Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by étoile

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    Scegliere di rimanere al castello durante l'estate era stata una decisione difficile, ma necessaria.
    A papà ho mandato una lettera giusto oggi per spiegare le mie motivazioni e cercare al contempo di tamponare qualsiasi possibile danno cercando di appigliarmi a... Non so nemmeno io bene a cosa, in realtà. Potrei dire al suo buon senso, perchè se dovesse fare storie rischierebbe di attirare attenzioni che non vuole, specialmente da parte del signor Ramirez.
    Non c'è ancora stata la famosa cena a casa nostra, quella in cui dovrebbe presentarsi il Capo Auror insieme a moglie e figlia, e visto il caos che sta avvenendo nel mondo magico in questo periodo dubito avverrà tanto presto. Forse verso la fine dell'estate, quando le acque si saranno calmate.
    Nel frattempo, è meglio per papà che se ne stia tranquillo. Farà bene ad entrambi stare distaccati per un po', a me permetterà di respirare e stare insieme ad Altair e gli altri piccoli conigli, mentre a lui forse... Ecco, questa è l'altra cosa a cui mi sto appigliando: la sciocca speranza.
    Si perchè, in fondo al mio cuore da sciocca ragazzina, vorrei tanto che mio padre aprisse gli occhi e si accorgesse di quanto in realtà non abbia bisogno di me. Non gli serve un'erede di sangue per portare avanti il suo operato, ed io sono troppo debole per fare ciò che vuole.
    Forse, se vedrà tutti i miei difetti, mi lascerà in pace.
    Non ho ricevuto ancora una risposta e se in parte la paranoia mi sta attanagliando le viscere dall'altra sto cercando di pensare ad altro, di godermi quest'inizio d'estate al meglio delle mie possibilità.
    Hogsmeade è tranquilla, oggi pomeriggio ho scelto di visitarla per farci una passeggiata e leggere un libro da qualche parte, magari all'ombra di uno dei tanti alberi che circondano il villaggio. Ho visto facce di gente conosciuta lungo il tragitto e passando davanti a Zonko noto la chioma rossa di Karen dietro al bancone; per la fortuna di entrambe non vi è nulla dentro quel negozio che possa interessarmi, quindi passo oltre per fermarmi con la schiena contro la parete per rinfrescarmi con un sorso d'acqua e buttar giù il groppo di fastidio che ancora mi opprime ogni volta che noto la presenza di quell'irlandese fastidiosa.
    Se potessi cambiare scuola sarebbe tutto più facile, ma papà non sarebbe d'accordo e sto tirando troppo la corda con lui. E poi il caos del castello sta diventando una routine più o meno familiare e quasi piacevole, se si tolgono gli esseri umani crudeli e il perenne senso di solitudine che mi attanaglia.
    Magari l'anno prossimo andrà meglio, potrei iniziare il quinto anno con uno spirito diverso, più leggero. Sarebbe così terribile provarci? E' così sciocco credere che, per una volta, le cose potrebbero andare meglio?
    Marsilda!
    La voce fin troppo familiare m'impietrisce, arriva dalla mia sinistra ed è pregna d'odio, rabbia e dolorose promesse. Lascio cadere la borraccia colma d'acqua, il rumore del tonfo nemmeno lo sento talmente mi gira la testa mentre noto la figura di mio padre che cammina con decisione lungo la via del villaggio.
    Apro la bocca per dire qualcosa, per sussurrare delle scuse o qualsiasi cosa che possa placarlo, ma nel vederlo avvicinarsi capisco dal suo sguardo che sarà tutto inutile. Il buonsenso ormai è dimenticato, ho sorpassato il limite.
    Mi è addosso come un falco, sento la sua mano che mi tira i capelli dalla nuca per avvicinarmi il viso al suo, paonazzo di rabbia.
    Hai esagerato, ragazzina. Ora tornerai a casa con me!
    Casa. Quel posto che dovrebbe essere pieno di felicità e calma, di momenti sereni passati con una famiglia che ti ama e rispetta, ma per me ci sono solo una madre che m'ignora ed un padre che spezza gli arti per imprimere il suo potere sulla prole. Questa volta sarà un braccio, quello con la cicatrice da non poter curare? O forse l'altra gamba?
    Dovrò sopportare ancora tutto quel male, il periodo di lenta guarigione e le menzogne da dover raccontare agli altri. Dovrò stare a casa mia invece che qui, al sicuro. Lontana da André, Rick ed Euphemia. Lontana dalla possibilità di poter fare pace con Daisy. Me lo sarei permessa, se fossi rimasta, avrei abbassato le difese tra qualche tempo per provare a farla rientrare perchè mi manca davvero troppo... E adesso, cosa mi rimane? Solo il dolore.
    No, lasciami!
    Alzo la voce con lui, forse per quella che è la prima volta. Sono sorpresa quanto lo è mio padre, che mai si sarebbe aspettato una ribellione in piena regola. Tengo i piedi ben piantati a terra, perchè non ho nessuna intenzione di andarmene, e se lui è abbastanza furbo allora mi lascerà.
    Cosa hai detto?
    Me lo chiede lentamente, e un po' di quella sicurezza cede inevitabilmente dinnanzi agli occhi freddi in cui brillano fiamme furiose. Continua a tenermi i capelli stretti ed un gemito mi fuoriesce dalle labbra mentre mi guardo attorno alla ricerca di aiuto, di qualcuno che sappia farmi da ancora in questo momento terribile. Chiunque, per favore, aiutatemi.


    Edited by .Hel. - 23/6/2023, 20:33
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    Nonostante tutto, il lago continua a piacermi.
    L'aria del mattino è fresca al punto giusto senza risultare pungente e fastidiosa, ed io cammino lungo la riva beandomi del silenzio quasi irreale che avvolge la zona. Ho scelto di svegliarmi molto presto per provare a schiarirmi le idee e scrollarmi di dosso la cappa di negatività che sento attaccata alla pelle da fin troppe settimane.
    Le gambe mi hanno portata qui, vicino all'acqua che mi ha vista partecipe di quella fastidiosa e, a mio dire, ingiusta punizione in cui ho dovuto prendermi cura delle maridi con l'aiuto di Daisy e Karen... Quanto odio le creature viscide. Il ricordo di quella pelle fredda e umidiccia mi provoca un brivido di disgusto lungo la spina dorsale, spero con tutto il cuore di non dover mai più avere a che fare con quelle bestie, per quanto malate e bisognose possano essere.
    E, soprattutto, spero di non dover più soffrire a causa di quella che è stata la mia unica migliore amica.
    In realtà sento ancora la sua mancanza, e vorrei tanto poterla dimenticare, lavarmi via tutti i ricordi dei bei momenti passati insieme con un veloce tuffo nelle acque gelide del Lago Nero. Invece mi tocca convivere con essi e sopportare ogni giorno la visione di lei e della Cavanaugh insieme e felici, senza di me.
    Sono perfette l'una per l'altra, la spia e la sua amichetta dall'animo crudele... Io starò bene, prima o poi.
