Una notte da leoni

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    Era notte fonda, forse le tre o le quattro, non seppe definire quale fosse l’ora corretta data la stanchezza, le ronde non erano necessarie ma ogni tanto, quando veniva richiesto nessuno poteva sottrarsi. Un dovere come un altro, solo molto più seccante degli altri. Strinse le spalle nel cardigan color castagno, i corridoi erano freddi e angusti, impossibile non provare disagio o paura in un posto come quello, soprattutto privato dalle risate degli studenti. Si presupponeva che tutti fossero nei loro letti al caldo e al sicuro, cullati dal sonno profondo in sogni meravigliosi. Indigo se bene desiderasse perdersi anche lei nel calore del proprio letto, non avrebbe mai abbandonato i propri doveri, troppo severa e orgogliosa per cedere al sonno e alla pigrizia. Dunque, con la bacchetta stretta tra le mani, iniziava la ronda del corridoio del terzo piano, la luce della Luna attraversava le finestre di arco in arco, illuminava d’argento le mura in pietra donando al corridoio una parvenza quasi onirica. Ne rimase affascinante provando per un secondo un piacere estremo nel far parte di tutto quel contesto così speciale, un senso di appartenenza che provava solo tra le mura del castello. Si lasciò guidare dal proprio passo quando uno strano sibilo ridusse il suo passo pian piano fino ad arrestarlo. Guardò prima a destra e poi a sinistra tentando di indentificare il luogo da dove lo strano rumore proveniva, oltrepassò la prima porta, da lì nessun movimento sospetto. Avanzò lenta verso la seconda porta, lentamente sfiorò la maniglia e con un click l’aprì.. l’aula all’interno era vuota, nessun cenno di presenza o di fantasmi. Immaginò subito qualcuno dei suoi studenti nascosto in una delle tante aule del castello, molti di loro lo facevano spesso, per questo esistevano le ronde, per evitare che qualcuno si mettesse nei guai ma puntualmente, a causa anche dell’enormità del castello, non venivano quasi mai scoperti.. quasi. Quasi perché quando accadeva le punizioni erano sempre fantasiose, talmente fastidiose da liberare le loro menti da qualsiasi idea folle sopraggiunta in futuro. Richiuse la porta delusa quando l’ennesimo rumore le fece accapponare la pelle, un piccolo lamento simile ad un pianto iniziò insistentemente a propagarsi per tutto il corridoio. Non era poi tanto convinta si trattasse di qualche studente, al contrario. Il pianto insistente aveva un qualcosa di ultraterreno, un lamento gracchiante fastidioso e insistente. Restava solo una stanza da ispezionare, un piccolo stanzino in fondo al corridoio, uno di quelli che spesso contenevano scope o chissà cosa, si avvicinò lentamente stringendo prepotentemente la bacchetta e non appena fu giunta quasi sulla soglia si arrestò affinando l’udito. -Perché.. perché proprio a me. Io illustre mercante di spezie, io uno dei maghi più potenti dell’intero mondo magico chiuso qui dentro e condannato alla dannazione eterna.. MA PERCHE’- incuriosita comprese che chiunque fosse all’interno dello stanzino doveva essere di sicuro una creatura, un fantasma forse. Le urla però erano troppo forti per ignorarle, doveva necessariamente fare qualcosa perché di sicuro avrebbero svegliato l’intero castello. In effetti forse qualcuno avevano già svegliato, alle sue spalle dei passi lenti annunciarono l’arrivo di qualcuno, curiosi forse.. Sbuffò. “Fate silenzio, non dobbiamo svegliare tutto il castello” disse portandosi un dito sulle labbra. “Visto che ci siamo, apro la porta ok? Restate indietro”. Tanto valeva coinvolgere tutti già che c’era, decisa a tornare nel suo letto al più presto, tirò giù la maniglia e spalancò la porta.

    Ciò che si palesò davanti ai presenti non era un comune fantasma, un uomo piccolo e paffuto vestito con abiti pregiati, un pantalone alla feudatario con trama damascata, un vistoso jabot adornava il collo, sulle dita delle mani vistosi anelli con gemme preziose, la cosa più particolare del fantasma era la sua statura, sembrava quasi esser stato rimpicciolito del tutto raggiungendo le misure di un Oompa Loompa. Indigo trattenne una piccola risate, non voleva essere scortese e di certo non poteva offendere il piccolo fantasma per il suo aspetto particolare, sorvolò sul taglio a caschetto nero e riprese il controllo di se stessa. “Possiamo fare qualcosa per te? Le tue urla stanno svegliando tutti, che cosa ti è successo?”. Il fantasma per la prima volta sembrò accorgersi dei presenti, con gli occhietti vispi passò su ognuno di loro soffermandosi su quelli della professoressa. -Voi potete davvero aiutarmi? Il fatto è.. il fatto è che non ricordo niente. Nemmeno come sono morto. Mi sono risvegliato qui e guardatemi!- scoppiò a piangere nuovamente.. Indigo allora decise che forse era giunto il momento per prendere in mano la situazione “Visto che ci siamo, lo aiutiamo?” disse rivolta ai presenti.

    Ciao a tutti
    Apro questa role per tutti, chiunque voglia partecipare è il benvenuto. Se vi fidate, ho un'idea carina su come sviluppare la storia del fantasma, dunque interagite con lui ma aspettate che sia io a muoverlo, per il resto siete liberi di fare tutto quello che volete.


    Edited by Indigo Starling - 2/3/2024, 12:25
     
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    Grifondoro
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    Uscii con uno sbadiglio dalla stanza delle necessità, aspettando che Justin mi raggiungesse
    <Bel lavoro tappo> allungai le braccia verso il soffitto <Stai migliorando, almeno non diventi più verde quando corri> lo presi bonariamente in giro. Da qualche tempo usavamo la stanza delle necessità per allenarci la sera. Lui voleva migliorare il suo fisico e io volevo continuare a tenermi in allentamento. I primi giorni erano stati un misto tra il comico e il patetico; mentre lo guardavo approcciarsi agli esercizi e avvicinarsi alla morte un piegamento dopo l’altro, cambiando colore in volto ogni volta che doveva far qualcosa di nuovo. Ma non ci eravamo arresi e adesso la cosa era leggermente migliorata, di poco, ma era meglio di niente.
    In più era un occasione per conoscerlo un po', magari potevo dargli pure qualche consiglio in altri ambiti...
    <Ricordami di accompagnarti ad Hogsmeade, così diamo una sistemata a questi capelli. Francamente sembri un barboncino> alzai un sopracciglio <Strano che Feyre non abbia già provveduto> la Corva e il Tasso sembravano la strana coppia, ma a quanto pareva funzionavano discretamente e io non ero nessuno per giudicarli. Mi avviai verso le scale, pronto ad andarmene finalmente a letto, dovevano essere quasi le tre ormai
    <Durante le vacanze devi comunque fare qualcosa, altrimenti saremo di nuovo punto e a capo> si lo so, stavo rompendo il cazzo a quel povero ragazzino, ma aveva chiesto lui il mio aiuto. Con la bacchetta illuminata facevo strada, attento ad eventuali rumori di passi.
    Stavo per salutare il tappo, quando qualcosa attirò la mia attenzione <Che diavolo..?> sembrava un pianto disperato. Senza pensarci due volte mi diressi verso la fonte del suono, il tasso alle calcagna
    <Cazzo> mormorai, trovandomi di fronte quello schianto della Starling, ma non provai nemmeno a giustificarmi, visto che ci intimò il silenzio mentre apriva la porta. Veloce la raggiunsi, osservando la scena che si palesò davanti a noi
    Un fantasma pigmeo vestito di tutto punto, che piangeva a dirotto. Guardai Juss, la prof e di nuovo il fantasmino
    <Come fa a non ricordare niente? Prima stava dicendo che era un mercante> o ero così scemo da aver capito male? Possibile. Annuì alla donna, quel poveretto mi faceva pena.
    <Ovvio, questa non me la perdo> chissene delle lezioni del giorno dopo, quello era sicuramente più divertente

