“To lose patience is to lose the battle.”

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    Caposcuola
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    Trovarsi dalla parte sbagliata del coltello è fastidioso e pericoloso, specialmente quando il manico viene retto dalle mani da cozza di Yu-Shin Lee, ma in passato ho sopportato di peggio e posseggo un buon equilibrio, quindi a meno che non mi si diano delle spinte troppo forti dovrei riuscire ad evitare di ferirmi sulla lama.
    Sorride con la convinzione di chi è arrivato primo, peccato che la maratona non sia ancora finita e potrebbe inciampare nei suoi stessi piedi da un momento all'altro. E se fossi io, quella in torto? Se davvero riuscisse a smuovermi e farmi cambiare idea? Lo trovo uno scenario parecchio improbabile, se anche dovesse farcela dubito accadrà in una sola seduta e per il momento non sono propensa a passare ulteriori minuti insieme a lui. E siccome non credo sia abile nel castare l'Imperio per obbligarmi a stare qui, dovrei essere salva.
    Non riesco nemmeno ad immaginare un mondo in cui io ed il coreano siamo amici, figuriamoci qualcosa di più profondo... Se fossimo partiti con un piede più leggero forse ci saremmo trovati a chiacchierare amabilmente a lezione, peccato che il ragazzo si sia mostrato fin da subito più propenso ad un altro tipo di attività che concernevano la mia persona, ed io non ho alcuna intenzione di farne parte. Esistono le studentesse che gli sbavano dietro, per quello, io ho altro a cui pensare ed un cuore accartocciato da rimettere a posto, non ho tempo per ulteriori sciocchezze.
    Anche se, lo ammetto, sarebbe bello poter trovare finalmente una persona che mi apprezzi per ciò che sono e che sia anche sincera, ma sono sogni per un futuro prossimo, magari quando avrò terminato gli studi e sarò uscita dal castello... Le due delusioni cocenti che ho ricevuto fanno ancora troppo male, al momento non ho la minima intenzione di perdere la testa per qualcun altro. Specialmente per un idiota come Yu-Shin.
    Lo squadro quando mi si siede troppo vicino, le labbra si assottigliano ed un sopracciglio s'innalza in maniera eloquente, tanto che dubito servirà esprimere a voce il messaggio di darmi più spazio, per cortesia.
    Probabilmente la sostanza psicotropa che ti fa sorridere come un imbecille.
    Stai buona, Marsilda, vacci piano con le offese. A nessuno piace concedere tempo a persone con cui ci si sente a disagio, però gli hai appena dato cinque minuti ed il beneficio del dubbio, davvero vuoi sentirti ripetere quanto le tue parole siano un colpo basso dietro l'altro?
    In ogni caso, apprezzo che si sia spostato più in là, non che questo sciolga i muscoli tesi dal nervosismo, ma è già un'inizio. Chi lo sa, magari tra poco il Serpeverde riuscirà persino a farmi sorridere... Nah, che idea assurda!
    "Non possiamo farci una semplice chiacchierata?"
    Quattro minuti e trenta secondi.
    Replico fredda e seria, nessun muscolo del viso si muove mentre rimango fissa sul suo sguardo. Se vuole iniziare a parlare, che lo faccia adesso, personalmente considero il tempo un bene molto prezioso e gliene sto regalando più di quel che merita. Potrei essere altrove a ballare o bere un tè caldo -non il suo, per quanto l'odore proveniente dalla tazza sia invitante- ed invece sono qui, quindi che si sbrighi.
    Le domande sulla danza non mi sorprendono più di tanto, tralasciando il fatto che mi abbia spiata per i suoi fini -che preferisco non immaginare- avrebbe comunque potuto incappare nello stesso spettacolo anche dentro il castello, e volersi togliere delle curiosità è un tratto molto umano. Ormai non mi nascondo più agli occhi degli altri, che mi guardino pure mentre ballo, e non provo timore nel rispondere alle domande personali, anche se parlare di mio padre e ciò che ha fatto con dei totali estranei è un passo un po' troppo grande persino per la Marsilda che si è liberata dalle catene.
    La ritengo una confidenza troppo importante per darla in dono a chiunque, anche se mio padre si meriterebbe d'essere sulla bocca di tutti per il dolore che ha portato nella mia vita ed in quelle altrui. Posso raccontare mezze verità, e poi si vedrà.