    La solitudine che mi soffoca cervello e petto è passeggera, sono sempre stata abituata ad essa quindi ci vorrà poco a ricordarmi com'era piacevole stare per conto mio... Giusto? Oppure, dopo aver assaggiato un minimo di libertà, spaccherò l'ennesimo pezzo di catena per poter godere della compagnia altrui di cui non vorrei avere bisogno?
    Sono domande a cui non so se voglio dare una risposta in questo momento, quindi meglio concentrarsi sulla superficie liscia del lago o sull'orizzonte della riva. A quanto pare non sono sola, vedo una ragazzina poco più avanti che si alza e compie qualche passo verso l'acqua, quando tira fuori la bacchetta penso voglia giocare a lanciare qualche sasso o qualche altra piccolezza del genere ma l'urlo che segue spazza via qualsiasi buon proposito ghiacciandomi il sangue nelle vene.
    Bloccata sul posto, noto solo in quest'istante il tentacolo violaceo che danza fuori dalla superficie e striscia verso la ragazzina, afferrandole un piede. Non c'è tempo per correre a chiamare il signor Regan, l'unica cosa che posso fare è agire da brava Caposcuola ed evitarle di venire mangiata da una schifosissima bestia acquatica.
    Scatto in avanti e tiro fuori la bacchetta, pregando che il ginocchio malandato regga lo sforzo e non mi abbandoni proprio adesso.
    Diffindo!
    Urlo non appena sono a portata d'incantesimo, recidendo così il tentacolo. Se avessi preso la gamba della ragazzina non me lo sarei potuta perdonare, nella mia testa per un secondo appaiono i titoli di quel giornalino scolastico di dubbio gusto in cui vengo chiamata macellaia o altri epiteti poco lusinghieri.
    Avanti, andiamo!
    Mi chino e prendo un braccio di quella che riconosco come una concasata, non ricordo il suo nome perchè è nuova e fino ad ora mi pare sia stata per conto suo in Sala Comune. Avrei preferito occasioni ben più idilliache per conoscerla, ma tant'è.
    Mentre cerco di tirarla su un secondo tentacolo esce dal pelo dell'acqua e tenta d'avventarsi su di noi, forse per vendicarsi di quel pezzettino perso per strada. Ho già detto che odio a morte le creature viscide?
    Stai al tuo posto, brutto schifoso! Inflatus!
    Se devo trovare una nota positiva in tutto questo potrebbe essere il fatto che mi sto più o meno sfogando, liberando una piccola parte di frustrazione repressa su quel tentacolo che prima si gonfia e poi esplode con un sonoro *pop*, schizzando me e la piccoletta con pezzi di... Meglio se non ci penso.
    Corri, forza!
    Riesco ad alzarla e la incito a muoversi prima che l'ennesimo tentacolo decida di farci visita. Mentre mi allontano dalla riva con il braccio della ragazzina stretto nella mano sento il ginocchio sinistro pulsare, segno che sto raggiungendo il limite. Una volta entrate nel fitto degli alberi mi fermo, il petto che sale e scende per lo sforzo e l'adrenalina.
    Stai bene? Ti prego, non dire niente al guardiacaccia. Potrebbe sgridarmi se scopre che ho fatto male a quello schifo... Oddio, sono piena di... Bleh!
    Da una ciocca di capelli mi tolgo un pezzo violaceo che un tempo era appartenuto all'esterno della bestia, qualcos'altro sta colando lungo le guance mie e della ragazzina ma preferisco non fissarmici troppo o potrei vomitare.
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    Questo Giove è più piccolo del mio Saturno, ma qualcosa mi dice che non si arrabbierà.
    Buon compleanno

    M.
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    Randall,
    Dobbiamo parlare della tua condotta il più presto possibile. Sei pregato di presentarti domani pomeriggio in Armeria dopo le lezioni, non si accettano scuse di alcun tipo.

    Caposcuola Marsilda Everett-Millais
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    Sto bene, Euphemia. Non preoccuparti.
    Bugia. Enorme, palese bugia.
    Come posso stare bene se davanti a me ci sono non una, né due, ma ben tre persone che mi rendono nervosa, seppur per motivi differenti? Daisy si sarebbe potuta sedere altrove, invece ha scelto proprio il posto davanti a me per irritarmi e sbattermi in faccia la sua esistenza, insieme a quei dannati momenti in cui sento ancora la sua mancanza.
    Nella mia mente da ragazza ferita, penso lo abbia fatto apposta e nemmeno provo a trovare una soluzione logica, tipo la mancanza di posti più consoni per entrambe. Questa è la mia verità, e per ora me la faccio andare bene.
    La giovane Serpeverde è molto gentile nel mostrarsi interessata a me, ed il modo in cui mi posa una mano sulla gamba per fermare il tremore è persino dolce... Peccato non sia di particolare aiuto, poichè il vibrare dell'arto non cessa la sua corsa. Sono troppo tesa per fermarmi e respirare, il sorriso che rivolgo alla rossa è tirato ma si scioglie quando André si volta per salutarmi con l'epiteto che mi ha affibbiato e quel maledetto occhiolino. Arrossisco e nel tentare di mascherare le gote riesco persino a tirarmi una ciocca di capelli che si trovava avvolta sull'indice, con lo sguardo vago su Rick per intercettare qualsiasi segno di disapprovazione o qualsiasi cosa in grado di farmi capire i suoi sentimenti nei miei confronti. Se mi ha chiamata a lezione per dirmi che non vuole più avere a che fare con me... No Marsilda, non è il momento di pensare a queste cose.
    Meglio concentrarsi sui rimbecchi di bassa categoria che Daisy mi sputa addosso, ai quale comunque reagisco con una smorfia infastidita senza replicare poichè non ne vale la pena. E poi di fronte al preside vorrei mantenere un certo decoro, alla mia casata non servono altri punti detratti.
    Rimango stranita quando Euphemia si riferisce a me come ad una sua amica... Dato il pochissimo tempo che abbiamo passato insieme personalmente l'ho sempre vista come una conoscente piacevole, si vede che la piccola è ancora memore degli anni in cui, entrambe bimbe o poco più, chiacchieravamo mentre i nostri genitori discorrevano d'affari. Che abbia mantenuto un certo affetto nei miei confronti?
    Immagino di si.
    Le rispondo con pacatezza e solo un'accenno di sorriso gentile, data la mia ultima scottatura preferisco non espormi troppo, anche se ammetto che una nuova amicizia in questo momento potrebbe farmi bene. Pure questo rimarrà un problema per dopo, ora debbo prestare attenzione al professore se voglio uscire da qui totalmente intatta nella dignità e nel fisico.
    I punti presi dai miei compagni riescono a tirarmi su il giusto prima che McCormac affossi la mia voglia di vivere con la sua spiegazione dell'esercizio. Detesto le lezioni dinamiche e detesto i lavori di squadra, specialmente quando nella mia c'è anche Daisy Locke. Se esiste un dio ha comunque deciso di darmi una tregua da questo tormento chiamato vita, visto che mi ha risparmiato la presenza della Cavanaugh e di André, altrimenti si che ci sarebbe stato da ridere.