     
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    Tassorosso
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    Per tutta la vita, guardandomi allo specchio, ho pensato che non valesse neanche la pena tentare di rendere presentabile lo gnomo che vi ho sempre visto riflesso. Una causa persa, ecco come mi sono sentito per quasi tutta la vita, rassegnato a puntare su mente e spirito, perché con il corpo non c'era possibilità di recupero.
    Poi sono arrivato a Hogwarts e ho incontrato André, che mi ha fatto capire che i limiti esistono solo per essere superati e le catene per essere spezzate. Ho conosciuto Feyre quasi contemporaneamente e ho iniziato, grazie a lei, a desiderare di vedere quello gnomo trasformarsi in qualcosa di meno grottesco, in qualcuno che facesse provare alla Scozzese qualcosa di simile a ciò che sento io, guardando lei.
    Tra il dire e il fare, è risaputo, c'è tuttavia di mezzo un mare di fatica e frustrazione. Ecco che entra in gioco Hunter, la mia fata madrina personale, il traghettatore che mi condurrà attraverso le onde di quel mare in tempesta fino a chiare e dolci sponde in cui, finalmente, potrò specchiarmi e assomigliare un po' a lui.
    Quasi mi manca intonarmi al colore della tua maglietta, Lattughino ridacchio nel rispondere allo sguardo del Grifondoro senza avere, per una volta, gli occhi fuori dalle orbite.
    Ok, ho ancora un fiatone che neanche mia nonna e sto sudando anche l'acqua con cui mi hanno battezzato, i riccioli madidi appiccicati alla fronte e la maglietta pezzata praticamente ovunque.
    A lei piacciono i miei capelli... Credo replico all'osservazione di Hunter sui boccoli che mi incorniciano il viso, arrossendo al pensiero che potrebbero non andare bene nemmeno quelli.
    Ma ok, andrò a Hogsmeade e vedrò cosa poffho fare. Di sicuro, non approfitterò mai più dei servigi di quefhta fhtanza diabolica.
    La sedia da barbiere impazzita che mi ha rasato il centro della testa come se fossi stato un frate francescano, mandandomi in giro per la scuola con il berretto calato sulle orecchie per un mese, popola ancora i miei incubi più spaventosi.
    Comunque, Hunter, credo di non averti mai ringraziato come si deve. C'è un grande cuore, sotto tutti quei pettorali fhcolpiti.
    E' quasi l'ora di separarci per tornare nei nostri rispettivi dormitori, quando un urlo disperato proveniente da una stanza poco lontana da noi mi fa trasalire.
    Cerco di tenere il passo del mio personal trainer, ma arranco dietro di lui e lo raggiungo dopo un paio di secondi, solo per scorgere la professoressa Starling alle prese con... Cos'è, esattamente?
    Certo... E quando mi ricapita?
    Faccio eco ad Hunter ed accetto di buon grado l'invito dell'avvenente prof di Incantesimi.
    Se la aiutiamo adeffho, domani non ci interroga, vero? tento di accertarmi, anche se l'avrei aiutata comunque: certe esperienze si possono vivere solo nel mondo magico e rinunciarci sarebbe davvero stupido.
    Come ti chiami, amico? Qui sei tra amici, sai? Non ti succederà niente... Io sono Jufhtin, lui è Hunter e la signora è la profeffhoreffha Fhtarling. Qual è l'ultima cosa che ricordi?
     
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    Fuori dall'infermeria il silenzio è quasi irreale, ed ho intenzione di goderne il più possibile. Quando passi ore in compagnia di adolescenti ululanti tentando di guarirli e consolarli, qualsiasi istante di pace diventa paradisiaco ed un cazzo di balsamo per le mie povere orecchie.
    Il turno di notte è iniziato col botto: sette ragazzini Serpeverde sono corsi qui lamentando forti crampi allo stomaco, hanno detto di aver mangiato come gli altri a cena quindi o sono stati sfortunati nel ricevere un pezzo di verdura andata a male o mi hanno mentito e si sono infilati in bocca un sacco di caramelle prima di scendere in Sala Comune. In ogni caso, nulla che un po' di pazienza e infuso di radici d'Afrodite non possa guarire.
    Dopo qualche ora di pianti e un paio di vomitate, se ne sono tornati al nido sfatti come dopo una partita di Quidditch, lasciandomi sola col pavimento da pulire. Adoro lavorare di notte. Coi ragazzini, soprattutto.
    In realtà adoro prenderli in giro quando si presentano con le esilaranti conseguenze di qualche pozione andata storta, e mi piace credere che anche alcuni di loro si siano affezionati a me, nonostante tutto. Alcuni un pochino mi piacciono, sanno essere dolci e simpatici, altri li prenderei a schiaffi sulle tempie con un wok in ghisa, ma dicono sia prerogativa degli adolescenti essere dei coglioni di merda, quindi si può solo sperare migliorino col tempo.
    Comunque, non passerò il resto della vita qui dentro, tra queste mura fredde e silenziose... Quando mi laureerò credo cercherò subito lavoro al San Mungo o in qualche clinica privata, dove potrò aiutare molte più persone. Visti i tempi che corrono spero solo che il mio operato possa ancora servire a qualcosa, o ci toccherà usare rimedi babbani per curare anche la più semplice nausea.
    Un rumore attrae la mia attenzione, destandomi dai pensieri; sembra un pianto sommesso, non ne capisco subito la provenienza geografica ma il fremito che mi provoca nelle ossa mi fa credere non sia del tutto umano. L'infermeria al momento è vuota, dubito qualcuno si romperà le ossa nel sonno o farà esplodere qualche pozione, quindi nessuno mi romperà troppo il cazzo se scelgo di seguire il rumore, giusto?
    Ho bisogno di distrarmi un momento e trovare qualcosa con cui far passare il resto della notte, ed è sempre meglio andare alla ricerca d'un mistero che starsene sola a pensare ad un futuro di merda, giusto?
    Seguo il rumore nei corridoi finchè non diventa più forte e ad esso si mischiano delle voci e, poco lontano, noto delle figure davanti ad una porta. Riconosco la professoressa Starling, quella che sta con la simpaticissima lady di ghiaccio, gli altri sono studenti che potrei aver visto in giro e probabilmente non dovrebbero camminare per il castello a quest'ora, ma se sono con la donna forse hanno un buon motivo, e in ogni caso non me ne frega un cazzo di far loro la predica.
    Ehi, va tutto bene?
    Paleso la mia presenza arrivando alle loro spalle, grazie alla mia altezza non devo allungare troppo il collo per sbirciare dentro lo stanzino, e quando i miei occhi incontrano l'essere da cui proviene il pianto la prima reazione che ho è di repulsione: aggrotto le sopracciglia e faccio un passo indietro, portando istintivamente una mano verso la bacchetta.
    Non è un Infero, ma si tratta pur sempre d'un morto, e ultimamente la simpatia che provo per chi dovrebbe starsene al di là del velo è pari a zero. Almeno non sta tentando d'irretire i ragazzini, altrimenti sarei già andata nel panico, ma con questi stronzi non si può mai sapere.
    Non avvicinatevi troppo! Potrebbe essere un bugiardo figlio di puttana.
    Mi metto davanti al ragazzino più piccolo per puro istinto, il nanerottolo trasparente non ha fatto una mossa ma se posso evitare di fargli toccare uno studente tanto meglio. Devo solo respirare e mantenere la calma, non sta succedendo come al campus... Forse sto esagerando nell'essere prevenuta, magari è davvero solo un cazzo di fantasma depresso.
    Di quelli come lui non c'è da fidarsi. I morti che tornano nel regno dei vivi non portano mai nulla di buono.
    Come non detto.
     
