Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by étoile

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    Venticinque punti persi. Venticinque!
    Tutto perchè la dannatissima Miller non sa tener chiusa quella sua bocca da papera irriverente e provocatrice. Non ci vuole un genio per capire che durante le lezioni di Korkzak bisogna tenere il becco chiuso ed eseguire gli ordini, tutti sanno quanto sia esigente e crudele nel togliere punti per delle sciocchezze, ma a quanto pare persino nella mia casata vi sono delle grandissime teste bacate.
    Prendo un bel respiro per cercare di calmarmi, in fondo l'anno non è ancora finito, c'è tempo per recuperare e provare a portare un po' d'orgoglio tra i Corvi. Andrà tutto bene. Ormai questa frase sta diventando un mantra, la ripeto all'infinito e non capisco se sta effettivamente funzionando o è tutta un'illusione, tipo effetto placebo. Immagino che sono il tempo saprà darmi risposta.
    Grazie, Fannie.
    Mormoro alla piccoletta che gentilmente mi aiuta prendendo il mio posto nel mescolare il contenuto del calderone mentre il professore continua a blaterare sgridando a destra e a manca; quando si avvicina al nostro tavolo quasi mi viene un colpo ed inizio a sudare freddo, ripercorro tutti i passaggi mentalmente alla ricerca di eventuali errori e... Un complimento? Sul serio?!
    Sbigottita, apro la bocca in una piccola o di sorpresa, incapace persino di sorridere a causa di quello che, a tutti gli effetti è un'evento più unico che raro. Credo di averlo sentito complimentarsi con qualcuno forse una o due volte l'anno, ed il fatto che questa volta sia toccata a me e ai compagni di squadra -quelli rimasti, ovviamente- mi fa sentire orgogliosa, specialmente perchè detesto la materia.
    Faccio giusto in tempo a spegnere il fuoco sotto il calderone e toccarlo con la bacchetta, un secondo dopo esplodono malumori vari e non mi stupisce vedere Karen come protagonista. Non so cos'abbia detto, anche se le parole di Annie non rimandano a equivoci, ed è strano vedere qualcuno tenerle testa e prendere le mie difese nonostante non mi conosca per niente. Era ora che qualcuno oltre me ne dicesse quattro a quell'irlandese dal carattere opinabile, non può pensare d'averla vinta per sempre o che tutti siano d'accordo con lei.
    In un momento in cui la bionda Grifondoro incrocia il mio sguardo le rivolgo un sorriso gentile, con le labbra mimo una singola parola: "Grazie". Fino ad ora non l'avevo mai considerata troppo, probabilmente anche a causa della sua appartenenza a quella casata così caotica, ma chissà che non si tratti dell'ennesima piacevole eccezione.
    Salto sul posto nell'udire Vanilla strillare, anche lei evidentemente stufa della poca serietà ha deciso di reagire perdendo le staffe e rovesciando tutto, per poi andarsene in modo poco consono... Questo castello è una gabbia di matti.
    Diamine, avremmo dovuto preparare un calmante al posto del veleno.
    Mormoro ai compagni d'esercizio rimasti in tono sarcastico per poi prendere il tessuto da filtraggio con rinnovato desiderio di rivalsa.
    Avanti, possiamo farcela anche senza quelle due, giusto? Recuperiamo qualche punto perso!
    Passo lo sguardo deciso su ognuno di loro, sentendomi a mio agio nei panni del capo che guida la ciurma verso una -si spera- splendida vittoria. Se gli altri vogliono rovinarsi la media con stupidità allora peggio per loro, io ho un futuro e dell'orgoglio da mantenere.
    Io terrò il tessuto, tu Fannie aiuterai Justin a tenere il calderone per rovesciare il contenuto. State attenti a non rovesciarvelo addosso o sopra di me... Andrà tutto bene.


    Marsilda Everett-Millais, gruppo A
    -sorriso ad Annie per ringraziarla dell'intervento
    -interagito coi compagni di squadra
    -toccato il calderone con la bacchetta dopo che Fannie ha finito i giri
    -ha preso il telo per il filtraggio, gli altri due rovesceranno il contenuto del calderone
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    La pioggia scozzese ha la strana abilità di rendere tutto più misero, grigio e bagnato. Oppure è solo quella che grava sopra Hogwarts ad essere incantata, così che agli studenti passi la voglia di uscire col brutto tempo preferendo invece starsene a studiare in sicurezza e al caldo.
    Peccato che, come tutti gli adolescenti, anche quelli dotati di poteri magici siano degli idioti a cui vengono idee stupide. Ballare nel bosco con dei nuvoloni grigi sopra la testa è una di quelle. E senza scarpe, aggiungerei.
    Volevo sentire l'acqua sulla pelle, l'erba fresca sotto le piante dei piedi e sarebbe stato tutto molto romantico e speciale se non fosse stato per gli scivoloni sul fango e il generale fastidio nato dall'essere bagnata fradicia. Però, e qui tocca ammetterlo, mi era piaciuto. Il giusto, ovviamente, quel tanto per apprezzare la libertà di sporcarsi senza ricevere giudizi o di poter finalmente ballare senza soffrire.
    La cicatrice sul ginocchio era ormai un ricordo, così come il dolore nato dal troppo sforzo se solo osavo correre per più di qualche metro o saltare più in alto. Adesso posso fare tutte le piroette che voglio, danzare e girare finchè non arriverò agli anelli di Saturno... O mi prenderò una polmonite.
    E quindi eccomi qui, un po' sporca di fanghiglia e molto bagnata, mentre procedo col sorriso verso il Lago Nero per poi tornare al castello. La pioggia sta diminuendo, quando avrà smesso potrò darmi una pulita perchè va bene cercare di non dare più importanza al pensiero altrui, ma mi dà molto fastidio che qualcuno possa parlare alle mie spalle inventandosi storielle senza senso da vendere al giornalino scolastico.
    Un paio di voci attirano la mia attenzione, una maschile e una femminile che ho già sentito; solo dopo qualche passo metto a fuoco due figure, tra cui quella di Vanilla Matviga, la vomitatrice seriale. Sta parlando con un ragazzotto della sua casata che non conosco ma ho intravisto in giro, è uno di quelli che gira per i corridoi con aria di superiorità solo perchè studenti idioti e senza personalità quanto lui gli stanno attorno elevandolo a personaggio interessante per motivi a me sconosciuti. Se c'è una cosa che farò sempre fatica a capire è il metodo di classifica studentesco, perchè con quale metodologia uno è più o meno sfigato di altri? In ogni caso, se la Serpeverde ama stare con tali individui allora buon per lei, a me non interessa.
    Sto per tornare sui miei passi, quando un gesto improvviso del ragazzo mi blocca sul posto, facendo al contempo scattare un'allarme nel mio cervello: le ha afferrato il braccio in modo violento, vuole farle male. Anche papà soleva prendermi gli arti in quel modo, puntandomi gli occhi spietati addosso con la consapevolezza che mi avrebbe terrorizzata... Quando Vanilla inizia a difendersi, io sto già scattando verso di loro, completamente dimentica del mio aspetto.
    Cosa sta succedendo?! Lasciala stare!
    Il braccio che si muove con la bacchetta in mano -quando l'ho presa?-, la rabbia ed il desiderio di rivalsa che vengono incanalate nella punta di larice e poi, uno Stupeficum. Il ragazzo vola all'indietro, sbatte contro l'albero e poi cade riverso a terra, privo di sensi.