    E dentro a quegli armadi a quanto pare ci toccherà pure percepire ogni sofferenza come se fosse reale. Fantastico. Veramente splendido.
    Mi dirigo con espressione da cadavere verso la squadra, non prima di porgere a Euphemia e al giovane Bardo un saluto di buona fortuna.
    Dall'altra parte dell'armadio mi si apre uno scenario infernale: una palude colma di fango in cui è difficile camminare, sicuramente da qualche parte c'è una rana viscida pronta a mangiarci o qualcosa del genere. Odio questo posto con tutta la forza d'animo che possiedo, e ci sono dentro da meno di dieci secondi.
    Per non farci mancare niente riesco persino ad affondare nello schifo e sporcarmi i capelli, avrei dovuto legarli prima d'entrare in questo incubo, ma ormai è troppo tardi.
    Posso approfittare?
    Chiedo alla Matviga nel vederla castare un'aguamenti, senza aspettare una vera risposta mi sciacquo le mani e provo a levarmi un po' di schifo dalle ciocche. Cerco Rick con lo sguardo, ma prima di riuscire a parlargli vengo interrotta dalla presenza ingombrante di un'enorme figura fangosa. Non dirò cosa provo in questo momento, perchè potrei risultare ripetitiva.
    Sia maledetta DCAO.
    Sussurro a denti stretti mentre due delle mie compagne di tortura agiscono ed io tento di allontanarmi senza troppo successo. A quanto pare la mossa della Matviga ci si è ritorta contro perchè adesso il mostro ha un'arma con cui tentare di ucciderci. Splendido.
    Ora basta, sono stufa! Diffindo!
    Approfitto del Glacius della Ross per provare a tagliargli le gambe a questo schifoso, così almeno eviterà di correrci dietro. Ci metto più foga del previsto perchè sono davvero stanca e voglio solo tornarmene in camera a leggere in santa pace.
    Bombarda!
    Qualche esplosione per aiutare i tagli non può far male, no? Non sto guardando quello che stanno facendo gli altri, e sinceramente al momento poco m'importa.

    Marsilda Everett-Millais, quarto anno, Corvonero
    Squadra 2

    interagito con Euphemia e André, sta ignorando Daisy
    ha chiesto a Vanilla di dividere l'acqua per pulirsi
    è entrata in full-rage mode ed approfittando del glacius di Annie ha castato prima un diffindo e poi un bombarda per provare a tagliare le gambe del mostro di fango
  6. .
    La mia voglia di partecipare alla lezione di DCAO si trova attualmente a svariati chilometri di profondità, più o meno all'altezza del nucleo interno della Terra. Troppo caos, troppe persone... In sintesi, troppo tutto.
    Non ho nulla contro il preside -a parte un microscopico dubbio nei riguardi delle sue capacità di giudizio, dato che io e Daisy abbiamo ricevuto la stessa punizione e l'unica ad aver alzato le mani è lei- ma ultimamente ho preferito rimanere in disparte, limitandomi a compiere i miei doveri di Caposcuola e studentessa.
    La socialità, neanche a dirlo, è ad un minimo storico e credo di star iniziando a soffrirne più del previsto. Forse è anche per questo che, appena posso, mi chiudo in stanza con un libro in mano o a fissare il cielo attraverso le lenti del binocolo astronomico.
    Frequento solo Emily di tanto in tanto e quando desidero la compagnia dei miei conigli, André solo in contesti d'amicizia, ogni tanto saluto Euphemia nei corridoi e... Basta. Rick è stato molto scostante, forse a causa di quello che ha letto sul giornalino o... Non lo so. Ho provato a cercare spiegazioni riguardo il suo comportamento e non ne ho trovate, pure perchè se avesse saputo del bacio col Bardo dei Tassi me lo avrebbe detto, giusto?
    Detesto pensarci troppo e stare così male per quella che dovrebbe essere una sciocchezza da ragazzini. E detesto sentire la mancanza di Daisy. Quando la vedo in lontananza cerco sempre di cambiare strada, e se è insieme a quell'idiota della Cavanaugh è ancora peggio perchè mi prende una morsa allo stomaco e... Ah, meglio non pensarci. Il libro che ho davanti è decisamente più interessante.
    Sono presa dalla lettura quando un movimento attira il mio sguardo e sul letto atterra un origami a forma di uccellino, forse un corvo. Lo prendo con iniziale reticenza, confusa e al contempo curiosa nei riguardi di questo piccolo intruso. Nel leggerne il messaggio poi, rimango ancora più sorpresa: Rick mi ha invitata a raggiungerlo a lezione, quella nel punto dove si trova la Stanza delle Necessità.
    Mi morsico il labbro inferiore, indecisa e con la mente colma di mille pensieri, finchè finalmente mi decido ad alzarmi per correre verso quello che potrebbe risultare come un'ennesimo tormento. Però lui vuole vedermi, quindi dovrà pur valere qualcosa... Giusto? Magari desidera chiedermi scusa, spiegare in qualche modo quest'assenza o dirmi di smetterla di dargli fastidio una volta per tutte.
    In ogni caso, allungo il passo per evitare di stare fuori e riesco ad entrare per il rotto della cuffia e col fiatone.
    Gli altri sono già seduti e... Oh, no. No, no e no! Perchè Rick e André sono seduti vicini?! Perchè proprio qui poi, tra tutti i maledetti luoghi del castello? Vorrei poter ammirare la somiglianza impressionante della Stanza con l'aula di DCAO, ma l'improvvisa ansia mi attanaglia lo stomaco. Meglio indagare in prima persona e stare molto vicina ad entrambi, onde evitare si scambino commenti che possano rovinare ancora di più la mia reputazione ed il rapporto con entrambi.
    Dietro i due ragazzi c'è Euphemia, per fortuna non Daisy, Karen o qualcuno che non sopporto, così mi metto di fianco a lei e la saluto con un veloce sorriso e cenno della mano.
    Se ci fosse stato solo il Serpeverde gli avrei chiesto del messaggio, ma non posso rischiare che André faccia domande e... Oddio, voglio solo mettermi a urlare! Muovo nervosamente le gambe su e giù senza nemmeno rendermene conto, mentre un dito si arrotola e srotola su una lunga ciocca di capelli e gli occhi vagano sulle schiene dei due ragazzi.
    Qui io e André ci siamo baciati e poi tutto è andato a scatafascio. A causa di quello che è accaduto qui, ho perso la mia unica migliore amica.
    Andrà tutto bene Marsilda, respira e segui la lezione.
    Per fortuna i miei due compagni di casata sembrano preparati riguardo quella bestia infernale appassionata di cetrioli e sul sectumsempra, quindi quest'oggi potremmo portare a casa qualche punto. Non che serva del tutto a rasserenarmi, ma cerco di guardare al lato positivo.