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    Terrore.
    Aveva sempre avuto paura dei fantasmi e degli spiriti, non comprendendo appieno la differenza fra le due categorie e lasciando invece che li accomunasse la sensazione di mistico sgomento che entrambi, e tutto ciò che di più inspiegabile esistesse nel mondo della magia, erano capaci di lasciarle addosso. Un'impronta gelida, colma di rammarico e rimorso, in grado di segnarla per ore, fino a trascinarne la mente in incubi senza confini.
    Il fuoco, che alcuni avevano affermato senza motivo di sorta scorresse nelle sue vene, se ne sentiva minacciato, tanto da condurla a esercitarne l'ardore lì dove niente e nessuno avrebbe potuto metterlo a rischio. E Cameron aveva colto il tacito suggerimento, costringendosi a stare lontana da quelle entità che, pur innocue, continuavano a esistere nonostante la sua disapprovazione.
    Distratta, ma con una meta ben precisa verso cui dirigersi, la mente della Grifondoro vibrava nel tentativo di riportare alla memoria quel che aveva studiato fino a pochi minuti prima: gli esami in fondo erano ormai alle porte. Con la tracolla in spalla e lo sguardo vacuo, la strega quasi non sentì gli ululati di qualcuno che non tollerava l'idea di trovarsi lì, in quel castello che celava segreti ben più rilevanti di una voce senza volto.
    La seguì, Cameron, curiosa di qualunque cosa fosse in grado di suscitare il suo interesse. Non importavano le ore di sonno da recuperare né il fatto di aver abbondantemente violato il coprifuoco, ché quando svoltò l'angolo e vide la professoressa Starling spalancare una porta in presenza di altri studenti, non poté fare a meno di avvicinarsi.
    Non era certo pronta a un'avventura di mezzanotte, ma intendeva quanto meno capirne di più.
    Quando vide la figura ectoplasmatica del piccolo fantasma, la Grifondoro si immobilizzò sul posto, così vicina all'intelaiatura della porta fin quasi a utilizzarla per celarsi alla vista dell'entità. Sospesi tra la vita e la morte, i fantasmi sembravano provare gioia - o indifferenza - nel renderle difficile l'esistenza in quel castello, ma decise di non fiatare. Ascoltò piuttosto la professoressa, la sua offerta d'aiuto per il beneficio altrui, e non si mosse, continuando a osservare uno scambio a cui aveva deciso di non prendere parte.
    Per quanto reticente fosse nel provare pena per chi aveva appena scoperto di essere morto - che strana riflessione da fare, pensò - non poté fare a meno di rivolgergli uno sguardo triste, quasi compassionevole. Sapeva che i fantasmi sussistevano per aver lasciato qualcosa di incompiuto in vita, non trapassavano restando al di là del velo pur non potendolo lasciare andare completamente. Era una condizione miserevole, la loro, e questo Cameron lo riconosceva.
    "O’Donogh" si rivolse al concasato lanciandogli uno sguardo incerto "cos'hai sentito esattamente?" Per quanto avrebbe voluto fare a meno di dare una mano a quel fantasma, Cameron non era crudele e difficilmente abbandonava qualcuno desideroso di aiuto. Con un sospiro atto a tranquillizzare un animo in procinto di prendere la via più veloce per scappare, si avvicinò affiancando la professoressa.
    L'arrivo della Hellström non aiutò certo la Grifondoro a ritrovare la calma di cui necessitava, tant'è che le sue parole le fecero arricciare la punta del naso. "Cosa potrebbe farci, se anche fosse? Il castello è pieno di fantasmi e passarci attraverso è il massimo delle loro capacità." Mi resi conto di quel che avevo detto con un'alzata di spalle solo quando tornai con lo sguardo sul povero sfortunato. "Scusa." In sostanza, il mercante era sufficiente innocuo da rendere paranoiche le parole della ragazza, ma Cameron la capiva, più di quanto stesse dando a vedere.
    "Perché non inizi a dirci qual è l'ultimo tuo ricordo?" Domandò con tono di voce fermo, nonostante il tentativo di mostrarsi gentile. Stirò le labbra, che fremettero per un istante, in un sorriso forzato e inclinò appena il capo sul lato destro: da qualche parte, si disse deglutendo a fatica, dovevano pur iniziare.



    Ciao!
    Intanto grazie per avermi invitata a partecipare e scusate l'immenso ritardo!
    Mi sono agganciata a Hunter perché concasato, spero non sia un problema.
     
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    Notte insonne in balia delle ombre che si muovono inquiete sulle pareti della mia camera. Ho tentato di ignorarle tuffando uno sguardo assorto tra le pagine di un libro, prima di chiudere invano le palpebre su una realtà meno infausta, anche se reitero ogni sera lo stesso scalcinato copione di cui già conosco il finale.
    Striscio fuori del letto con la solita ansia che mi attanaglia. Non ho più riposato davvero da quando la mia vita ha subito quella sinistra sterzata e il buio si popola di passi e voci, di alterchi e grida e di sogni incolori, con sprazzi vermigli che mi costringono a sbarrare gli occhi. Non ho che me stesso contro cui inveire, eppure questo non attenua la rabbia feroce, la pia illusione che ogni cosa si sistemerà. Bacchetta alla mano scivolo fra i corridoi, attraverso la sala costellata di stelle e mi dirigo verso le scale. Non ho una meta e nemmeno qualcuno da raggiungere. Annie dormirà ignara già da ore ed il suo pensiero mi concede qualche attimo di tregua da pensieri infausti. Non posso caricarla anche di questo e privarmi dell'unica oasi di pace nel deserto arido della mia coscienza. Percorro corridoi semibui, a tratti rischiarati dalle torce e pieni di scricchiolii sinistri, come se le ossa di un vecchio si tendessero in un ultimo sforzo. Prediligo muovermi nell'ombra, quando tutto tace. Questo posto mi diviene affine e sembra comprendere appieno i miei tormenti.
    La mia esplorazione mi conduce verso le scale, li dove ha sede la stanza che non ho mai costretto ai miei desideri. Forse questa è la notte propizia.
    Tuttavia a metà dell'ultima rampa di scale, un grido blocca i miei passi e subito vedo due ombre attraversare il mio orizzonte per spostarsi velocemente in quella direzione. Avrei giurato di riconoscere l'inconfondibile capigliatura del nano, ma è solo quando mi avvicino che ne ho la conferma. Se solo Fey sapesse delle sue scorribande notturne, lo prenderebbe per un orecchio e lo porterebbe di corsa nel suo dormitorio e probabilmente gli rimboccherebbe le coperte.
    Insieme a lui e al suo inseparabile compagno di avventure Hunter il grifondoro, la professoressa di incantesimi cerca invano di calmare uno strano ometto basso quanto uno gnomo, che non si capacita di essere passato a miglior vita.
    E' un raduno di insonni oppure questo posto è affollato al di la delle mie previsioni. Mi pavento alle loro spalle e raccolgo l'invito della giovane donna. Del resto sembra una distrazione opportuna per chi non ha altri programmi fino alla prossima alba.
    E' possibile che abbia nascosto della merce da queste parti, prima di rimanerci secco ed ora i ricordi non lo aiutano. Dice che è un mercante, magari è qualcosa di prezioso
     