    C'è silenzio, a parte il suono del mio stesso respiro profondo ma cadenzato. Ho reagito senza pensare, seguendo solo l'istinto, ma non c'è paura nel modo in cui guardo prima lui, poi Vanilla e dopo la mano che regge la bacchetta... Sorpresa, si, ma anche soddisfazione. Ho punito una persona cattiva, se lo è meritato.
    Stai bene?
    Il modo in cui lo chiedo alla bionda è velato dagli ultimi rimasugli di rabbia e disgusto che provo per il suo concasato, lo guardo per l'ultima volta prima di allungare la mano libera verso la ragazza per aiutarla ad alzarsi.
    Andiamo, lui può rimanere qui per conto suo. Se si ricorderà qualcosa e andrà dal preside faremo in modo che abbia torto, ma dubito sia così idiota da mettersi contro una Prefetta e la Caposcuola che lo ha steso.
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    Tra noi c'è sempre stata mancanza di comprensione, come se parlassimo due lingue fin troppo diverse e fossimo prive della voglia di cercare un dizionario per aiutarci a tradurre i versi dell'altra. Siamo degli ingranaggi che non combaciano, e quando proviamo a farlo tutto s'incastra e smette di funzionare.
    Trovare un punto d'incontro è difficile, persino adesso mi sento su di una base traballante e se mettessi i piedi nel punto sbagliato ci metterebbe un secondo a crollare, riportandoci al punto di partenza. Certo è che il suo modo peculiare di rispondere non mi rende facile l'impresa, ma sono stanca di litigare e provare odio nei suoi confronti, fino ad ora non mi ha portato altro che mal di stomaco e solitudine.
    Penso sia naturale mi stia parlando con quel tono, in fondo le ho augurato le peggio sventure, ma devo comunque mordermi la lingua per evitare di dirle che, se fosse stata lei quella in grado di vedere oltre il palmo del suo naso, forse avrebbe capito subito che gli scherzi non erano il modo migliore per approcciarmi e ci saremmo evitate un sacco di problemi. Voglio essere la persona matura della situazione, voglio essere migliore di come sono stata in passato.
    Ero molto arrabbiata, non pensavo lucidamente e pensavo di essere al sicuro da lui.
    Da mio padre ed i suoi occhi penetranti, in grado di spiarmi grazie a un messaggero segreto. Sono stata una sciocca a credermi libera dentro al castello, ma se sono ancora qui forse la persona che lavorava per lui se ne è andata, o ha semplicemente smesso d'essere pagata... Forse posso permettermi di non guardarmi troppo le spalle, evitando comunque di crogiolarmi troppo nella calma.
    Le ho dato la colpa d'averti parlato del mio segreto, mi sono sentita come se non contassi niente e per questo me la sono presa anche con lei. Comunque è stato coraggioso da parte tua addossarti tutto quanto, avrei potuto spingerti in acqua a fare compagnia a quelle bestie viscide.
    Sorrido in modo goffo accompagnando quella sottospecie di battuta al ricordo del giorno della punizione, uno dei momenti più bassi della mia carriera scolastica e personale. Scappai in lacrime lasciando al guardiacaccia la bacchetta, ma se fossi stata più arrabbiata e desiderosa di vendetta non so cos'avrei potuto farle ed il pensiero mi spaventa... Non voglio diventare come mio padre, sono migliore di lui che è più bestia che umano.
    Il sorriso vacilla nell'udire l'insinuazione di Karen, sbatto gli occhi perplessa ed apro la bocca pur rimanendo in silenzio, in parte offesa da quella che suona tanto come una provocazione. M'irrigidisco sul posto, raddrizzo schiena e testa ma non sembro arrabbiata, solo molto orgogliosa perchè, per una dannata volta, sto facendo qualcosa per me piuttosto che per uno sciocco voler apparire.
    Cosa ne ricaverei dall'opinione pubblica, di grazia? Plausi e belle parole? Bei commenti su un giornalino che ritengo essere pura e semplice feccia? Sono qui perchè voglio parlare con te, Karen, per entrare nelle grazie dei professori mi basta studiare.
    Voglio pace e tranquillità per me stessa, ed in qualche modo la otterrò, nella speranza che l'irlandese sia della mia stessa opinione e non scelga di rispondere con toni ancora più taglienti. Forse questi sono solo gli inciampi iniziali, potremmo finire col sorridere insieme da qui a qualche minuto, chi può dirlo?
    Ammorbidendomi un poco nella posa, inizio a frugare dentro la borsa a tracolla e, dopo aver scostato un paio di libri, trovo ciò che vado cercando: un bracciale argenteo a forma di tentacolo su cui è incastonata una pietra verde. Lo allungo verso la Grifondoro tenendolo comunque in mano, non voglio che si senta obbligata a toccarlo o riceverlo.
    Questo potrebbe essere un simbolo di pace, che ne dici? L'ho vinto ad Halloween insieme al resto della mia squadra, hanno detto che può farti parlare con le creature acquatiche.
    Le condizioni che ci hanno portate alla vittoria sono state un'incubo di cui preferisco dimenticare i dettagli, per quanto possibile, ma rimane il fatto che io e le altre siamo state brave e non ho saputo che farmene di quest'oggetto fino ad ora.
    Non sto cercando di comprarti, è solo che potrebbe essere più utile a te che a me. Vorrei evitare di avvicinarmi ai pesci per il resto della vita.
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    Adoro e condivido la passione per il folklore <3 ancora benvenuta e buona permanenza!
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    Benvenuta, io sono Reb. Ci si vede presto in giro!
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    Mi volto verso Euphemia con espressione confusa, le sopracciglia aggrottate ed il desiderio di chiederle se la sua sia stata una battuta o la cruda verità. Fosse stato assente il professore, lo avrei fatto, mi sarei sporta sul banco con fare preoccupato per porle questa e altre due o tre domande, ma l'uomo pare avere occhi anche sulle spalle e già in quattro sono finiti in punizione.
    Squadro la piccola Serpeverde, noto quegli occhi stanchi e mi chiedo se non sia stato troppo darle il ruolo di Caposcuola... Non che io fossi molto più grande di lei quando mi consegnarono la spilla, ma almeno non frequentavo anche i campi di Quidditch. In ogni caso, è un dubbio che mi terrò per quando la lezione sarà finita, ora è tempo di ascoltare e lavorare.
    L'idea di dover mettere le mani su un veleno non mi esalta per niente, visti i tempi recenti preferirei imparare antidoti o a duellare nel caso dovessi trovarmi davanti un mangiamorte -non che faccia molta differenza, in fondo siamo solo dei ragazzini- ma se è questo che vuole il Ministero allora ci toccherà ubbidire. Se papà fosse stato un tipo da fialette e calderoni forse avrei una marcia in più rispetto ai miei compagni, ma lui usava le mani in altri modi.
    La perdita della magia nel mondo è effettivamente preoccupante, ho sentito di quello che è successo alla prefetta Serpeverde e chissà quanti altri dovranno perdere i genitori prima che tutto questo finisca. Spero di non dover mai provare sulla pelle il panico che sicuramente i parenti di Matviga hanno provato... Anche se stare in gruppo con Karen e Daisy ci si avvicina di molto.