    Se non ricordo male per parare un'eventuale attacco ed evitarsi quindi di morire dissanguati basta usare un potente incantesimo scudo. Ci occuperemo di questo oggi, professore?
    Chiedo con un po' di timore dopo aver alzato la mano, mi rivolgo poi alla rossa accanto a me abbassando la voce.
    Tra il sectumsempra ed il Kappa non saprei scegliere il peggiore... In caso ci pareremo le spalle a vicenda, d'accordo?


    Marsilda Everett-Millais, Corvonero, IV anno
    seduta dietro ad André e Rick insieme ad Euphemia
    interagito con Euphemia e posto una domanda al professore
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    Il viaggio compiuto dal mio sopracciglio destro è molto breve: si è alzato appena nell'udire il piccolo commento sarcastico con cui la Crowley ha descritto il battibecco delle ragazzine, probabilmente una persona dotata di più ironia l'avrebbe trovata divertente, ma al momento -anche a causa di una pazienza ormai al limite- la trovo solamente inopportuna perchè potrebbe andare subito al sodo invece di perdersi sia... In ogni caso, è la sua conclusione che mi fa innalzare ancora di più il sopracciglio, facendogli così raggiungere vette che solo in pochi hanno esplorato.
    La colpa è del ragazzo conteso? Cosa sta dicendo? Che sia uno strano modo per prendermi in giro e togliersi il fastidioso interrogatorio dalle scatole?
    Ovviamente questo Stefan dev'essere un Serpeverde, ci avrei scommesso uno zellino. Sono sempre loro o i Grifondoro che combinano guai ed ogni giorno me ne danno l'ennesima conferma. Certo, fortunatamente esistono le eccezioni che confermano la regola e mi fanno ben sperare nel futuro dell'umanità, ma non sono altro che una pallida luce nel buio della notte.
    Sposto lo sguardo su Erin e Bonnie, sorprese quanto me della rivelazione regalataci dalla Crowley, ed è a lei che rivolgo un'occhiata per squadrarla da capo a piedi, quasi stessi cercando segni di una menzogna nata dal suo ormai conclamato sarcasmo. Incrocio le braccia al petto mentre assottigli lo sguardo, un silenzioso invito a dire di più, per cortesia. Illuminaci con la tua grande saggezza, o Corva.
    Quindi si tratta di un furbone che tiene un piede in due scarpe e questa è solo l'ennesima sceneggiata nata dalla gelosia? Può essere, il mio interesse per i gossip del castello è praticamente nullo e se i ragazzi voglio flirtare con più donzelle per divertirsi la cosa non mi tange. Almeno finchè le ragazzine in questione non vengono alle mani nella mia Sala Comune.
    Probabilmente Cordelia è più informata di me, magari nonostante il suo soprannome poco gentile ha una folta manica di amici con cui discorrere durante i pasti. Oppure è come me e non le importa nulla al di fuori di ciò che le sue orecchie captano casualmente.
    L'importante è che nessuna delle due si sia fatta male e non ci siano stati spintoni come quelli che ho dovuto subire io da Daisy in cortile. Il fatto che siamo state punite allo stesso modo quando solo lei mi ha messo le mani addosso è incredibilmente senza senso, ma protestare con McCormac sarebbe stato inutile e per fortuna ho mantenuto il ruolo da Caposcuola nonostante il caos nato in cortile.
    Certo, questi sono i casi in cui vorrei evitare di fare il giudice Minosse della situazione, però si può sempre trovare un punto in comune e l'idea della Crowley di farle parlare non è malvagia. Invito a legarle sulle poltrone a parte, s'intende.
    Mh. Conto sul fatto che non voleranno altri insulti, vero ragazze?
    Le due si guardano con imbarazzo e poi, a testa basta, fanno un cenno affermativo di cui mi fido il giusto.
    Ha ragione Cordelia, non vale la pena levare altri punti alla nostra casata per quella che, a tutti gli effetti, è una scemata. Probabilmente il preside sarà comprensivo, ma meglio evitare di rischiare la sorte con una replica di quanto accaduto a me.
    Certo, aspettami pure in cima alle scale del dormitorio. Arriverò tra poco.
    Attendo che la ragazza se ne vada e poi, con un sospiro, invito le due a piazzarsi sulle poltrone per guardarsi in faccia. Io rimango in piedi davanti a loro nella posa che in molti ormai definiscono da istitutrice germanica, inutile ripetere che la mia nazionalità è per metà francese, ormai mi hanno associata ai crucchi e non c'è nulla che posso fare per toglierlo dalla testa di tutti questi idioti.
    Dunque, lo dirò una volta sola, quindi prestate attenzione. Se siete amiche e tenete al vostro rapporto, allora vi consiglio di valutare quanto volete bene all'altra e poi di porvi la seguente domanda: davvero vale la pena perdere ciò che avete a causa di un ragazzo che si comportando in maniera poco chiara con entrambe? Perchè se ho capito bene il signorino in questione è un bel bastardo che sa pensare solo con le parti intime.
    Magari le due non sono state sfiorate nemmeno una volta, ma esasperare la realtà a volte è utile e in questo caso dovrei aver colto nel segno visto il modo in cui le due si guardano e muovono nervosamente le mani.
    Quindi, chiedetevi scusa. Avanti.
    Il mio è un'invito che non permette repliche, e quando sento uscire dalle loro bocche dei mormorii che suonano tanto come richieste di perdono allora posso ritenermi soddisfatta. Vorrei tanto che tra me e Daisy fosse finita allo stesso modo, peccato che il tradimento della Tassorosso sia ben più grave di questa sciocchezza.
    Spero vivamente non sia questo l'argomento di conversazione che la Crowley vuole propormi, o potrei reagire male. Già l'essere finita su quel dannato giornalino è stato terribile, le voci su quanto accaduto in cortile si saranno sparse velocemente e lei mi sembra una che tiene ai punti, spero non così tanto da rischiare di essere fulminata per aver posto la domanda sbagliata nel momento sbagliatissimo.
    Abbandono le due alle loro chiacchiere di riconciliazione, tanto se dovessero tornare a picchiarsi le sentirei, e mi dirigo a passo svelto su per le scale, trovandomi davanti l'algida figura della rossa.
    Ti ringrazio per aver risposto in modo esaustivo, a quanto pare alle piccolette serviva un bagno di realtà.
    Sono sincera nella mia gratitudine, le rivolgo persino un placido sorriso. Niente di troppo caloroso, voglio mantenere le distanze finchè non verranno scoperte le carte.
    Di cosa vuoi parlarmi? C'è qualcosa che ti preoccupa? Non sarai anche tu in crisi con un'amica, spero... Ne sto avendo abbastanza di questi litigi adolescenziali.
  8. .
    non faccio colazione, quindi è indifferente

    l'utente dopo di me ama la cucina indiana
  9. .
    Serietà, buoni voti... Anche l'essere responsabili fa tanto, ma di questo dubito tu abbia di che preoccuparti.