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    Si guardò attorno sbalordita, l’insolito gruppo di presenti non avrebbe dovuto essere lì e del come e perché se ne sarebbe occupata più tardi, rivolse uno sguardo eloquente all’infermiera, non si erano mai scambiate più di qualche parola e solo convenevoli ma fu grata di poter contare per lo meno sulla sua presenza. “Noi stiamo bene, lui meno” indicò il fantasma senza preoccuparsi delle buone maniere e rivolse poi la propria attenzione sui presenti indugiando un po’ troppo sulla ragazzina dai capelli dorati. “Non prenderei la cosa sottogamba se fossi in te, passarti attraverso equivale ad una carezza per i fantasmi e considerando la vostra lunga permanenza tra le mura del castello, inimicarsene uno non è poi un’idea intelligente”. Ne aveva sentite di storie sui fantasmi ma se fossero vere non ne aveva la certezza, sapeva però di non poter ignorare la richiesta d’aiuto della creatura, il suo codice morale glielo impediva e poi per i ragazzi sarebbe stata una storia da raccontare.. o forse da dimenticare.
    Trattenne forzatamente un sorriso incrociando lo sguardo del ragazzino riccioluto, certo che gli avrebbe interrogati e per primi, dopo tutto erano fuori dai loro letti oltre l’orario consentito e non ne sarebbero usciti illesi ma per ora decise di non accendere la miccia “vedremo signor Dustin..”. Indigo era certa di non riscuotere nei suoi studenti una certa simpatia, non era riuscita ad infondere timore, figuriamoci complicità o altro, eppure quelle poche occasioni che aveva avuto al di fuori dell’aula di lezione le avevano dato modo di interfacciarsi con lati di se stessa molto più simili ad una studentessa che ad una professoressa. Un comportamento non condivisibile da chiunque ma Indigo era semplicemente questa, prendere o lasciare.
    - Testa d’insalata se sapessi la risposta ti pare che me ne starei qui a frignare come un moccioso? - i singhiozzi del fantasma si erano interrotti lasciando il posto ad un nervosismo percepibile nell’aria, il gran numero di studenti in suo soccorso lo aveva irritato più del dovuto e adesso sfregava insistentemente le mani sui pantaloni logori. -Bugiardo a chi vecchia megera! - urlò alla povera infermiera, a quanto pare lo spiritello non le mandava a dire, sollevò il pugno in aria in segno di sfida e il suo petto si gonfiò tutto come un pavone. “Calmiamoci e facciamo un bel respiro ok?” la professoressa tentò di placare gli animi ormai increspati ed esaltati, sfiorò il gomito della collega sperando non reagisse all’insulto poco carino del mercante, le sussurrò solo “Guarda!” con un cenno del volto indicò lo spiritello, scrutò a lungo gli abiti del fantasma, non erano assolutamente riconducibili al loro secolo ma sicuramente a quello precedente come poteva dunque esser morto da poco?
    Justin Dustin fu il più gentile e forse anche per questo il piccolo fantasma interruppe repentinamente lo sfregare delle mani sui pantaloni, fissò a lungo il ragazzino restando in silenzio, attimi piuttosto lunghi a dire il vero, senza alcun preavviso si mosse in avanti arrivandogli ad un palmo dal naso e spalancò la bocca – Il mio nome è Valerian Hershel Lime – urlò il suo nome talmente forte che persino la professoressa sobbalzò dallo spaventò, dalla bocca del fantasma un’aria gelida accarezzò il viso del ragazzo e quando l’urlo terminò, il piccolo spirito tornò al suo posto con sospetta indifferenza. - Questo almeno me lo ricordo – disse placidamente.
    Poi qualcosa nei suoi occhi mutò, una luce flebile ma riconducibile ad un’intuizione -Oh.. astuto ragazzino..- gli occhietti si ridussero a due fessure – so che devo ritrovarlo, qualcosa di prezioso è andato perduto, l’ho protetto ma.. è evidente che non abbia funzionato. Se riuscissi a ritrovare ciò che mi appartiene forse riuscirei a liberarmi da questa dannazione eterna -.
    Indigo rimasta in silenzio fino a quel momento indugiò a lungo prima di dire la sua, il fantasma solo pochi attimi prima non ricordava nemmeno di essere morto, adesso chiedeva ad un branco di ragazzini di ritrovare il suo tesoro, una confusione al limite persino per lei. C’era da dire però che un po’ le dispiaceva per quella povera anima bloccata nel limbo della vita, in un modo o nell’altro se vi era la possibilità di aiutarlo a passare oltre perché non farlo? Purchè ovviamente questo non comprendesse mettere in pericolo i propri studenti. “Va bene ma ci deve essere qualcosa che ricordi.. Un luogo o qualche dettaglio, non possiamo metterci a cercare per tutto il castello, moriremmo di vecchiaia” le braccia intrecciate al petto avevano un solo significato su Indigo, iniziava ad averne abbastanza. - Forse ricordo dell’altro – il fantasma alzò l’indice e trafficò nella tasca dei pantaloni, poi si guardò attorno e individuò sul pavimento esattamente sotto di lui una piccola pergamena. Tentò di raccoglierla ma la mano oltrepassò il pavimento, rattristato e con voce flebile disse – Prendetela voi. Forse è meglio -


    Del fantasma sapete dunque questo
    E’ un mercante di spezie, molto probabilmente è morto cercando il suo tesoro, lo ha nascosto nel castello ma non ricorda dove. Ha una mappa.
    Chi di voi prenderà la mappa noterà che la pergamena è vecchissima, ingiallita e quasi scolorita, ricorda vagamente il piano delle cucine del castello, forse un piccolo magazzino dove gli Elfi tengono il cibo. In basso a destra disegnato sulla mappa notate lo stemma di una casata raffigurante due stecche di cannella incrociate su un cumulo di polvere di curry. Scegliete voi se raggiungere le cucine o porre altre domande al fantasma.
    Per le risposte fate con calma! Sarò poco presente per questa settimana/la prossima <3
     