    Inspiro ed espiro, ripetendomi di comportarmi al meglio delle possibilità onde evitare l'ennesimo disastro o punizione con esseri viscidi e schifosi. Andrà tutto bene e nessuno esploderà, letteralmente o figurativamente parlando. Mi sistemo la crocchia di capelli per l'ultima volta prima di castare il testabolla, mettermi i guanti e rivolgere a tutti i compagni di squadra un veloce sorriso, sperando che l'arrivo in ritardo di Justin non ci faccia perdere punti.
    Non porti questo tipo di domande, Justin, è meglio non sapere. Concentriamoci su quello che abbiamo davanti.
    L'immagine del professore che usa cavie umane mi provoca un brivido di disgusto lungo la schiena, forse perchè penso sia molto probabile come scenario. Non capisco come alcuni studenti riescano a trovarlo attraente, il modo in cui osserva tutti è fin troppo penetrante e disgustato per i miei gusti.
    Lascio che Ulla si occupi della sua parte di lavoro, io sono pronta a mescolare e aggiungere la piuma di Augurey. Trovo strano il modo in cui Didi zittisce il suo concasato, forse è stata la domanda di Annie a renderla nervosa... Mi si stringe lo stomaco al ricordo di ciò che le ho detto mesi fa, in un momento in cui ero preda della rabbia. Spero sia riuscita a perdonarmi, con André sembra felice e...
    Come?
    La domanda della Cavanaugh mi strappa dai pensieri, facendomi tornare coi piedi per terra. L'osservo strabuzzando gli occhi perchè non credo di aver colto del tutto ciò che ha detto, ma vorrei evitare di farmi vedere nervosa in sua presenza quindi sorrido di nuovo nel modo più naturale possibile.
    Certo, sto benissimo! Non preoccuparti per me.
    La vocetta cattiva nel retro della mente sussurra che no, ovviamente Karen non si preoccuperà mai di me o di come sto, altrimenti avrebbe evitato di comportarsi da bulletta crudele. Scaccio il pensiero con uno sbuffo e mi metto a mescolare finchè il composto non diventa rosato, ci getto dentro la piuma e poi ciò che ha triturato Karen aggiungendoci prima il veleno di ragno. Mescolo sei volte in senso orario, soddisfatta del lavoro mio e di quello degli altri.
    Vorrei poter dire ad alta voce che siamo una bella squadra, se non fosse che la Grifondoro e Daisy decidono di filarsela per passare al tavolo dei loro fidanzati. Sento una palpebra ballarmi per il nervoso mentre un susseguirsi di sentimenti negativi mi ribollono nello stomaco... Non pensarci Marsilda, ignora tutto e andrà bene. Non pensare a niente.
    Aggiungo e mescolo, i fumi neri si alzano dal calderone e se si fermassero sopra la mia testa formerebbero una nuvoletta che ben esplica il mio umore attuale. Stringo il mestolo per mescolare settantasette volte, forse mettendoci un po' troppa foga, ma in qualche modo il fastidio deve pur uscire perchè tenerlo dentro mi ucciderà e non voglio sgridare nessuno.
    Stupide, ci faranno perdere dei punti, lo so.
    Borbotto nel guardare fisso il calderone, fregandomene di quello che potrebbero pensare i compagni rimasti.
    Stupidi e dannati Grifondoro. Scusa, non tu.
    Rivolgo un veloce cenno ad Ulla, che far parte di quella casata di teste vuote ha comunque saputo esporsi in modo intelligente e, soprattutto, rimanendo al suo posto con me Justin. Sto contando nella mia testa quanti giri di calderone ho fatto, finchè gli schiamazzi provocati da qualcuno al tavolo di André non mi fanno voltare lo sguardo, distraendomi e facendomi fermare.
    Ah, accidenti! Ero a... ero al trentacinquesimo, si. Scusate, dovrei darmi una calmata. Andrà tutto bene.
    Suono sicura di me, ma non lo sono del tutto. Tanto nessuno di noi dovrà bersi questo schifo, se verrà male poco m'importa.




    Marsilda Everett-Millais - Corvonero - V anno
    Gruppo A

    -interagito con Karen, Justin e Ulla
    -si occupa di mescolare, della piuma e del veleno di acromantula
    -il casino del gruppo c la distrae e perde il conto delle 77 mescolate
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    Karen?
    Ironico stia avvenendo qui, ma è giusto così. L'ho raggiunta sulle rive del Lago Nero -pedinata forse è il termine più corretto- e, vedendola finalmente sola, ho capito fosse arrivato il momento per parlarle. Ho aspettato anche troppo dal suo ritorno al castello, ma l'ho sempre scusato come un mio prendermi tempo per pensare al cosa dire o fare senza rischiare l'ennesimo incidente diplomatico. Ne abbiamo avuti abbastanza, di quelli.
    Certo, arrivarle di soppiatto alle spalle non è esattamente il metodo più corretto del mondo, ma lei me ne ha fatte di peggiori. Uff, no Marsilda, non iniziare a rivangare il passato e puntare il dito, devi lasciarti alle spalle il passato. Fosse facile, visti gli scherzi per nulla piacevoli di cui la rossa mi ha resa protagonista... Ma tutti cambiano prima o poi, no? Ed anche per diavoli incarnati come Karen Cavanaugh c'è speranza di redenzione.
    Non ho idea del perchè lei e gli altri tre studenti siano spariti per i primi mesi dell'anno scolastico, prima o poi avrò modo e coraggio di chiederlo a Daisy, se mai dovesse avere ancora voglia di parlarmi dopo le brutte parole che le ho detto... No no, non iniziare nemmeno a buttarti giù, Millais! Un problema per volta.
    Vorrei parlarti.
    Dico all'irlandese quando si volta, sul viso la stessa espressione enigmatica che le ho rivolto a pozioni: vergogna, orgoglio e quello strano sorriso che rassomiglia una paresi.
    Con un sospiro, mi siedo a terra accanto a lei sulla fredda riva, vicina ma non troppo. Sto partendo con i migliori propositi dell'universo, ma se questa impazzisce e si mette ad urlare non voglio essere a tiro dei suoi spintoni o rischiare di strapparle i capelli io stessa. In fondo io e lei siamo sempre state un po' la miccia e l'innesto perfetti per far scoppiare bombe fatali.
    Prendo un altro respiro e poi, mentre la guardo negli occhi, recito il copione mentale che mi sto preparando da mesi, tirando fuori tutta la sincerità di cui sono capace.
    Devo chiederti scusa, ti ho ingiustamente accusata d'aver dato mie informazioni personali al giornalino scolastico quando purtroppo la realtà era un'altra. Sono sicura che mio padre abbia... o forse aveva... qualcuno dentro il castello per spiarmi, e magari è stata questa persona a raccontare tutto.
    Il pensiero che ci sia ancora qualcuno a tenermi d'occhio è inquietante, ma se sono ancora qui forse significa che papà ha perso interesse nei miei confronti o questa persona non gli serve più, tanto sa dove mi trovo e che adesso non vivo più sotto le sue rigide regole. Comunque sto cercando di non fissarmici troppo, vorrei evitare di guardare chiunque con sospetto.
    E mi dispiace per le brutte parole che ho detto a te e Daisy, non ti voglio realmente sul fondo del Lago Nero. Avrei dovuto reagire in modo diverso, ma capirai anche tu che certi tuoi scherzi mi avevano spinta al limite.
    Una minuscola frecciatina, perchè vorrei tanto che anche lei riconoscesse i suoi errori e non nego che delle scuse un po' le vorrei.