    Nel guardarla mi sembra un piccolo soldatino, con quei capelli legati stretti e nemmeno una piega fuori posto nella divisa. Se è alla spilletta che sta puntando allora non farà fatica ad ottenerla, sempre che riesca a mantenere un buon profilo scolastico, ma qualcosa mi dice che ad Euphemia non piace abbassare i propri standard al di sotto della perfezione.
    Sicuramente per alcune materie prova meno simpatia rispetto ad altre -ed è normale perchè in fondo chi può dire di essere sinceramente interessato a tutti gli argomenti insegnati al castello?- però farà in modo di avere buoni voti anche in quelle, a costo di passare le nottate con la testa infilata in un libro. Esattamente come faccio io.
    Spero comunque che la sua esperienza qui sia diversa rispetto alla scuola francese, pare rassicurata dalle mie parole e per un po' credo che la terrò d'occhio da lontano, giusto per assicurarmi che nessun bullo le dia fastidio e fare al contempo il mio dovere.
    Purtroppo si, anche se sembrano meno rispetto ad un tempo... So che qualcuno pensa di mio padre che sia una sorta di traditore della razza solo perchè Serpeverde purosangue e sposato con una babbana, riesci a crederci?
    Scuoto il capo, incredula dinnanzi a queste sciocche accuse figlie di tempi che andrebbero solo dimenticati. Forse l'unico pregio di papà, in quel suo enorme oceano di difetti, è proprio il totale disinteresse per coloro che mischiano il sangue coi cosiddetti "impuri", e di questo ne sono grata. Non avrei saputo sopportare l'ennesima costrizione imposta, una delle tante regole che mi svolazzano sopra la testa come tante spade di Damocle.
    Con la coda dell'occhio osservo Euphemia che segna sul taccuino le informazioni che le ho dato riguardo Karen, e con non poca curiosità mi chiedo cos'abbia effettivamente scritto... Di evitarla, forse? Oppure d'indagare per conto suo per controllare l'effettiva veridicità delle mie accuse? Se è abbastanza furba le starà lontano, altrimenti proverà sulla propria pelle cosa significa venire presi in giro da quella maledetta irlandese.
    A meno che la rossa non sia abbastanza furba e crudele da rivoltarmi contro questa nuova conoscenza, rimarrei anzi stupita dal contrario. Ormai sembra nei piani di quella stupida Grifondoro privarmi di qualsiasi legame sano che, con tanta fatica, sono riuscita a costruirmi. Strano che non mi abbia ancora rapito i conigli... Probabilmente sono salvi solo perchè al sicuro tra le mani capaci di Emily.
    Sembra perplessa la piccola Serpe, ed effettivamente la mia è stata una richiesta strana e fuori dagli schemi, nel guardarla mi domando se per caso non ho osato troppo... Eppure so di essere nel giusto e di aver fatto bene a chiederle tale promessa. Mi somiglia troppo, e la cosa mi rattrista.
    Ricambio il sorriso con un peso in meno sul petto, nel sentirla nominare la maschera da brava ragazza annuisco con comprensione, ben consapevole di quanto sia necessario per persone come noi indossarla per cercare di sopravvivere al meglio delle nostre possibilità. Io ho i miei motivi, lei ha i suoi e non indagherò oltre perchè so quanto possa risultare inopportuno sentirsi scavare nella vita privata. Soprattutto, so quanto è difficile parlare quando hai una catena stretta attorno al collo.
    Oh, ma ogni tanto lo faccio, anche se è... Complicato.
    Penso a Rick e quel viaggetto a Loch Ness in piena notte, al modo in cui mi ero sentita elettrizzata mentre camminavamo nascosti dal suo mantello. Poi penso ad André, a quel bacio che mi sono presa nonostante il terrore e la voce di mio padre che sussurrava da un'angolo della mia mente.
    Già, a volte è complicato, ma sembra stia diventando sempre più facile.
    Cerco di seguire il consiglio di Euphemia e, sempre sorridendole, rilasso la posa senza perdere del tutto l'eleganza insita che mi ha insegnato la danza classica. Poi, in un gesto forse impertinente, avvicino la mano alla crocchia stretta sul suo capo.
    Mi permetti?
    Le chiedo mentre le dita si stanno già infilando sotto il nastro per sfilarlo, così che i lunghi e splendidi capelli possano posarsi liberamente sulle sue spalle.
    Ecco fatto, ora si che sei un po' più te stessa.
    Per farla sentire più a suo agio scuoto per qualche secondo la chioma castana, scompigliandola appena e ridacchiando nel mentre.
    Nel sentirla chiedermi delle feste assumo per un attimo un'espressione furba e mi avvicino a lei per sussurrarle all'orecchio un piccolo segreto che poi tanto nascosto non è.
    Una volta ho partecipato ad una festa alla Stamberga Strillante e non ho detto niente a nessuno. Certo, ero andata praticamente sotto minaccia e da quella volta vorrei evitare di bere alcolici per il resto della vita.
    Il ricordo di come Karen aveva cercato d'evitare di farmi vomitare con quel suo metodo discutibile che aveva provocato la reazione opposta mi fa rabbrividire, ma cerco di dissimulare con un'alzata di spalle.
    Comunque non posso essere ovunque per fermare ogni effrazione, non credi? E poi sicuramente ad uno di questi party troverai il Caposcuola Logan dei Grifondoro, quello non si fa mancare niente.
    Con una smorfia ricaccio indietro il pensiero di lui e la Cavanaugh nudi nel bagno dei prefetti e mi concentro su quanto noi possessori di spillette sappiamo essere veramente ipocriti quando di mezzo ci sono i nostri interessi personali... Che sia una prerogativa di noi prescelti, o solo degli essere umani in generale?
    Ovviamente non ti sto invitando a comportarti come ti pare dentro al castello, sia chiaro. Fai la giudiziosa, goditi l'adolescenza e tutto andrà bene. Dai, andiamo, voglio mostrarti la biblioteca!
    Prendo la piccoletta per un braccio e la porto con me verso il mare di libri in cui può perdersi, se lo desidera. Dubito di averla salvata dal somigliarmi più di così, eppure in cuor mio sento di aver fatto qualcosa di buono quest'oggi.
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    Cosa diamine sta succedendo qui?!
    Possibile che non c'è mai un singolo secondo di tranquillità in questo castello? Abbassare la guardia è impossibile, appena speri di poterti crogiolare nel meritato silenzio ecco che qualcuno inizia a strepitare dandoti fastidio con delle urla da gallina isterica.
    Ero così felice di essere andata a trovare Emily e i miei conigli, ho passato con loro un'oretta di chiacchiere e affetto, nello stringermi al petto i cuccioli mi sono persino commossa nel sentirli effettivamente più pesanti, segno che ormai sono grandi e forti, ma comunque rimangono delle piccole pesti a cui piace mordicchiarmi i capelli ogni volta che ne hanno la possibilità.
