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Privata (Meghan & Hunter)

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    Grifondoro
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    Meghan era solita destreggiarsi con gli incantesimi con abilità e grazia. Tuttavia, per la prima volta si era trovata di fronte ad un ostacolo inaspettato: l'incantesimo Evanesco di Trasfigurazione. Questo incantesimo, rinomato per la sua complessità e delicatezza, possedeva il potere di far svanire oggetti nel nulla. Non si trattava di una semplice scomparsa, ma di una vera e propria dissoluzione, un annichilimento magico che richiedeva una concentrazione e una precisione impeccabili. Mentre la Grifondoro si preparava per eseguire l'incanto, una sensazione di disagio le stringeva il petto. Con un respiro profondo, cercò di calmare la mente e di focalizzare la sua energia. Chiuse le palpebre, immaginando il flusso magico scorrere attraverso il suo corpo, riempiendola di potere e determinazione. Aprì gli occhi con rinnovato vigore e iniziò a recitare l'incantesimo, pronunciando le parole con voce chiara e sicura.
    Tuttavia, nonostante i suoi sforzi, qualcosa non andava come previsto. Nonostante i fallimenti ripetuti, la bionda non si arrese. Eppure, nonostante gli sforzi incessanti, l'oggetto persisteva ostinatamente al suo posto, rifiutandosi di sparire. Un senso di sconforto minacciava di sopraffarla, ma Meg era una combattente e non era disposta a cedere. Sapeva che da sola non avrebbe potuto farcela e che aveva bisogno dell'aiuto di qualcuno più esperto: Hunter. Si era quindi rivolta a lui raccontandogli dei giorni di tentativi vani, della frustrazione crescente e del dubbio che aveva iniziato a serpeggiare dentro di lei. Le sue parole erano sincere e cariche di disperazione, ma anche di una sottile speranza che sapesse come aiutarla. Il concasato le aveva assicurato che l'incantesimo Evanesco poteva essere impegnativo, ma che con un po' di pratica e la giusta guida, sarebbe riuscita a padroneggiarlo e le aveva proposto di incontrarsi il giorno dopo al Club dei Duellanti, dove avrebbero trovato l'ambiente perfetto per affrontare la sfida insieme. Puntuale come un orologio svizzero, la Mezza-Veela si presentò quindi al luogo dell'appuntamento. I suoi occhi azzurri si posarono su Hunter e con un passo svelto, ma conservando la sua innata grazia, si avvicinò al giovane mago con un sorriso.

    « Ehi, ciao! »
     
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    Grifondoro
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    Tutto mi ero immaginato tranne di ricevere una richiesta d’aiuto sul fronte scolastico. Io che ero allergico allo studio, richiesto come insegnante. Ok, magari in incantesimi ero piuttosto bravino e non era certo un problema aiutare la signorina White, che mi aveva avvicinato il giorno prima con un espressione parecchio accigliata, che non aveva fatto altro che peggiorare mentre m’illustrava il suo dilemma. Il problema era appunto che era una signorina, femmina, carina nonostante fosse più piccola e mezza-veela. Il problema era un’altra signorina, bionda e decisamente intenzionata a vedermi impazzire nel giro di qualche mese.
    Non che avessi brutte intenzioni, ma Vanilla ogni tanto vedeva cose dove non c’erano e la cosa mi stava esasperando.
    Stavo rimuginando su queste cose mentre, una volta finite le lezioni, attraversavo il castello in direzione del club dei duellanti. Meghan mi era sembrata sinceramente in difficoltà e non avevo potuto dirle di no. Poi era sempre divertente far sparire qualcosa nel nulla.
    Quindi entrai nell’aula, ricambiando automaticamente il sorriso della giovane. Non dovevo comunque farmi incantare dal suo fascino da veela, anche se smorzato dalla metà umana, altrimenti avrei perso la testa e qualcos’altro
    <Ciao a te> risposi posando la borsa con i libri e togliendo il mantello <Allora signorina White> dissi in tono scherzoso, prendendo il mio legno dalla tasca, rigirandomelo tra le dita <Hai detto che hai problemi con Evanesco giusto?> allentai la cravatta rosso-oro, iniziando a sistemare una sorta di piedistallo, composto da un panchetto trovato in un angolo, nel centro della stanza
    <Cos’hai provato a far sparire? Qual è la difficoltà che incontri? di solito più gli oggetti erano grandi più ci voleva concentrazione. Andai alla borsa e tirai fuori una mela, facendola saltare da una mano all’altra <Non hai bruciato le tappe vero?> le chiesi divertito, andando a posizionare il frutto sul piedistallo
    Figo, quindi la Starling si sentiva così quando insegnava?
    <Non mi sembri una che ha bisogno di ripetizioni, quindi fammi vedere come muovi quella bacchetta e come pronunci l’incanto> le andai vicino, osservandola con interesse. L’avevo vista qualche volta a lezione pratica, era una tipetta decisa e portata per la pratica degli incantesimi
    <Non stai cercando di far sparire qualcuno vero? Non funziona sugli ex> cercai di smorzare l’atmosfera, in fin dei conti non ero la prof e magari potevo indagare un po’ su quella ragazza

     
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