo essere stato tanto a lungo relegato unicamente ai miei pensieri.
    E tanto per essere chiari... La nobiltà non fa per me, perciò credo che per te sarà molto difficile impedirmi di Appellare un paio di coperte pesanti e stenderle qui per rimanere con te fino a domattina. allungai le labbra in un sorriso acceso di ironica malizia.
    Dopo le ore trascorse a parlare con lui attraverso gli specchietti fino ad addormentarmi, mentre nel cielo scozzese spuntava l'alba, non mi sarei mai negata una notte intera con il Lawrence Oliver Randall in carne ed ossa, con le labbra a portata delle mie per concedermi tutto ciò su cui, guardandole nel riflesso, per due mesi avevo solo fantasticato.
     
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    E' una notte strana, di quelle che la tua mente vagheggia come un ideale, ma che non cerchi e non premediti di sicuro. Il tempo assume connotati effimeri. Lo vivo nell'armonico divenire di un cielo mutevole in cui la luna sembra percorrere la sua traiettoria, ma potrebbe essere benissimo immobile in un istante infinito e sarebbe la fragile rappresentazione di un desiderio. Sto bene ed è già qualcosa di cui mi stupisco, completamente calato in una realtà che espande le mie sensazioni e le amplifica ad ogni tocco delle sue dita, ad ogni bacio, ad ogni inflessione della sua voce.
    E' facile confessare il disagio di una vita al limite e di pensieri contrastanti che fluttuano tra il bene ed il male. Lei ascolta, capisce e non giudica. Io mi perdo in considerazioni che ho sempre ritenuto talmente intime da non aver alcun interesse a confidare. E' la smentita di un pregiudizio che non sono disposto a perdonare a me stesso. Io sono così, non provo nemmeno a cambiare, tanto nessuno può comprendere. Invece lei lo fa, con la disinvoltura del suo sorriso e sembra essere tutto molto naturale.
    Ti sorprenderebbe? Avvolti nelle coperte, sotto il cielo stellato, ci scambiamo un calore persistente che si confonde con quello che, lentamente, attenta alla mia ragione. Che io voglia stabilire dei confini? Non trovo le parole adatte, faccio fatica a definire ciò che voglio, perchè so che non mi è dovuto e che anzi mi sia capitato senza che me lo meritassi. Una ragazza come lei è una concessione fin troppo benevola che la vita mi fa, dopo averla sprecata in molteplici, stupide attività senza costrutto.
    Confini non invalicabili mi affretto ad aggiungere se ti sentissi costretta o infelice. Strofino la mia guancia sulla sua.
    A costo di sembrarti schifosamente romantico, il pensiero di avere le tue attenzioni, rende migliori le ore in cui prima speculavo su quanto stessi bene nel mio guscio. Ora è tutto diverso, ci sei tu a distrarmi dalle congetture, piuttosto spesso. Ma non è una questione di possesso. Non ti chiedo di rinunciare a niente, per me, ma a darmi solo ciò che senti. Tremendo. Non è mai stato così complicato esprimere un concetto. E' pur vero che non ho mai provato niente del genere per nessuno e quindi non ho mai dovuto esternare le mie priorità tanto apertamente.
    Io non ho mai sperato in niente, non davvero. Nemmeno quel giorno sulle scale, davanti all'ingresso del tuo dormitorio, ho creduto che potesse esserci un futuro per le mie aspettative. Ho imparato che non si può pretendere, ma tu continuavi a ritornare in ogni ragionamento, non rendendolo più tale Le dico un attimo prima di sollevarti il mento e volgerlo in modo da posare sulle sue labbra un bacio morbido e fugace Ti voglio nella mia vita, fino a quando sarai disposta a rimanerci e quindi potremmo stare insieme, si Sembra già meglio, ma se le facessi sentire ciò in cui annaspo così clamorosamente, magari non ci sarebbe bisogno di altre parole. Non sono timido in questo, nelle carezze e nei baci, solo più attento e consapevole della sua presenza e del bisogno che svisceriamo con una tenerezza del tutto nuova. Ne ho cura e rispetto, io che non ho mai pensato che a me stesso, ripiegato nel mio egoismo e pronto a soddisfare solo i miei istinti. Ho la certezza che Annie sia un nuovo capitolo della mia storia, in cui far emergere quella parte di me che ho protetto a costo di annientarla, per impedirmi di esserne ferito. Lei è quella giusta e io posso esserlo per lei, non esiste un'altra persona che mi ispira queste convinzioni.
    Si tratta di un equivoco. Proseguo dopo aver annuito alla sua volontà di chiarire personalmente con Feyre. Non vorrei essere stato troppo frettoloso nel confondere la tranquillità della Corvonero nei miei confronti come un completa aderenza di opinioni, mentre nascondeva del disagio. La nostra intesa funziona proprio perchè abbiamo chiarito le rispettive posizioni e perchè non ci sono stati strascichi fra noi. Sono convinto che ti dirà le stesse cose Mi sorge appena il dubbio che io abbia dato per assodato qualcosa che riguardava solo me e che non abbia davvero ascoltato ciò che la Starfoll voleva. Ma è una nuvola passeggera. Ho passato con lei molto tempo l'estate scorsa e mi sarei accorto se la nostra nascente amicizia fosse il risultato di un'errata interpretazione da parte mia.
    E' pur vero che i miei pensieri, in quel periodo, erano fortemente indirizzati verso la bionda creatura che stringo tra le braccia, nell'amletico dilemma di come si sarebbe sviluppata la nostra reazione. Ora che ho la certezza che per noi ci sarà un domani, non voglio commettere l'errore di sottovalutare l'importanza di ciò che sento per Annie.
    Potrei tenerti qui molto più a lungo di una notte, se l'universo ce lo permettesse. Questa vista non mi è mai sembrata così amichevole come oggi e sembra proprio che tu sia la responsabile di tutto.
    Potrebbe cadere il cielo, per quanto mi riguarda. Niente al mondo potrebbe impedirmi di sentirmi finalmente nel posto giusto.
     
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