    Ho ricominciato dopo l'estate. Mi ero fatta male si, ma non qui...
    Porto una mano sul costato, laddove riposano i miei piccoli pianeti, e ne approfitto per dare un po' di sollievo a quel prurito fastidioso quanto il sorriso beone del coreano.
    Questa è solo una seccatura post tatuaggio, niente di così terribile se messo a confronto con un ginocchio rotto.
    Alla fine non è una bugia, giusto? Ho solo omesso la parte riguardante mio padre e la violenza psicologica dell'impedirmi di guarire in qualsiasi modo, è storia passata, ciò che conta è il presente.
    Prima che tu me lo chieda: no, non puoi vederlo.
    Incrocio le braccia al petto nel riferirmi al disegno d'inchiostro che ho sulla pelle, quasi volessi proteggerlo dall'inesistente vista a raggi x di Yu-Shin. Non che mi sarei messa a nudo per qualcun altro con questo freddo, avrei perlomeno aspettato d'essere al chiuso e lontano da occhi indiscreti, però il Serpeverde non potrà bearsi nemmeno di questo privilegio, ne ora ne mai.
    Ascolto il racconto sulla sorella ballerina, se l'avessi davanti le chiederei cosa l'abbia spinta a sceglierla come pratica sportiva ed avremmo potuto provare qualche passo insieme, anche solo per gioco, ed invece mi è toccato suo fratello... Che comunque mi sembra protettivo nei confronti della piccola, l'interessarsi alla sua protezione non è poco, e sebbene l'iscriverla ad una scuola di arti marziali sia una mossa che non apprezzo del tutto, non mi sembra che il ragazzo lo abbia fatto con la stessa soffocante apprensione che mostrava mio padre.
    Alla fine un minuscolo sorriso riesce a strapparmelo, più grazie a sua sorella che per meriti suoi: mi piace che si sia presa la libertà che meritava, fregandosene del volere del fratello, io non ne avrei avuto il coraggio.
    Ha fatto bene, probabilmente se avesse ascoltato te sarebbe stata infelice. Quanti anni ha?
    La mia unica fortuna fu che mamma era una ballerina quando incontrò papà, lui mi concesse di danzare come lei solo perchè l'ambiente gli era familiare e lei aveva le conoscenze giuste, per quanto poco le importasse di me. Se lei fosse stata altro, sicuramente papà mi avrebbe negato di portare le scarpette a punta ai piedi, avrei dovuto concentrarmi solamente sullo studio e mettere da parte i sogni. Avrei comunque avuto le stelle, ma non avrei mai volato sulle mie ali.
    Si trova al castello? Non credo di averti mai notato parlare con qualcuno di simile a te... Non che m'importi delle persone con cui hai a che fare.
    L'ultimo pezzo è una veloce aggiunta atta a non fargli perdere troppa la testa con strane elucubrazioni che implicano assurdità riguardo me o la rilevanza che do alla sua persona. Non m'importa davvero di chi sceglie d'accompagnarsi a lui, ma se ha una sorellina interessante e più intelligente potrei scambiarci due chiacchiere volentieri.
    E... ti prendi cura di lei da solo?
    Il fatto che abbia preso i soldi dal suo portafogli non dovrebbe indicare automaticamente che sono orfani, però la domanda sorge spontanea e anche io non sono immune alla curiosità. Potrebbe comunque essere un'argomento giustamente delicato e un pochino il viso mi si ammorbidisce, non sono così crudele dal mostrarmi gelida dinnanzi all'ipotesi dei suoi genitori morti. Se così fosse comunque sarebbe molto maturo da parte sua, ed un piccolo punto a favore sulla bilancia.
    Io sono figlia unica, non ho nemmeno dei cugini. Mamma è stata una étoile francese, da piccola volevo essere come lei... Anche la mia non è stata una fissa passeggera.
    Gli lascio qualche briciola di me, più per darmi modo di mettere alla prova le arrugginite abilità sociali e l'aprirmi col prossimo che per pareggiare le confidenze. E poi così farò passare più in fretta i cinque minuti.
     
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8 replies since 23/3/2024, 22:20   163 views
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