    Non so perchè il giorno della punizione hai mentito, forse volevi togliere tutte lo colpe a Didi... Comunque non serve più raccontare bugie o prenderti la colpa. Spero tu possa accettare le mie scuse e... Ah, non lo so... Andare avanti?
    Ecco, questa è la parte difficile, perchè non so nemmeno io cosa chiederle o cosa voglio in realtà. Lasciarci tutto alle spalle e ignorarci in pace? Provare a ricominciare per il bene di Daisy?
    Arrotolo nervosamente una ciocca su un dito mentre la guardo e aspetto la sua risposta, qualsiasi essa sia. Se fosse un vaffanculo, non mi stupirebbe.
  8. .
    Prima di entrare in aula, lego i lunghi capelli in un morbido chignon, onde evitare fastidiosi impedimenti o bruciature causate dalle fiamme dei calderoni. La crocchia non è perfetta, qua e là dei ciuffi ribelli scivolano via e so già che mi toccherà rifare tutto entro quindici minuti per non sembrare pazza, ma sinceramente poco m'importa.
    Pur essendo una Caposcuola che prende il suo ruolo seriamente, sto cercando di vivere con leggerezza e poca preoccupazione, perlomeno quando si tratta del mio aspetto esteriore. E' una lezione dura da imparare, specie quando il fantasma della voce di papà è sempre pronta a fare capolino da dietro un'angolo, ma a piccoli passi... Oh, dannati capelli!
    Con uno sbuffo lancio una ciocca all'indietro, sono a tanto così dal prendere in considerazione l'idea di tagliarli a caschetto, avrei meno pensieri!
    La veloce marcia all'interno del regno di Korczak rallenta nell'istante in cui vedo André e Daisy seduti vicini, come la coppia che sono diventati. Sono stati assenti per un po', insieme a Cavanaugh e Logan, ma da quando sono tornati li ho intravisti qua e là, sempre insieme... E va bene così. Si, certo che va bene.
    La mia amica è felice, ed io lo sono per lei, poco importa se ogni volta sento una piccola stretta al cuore ed in bocca percepisco acida bile di gelosia, deglutisco e tutto passa. Perchè questo è ciò che merito, e col tempo andrà tutto meglio. Sorrido quindi ai due, accennando un saluto con la mano prima di passare oltre. Rivolgo una veloce occhiata anche a Karen, seppur diversa dalle solite frecce gelide a cui è abituata: c'è della vergogna, un briciolo di orgoglio e... l'accenno di un sorriso? Quello stupisce anche me, sarà nato dall'imbarazzo. In ogni caso, avrò modo più tardi di conferire con lei, una volta che questo tormento sarà finito.
    Pozioni è una delle materie che mal sopporto, a causa del carattere di Korczak potrebbe persino essere al primo posto di quelle che intendo dimenticare con piacere nell'istante in cui avrò terminato il percorso di studi. Però, pur di mantenere una buona media, ci si sforza a prestare attenzione e agire al meglio delle proprie possibilità, tanto adesso non ho più nessuno pronto a punirmi in caso di voti bassi, faccio tutto per me stessa.
    Osservo l'uomo fare il suo ingresso e iniziare a fare domande, rimango in silenzio mentre gli altri rispondono, soppesando possibili loro errori con le informazioni -poche, a dire il vero- di cui sono a conoscenza. Storco il naso all'idea di avere a che fare con esseri viventi dalle zanne velenose, ma spero che il professore non sia così sadico da chiedere di farceli prelevare o provare.
    Collego quanto detto dagli altri e una lampadina mi si illumina, potrei aver sbagliato, ma tanto vale alzare la mano e provare.
    Se non ricordo male l'ametista viene usata per allontanare malanni della mente o incubi, sarà l'antidoto principale per l'hypnia?


    Marsilda Everett-Millais - Corvonero - V anno
    nominati Karen, André e Daisy
    posto una domanda al prof
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    Da bambina, e talvolta in tempi più recenti, avevo sperato in un cambio d'eventi, in una repentina svolta di vita che avrebbe rimesso la testa di mio padre al giusto posto, così come il cuore di mamma... Ed allora saremmo stati felici, una vera famiglia in cui gli affetti venivano scambiati con naturalezza e senza aspettarsi nulla in cambio.
    Una delle ultime volte in cui mi sono lasciata andare a questo tipo di sciocca speranza, credo sia stata quando abbiamo incontrato il signor Ramirez; pensavo che, col volto del Capo Auror ad un passo dal suo, papà avrebbe capito quanto era pericoloso e stupido quello che faceva per soldi ed in parte proprio diletto. Ovviamente, così non era stato, ed io avevo smesso di sperare.
    Ed è vero quello che dice André, un tempo gli avevo voluto bene, ma non voglio scavare nel profondo del mio cuore per scoprire se esiste ancora un briciolo di affezione per quel mostro d'uomo. La risposta potrebbe farmi troppo male, e ho sofferto abbastanza per lui.
    Voglio proseguire questa vita senza il fardello dei suoi occhi cattivi addosso, voglio provare ad essere felice e a cuor leggere, per quanto possibile. La consapevolezza che un giorno potrebbe tornare mi grava sul petto e corrugo la fronte, quasi infastidita dinnanzi alle parole del Tassorosso, perchè so benissimo quanto il pericolo non sia del tutto passato ma oggi voglio vivere in questa bolla dalle tinta rosa, prima che sia troppo tardi e scoppi.
    Lo so, purtroppo lo conosco fin troppo bene... Mi guarderò le spalle.
    Una semplice frase ed un sorriso, un cenno del capo che spero basti a rassicurare il mio amico bardo. Quando e se arriverà il momento, sarò pronta, potrei persino allenarmi ai duelli con qualcuno per non farmi trovare impreparata, anche se dubito i miei semplici incanti da studentessa potrebbero fare la differenza contro la furia di papà, ma almeno morirei lottando per la libertà invece che chinando la testa passivamente.
    Ed ancora, ecco che appare quella sciocca speranza a sussurrarmi come le cose potrebbero finire bene, se solo quel mostro facesse un passo falso e venisse arrestato. Lui passerebbe il resto del tempo in prigione ed io potrei tornare a casa, se mamma non vorrà più avere a che fare con me tanto meglio, a breve sarò maggiorenne e potrò vivere per conto mio, tenermi il pub e l'erboristeria per mantenermi mentre studio, e poi finito Hogwarts avrò la possibilità di scegliere tra le stelle o la danza e... Oh, quant'è bello avere così tante prospettive davanti, finalmente!
    Mi sento il cuore carico di positività, di voglia d'azzardare e sorridere. Provo dispiacere per quello che sta passando nella testa di André, dovrei dirgli qualcos'altro per cercare di tirargli su il morale, ma ho la testa obnubilata dal desiderio egoistico di sentire le sue labbra contro le mie, ancora una volta. In un angolo della mente mi dico che potrebbe persino tirargli su il morale, visto il modo in cui mi baciava e sembrava volersi perdere insieme a me. Eppure, con il più crudele e doloroso dei pizzicotti, quel sogno si spezza e mi sveglio nella fredda realtà.
    Lo guardo sorpresa, sia dal modo in cui si è allontanato che per quell'ombra di fastidio che gli passa sul volto spigoloso.
    Giocando? No, io... p-pensavo di piacerti ancora.