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    Grifondoro
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    <Prima o poi troverò chi ha messo in circolo sto cavolo di soprannome> borbottai. Vabbè che ero stupido, ma non così tanto da essere paragonato ad un’insalata! E Vanilla non faceva che aumentare il carico, chiamandomi a quel modo. Mi passai una mano tra i capelli, dubbioso sul fatto che alla Corvonero piacessero quei ricci. Ma chi ero io per giudicare? Nessuno, ma l’avrei fatto comunque; una brutta abitudine che avevo eredito da Vanilla: giudicare gli altri, come un qualunque Serpeverde… cosa non si faceva per amore.
    <Provare non costa niente, al massimo ricresceranno. Ti accompagnerò, per assicurarmi che facciano un bel lavoro> e che non scappasse di fronte alle forbici più che altro <A proposito… è ancora incazzata con te?> gli chiesi divertito, ricordando quello che era successo al compleanno. Non avevo mai visto qualcuno fulminare un ragazzo come aveva fatto la sua ragazza. Povero diavolo <Certo che sei andato a sceglierti la più psicopatica del castello tappo> lo presi per il culo bonariamente e gli diedi una pacca sulla schiena <Figurati, mi piace la tua compagnia tappo, mi stai simpatico> era vero, per altri non l’avrei mai fatto, ma per lui potevo fare un’eccezione <Sei mio amico alla fine, voglio vederti brillare>
    Tra la professoressa, noi e ora pure l’infermiera, nonostante sembrasse spaventata da quel piccolo fantasma, quel corridoio sembrava strettissimo.
    Mi voltai verso una nuova voce e scorsi Cameron, una mia compagna di stendardi, tra l’altro molto carina <Quel fantasmino stava urlando, diceva che era un mercante di spezie> indicai col mento la stanza, dove i lamenti continuavano <almeno, io ho capito quello>
    Nuova voce nuova domanda; questa volta è Lawrence ad un unirsi all’allegra compagnia… ma la gente in quel castello non dormiva?
    <Sembra di si Randall, domani saremo tutti interrogati o puniti> il corvo galeotto sembrava un vampiro e forse lo era davvero. Chissà se la bionda aveva qualche informazione al riguardo. Mi venne spontaneo guardare prima lui e poi Juss, scrollando le spalle e tenendo per me le domande che mi frullavano nella testa.
    Dovevo assolutamente perdere questa brutta abitudine.
    Alzai gli occhi al cielo, pure quello mi aveva chiamato insalata!! Dio che palle! Rimasi in disparte, osservando quel personaggio rifarsela istericamente col mondo intero. Almeno sembrava aver preso in simpatia Juss, era già qualcosa.
    <Una caccia al tesoro quindi> Ascoltai le sue parole, seguendo poi il suo sguardo, chinandomi a prendere la sua pergamena. Me la rigirai tra le mani, ma sembrava troppo fragile per uno sbadato come me
    <Tieni, sembra roba da Corvi curiosi> la cedetti a Randall <Signor Lime, si ricorda com’è morto? Un incidente, un omicidio?> magari era collegata in qualche modo al tesoro. Se era qualcosa di veramente prezioso, potevano averlo fatto fuori per rubarglielo



    Interagito con tutti, più o meno. Ho dato la mappa a Lawrence e ho fatto una domanda al fantasma
     
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    Tassorosso
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    Ehm... Hunter, c'è una cosa che devo dirti...
    Solo che, proprio quando sto per svelargli il segreto del suo soprannome ortofrutticolo e del fatto che potrebbe accidentalmente essere colpa mia, arriviamo proprio dove il morto in versione mignon sta urlando con quanto fiato possiede in quella sua piccola gola ectoplasmatica.
    Ne parliamo dopo, ok? Comunque sì, praticamente ha smeffho di parlarmi.
    Sul fatto che sia psicopatica, anche se sono certo che quella del nerboruto Grifondoro sia solo una battuta, non mi esprimo per non correre il rischio di dire qualcosa che potrebbe compromettermi ancora di più. Del resto, Hunter sta con Vanilla e ormai inizio a capire qualcosa sul potere persuasivo delle ragazze e su quanto siano brave ad estorcere le informazioni... E a distorcerle, soprattutto quello. Perciò, nel dubbio, meglio starsene zitti ed evitare che la Prefetta verde argento dica che il mio "fatino coach madrino" le ha detto che io gli ho detto... E così via, in un infinito giro di schiaffi che alla fine finiranno impressi tutti sulla mia guancia. Violentemente.
    Anche lo sguardo della Starling mi dà l'impressione di avere un che di truce, mentre imprime in quel "vedremo" tutta la bastardaggine tipica dei professori, una caratteristica che credo abbia qualcosa di genetico in tutti i componenti del corpo docente dell'intero cosmo, altrimenti non si spiega... Anche quelli della scuola babbana che frequentavo prima di venire qui, giovani e non, erano dotati di quell'innato sadismo che li rendeva terrificanti. Ecco, tanto la Carter quanto la prof di Incantesimi, che per di più deve trovare i miei difetti di pronuncia insopportabili, dato che fanno scorreggiare la mia bacchetta a vuoto mandando a segno gli incantesimi con la "S" che provo a castare solo per metà, sono dotate di quello sguardo, per non parlare di Porko... Lui sì che è psicopatico davvero! Si salva solo la Westwood, non a caso Erbologia è la materia in cui vado meglio, sebbene ultimamente gli occhi color cioccolato della donna non brillino più della luce che avevano quando l'ho conosciuta un anno fa.
    Ad ogni modo, è una fortuna che la nostra insegnante di Incantesimi non sia l'unica adulta in questo contesto, infatti arriva la guaritrice dell'infermeria e la saluto con un sorriso mesto; chissà se si ricorda di me e di quando ci siamo visti al suo corso di educazione sessuale. Sembra piuttosto allarmata e ci mette in guardia da ciò che l'omuncolo potrebbe riservarci, ma è Cam a dar voce alla stessa domanda che mi rimbalza in testa: cosa potrebbe farci?
    Ehi, lo abbiamo detto insieme! rido nel sentire di nuovo la voce di Cam, che stavolta fuoriesce dalle sue labbra sovrapponendosi alla mia, per porgere al fantasmino lo stesso quesito.
    Del resto, è meglio sorridere a lei piuttosto che soffermarmi troppo sul cipiglio apatico del mio Corvonero preferito. Insomma ho sonno, sono le tre di notte passate, sono stanco e mi fanno male muscoli del corpo che non sapevo neanche di avere... Ci manca solo Capitan America con la sua flemma e la sua super intelligenza da maschio alfa superiore!
    Non mi stupisce che le sue supposizioni facciano centro e infatti, grazie alle parole di Lawrence, in Mr Lime si sblocca qualcosa ed inizia a condividere con noi alcune informazioni.
    Un attimo dopo, Hunter si rigira tra le dita una pergamena, che passa a Lawrence senza pensarci due volte. Che diamine, anch'io sono curioso!
    Mmm... Non so se quefhto potrebbe farci capire come aiutarlo. mi gratto tra i riccioli nell'udire la domanda che Hunter rivolge alla creatura.
    Da chi voleva proteggere quefhto tesoro, Mr Lime? Perché non voleva che veniffhe trovato da altre persone?
    Scambio un'occhiata con gli altri presenti... E se fosse qualcosa di pericoloso, qualcosa che ha provocato la sua stessa morte? Forse, mi dico, la domanda di Hunter non è stata sciocca come ho creduto in un primo momento.
    Quefhte sembrano le cucine. Ne sono sicuro, ci paffho davanti ogni volta che entro ed efhco dalla mia Sala Comune. affermo dopo aver allungato il collo verso la mappa in mano a Lawrence.
    Lo stemma che vi è raffigurato, tuttavia, non l'ho mai visto prima d'ora.
    Mr Lime, per caso il suo lavoro ha qualcosa a che fare con gli Elfi Domefhtici di quefhto cafhtello?
     
