The death of peace of mind.

Privata

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    Mopsus, veggente che visse nell'antica Grecia, suoi talenti in Divinazione si erano dimostrati straordinari, visto come era riuscito a sconfiggere il rivale Veggente Calchas con i suoi poteri precognitivi superiori, che gli avevano conferito il suo status leggendario nella storia dei maghi.
    Inigo Imago autore del libro di testo "L'Oracolo dei Sogni", erano i sogni i suoi strumenti e riusciva perfettamente a decifrarli e interpretarli tanto da elargire le sue capacità in un libro.
    Cassandra Vablatsky, scrisse "Svelare il futuro", libro che conoscevo a memoria dato che era obbligatorio nel corso di Divinazione e oltre a dare le basi delle varie metodologie divinatorie, non diceva niente che poteva tornare utile.
    Nessuno di loro era utile! E questi erano solo gli ultimi nomi che mi ero appuntato dei veggenti più famosi nella storia magica e nessuno aveva avuto problemi come il mio! Tutti dei grandi espertoni.
    Mi sentivo stanco, avevo gli occhi pesanti, ad ogni pagina che giravo vedevo le mie dita tremare. Mi stavo rendendo conto che mi sentivo sopraffatto dalla frustrazione perché questo era l'ennesimo pomeriggio che passavo sui libri sperando di trovare una cazzo di soluzione per il mio stracazzo di "dono".
    I libri che avevo preso da Magia sinister ancora non mi avevano dato nessuna pista da seguire, alcuni erano libri complessi, non intuitivi, scritti da diversi maghi, testimonianze a volte incomprensibili, calligrafie pessime... quando non ricavavo nulla dalle mie ricerche mi trovavo sempre conciato così, un povero illuso frustrato.
    Forse dovevo andare da Abel alla testa di porco, era inutile continuare ancora, non in questo stato e gli avevo promesso che se mi trovavo in queste condizioni lo avrei cercato.
    Solo che ero arrivato al limite prima di fermarmi in tempo quindi ora la testa mi scoppiava e avevo solo voglia di bermi un'intera pozione della pace pur di calmare i miei nervi.
    Dovevo uscire da questa biblioteca, nemmeno mi ero reso conto di chi avevo attorno, era come se sentissi solo un rumore bianco, un fischio alle orecchie.
    Dovevo prendere aria.
    Mi alzai quindi, senza neanche pensare che stavo lasciando tutta la mia roba sul tavolo, e barcollai all'indietro reggendomi poi ad un'altra sedia prima di finire a terra.
    Forse dovevo chiedere aiuto, sapevo benissimo cosa mi stava per succedere, ero stato sciocco, la brama di capire come liberarmi da questo peso non mi faceva rimanere lucido, così eccole di nuovo quelle immagini.
    Quei flash improvvisi, quel dolore al petto che non riuscivo a distinguere se fosse della visione o del mio attuale dolore.
    Istintivamente portai entrambe le mani al petto mentre avevo gli occhi sgranati verso quel "ipotetico futuro me" che soffriva di qualcosa, che subiva delle conseguenze per qualcosa...
    E se liberarmi dal dono equivaleva a questa sofferenza?
    Era la prima volta che formulavo questo pensiero, ma non ebbi davvero il tempo di metabolizzare quel pensiero, respiravo appena ora, forse ero in iperventilazione, sudavo e barcollavo desideroso solo di avere l'aiuto di qualcuno senza dover per forza spiegare che cosa mi fosse successo!
    Aiutatemi.
     
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