    Incespico sulle parole senza capire quello che sta succedendo... Cos'è successo in questo periodo? Gli ho fatto qualcosa che l'ha allontanato e non me ne sono accorta? Oppure ero davvero così stupida da pensare che avrebbe avuto in testa il mio volto per sempre, quando io per prima facevo gli occhi dolci ad un altro? Ecco, si... Saperlo struggersi per me era stranamente piacevole, perchè finalmente qualcuno mi desiderava con ardore e sembrava volermi stare accanto per ciò che ero. Invece non sono così speciale, non lo sono stata mai.
    Sentire il nome di Daisy uscirgli dalle labbra è l'ennesima crepa, quasi sento lo scricchiolio di qualcosa che via via rompendosi nel mio petto. Didi... Colei che ho fatto soffrire apposta, pur di avere la mia giusta vendetta, rivelatasi poi una bugia. La mia cara e dolce Tassorosso, a cui ho detto che uno come André non sarebbe mai piaciuta una come lei.
    A quanto pare il karma esiste, e si sta divertendo a rilanciarmi in faccia qualsiasi goccia di veleno che ho rovesciato addosso agli altri. Ho perso Rick, ed ora anche André... Buffo come mi fossi fatta dei problemi a scegliere, ed ora entrambi si siano allontanati di loro spontanea volontà.
    Col cuore vuoto e gli occhi pieni di lacrime, guardo fisso davanti a me mentre il Tasso si alza in piedi per dirigersi verso la porta. Alla Serpe avevo riservato una scenata, in fondo se la meritava, ma col ragazzo dai capelli sempre in disordine riesco solo a pensare che sia giusto così: è quello che mi merito, per essere stata una pessima amica e persona, e se avere l'amicizia di Daisy significa vederla felice col ragazzo che mi ha insegnato a riprendermi un pizzico della mia libertà, allora posso accettarlo. Posso sopportare di vederla finalmente felice, anche quando vorrei essere io al suo posto.
    André! Aspetta!
    Mi riprendo dal torpore, con uno scatto mi alzo e lo raggiungo mentre una o due lacrime silenziose mi rigano le guance. Vorrei fermarlo tenendolo per un braccio, ma non lo tocco. Non voglio vedere nei suoi occhi ulteriore fastidio verso di me, mai più.
    Non lo sapevo, mi dispiace. G-giuro che non accadrà più. Siete miei amici, e voglio vedervi felici. D-davvero.
    Sorrido con faticosa sincerità, mentre nella testa un distante mormorio si fa via via più pressante: "Te lo meriti. Te lo meriti. Rimarrai sola per sempre, e te lo meriti".
    Mantengo la posa per quanto possibile, ma è sempre più difficile rimanere ferma davanti a lui, specie quando l'unica cosa che vorrei fare è abbracciarlo un'ultima volta, come ho fatto con Rick, anche se nessuno dei due me lo doveva. Ho preso da entrambi senza chiedere nulla, con egoismo e desiderio di sentirmi finalmente piena e soddisfatta, con una persona accanto.
    Starò bene qui al castello, v-voi passate delle buone vacanze.
    Senza aspettare una risposta, mi volto e corro via grazie alla spinta del ginocchio ormai guarito. Sembra che ad ogni scalino combaci una lacrima nuova, e quando arrivo in stanza sono ormai un fiume disperato. Nascondo il volto nel cuscino per lasciarmi andare definitivamente al pianto, ed odio come, nonostante la voce continui ad urlarmi in testa quanto io mi meriti tutto questo, una parte di me speri con sciocca ingenuità che, prima o poi, tutto andrà meglio.
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    Siccome esiste il topic che chiede il significato dei nostri nicknames, ho pensato di aprirne uno nuovo per sapere cosa vi ha spinti a scegliere quello specifico nome per il vostro pg.
    Inizio io: Marsilda Everett-Millais; cognome rubato a John Everett Millais, uno dei miei pittori preraffaeliti preferiti, autore della celeberrima "Ophelia", il nome invece era di una ragazza albanese che conobbi durante l'adolescenza e non mi si è più tolto dalla testa. All'epoca ero una persona diversa e decisamente più timida, con zero coraggio per andarle a chiedere cosa significasse, e ad oggi non conosco la risposta al quesito perchè il caro Google non sa dirmi un cazzo.
    Però sta bene sopra la faccia di Thomasin McKenzie, quindi daje.
  11. .
    Solo un gioco, è solo un gioco, solo un semplice dannatissimo gioco.
    Continuo a ripetermi questa litania in testa durante tutto il percorso, diventa assordante nei momenti in cui gli occhi mi cadono sulle figure ormai non più del tutto nascoste dalle ombre. Ci fissano e mormorano frasi che non riesco a cogliere, ma il disagio che mi stringe lo stomaco ormai vuoto traduce il tutto con un semplice quanto banale: "Non siete più le benvenute, qui".
    Per fortuna le braccia di Parker e Mia mi danno forza, insieme alla certezza che i responsabili scolastici non ci farebbero mai del male volontariamente, quindi nessuna di noi ha nulla da temere. Manderò comunque un gufo pieno di suggerimenti riguardo la troppa immedesimazione degli attori e veridicità di dettagli come puzzo e viscere, onde evitare malori gravi se l'iniziativa si dovesse ripetere l'anno prossimo.
    Quindi si, in sostanza è solo un gioco, e se le cose stanno andando per il verso giusto potremmo pure essere vicine alla vittoria. Quasi mi aspetto di trovare Rick e i suoi compagni di squadra, una volta giunte al fu Tre Manici di Scopa, in fondo il ragazzo è intelligente e anche gli altri paiono preparati, uno scontro all'ultimo sangue potrebbe persino essere divertente... Invece, contro ogni ipotesi, ci siamo solo noi. Noi, ed un alto edificio mediamente inquietante, da cui esce una melodia tutto sommato piacevole.
    Volgo lo sguardo alle ragazze per controllare come stiano, Parker ha riacquistato la vista e posso lasciarla andare, anche se un po' controvoglia. Rimango attaccata a Mia giusto fino a quando non entriamo nel luogo d'interesse, lo faccio sia per me che per lei, che tanto mi era sembrata sconvolta e distaccata dalla realtà dopo quell'orribile prova del pesce.
    L'interno mi fa pensare alla hall di un'albergo di basso profilo, faccio giusto in tempo a notare delle chiavi prima che la mia attenzione venga attirata da una figura seduta in poltrona davanti ad un camino.
    La velocità con cui si alza e volta verso di noi mi fa arretrare di un passo, devo alzare il volume della voce che ho in testa per impedirmi di proseguire verso l'uscita. Rimango immobile ed in silenzio ad ascoltare ciò che il vecchio ha da dire, gli osservo i vestiti da uomo di mare e sono felice che non puzzi troppo, mi evito molto volentieri un secondo giro di vomito. Fuori una piccola folla si sta radunando, col cuore in gola ed un'espressione disgustata prendo atto delle forme da pesce che pare abbiano mutato coloro che una volta abitavano questo villaggio... è solo un gioco, Marsilda. Solo un gioco.
    Ascolto Vanilla elencare nomi, l'intuizione di Euphemia potrebbe essere giusta visti i vestiti dell'uomo e ciò che ha detto riguardo i patti che ha scelto di stringere con qualsiasi bestia immonda viva in questo mondo perverso. Nell'istante in cui la rossa tocca la chiave con la O, gli abitanti iniziano ad agitarsi ed arretro insieme alle altre verso le scale, il fiato sempre più accelerato.
    Sia maledetto il giorno in cui ho deciso d'iscrivermi a questa cosa.