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    In realtà dovrebbe assegnarci dei punti extra, non fosse altro perchè sopportiamo l'inutile piagnisteo di questo quarto di fantasma Il mio sguardo sornione oscilla fra il grifondoro che ho imparato ad apprezzare per la sua simpatia e la professoressa sull'orlo di una crisi di nervi, per gli schiamazzi del nostro minuscolo ospite.
    E a proposito dei numerosi ectoplasmi presenti nel castello La mia compagna di Casa, invece, mi suggerisce una riflessione che probabilmente risolverebbe il mistero in pochi minuti, ma di contro toglierebbe un gran pezzo di pathos a questa avventura notturna. Sono certo che qualcuno di loro sarebbe lieto di darci qualche dritta sulla dipartita di mister Lime e sul motivo della sua presenza ad Hogwarts in tali tristi circostanze Ostento un cipiglio serio per non riacutizzare gli stridii dell'omuncolo, ma è palese che tutta questa faccenda sia decisamente ridicola, per cui perfetta per esorcizzare la mia insonnia.
    Alla " Compagnia delle Spezie " si unisce anche la guaritrice dell'infermeria, richiamata dallo schiamazzo e preoccupata per la nostra incolumità, come se avesse di fronte un grosso e sconosciuto virus peloso. In quanto a lui, sembra essere piuttosto suscettibile e fortemente motivato a farsi aiutare in questa impresa. Quando Hunter mi porge la mappa, scaricandomi la responsabilità di intrepretare lo stemma, che a prima vista ho sospettato rappresentare due cosce di pollo incrociate, gli getto un'occhiata critica, mentre ascolto le interpretazioni degli altri e soprattutto quelle di Dustin.
    L'abbigliamento di Lime rimanda ad un'epoca ben precisa intervengo quindi piuttosto pensieroso. E' possibile che il pericolo sia tutto nel valore economico della merce. Non dimentichiamo le proprietà di alcune di queste spezie, utilizzate in vari ambiti, ma soprattutto teniamo presente che nel sedicesimo/diciassettesimo secolo potesse essere piuttosto difficile reperirle, anche per un mago.
    Torno a squadrare lo gnomo inguainato in vestiti di un certo pregio.
    Uno strano stemma... Dimmi una cosa, Valerian. Non è che il tuo tesoro lo hai sottratto a qualcuno e poi sei stato sorpreso in questo castello? Un'occhiata penetrante al nanetto, prima di rivolgermi a tutto il gruppo.
    Incursione nelle cucine? Abbiamo almeno un indizio da cui partire.
     
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    Stai calma Vanya, la ragazzina bionda parla a sproposito perchè è giovane e non sa ancora come cazzo gira il mondo, darle una lezione a riguardo non è compito tuo. Probabilmente quando gli altri stavano affrontando la lezione sul Velo lei era in bagno a riempirsi i capelli di acqua ossigenata.
    Passare le prima ore del mattino con un branco di studenti, la professoressa d'incantesimi e un fantasma miniaturizzato era l'ultimo dei miei desideri per questo turno di lavoro, senza contare che il piccoletto mi ha appena insultata. Certo, io gli ho dato del figlio di puttana per prima, ma vista la sua attuale situazione dovrebbe andarci piano con le parole.
    Mi limito a guardarlo male mentre mi morsico la lingua, bastano già i suoi piagnistei a riempire il corridoio, non servono anche i miei insulti coloriti; non che mi freghi qualcosa dell'eventuale opinione della Starling, però ci tengo a finire il tirocinio senza richiami dal grande capo perchè ho traumatizzato i ragazzini o qualche altra stronzata simile.
    Come se a volte non parlassero peggio di me... Tsk!
    Rimango in disparte durante lo scambio di battute, quando il nanerottolo urla il suo nome sobbalzo portandomi le mani alle orecchie ed imprecando a denti stretti. Valerian Hershel Lime... Mai sentito. Forse era un tizio importante nella sua epoca, ma il tempo ne ha cancellato la memoria e magari è anche per questo che gli girano i coglioni: non c'è egocentrico peggiore di chi torna dalla morte solo per sbatterti nuovamente in faccia la sua presenza.
    Osservo la mappa da sopra la spalla del ragazzetto coi capelli scuri, se il ricciolo dice che sono le cucine mi fido, io non conosco molto il castello a parte l'infermeria, i corridoi e poche altre stanze. Il brutto di aver studiato da privatista in America è proprio il non sapere come muoversi in ambienti scolastici di questo tipo, a volte mi convinco di provare nostalgia per qualcosa che non ho mai avuto, per tutte queste esperienze di gruppo formative... Poi mi ricordo dei disastri che avvengono a lezione e capisco che i miei genitori hanno fatto più che bene.
    Magari è morto da solo, soffocato dalla sua stessa cannella. Ce l'ha la faccia da scemo per combinare cazzate simili.
    Rivolgo al nano uno sguardo di fuoco per poi avvicinarmi con discrezione alla Starling per parlarle a bassa voce con tono serio.
    Professoressa, è sicura di voler iniziare una caccia al tesoro proprio adesso? A me non frega un cazzo, ma se dovessero esserci problemi seri poi sarà una dura pillola da mandare giù, sia per lei che per me.
     
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    Forse era l’ora tarda o semplicemente la sua presenza a mettere a disagio gli studenti perché nessuno di loro fece ciò che si era aspettata. Sollevò un sopracciglio ascoltando le loro diverse ipotesi, giustamente a nessuno fregava molto di quel piccolo fantasma, doveva ammettere a se stessa che nemmeno per lei era un problema saperlo triste e sconsolato in quel misero stanzino, non poteva però ignorare le sue responsabilità e lasciare il problema a qualcun altro. Il problema si era verificato durante una sua ronda, dunque esimersi era impossibile, coinvolgere i suoi studenti un atto dovuto. “Le cucine dunque..” mormorò spostando lo sguardo dal fantasma ai ragazzi, l’infermiera non aveva tutti i torni, avrebbero potuto rimandare il tutto al mattino ma Indigo scelse la via più sofferta, sospirò e alzò le spalle “non ho molta scelta” con loro o senza di loro avrebbe dovuto continuare. Non sembrava però l’unica impaziente, il piccolo fantasma sussultò emettendo uno sbuffo che provocò un leggero spostamento d’aria “le cucine..” qualcosa sembrò smuoversi in quegli occhi privi di vita poiché vibrarono di una luce diversa. “Sarebbe tutto più semplice se solo recuperassi la mia memoria” disse malinconico scontrandosi negli occhi dolci del piccolo Justin. Ciò che la professoressa non aveva considerato venne espresso dal Cornovero. Lawrence mosse al fantasma dei quesiti al quanto interessanti, la donna lo ascoltò con interesse non lasciando però trasparire la propria ammirazione -dannati corvonero- pensò, ne sapevano una più del diavolo.
    “Giusto ma dubito ci sia ancora, quanto è passato da allora? Di sicuro la merce sarà andata perduta, sempre che sia quello il tesoro a cui allude” aggiunse lei, “Oh no.. nono. Non si tratta di spezie questo me lo ricordo, odio la cannella” il fantasma sussultò e emise diversi suoni incomprensibili.
    Non aggiunse altro ma si limitò a fluttuare attraverso i presenti oltrepassandoli, Indigo venne scossa da un brivido di freddo, qualcosa molto simile a quello che si prova durante uno stato febbrile, il suo sorriso si distorse in una smorfia ma mantenne l’autocontrollo non perdendo di vista la sagoma fluttuante. “Seguiamolo forza, consideratela una punizione anticipata” disse iniziando a seguire il mercante di spezie “puoi esimerti se vuoi ma sarei grata se restassi” supplicò l’infermiera di farle compagnia, qualcuno dopo tutto avrebbe potuto ferirsi, dunque perché privarsi della compagnia dell’infermiera? Ciò che le era piaciuto fin da subito della donna era la sua mancanza di filtri, proprio non ne aveva ma esprimeva il suo pensiero non curandosi del resto, una cosa che Indigo apprezzava enormemente poiché lei stessa si riteneva portatrice di sincerità.
    Silenziosamente come un corteo funebre seguirono il fantasma nei corridoi del castello, spesso lui non si curava d’attraversare muri, il che rendeva più difficile tenerlo d’occhio ma fortunatamente per l’insolito gruppo la pergamena parlava chiaro. Non ci volle molto prima che giungessero alle cucine, nessun elfo era presente al momento il che rese più semplice guardarsi attorno, il gruppo fece il suo ingresso nell’enorme sala, diversi caminetti erano disposti ai lati della camera, al centro quattro grandi tavoli perfettamente tirati a lucido. Indigo ci era già stata diverse volte, quei tavoli erano l’esatta riproduzione di quelli presenti in sala Grande, gli elfi ci adagiavano sopra le pietanze e queste riapparivano durante i sontuosi banchetti del castello. Non mancavano in oltre sacchi di ogni tipo e barili posti disordinatamente su tutto il perimetro, il profumo d’arrosto e melassa era ancora molto forte, presumibilmente rimasto dall’ora di cena, la professoressa si massaggiò la pancia scossa dai crampi della fame, rimproverò se stessa per non aver mangiato a sufficienza a cena e si chiese se sarebbe stato politicamente corretto rubare una mela o qualcosa dalla dispensa… Non ne ebbe il tempo però poiché il fantasma fluttuò al centro della sala in modo piuttosto silenzioso, sembrava aver perso tutta la sua angoscia iniziale, ora era talmente concentrato da sembrare quasi assente. Si osservò interno fin quando non individuò proprio sull’angolo destro della stanza una piccola porticina, fluttuando la raggiunse e vi passò attraverso. La professoressa gli fece eco raggiungendolo ma priva dei poteri post mortem dovette accontentarsi di aprire la maniglia come ogni comune mortale. Ciò che tutti si trovarono davanti fu una scena piuttosto bizzarra..