    A loro lo lascio fare, mi fanno ridere, e la piccola bimbetta Grifondoro è una splendida babysitter per loro, anche se sogno spesso il giorno in cui sarò libera di poterli tenere in camera mia o, perchè no, persino a casa. In fondo papà ha chiesto al signor Ramirez di venire a cena da noi, forse è davvero disposto a venire a patti con certi miei desideri e lati caratteriali e prima o poi mi permetterà di tenerli o di... di guarire dalla cicatrice che mi segna il ginocchio sinistro.
    Probabilmente sbaglio ad essere così scioccamente ottimista, dovrei rimanere coi piedi per terra e concentrarmi sul presente.
    Fortunatamente esistono gli altri studenti per ricordarmi quanto la vita sappia essere fastidiosa.
    Nell'entrare in Sala Comune le ho notate subito, impossibile non farlo: due ragazze si stavano tirando per le cravatte, i visi rossi ad un palmo l'uno dall'altro mentre dalle loro labbra uscivano insulti e frasi che non ho fatto in tempo a cogliere per bene.
    Ah, la splendida vita da Caposcuola... A volte mi chiedo perchè ho accettato la spilletta, poi mi ricordo che adoro avere delle responsabilità. Anche se a volte vorrei non fossero così dannatamente infantili.
    A passo di marcia mi avvicino alle due studentesse, sono entrambe del terzo anno, la bionda si chiama Erin e la mora Bonnie; di solito si comportano bene e sono tranquille, a parte qualche schiamazzo notturno che mi rovina il sonno, ma a quanto pare oggi hanno deciso di tirare fuori gli artigli.
    Lasciatevi subito andare e spiegatemi cos'è successo prima che vi mandi dal Preside.
    Ha iniziato Erin!
    Non è vero, sei tu che sei venuta da me a dire che non piaccio a Stefan e lo sanno tutti che è una bugia!
    Oh, meraviglioso, drammi adolescenziali. Come se i miei non fossero abbastanza...
    La situazione mi risuona fin troppo familiare a quella appena vissuta con Daisy, di primo acchito vorrei lasciarle qui a picchiarsi e scappare in stanza per urlare dentro il cuscino tutto il mio astio nei confronti del mondo, ma mi toccherà fare la persona matura e stringere i denti e quantomeno cercare di capirci qualcosa in più.
    Mi guardo attorno per cercare testimoni, a quest'ora del pomeriggio non c'è moltissima gente in Sala Comune, ma la chioma rosso fuoco di Cordelia Crowley svetta a contrasto del divano blu su cui è posata a pochi metri da noi.
    Non abbiamo mai avuto chissà che interazioni, ho sentito del soprannome che le hanno appioppato ma la cosa m'interessa il giusto, cioè molto poco. L'importante è che stia nei ranghi e non mi pesti i piedi, poi se vuole essere fredda e bisbetica con tutto il mondo conosciuto allora buon per lei, di certo non sarò io a fermarla.
    Cordelia, ti spiace darmi una mano?
    Richiamo la sua attenzione mentre tengo d'occhio le due ragazzine per evitare che si cavino gli occhi davanti a me.
    Per caso hai visto come è iniziato il litigio o hai sentito cosa si stavano dicendo?
    Te l'ho detto! Ha iniziat-
    Non l'ho chiesto a te, placati! Quindi, Crowley?
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    Nel sentirla parlare di atti di bullismo nei suoi confronti, freno momentaneamente la mia corsa e mi volto per squadrarla, quasi mi stessi sincerando dell'assenza di lividi sul suo viso, segni che comunque è possibile far sparire in un'attimo grazie alla magia. Non tutti sono vincolati a tenere le cicatrici come monito.
    Mi dispiace molto, Euphemia.
    L'ultima cosa che desidero fare è compatirla, ma posso capirla e nel mostrarmi sincera tento comunque di mantenere il giusto distacco per non metterla in imbarazzo. So quanto possa essere difficile per persone come noi sentirsi in difetto o più deboli rispetto a quanto vorremmo mostrarci di fronte agli altri, e magari la piccola ex studentessa di Beauxbatons non è stata cresciuta coi miei stessi identici valori... Ma qualcosa mi dice che è nella sua natura rimanere rigida e algida il più possibile, per nulla piegata sotto il peso delle apparenza.
    Mi ricorda me, e non riesco del tutto a decifrare come questo mi fa sentire.
    Riprendo a camminare mentre lei parla, voglio evitare di farla sentire troppo sotto i riflettori e poi m'interessa davvero sentire la sua storia. Apprezzo che i genitori siano stati abbastanza svegli da accorgersi che qualcosa non andava ed abbiano agito di conseguenza, se papà si fosse trovato al posto loro probabilmente mi avrebbe solo ordinato di essere più forte.
    Se avesse saputo di Karen non mi avrebbe mai e poi mai consolata, tutt'altro... Era mia la colpa se non sapevo farmi valere contro una ragazzina di un anno più piccola di me, ero io ad essere sbagliata e non abbastanza intelligente o forte per vincere, quindi andavo corretta. Fosse stato per lui, l'unica soluzione per liberarsi della Cavanaugh sarebbe stata quella di tagliarle la gola e buttarla nel bosco.
    Io non ero come lui, anche se l'augurarle di finire in fondo al Lago Nero era davvero così diverso? Meglio non pensarci, devo concentrarmi sul compito che mi è stato assegnato, e la ragazzina si sta complimentando con me per i risultati che ho raggiunto in così poco tempo. Nemmeno i miei genitori si erano mostrati così orgogliosi alla notizia dell'arrivo della spilletta, doveva mettercisi una ragazzina che non vedevo da anni e che ha lingua lunga e setosa abbastanza da sapere come complimentare la gente giusta, nonostante la giovane età.
    Ti ringrazio. L'adulazione ti porterà lontano, ma per ottenere la spilletta non basterà.
    Mi sembra comunque una ragazza intelligente e con la testa a posto, dubito la troverò a far festa nella Sala Comune di qualcun altro, anche se è sempre meglio tenere gli occhi e le orecchie ben aperti.
    I bulli vengono solitamente puniti, se presi o denunciati. Se qualcuno dovesse darti fastidio fallo sapere a me o agli altri Caposcuola, d'accordo?
    Le rivolgo un veloce sorriso gentile, indecisa se raccontarle o meno quanto accaduto a me. Io non ero mai andata a parlare col Preside di Karen, e lei aveva continuato finchè non ero esplosa, ma tanto a cosa sarebbe servito? Col padre Capo Auror ha sempre avuto la via spianata e mi avrebbero detto che le mie erano tutte sciocchezze, solo scherzi da ragazzini... O forse no, ma per scoprirlo era ormai troppo tardi.
    Posso comunque avvertirla di starle lontana, onde evitare alla piccola Euphemia ulteriori dispiaceri.
    Personalmente ho avuto una sequela di incontri poco piacevoli coi Serpeverde, ma un paio di eccezioni mi stanno facendo cambiare idea e tu non mi sembri una poco di buono o una persona a cui interessano scemenze come la purezza del sangue, quindi non dovresti avere troppi problemi. E poi, a dirla tutta, le mele marce esistono anche tra i Grifondoro ed i Tassorosso.