    Impreco a denti stretti mentre tiro fuori la bacchetta, pronta ad usarla in caso di necessità.
    Tu vai, io ti sto dietro.
    Scambio quell'ultima frase con Mia, prima che tutto diventi ancora più caotico. Sono estremamente felice di aver fatto sanare il ginocchio sinistro, almeno adesso avrò modo di spingermi oltre il limite senza rischiare di cadere a causa di fitte alle ossa rotta, ed avremo una possibilità in più di farcela.
    Mi fido della piccola Serpeverde, fino ad ora ha saputo prendere le giuste decisioni e in un certo senso è come se fosse diventata la piccola leader di questa combriccola di studentessa spaventate, quindi è giusto che sia lei in testa ed io alle sue spalle a farle da protettrice.
    Tra i versi delle creature ed il tamburo che ho nel petto, nemmeno mi rendo conto di quando inizio effettivamente a correre per stare dietro a Mia, mi muovo come un'automa deciso a portare a termine la sua missione e lancio Depulso e Petrificus Totalus a profusione su tutte le bestie schifose che mi entrano nel campo visivo e cercano di saltare addosso alla rossa. Spero che alle altre due stia andando meglio... e che, nella foga con cui ci sta incitando, la piccoletta sia anche abbastanza vigile da poter leggere indizi o qualsiasi cosa ci porti nella stanza giusta.
    Saliamo e saliamo, secondo e terzo piano finchè...
    Lì c'è la O! Corri Mia!
    La vedo, sulla destra, una porta malmessa con l'iniziale del Capitano! Continuo coi Depulso, nemmeno mi rendo conto se sto effettivamente prendendo qualcuno o no, vedo solo le gambe della ragazza che corrono all'impazzata e prego di poter trovare presto una fine a questo delirio.


    corre dietro Mia e lancia Depulso e Petrificus Totalus verso chiunque le si pari davanti
    individua la porta con la O e incita Mia a correre per aprila
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    La bestia schifosa schiva gli incanti come se niente fosse, vorrei fare un altro tentativo e provare a darle fuoco, se non si trovasse così vicina alla Williams. Troppo vicina, a dir la verità. Quando registro la presenza d'un tentacolo attorno al viso della rossa reagisco con espressione disgustata perchè non oso immaginare quanto sia viscido ed orrido un contatto del genere... E l'unica cosa che mi trattiene dal gridare è la consapevolezza che sia tutto solo un'enorme gioco. Partorito dalla mente di un pazzo sadico, ma pur sempre un gioco.
    Per un terribile istante temo sia finita qui per tutte noi, Mia non troverà nulla nell'esofago dello squalo, perderemo i sensi a causa della puzza e, non meno importante, perderemo contro quell'infame di Richard O'Connell. Poi, improvvisamente, l'aria torna respirabile e la bestia svanisce in un battito di ciglia. Se non fosse per i rimasugli di vomito della Matviga sulla divisa, potrei persino azzardarmi a gioire.
    Euphemia? ...l'hai trovata!
    Mi volto alla ricerca della piccola Serpeverde, il suo sguardo sembra ancora un po' altrove ma tra le mani lerce di... saliva...? di squalo tiene stretta la replica della Pietra Filosofale! Vorrei abbracciarla, ma non so quanto possa farle piacere e poi la visione della Grifondoro senza occhi cattura del tutto la mia attenzione, non vorrei essere al suo posto per tutto l'oro del mondo e spero che le passi presto quella condizione perchè portarci dietro quello che, a tutti gli effetti, è solo un peso potrebbe rallentarci.
    Williams, è solo un gioco, quindi respirare e non andare in panico.
    Ben poco come frase rassicurante, al momento dovrà accontentarsi o fare affidamento sulle altre.
    Matviga, questa volta ti perdono, però impara a rigettare nei metri quadri non occupati da altri esseri viventi, grazie.
    Suono più acida di quanto avrei voluto, eppure sono sincera nel volerle dare uno pseudo stato di grazia, in fondo non è del tutto colpa sua se la puzza era nauseabonda. Certo, dovrebbe evitare di riempirsi lo stomaco di dolciumi prima di partecipare ad iniziative di questo tipo, onde evitare incidenti, ma sono sicura imparerà dai suoi errori. Ha pur sempre la spilletta da Prefetta, voglio credere che gliel'abbiano data per un qualche merito oltre che per il bell'aspetto.
    Con qualche colpo di bacchetta casto dei Gratta e Netta per ripulire me e le altre da qualsiasi rimasuglio di schifo rimastoci addosso, nel frattempo tre bracciali su quattro si sono illuminati ed il Billywig scompare per lasciare spazio ad altro.
    Rugiadalunare.
    Comunico quanto inciso sul mio, cerco di spremere le meningi mentre in parte rimango fissa su Mia per cogliere eventuali segnali di malessere. Da che pareva essere fuori posto ora si sta riallineando con la realtà, evidentemente l'aria pulita e gli enigmi da risolvere le stanno facendo bene e sono contenta di non doverla strattonare via da un'ipotetico attacco di panico.
    Ricordo di aver assaggiato la famosa burrobirra extra dolce dei Tre Manici di Scopa, aveva insistito Daisy per farmela provare e per quanto buona mi aveva lasciato in bocca un sapore di carie che era rimasto per tutto il resto della giornata. Forse gli ingredienti erano scritti sul menù o è la mia mente che vuole convincersi di averli letti, fatto sta che mi fido della collega Caposcuola e non vedo perchè non dovremmo provare ad andare nel luogo da lei indicato.
    Va bene, dirigiamoci ai Tre Manici allora. Sei stata molto brava, Mia. Ti dobbiamo tutte un favore.
    Rivolgo alla ragazzina un sorriso di sincera ammirazione ed in parte persino gratitudine per aver avuto il coraggio di agire ficcando la mano dentro un pesce morto. Al posto suo sarei scappata urlando.
    Mi avvicino a lei e la prendo sotto braccio, incastrando poi l'altro con la Williams formando così una sorta di catena orizzontale per darci sostegno e appoggio a vicenda.
    Meglio se restiamo tutte unite, eviteremo di perderci.
    Chissà com'è messo l'altro gruppo... Odio ammetterlo, ma Rick è intelligente ed abile, potrebbero persino essere in vantaggio e se dovessimo trovarli al traguardo con due repliche tra le mani potrei arrabbiarmi moltissimo, sarebbe l'ennesima beffa da parte di quel bugiardo e non posso accettarlo!
    Berrai al castello, Matviga. Le bevande di questo posto potrebbero essere avvelenate o piene di germi, quindi non osare correre ad ingurgitare il primo boccale che vedi o giuro che ti lancio contro un'Incarceramus.


    interagito con tutte le altre compagne
    concordato sul dirigersi ai Tre Manici
    preso sottobraccio sia Parker che Mia, così da stare unite
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    Le gote mi si tingono d'un tiepido rossore nello scoprire d'essere stata una specie di Musa per l'arte del giovane bardo, sapere d'aver avuto così tanta importanza per lui e questa canzone mi fa stare bene, è l'ennesima piccola stella apparsa nel mio firmamento un tempo ricoperto da troppe nubi.
    Forse ci sto dando troppo peso, la parte di me che è sempre pronta a bastonare ogni accenno di sciocca speranza mi dice di abbassare le aspettative, eppure non riesco ad abbandonarle del tutto. Non oggi, non dopo tutto quello che è successo e l'ottimismo che mi annebbia il cervello.