    Il piccolo stanzino non era altro che l’esatta riproduzione di quello trovato nei corridoi solo che al suo interno non vi erano scope e rastrelli ma un barile non molto grande ma parecchio vecchiotto, i presenti riuscirono ad individuare uno stemma, due stecche di cannella su un cumulo di curry, inequivocabilmente il tesoro di cui il fantasma parlava era proprio lì davanti ai loro occhi. “Oh…” sussurrò il fantasma, si avvicinò al barile, tentò di sfiorarlo con le mani ma prevedibilmente vi ci passò attraverso, la scena fu piuttosto triste e la professoressa decise di agire per prima avvicinandosi al suddetto barile. “Provo ad aprirlo ok?” le bastò avvicinarsi un po’ di più per leggere ciò che vi era inciso sopra con una calligrafia assai mediocre.

    “Proprietà di Valerian Hershel Lime” lesse ad alta voce, Valerian per la prima volta da quando si era miracolosamente trovato in loro compagnia sembrò ricordare sul serio qualcosa. “Oh per la miseria” sussurrò “ora lo so, lo ricordo..” il suo volto distorto dalla rabbia si allentò in una smorfia di dolore e dispiacere, qualsiasi cosa il barile gli avesse ricordato indubbiamente doveva averlo reso disperato e triste. “Non sono morto qui, non è della mia morte che si tratta” diede le spalle al barile e con fare triste e imbronciato iniziò il suo racconto “Oh cari amici, intrepidi avventurieri è qui che devo nuovamente chiedervi aiuto. Ho nascosto il mio tesoro più grande sul fondo del barile, molti secoli fa prima della mia morte ho protetto il tesoro con un idromele speciale. Uno di quelli forti non c’è che dire ma sono stato io stesso vittima della mia stupidità, ho bevuto solo un sorso e qualcosa deve essere andato storto perché beh, altrimenti non sarei qui” Indigo aveva gli occhi spalancati ed era priva di parole “cosa ci stai chiedendo esattamente?” forse lo aveva compreso ma non ne era certa.
    “Beh io non posso farlo e poi non vi succederà niente” sghignazzò “sto mentendo ormai che senso ha mentire.. ecco la verità è che secondo il mio incantesimo solo i puri di cuore possono bere l’idromele senza morire. Voi sembrate persone squisite e di sicuro il vostro cuore è puro” sorrise come se stesse chiedendo ai presenti di tagliargli una pizza. Indigo indietreggiò di un passo “mi stai chiedendo di far bere ai miei studenti una bevanda alcolica e per giunta potenzialmente mortale?” che fosse un’idiozia lo aveva capito dall’inizio ma non fino a questo punto.. “Se non lo fate vi tirerò i piedi tutte le notti e rivelerò all’intero castello i vostri segreti” il fantasma si indispettì puntando l’indice pallido contro la professoressa.
    Qualsiasi insegnante degno di essere chiamato tale avrebbe invitato il fantasma ad andarsene al diavolo, lei però lo ignorò totalmente e con poca fatica riuscì ad aprire il tappo del barile. A giudicare dall’aspetto e l’odore del liquido contenuto al suo interno, l’idromele non era invecchiato di una virgola e le apparì privo di protezione magica, non era una gran quantità. Due bicchieri a testa di sicuro e a giudicare dalla quantità sarebbero tornati nei propri letti mezzi ubriachi sempre che ancora vivi. La donna sfilò la bacchetta dalla tasca dei pantaloni “Accio bicchiere” poco dopo stringeva tra le mani un bicchiere in metallo dal manico ondulato, lo affondò nel liquido e se lo portò alle labbra. Quello che Indigo sospettava era che il piccolo fantasma soffrisse in vita di un’allergia particolare, l’aspetto del liquido gli sembrò privo di protezioni o incantesimi, evitò di rivelarlo ai suoi studenti istigando in loro una riflessione personale.. Pura di cuore lo era di sicuro su questo non aveva mai avuto dubbi ma se c’era qualcuno che doveva testare la situazione era lei. Tirò il primo sorso e attese qualche secondo “si può fare, non è il miglior idromele della mia vita ma va bene. Qualcuno vuole aiutarmi?” non era morta e questo era giù qualcosa.. -è per una buona azione- pensò osservando i presenti.


    Siete nelle cucine, in breve:
    Il fantasma vuole che svuotiate il barile di idromele per recuperare sul fondo il suo tesoro, dice che il liquido è protetto da un incantesimo. Solo i puri di cuore possono berlo senza morire, Indigo ne verifica la veridicità ma non vi comunica l’assenza di incanto. Decide di istigarvi una riflessione personale, in quanti di voi ritengono di aver un cuore buono e puro? Chi si rifiuterà lo farà per non esprimere le proprie debolezze o per semplice paura?

    Se decidete di bere sono due bicchieri a testa, ovviamente vi darà alla testa.. Molto.