    Mi dirigo a passo svelto verso la parte est del piano inferiore, ho intenzione di mostrarle l'ingresso alla biblioteca per testare il suo amore per la conoscenza, nel frattempo proseguo col mio piano per tenerla al sicuro.
    Ti consiglio di stare alla larga da Karen Cavanaugh, è una Grifa irlandese dalle pessime maniere che adora fare scherzi stupidi e mi ha tormentata per più di un'anno. Se si avvicina per fare amicizia mandala via, mi raccomando. Oh, e un altro consiglio...
    Mi fermo ancora per voltarmi a guardarla, il viso serio e gli occhi gelidi fermi nei suoi. C'è qualcosa che mi punge petto e cervello, quella sensazione di star rivedendo me stessa e la... paura...? di saperla un giorno sola, così come lo sono io.
    E poi c'è quel caos con cui André mi ha infettata dal momento in cui dipingemmo insieme e pensai che, forse, non era poi così male uscire dagli schemi di tanto in tanto.
    Concediti una pausa dalla rigidità. Divertiti con giudizio alle feste che verranno organizzate e prenditi del tempo per essere te stessa in piena libertà. Sii te stessa e non lasciare che ti mettano delle catene, me lo prometti?
    Forse mi sto prendendo una confidenza troppo grande, eppure spero che sul mio viso legga quanto io abbia bisogno di sentirla dire si, di vedere che non diventerà come me. Perchè non c'è niente di peggio che essere soli e feriti.
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    Ci mancava solo la presenza del figlio del Preside per rendere il tutto ancora più opprimente... Dannazione, è sabato, perchè non se ne va in giro per Hogsmeade invece che star qui a dare fastidio?!
    In realtà l'unica persona che ha punzecchiato per ora è stata il Guardiacaccia, e spero rimanga così per tutto il resto del pomeriggio perchè se osa avvicinarsi a me per fare battute non richieste come quelle della sua fidanzata giuro che gli lancio il secchio in testa. Chissà se anche lui crede sia io la colpevole di quanto scritto su quel giornalino da quattro soldi, sicuro Karen gli ha fatto un bel discorsetto su quanto io sia il male puro e quindi unica possibile spia della loro mal celata relazione.
    Comunque, a differenza della rossa, Logan non mi sembra ostile nei miei confronti e, se devo essere sincera, nemmeno mi sta poi così antipatico. Non capisco come faccia a stare con quel demonio, ma peggio per lui, prima o poi aprirà gli occhi e si renderà conto di avere accanto una bulla.
    Ciao, collega. Ti direi di aspettare giornate più calde, però se ti piace gelarti le sinapsi accomodati pure.
    Non ho esattamente sorriso nel dirglielo, ma nemmeno l'ho guardato storto, quindi direi che è un successo.
    E poi sono troppo occupata a cercare di uscire da questa situazione per preoccuparmi di socializzare con gli ospiti inaspettati. Se solo Karen e Daisy si muovessero a darmi retta forse ce la caveremo prima di cena, invece quella dannata irlandese deve sparar fuori l'ennesimo dei suoi commenti poco gentili, e ovviamente la sua amica le dà spago perchè è così che funziona; anche quando io ero disperata per tutto il fastidio che la Cavanaugh mi buttava addosso era comunque lei quella da spalleggiare e a cui stare vicino, per Daisy ero giusto una studentessa con cui riempire le ore in cui la presenza dell'altra mancava.
    Perchè mai poi dovrei essere io la prima a comportarmi gentilmente con chi ha tradito la mia fiducia in modo così orribile? Tutto questo è una conseguenza di quello che hanno fatto e detto loro, io mi sono comportata di conseguenza perchè ero stufa di fare la vittima. Cos'è, me ne sarei dovuta stare zitta mentre entrambe spiattellavano in giro i miei segreti? E' a causa loro se sono esplosa e ho detto quelle cose terribili, non mia!
    E ovviamente adesso fanno comunella come al solito, perchè piuttosto che stare vicino a me e aiutarmi è meglio gelarsi i piedi e rischiare di cadere in acqua. Dovrei mollare il secchio e andarmene, rischierei di perdere punti e spilletta, ma almeno il fegato mi rimarrà intatto e nessuna vena sulla fronte esploderà per la troppa rabbia accumulata.
    Le guardo entrambe con occhi di fuoco, finchè la felpa di Daisy non mi blocca la visuale ed il suo invito a infilarla nel buco è... Aspetta, non sta parlando della mia bocca? Si riferisce al... Perchè?
    Stranita, fisso prima lei e poi la felpa che sto tenendo con la mano libera senza capire il motivo di questo improvviso gesto gentile. Tanto comunque non basterà a farsi perdonare, sicuramente vuole solo farmi sentire stupida o in colpa e, purtroppo, ci sta riuscendo.
    Con una smorfia inizio a infilare il pezzo di vestiario nel foro, finchè la voce del Guardiacaccia non mi interrompe. Nemmeno m'impegno a nascondere il sorrisetto divertito che mi spunta in faccia nel momento in cui Karen finisce col sedere in acqua. Ben ti sta, stronza.
    La ramanzina che segue è un'altra sorpresa, perchè se si fosse limitato a guardarci durante il lavoro sarebbe andato più che bene anzi, non sarebbe sembrato strano affatto, invece pare stia cercando d'insegnarci qualcosa e in un certo senso gli fa onore.
    Riesce quasi a farmi vergognare e non riesco a guardarlo troppo fisso negli occhi, talmente attenti e chiari da dare l'impressione che vogliano perforarmi il cervello... Lui però non sa quello che è successo, e probabilmente nemmeno immagina quanto sia difficile scegliere di essere una persona migliore quando arrivi al limite dell'esasperazione e vorresti solo gridare in faccia alla gente che ti ha voltato le spalle e poi ci ha piantato dentro un coltello.
    Ed io che ho fatto di diverso rispetto a Daisy? Nulla a parte restituirle quello che mi aveva dato, con la differenza che forse a me era piaciuto molto di più sussurrarle nell'orecchio quelle cattiverie rispetto a quando lei mi ha dato tutte quelle spinte. Azione e reazione, funziona così il mondo.
    Come mi fa sentire tutto questo? Non troppo bene, se devo essere sincera, e si vede dal modo in cui distolgo lo sguardo e mi morsico il labbro inferiore mentre le mani vanno a stringersi sempre più contro il bordo del secchio.
    So solo che, se potessi scegliere, tornerei indietro e m'impedirei di dire a Daisy quella cattiveria sulle gabbie d'argento e l'aconito perchè a me non era mai importato niente se qualcuno le aveva lasciato quella cicatrice sul braccio e con la luna piena diventava un lupo... Era sempre la mia amica, e pur sentendo bruciante in me il desiderio di non vederla mai più, c'è anche un sussurro che ogni tanto si fa sentire e dice che mi manca.
    Per quanto riguarda Karen... Beh, forse anche a lei avrei evitato di augurarle di annegare nel Lago Nero. La prima volta, quantomeno.