    Allora vorrei che la lasciassi libera nel mondo, così che possa ispirare altri a seguire i propri desideri.
    Ha detto che appartiene a me, eppure non ne sono gelosa, anzi... L'idea che possa viaggiare tra un pub e l'altro passando per le orecchie degli avventori mi elettrizza! E poi non è detto che tutti debbano sapere cosa c'è dietro questa bellissima canzone colma di speranza, potrà restare un segreto tra me e André, l'ennesimo piccolo laccio che lega la nostra amicizia speciale.
    Andrò ad ascoltarlo ai Tre Manici e perfino oltre, se mai il ragazzo dovesse diventare famoso, ed io ho fiducia nelle sue capacità e nell'impegno che ci sta mettendo affinché il suo sogno si realizzi. Lo ascolterò dal mio posto tra le ombre dei locali e sorriderò, felice e fiera di quello che è diventato; lui potrebbe fare lo stesso con me, se mai dovessi scegliere di tornare a danzare sul palco! Questi non sono affatto desideri sciocchi o di bassa lega, le persone vuote e cattive come mio padre fanno fatica a comprenderlo, ma loro non contano più niente.
    Rispondo alla sua punzecchiatura con un sorriso divertito di cui non ho intenzione di nascondere nemmeno una sfumatura, sto imparando a prendermi tutte le libertà che merito e ad essere me stessa senza avere paura, e poi lui ha già visto una parte del mio vero volto, quindi è naturale ch'io continui a sfilarmi sempre più la maschera.
    Gli dissi di essere incorruttibile, e dubito mi trasformerò in una persona anarchica che sputa sulle regole, dentro di me ci sarà sempre un briciolo di rigidità da Corvonero, ma posso imparare e divenire malleabile. A Mia dissi di lasciarsi andare, partecipare a qualche festa e, di fatto, farsi corrompere... Bisogna solo trovare le persone giuste con cui passare quei preziosi momenti di disordine e confusione.
    Osservo il suo volto affilato incupirsi e mi faccio seria di rimando, provo dispiacere per quello che ha dovuto vedere e fare pur di togliermi da quella situazione pericolosa, e al contempo gliene sono estremamente grata. In un mondo perfetto, niente di tutto questo sarebbe mai accaduto, le mani di André non sarebbero sporche del sangue di mio padre ed il suo cuore non sarebbe avvinto da... Cosa, per l'esattezza? Senso di colpa, o paura per quel caos di cui è vittima a causa del bipolarismo?
    Era la paura a bloccare ogni mio tentativo di fuga, non il legame di sangue che abbiamo. Credo di non avergli mai voluto veramente bene.
    Dirlo ad alta voce serve a rendere l'ipotesi più reale; in questi pochi giorni ci ho pensato parecchio, dei primi anni d'infanzia ho pochi ricordi ma in ognuno di essi mio padre aveva sempre gli stessi occhi freddi e duri quanto il tono di voce. Fin da quando ero piccola si è sempre preoccupato d'instillarmi la giusta dose di timore reverenziale, quello per lui era la più alta forma d'affetto a cui aspirare, ed in cambio ricevevo minuscole libertà che lui, nella sua immensa ed inesistente misericordia, elargiva col contagocce.
    E poi c'è mamma, assente ed impegnata a vivere una vita di agi dentro la sua gabbia dorata. Lei mi portò a Parigi un paio di volte, più per mia insistenza che per un vero interesse, e persino nella sua terra natia io non ero altro che un'accessorio da mostrare alle vecchie amiche del corpo di ballo.
    Ricordo di aver provato a voler bene ad entrambi, con tutta l'innocenza e speranza di cui è capace una figlia, e per un po' devo essermi convinta di quella bugia, ma ora il velo è calato e la verità giace nuda e cruda dinnanzi agli occhi di tutti: quella famiglia era una bugia, così come il mio affetto.
    Quel giorno siamo stati tutti e tre degli eroi, tu e Daisy per i colpi che gli avete inferto, ed io per essermi definitivamente ribellata. Siamo una bella squadra, non credi? E no, non smetterò mai di ringraziarti, quindi abituatici.
    Spero di farlo sorridere con la mia impertinenza, o quantomeno di rasserenarlo.
    Poi non avrei mai potuto permettergli di farvi del male, quindi scegliere è stato molto facile. Siete le persone più importanti della mia vita, senza di voi avrei un pezzo di cuore in meno.
    Nonostante tutto quello che è successo con Daisy, le vorrò sempre bene e continuerò a sentirmi in colpa per ogni singola cattiveria che le ho riversato addosso. Rimedierò in qualche modo, cercherò di essere migliore per il bene di entrambe e non è detto che persino l'amicizia con André possa beneficiarne.
    Osservo il suo sguardo mentre cade sulle gambe nude, non mi serve spostare gli occhi per capire cosa sta analizzando, quel segno mancante che mi tagliava pelle ed ossa e simboleggiava la crudeltà di colui che avrebbe solo dovuto amarmi.
    Sono stati i medimaghi del San Mungo, mi ci ha portata lui e ho rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui racconto di ogni nefandezza commessa da mio padre. Ho fiducia nel signor Ramirez, mi ha detto che indagheranno e di starmene tranquilla qui al castello perchè quell'uomo non oserà tornare.
    Potrò tenere tutti i coniglietti con me, da oggi fino a quando non saranno troppo vecchi per saltarmi addosso. Potrò camminare per Hogsmeade senza l'ansia di vederlo apparire dietro ogni angolo e, soprattutto, non dovrò più avere paura di chiedere aiuto.
    Sembra così irreale, un sogno che mai avrei sperato di poter toccare con mano... Invece è qui, tangibile quanto il braccio di André sotto le mie dita.
    Potrei iniziare con una replica nella Stanza delle Necessità e poi chissà, magari ti farò concorrenza ai Tre Manici. Dovrò allenarmi per rimettere in sesto la muscolatura, ma non cadrò più.
    Sicura di me come non lo sono mai stata, sento di brillare come le stelle che tanto adoro. Mi chiedo se anche lui sia in grado di vederlo nonostante le sue, di nubi... Mi chiedo se, per caso, mi sta trovando ancora più bella. Lo so che ultimamente ci siamo visti solo come amici, però posso sperare di poter tornare indietro, giusto? Se lo avessi visto gironzolare attorno ad un'altra ragazza probabilmente adesso non mi starei lasciando andare ad altri sogni ad occhi aperti, però così non è stato e se lo ha fatto allora dev'essere accaduto lontano dai miei occhi.
    Ammette infine i suoi turbamenti, ma tra tutto è il suo coraggio nell'accettarsi a colpirmi più di tutto il resto. Conosco il disturbo che lo affligge, non è qualcosa di cui potersi liberare facilmente con uno schiocco di dita ed imparare a conviverci in modo sano è quanto di più giusto il ragazzo possa fare in questo momento.
    Non mi hai spaventata, se è questo che ti preoccupa.
    Gli stringo il braccio per fargli percepire la mia presenza ed affetto, nel mio sguardo c'è tutta la sincerità che posso donargli in questo bellissimo e delicato momento.
    L'importante è che non ti lasci sopraffare dalla violenza, rendendola il tuo unico tratto distintivo. Sei molto più dei pugni che tiri per difendere le persone a cui tieni, è bello e valoroso che tu lo faccia, ma le mani ti servono per comporre musica, quindi vedi di non rovinartele.
