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Non andava bene per niente, subito dopo il compleanno di Feyre una serie di sfortunati eventi le avevano sconvolto la vita, una bionda signorina aveva osato bucare il sopracciglio perfetto del suo ragazzo, i due dovevano aver avuto più di qualche dialogo e questo aveva mandato Vanilla su tutte le furie facendo una scenata memorabile nella sala comune Grifondoro, se solo lui non avesse dato per certo tutte le stronzate scritte dal giornaletto avrebbero avuto il tempo di parlare, ora non lo facevano da troppo tempo e Vanilla iniziava a dubitare che la pace fosse possibile. Lui non l’aveva cercata.. Questo doveva pur significare qualcosa. Attorcigliò i capelli legandoli con una matita, un piccolo gesto che l’avrebbe fatta inorridire solo a qualche mese prima eppure adesso lo faceva quasi senza pensarci. L’unica cosa che riusciva a farle rimettere insieme i pezzi era scrivere nel suo diario, un diario pieno di pagine intrise di dolore, rabbia e a volte paura. Alcuni giorni si era lasciata andare a diverse esplosioni rancorose ma in fondo era il suo diario e poteva scriverci quello che voleva, sfogliò le pagine ripercorrendo la sua stessa storia e si soffermò su un giorno in particolare:
Caro diario, non so perché Cameron sia sempre tra i piedi, la detesto. I suoi capelli biondi perfetti, l’aria di chi ne sa una più del diavolo, mi fa andare fuori di testa. A volte sento che vorrei staccarle la testa o farle uscire delle lumache dove non batte il sole.
Sfogliò ancora
Caro diario, oggi sono molto triste, il mio profumo preferito è andato in mille pezzi. Non sono triste per il profumo in se ma perché vederlo rotto sul pavimento non mi ha causato alcun effetto, un tempo sarei andata su tutte le furie ma adesso mi sembra così superfluo..
Sorvolò sul resto e lo richiuse sbuffando. La biblioteca non era piena come al solito, meglio odiava la confusione e odiava ancor di più essere disturbata. Tamburellò con le dita sottili sulla copertina del diario rosa pallido, il lucchetto scintillava, ci teneva alla sua privacy e non dimenticava mai di chiuderlo, mai forse prima ad ora. Ancora sovrappensiero come mai avrebbe fatto, si alzò e superando qualche scaffale si avviò verso l’uscita della biblioteca dimenticando sulla scrivania il suo prezioso diario. Solo quando fu quasi in Sala Grande si rese conto di averlo perduto, il panico l’assalì rendendola più pallida del dovuto. Evitò di urlare solo per non sembrare sempre la solita pazza, a passo svelto tornò in biblioteca perlustrando insistentemente ogni tavolo fin quando una voce sconosciuta la richiamò all’ordine. Il volto sottile di Vanilla intercetto quello di una graziosa signorina bionda, una bellezza indiscutibilmente sopraffina, per un attimo la serpeverde ne rimase affascinata. -ti sei dimenticata questo- la ragazza stringeva tra le mani il suo diario, confusa allungò la mano per riprenderlo, il lucchetto scintillava aperto e un dubbio malizioso l’assalì. “Non lo hai letto vero?” non doveva dare nuovamente i numeri aggredendo una Grifondoro, no non doveva. Respirò, chiuse gli occhi e quando gli riaprì era decisa a far credere a chiunque che era cambiata, ora Vanilla Matviga era un angelo. La voce sarebbe arrivata a chi di dovere.. “Scusa, non volevo essere maleducata, ti ringrazio. Non so dove ho la testa” passato il terrore iniziale si sciolse, non aveva motivo di dubitare che tutti fossero cattivi, men che meno una ragazza che avrebbe anche potuto non restituirle il diario. Ignorò i mormorii dei presenti disturbati dal loro chiacchiericcio. “Ok ok ce ne andiamo” fece un cenno alla ragazza, si incamminò appena fuori la porta della biblioteca e poggiando la schiena al muro in pietra esalò un respiro profondo, stringeva al petto il suo diario “se fosse finito nelle mani sbagliate il giornalino scolastico avrebbe parlato di me per i prossimi anni a venire!”
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