    Il mood è questo
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    Ridacchia alle parole dell’infermiera. Effettivamente aveva la faccia da uno che in vita poteva uccidersi, magari strozzandosi con un boccone
    <Non so quanto posso essere ben visto nelle cucine> commentai, guardando la prof <Gli elfi potrebbero cercare di cacciarmi… di nuovo> diciamo che l’aver sbaciucchiato Vanilla li dentro mi aveva reso personaggio poco gradito, meglio metterli in guardia su eventuali schiamazzi e rimostranze da parte dei suoi occupanti.
    La compagnia delle spezie iniziò la sua caccia seguendo quel nano trasparente, attraversando il castello e scendendo nelle cucine. Almeno Juss era vicino al suo dormitorio, ma io dovevo rifare tutta quella lunghissima strada per tornarci. Sbadigliai, lasciando entrare l’allegra brigata prima di seguirli, tenendo un profilo comunque basso per non attirare l’attenzione degli elfi, tenendo d’occhio il fantasma per vedere dove andava a parare.
    Davanti a noi si profilò una porta, che la Starling non indugiò ad aprire <Tana per Lime> sussurrai, allungando il collo per osservare il barile e il suo contenuto. Mi grattai il mento, ascoltandoli parlare <Che?! Ma che cazzo… ok una sbornia ci può stare, ma rischiare la morte anche no!>
    Che ne sapevo io se ero puro di cuore?! Lo ero? No? BOH! Nemmeno sapevo come si decretava un puro di cuore. Però esserlo non rientrava nei requisiti per entrare nei Grifondoro? Ci pensai qualche minuto e alla fine decisi
    <Ormai siamo qui. Se moriremo le nostre ragazze non avrebbero molti problemi a sostituirci> scherzai, appellando un bicchiere con un movimento rapido della bacchetta e tuffandolo dentro <Alla salute> buttai giù il contenuto, facendo una smorfia e un colpo di tosse. Dio se era forte
    <E’ troppo spaziato> comunicai ai miei compagni di avventura, prendendone però un altro bicchiere <Juss non so quanto potrai reggerlo, tu con l’alcool non vai particolarmente d’accordo> bevvi il secondo bicchiere, arrendendomi. Scossi un po’ la testa, sentendola più leggera del normale. Possibile che fossi già sulla buona strada per finire a letto senza pensieri? Si, a giudicare da come la stanza aveva preso a vorticare
    <Non..> cosa volevo dire? Non era importante o almeno lo speravo
    <Prof, dobbiamo fare altre serate come questa, oltre ad essere stupenda è divertentissima!> risi, andando in giro per la cucina in modo un po’ barcollante <Portiamo tutti la prossima volta! Ehiiiii ti ricordi di me???> chiesi ad un elfo, afferrando quello che sembrava un biscotto
    Bene, la serata per me si era conclusa nel migliore dei modi, potevo anche dormire li

     
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    Quando Lawrence mi trafigge con i suoi occhi scuri e dardeggianti, sostengo il suo sguardo senza mai abbassarlo.
    Per anni ho subito le angherie di pezzi di merda che mi hanno messo le mani addosso ed è vero, la vittima non ha mai nessuna colpa... Quello di cui però mi sono davvero stufato è essere la vittima e comportarmi come tale.
    Il Corvonero mi ha steso con un pugno solo qualche sera fa, è vero, ma non ho nessuna intenzione di mostrarmi né mortificato, né sottomesso.
    Il fatto che poi probabilmente l'Americano avesse ragione e mi ha colpito perché mi sono comportato come un cretino è solo un piccolissimo dettaglio trascurabile. A lui non devo nessuna spiegazione, né ho bisogno di mettere a nudo la mia fragilità ed il mio dispiacere con lui, dato che probabilmente non capirebbe neanche. E' con Feyre che dovrò chiarirmi quando sarà di nuovo disposta a rivolgermi la parola, non devo certo rendere conto alla sua guardia del corpo.
    Il fatto che poi lo spilungone dia anche prova della sua originale ed acuta prospettiva da Corvonero mi pungola nell'orgoglio più di quanto vorrei, ma mi limito a mordermi l'interno della guancia e a sbuffare, tenendo per me il pensiero che forse, nel suo passato da galeotto, proprio Lawrence abbia sottratto qualcosa e sia stato beccato. A pensar male ci si azzecca, diceva mia nonna quando aveva ancora tutte le rotelle al suo posto.
    Per fortuna c'è Vanya, che nella spontaneità con cui esprime tutto il suo sarcasmo mi fa sbottare a ridere senza che io riesca a trattenermi... Insomma, Randall gli ha appena dato del ladro, Lime non se la prenderà di certo perché ho riso ad un "faccia da scemo", no?
    Ad ogni modo, le cucine sembrano risvegliare qualcosa nei meandri della nebbiosa memoria del fantasma, ma per il momento rimango in disparte e mi limito ad ascoltare. La palestra con Hunter mi ha sfiancato e una corsa giù per le scale a questa velocità, con tutto l'acido lattico che ho in circolo, mi sta dando il colpo di grazia.
    Se non altro sono già a due paffhi dalla mia Sala Comune. Col caffho che rifarei di nuovo le fhcale per tornare su. Cioè, col cavolo, prof, volevo dire cavolo!
    Poi, rivolgendomi ad Hunter:
    Perché ti hanno cacciato? gli domando incuriosito, sperando di dipanare anche questo piccolo, ulteriore mistero.
    Lascio che la Starling apra la porticina segreta e sento un guizzo di adrenalina corrermi lungo la spina dorsale. Cioè, ma quanto è figa Hogwarts? Troppi di noi la danno per scontata o passano il tempo a logorarsi sulle loro disgrazie, ma cosa c'è di più bello che vivere esperienze come quella di stanotte in un vecchio castello incantato?
    Il primo ad aprire le danze con l'idromele dopo la professoressa Starling è Hunter l'impavido, dopotutto è un Grifondoro e non c'è nessuno che abbia il cuore più puro e l'animo più nobile e coraggioso dei figli di Godric.
    No, afhp...! non faccio in tempo a dirgli di fermarsi, di valutare bene la situazione, perché il mio amico tutto muscoli ha già tracannato il primo bicchiere.
    Profeffhoreffha, fhta incitando a bere dei minorenni. Come minimo quefhto comporta la promozione a fine anno e interrogazioni solo programmate, altro che punizione anticipata. Sicura di voler effhere così ricattabile? le rivolgo un ghigno e mi domando se non ci stiano prendendo tutti per il culo, con questa storia dell'idromele che fa schiattare solo chi non è puro di cuore.
    Signorina Hellfhtrom, Hunter ha ragione. Non reggo molto bene gli alcolici, dovrei limitarmi alle caramelle. lancio un'occhiataccia a Lawrence, certo che non ammetterò mai più di così che al compleanno di Feyre aveva ragione. Ma quando mi ricapita di affhaggiare un idromele del milleffhettecento?
    Soppeso il primo bicchiere, ne osservo il contenuto ramato che brilla alla luce del focolare acceso per la prima volta dopo trecento anni e lo annuso con una smorfia.
    Noooo ma voi siete paffhi, come si fa a berlo?
    Intanto Hunter sembra essere già partito per la tangente... E poi quello che non regge l'alcool sarei io? Certo che, due interi bicchieri...
    Ok, ci provo, ma prima devo purificarmi il cuore. Hunter... La fhtoria della lattuga è colpa mia. decido quindi di confessarmi, per lo meno non rischierò di morire sul serio. Credevo ci provaffhi con Feyre e le ho detto che sei bello ma hai la personalità di una pianta d'insalata. Però ancora non ti conoffhevo, mi difhpiace, non lo penso davvero... Solo che ormai si è sparsa la voce e adeffho sei Lattughino per tutti! Puoi pure prendermi a pugni, ormai ci sono abituato.
    E appunto, adesso, mi soffermo con lo sguardo su colui che macchia di peccato il mio cuore più di chiunque altro, ispirandomi pensieri e sentimenti decisamente poco puri e molto vicini al desiderare che cada giù stecchito al primo sorso di questa magica bevanda dai poteri divini.
    Mi fa troppo incaffhare che tu sia migliore di me in tutto.
    E sì, adesso ho davvero bisogno di buttar giù l'idromele quanto più velocemente possibile, sperando che mi aiuti a dimenticare all'istante quello che ho appena ammesso.
    Tracanno il primo bicchiere tutto d'un fiato e barcollo all'istante verso la parete alle mie spalle, facendo cadere con un clangore assordante le padelle di rame appese che urto con la schiena.


    SPOILER (click to view)
    Gli effetti veri e propri dell'idromele su Justin... Prossimamente su questi schermi XD
     
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13 replies since 2/3/2024, 11:54   232 views
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