    Lo accetto per quello che è, oggi il suo caos non mi fa paura e forse mai più lo farà, però sono sicura che sarà in grado di controllarsi ed evitare di trasformarsi nella bestia che è mio padre. Se dovessi vedere negli occhi tempestosi di André la stessa furia di quell'uomo, allora si che avrei paura. Però non succederà, mi fido dell'istinto e del giovane bardo.
    Anche io sto imparando ad accettarmi in toto, pregi e difetti o quelli che ho sempre considerato tali. Per anni mi sono impedita di pensare come un'adolescente ed è così stupido perchè alla nostra età si fanno tanti di quegli sbagli... Quello che è successo tra noi nella Stanza delle Necessità è stato giusto, e sono contenta di averlo vissuto.
    Volevo davvero essere speciale anche per Rick, ho creduto di esserlo ed in cambio ho ricevuto solo bugie ed un cuore spezzato. Se potessi tornare indietro approfondire i baci con André e manderei al diavolo quel maledetto Serpeverde!
    Presa dal coraggio del momento e noncurante di chi potrebbe vederci, avvicino velocemente il viso al suo per lasciargli un bacio a fior di labbra. Quando mi stacco ho le guance nuovamente rosse, seppur per una diversa emozione.
    Potremmo rifarlo, se vuoi. Adesso o l'anno prossimo o... O non dobbiamo, se non ti va.
  14. .
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    Killian agisce come un cane a cui è stato negato il cibo per settimane ed ora si trova un grande piatto di carne cruda a poca distanza, ma protetto da spesse sbarre.
    L'animale in questione sbaverà, morderà il metallo con furia rischiando persino di farsi male ed attaccherà chiunque oserà portargli via anche solo una briciola di cibo. Così è il padre di Marsilda, acciecato da rabbia e desiderio di ferire, non vede oltre il suo naso ed in tutta la sua vita non si è mai dovuto preoccupare d'imparare troppo a difendersi, poichè già ai tempi della scuola vagava tra i corridoi di Hogwarts a testa alta, fiero del timore che leggeva negli occhi degli studenti a cui donava le sue attenzioni sotto forma di piccole torture.
    L'uomo è sempre stato nulla più di un bullo, una bestia rabbiosa con gli occhi iniettati di sangue.
    Ora che tutte le sue certezze si stanno sgretolando però, per un breve istante, si chiede perchè nello sguardo di sua figlia prima e di Erik ora, non ha percepito quel terrore che ha sempre pregustato sulla lingua come un saporitissimo brandy.
    E' lui che sta invecchiando o sono questi ragazzini a possedere più coraggio di quanto avesse preventivato? Al momento Killian non si preoccupa di darsi una risposta, attacca colui che ha osato sfidarlo perchè vuole vederlo cadere e sanguinare, soffrire fino a che non gli chiederà pietà.
    Eppure lo ha sottovalutato, il ragazzo para e schiva i suoi incanti con la facilità di un'adulto esperto, e la sorpresa è tale, insieme alle pochissime se non nulle difese mentali erte, che l'uomo viene colpito dallo Ius Reliquit ed il vapom colpisce buona parte del suo viso e della spalla. Grida dal dolore, digrigna i denti ma tiene stretta la bacchetta con tutte le forze che ha, persino quando ulteriori ustioni gli incidono la pelle della mano.
    La furia gli permette di resistere e non perdere la bacchetta, se non fosse stato colpito da nessun incanto sarebbe rimasto a combattere fino alla morte di uno dei due, ma Killian tiene molto alla propria libertà e l'idea di essere sconfitto da un ragazzino infastidisce parecchio la parte di sé che è rimasta lucida.
    Ci sarà tempo di guarire e tornare, di farli fuori tutti e smettere quell'insensata follia.
    Come il codardo che in realtà è, Killian Everett-Millais si smaterializza lontano, non prima di aver riservato al suo precedente aiutante un ultimo ghigno di folle furia. Nel suo patetismo, spera ancora di poter fare paura, e non ammetterebbe mai di essere stato umiliato da degli adolescenti, sarebbe troppo per il suo ego.
    No, ha solo scelto di prendersi tempo per pianificare la giusta vendetta, e quando avrà scelto la pagheranno tutti.
  15. .
    Che mi avrebbe spezzato anche l'altra gamba!
    Sbotto a voce alta, frustrata dall'incapacità di Daisy nel capire ciò che intendo dire... Eppure ha ragione a porsi delle domande, la sua ignoranza in fondo nasce dal mio silenzio, dalla bocca che ho sempre tenuto cucita per timore. E chi avrebbe potuto biasimarmi?
    Viste sotto la lente della logica, le argomentazioni di entrambe sono corrette e degne di essere ascoltate, se non fossimo così prese dall'emotività del momento forse avremmo avuto modo di discuterne con più calma.
    Sopra le nostre teste, degli uccelli spiccano il volo, probabilmente spaventati dal mio tono di voce. Vorrei poterli seguire nel cielo e danzare insieme a loro, libera e leggera, senza alcun problema ad affannarmi il cuore. Però mi trovo sulla terraferma, e ho appena promesso a quella che è stata la mia prima vera amica di non avere più alcun segreto, non posso rimangiarmi le parole proprio adesso.
    Sarebbe potuto apparire come ha fatto oggi per fare del male a me e chiunque si fosse messo in mezzo! Tu non conosci quell'uomo, non sai cosa potrebbe calpestare senza alcun rimorso. Quindi perdonami se sono stata zitta, ma l'ho fatto per sopravvivere.
    Spero che ora questa motivazione le basti, è la pure e semplice verità anche se non ne vado fiera. Altri figli si sarebbero ribellati molto prima, avrebbero parlato con le autorità o adulti di fiducia ben prima di trovarsi con un arto rotto; io non sono forte o in alcun modo una guerriera, però sono riuscita a svegliarmi dal torpore appena in tempo.
    Io sono cambiata, Didi... Mi sono stancata di essere una vittima. E non volevo trovarmi la tua vita o quella di André sulla coscienza.
    Forse questo è il mio modo di dimostrare affetto, invece che con le parole, come quando le dissi di stare lontana da Axel. Certo, all'epoca mi infastidiva saperla così vicina ad una persona che mi aveva trattata in quel modo orribile, ma avevo anche paura di vederla cadere vittima dello stesso Elettro. Forse non sarebbe mai successo, ma Daisy si merita di avere accanto una persona migliore di quell'orrido Serpeverde.
    Nei mesi scorsi mi sono ribellata in tanti piccoli modi, ho riscoperto una libertà che pensavo mi fosse negata ed è stato bellissimo. Mio padre mi stava tenendo legata a sé da troppo tempo e dopo che avrò parlato con Ramirez sono sicura che riusciranno ad arrestarlo e nessuno dovrà più avere paura di lui!
    Ancora quello sciocco ottimismo, eppure l'immagine di quell'uomo dietro le sbarre riesce a farmi sorridere e brillare gli occhi di gioia. La solitudine ed il buio sono quello che si merita, la giusta punizione per le sofferenze che ha causato nel mondo.
    Voglio provare a vedere il mondo con occhi diversi, e magari non ci riuscirò subito ed in me rimarrà sempre un po' del carattere rigido da sapientona Corvonero, ma non posso negarmi il tentativo. A te chiedo solo di darmi la possibilità di ricominciare da capo, non subito, quando sarai pronta... Voglio davvero essere migliore di così, te lo giuro.
184 replies since 8/9/2021
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