    Al Guardiacaccia non dico niente, mi limito a trarre un veloce sospiro per aiutarmi a sbloccare il macigno che sento sul petto. Si smuove di giusto un paio di centimetri, ma meglio di niente.
    Mi avvicino a Karen e le porgo la sua parte di secchio in cui è già infilata la felpa che probabilmente non farà chissà che grande lavoro dal momento in cui sarà zuppa, però ci arrangeremo in qualche modo.
    Avanti, abbiamo fatto partorire Altair, questo non sarà poi così difficile a confronto.
    In quel momento insieme alla mia coniglia ed i suoi piccoli le dissi persino che aveva fatto un buon lavoro, oggi non mi spingerò a tanto e non è assolutamente mia intenzione quella di tirarle fuori la malinconia per i tempi che furono. Dubito sia una bandiera bianca, quella che le sto porgendo, diciamo che è più sui toni del grigio e spero tanto che lei non sia così stupida da mandare tutto all'aria con l'ennesimo dei suoi commenti idioti.
    Mentre iniziamo a riempire una vasca, ecco che dall'acqua spuntano fuori le creature del lago, ed il pensiero che ci siano quei cosi sul fondo mentre noi nuotiamo mi fa venire i brividi. Il grido che tirano tutti all'unisono è da far venire il mal di testa, agendo distinto per tapparmi le orecchie lascio andare il mio lato del secchio che scivola anche dalle mani di Karen e manda all'aria un giro di lavoro.
    Quanto odio le creature viscide, sia maledetto Merlino.
    Sussurro per non farmi sentire dal Guardiacaccia che sta placidamente fumando con Logan, ed un dubbio inizia ad attanagliarmi il cervello perchè se quell'uomo pensa che io starò qui a misurare la febbre o altre cose del genere a quelle bestie si sbaglia di grosso.
    Signor Regan! Mi scusi, signor Regan, che problema hanno i Selkie nello specifico? Ho una mezza fobia per le rane causata da Karen, signore, e quelle cose me le ricordano quindi vorrei evitare di toccarle... Per favore.
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    Oh, certo, proprio sulle rive del maledetto Lago Nero doveva tenersi la dannatissima punizione. Fantastico, veramente meraviglioso!
    Scommetto che è stata quella Grifondoro a suggerirlo al preside, giusto per darmi fastidio e farmi sentire in colpa dell'averle suggerito per ben due volte di andare a dormire insieme ai pesci e alla melma. E se non fosse finita qui? Magari sarà un lavoro suddiviso a metà ed il secondo turno avverrà al sorgere delle prossima luna piena, e mi toccherà lucidare gabbie d'argento o... o spazzolare un dannato lupo!
    No, no... Devo darmi una calmata, ne va dei miei nervi. Sto esagerando con gli scenari apocalittici, continuare a respirare per dare aria al cervello è la soluzione migliore, devo anche evitare di farmi prendere dal panico o qualsiasi altra emozione negativa. Vista la compagnia, sarà difficile.
    Scelgo comunque di dare il beneficio del dubbio a quell'irlandese con un diavolo per capello, visto che anche lei è finita nei guai dubito che il signor McCormack le abbia prestato orecchio per cogliere consigli, quindi il fatto che c'entri il lago è solo un'enorme, fastidiosissima coincidenza.
    Tutto il pomeriggio in compagnia di quelle due spie... Cosa potrebbe esserci di peggio? Daisy nemmeno mi ha chiesto scusa dopo che ha cercato di farmi male, e a quanto pare il fatto che io non le abbia alzato un dito contro non conta nulla perchè sono una dannata Caposcuola, e quelli con la spilletta dovrebbero dare il buon esempio. Già, anche quando la loro cosiddetta migliore amica le pugnala alle spalle.
    Certo, io non sarà stata gentile a dirle di André e di Axel, ma se lo meritava dopo quello che mi ha fatto e... e forse ho esagerato, con la parte della gabbia e tutto il resto, però è stata legittima difesa verbale! E desiderio di farle male, nel modo peggiore possibile.
    Non pensarci, Marsilda, cammina e basta. Addosso ho i vestiti comodi che il preside mi ha consigliato di mettere, ed i capelli sono legati in un rigido chignon per evitare che mi vengano in faccia e si sporchino con qualsiasi cosa il guardiacaccia voglia farci fare. Spero solo non c'entrino le feci di qualche creatura pericolosa, o potrei vomitare.
    Arrivo da sola e fingo di non vedere le altre due, tengo le braccia incrociate al petto ed una smorfia infastidita mi piega le sopracciglia perchè sono sicura che quelle due faranno squadra e mi lasceranno da sola, come al solito. In fondo sono sempre state solo loro due, no? Io contavo il giusto.
    L'uomo che ci accoglie sembra amichevole e gentile, ma vista la situazione non riesco ad essere cordiale come l'etichetta vorrebbe, quindi mi limito ad osservarlo in silenzio mentre lo ascolto. Quando nomina le creature che vivono nel lago un brivido gelido mi scorre lungo la spina dorsale... Non sono mai stata brava con le bestie, apprezzo giusto i miei conigli, gli animaletti che il signor Ramirez mi ha presentato a casa sua ed i procioni. Basta. Io e gli animali, specie se viscidi, siamo due mondi differenti e mai andremo d'accordo, l'unico pensiero che mi salverà da questo incubo è che, dopo oggi pomeriggio e se sarò fortunata, non dovrò mai più avere a che fare con le due spie.
    Marsilda Everett-Millais.
    Dico al guardiacaccia mentre gli consegno la bacchetta, alzo lo sguardo verso di lui solo quando mi si rivolge parlando di aspettative ed un passato in cui lui ha vestito i miei stessi panni. Lo squadro per qualche secondo, chiedendomi con curiosità se anche lui è mai finito in punizione con qualcuno che odiava, o se è sempre stato perfetto e diligente come io stessa avrei voluto essere.
    Ci proverò.
    Mugugno, scontenta, prima di tornare al mio posto con le braccia strette attorno al petto. Spero non abbia nulla da ridire riguardo alla mia mancanza di entusiasmo, ma date le circostanze essere felice è l'ultimo dei miei pensieri... Sarei potuta essere al castello a leggere in questo momento, o a parlare con Rick, invece per colpa di queste due...! Respira Marsilda, andrà tutto bene.
    Le tre vasche di vetro hanno un'aria sospetta, prego di non dovermici infilare dentro ma a quanto pare per ora dobbiamo solo infilarci degli stivali di gomma ed entrare in acqua con un secchio dotato di foro sul fondo. E' uno scherzo, vero? Una presa in giro da far finire sul giornalino della scuola. Buon lavoro un grandissimo paio di... AAAH!
    Rabbiosa, afferro gli stivali e li infilo, poi prendo lo schifosissimo secchio ed inizio a camminare verso l'acqua che sicuramente in questo periodo dell'anno è gelida e piena di batteri. Che schifo.
    Avanti, venite qui a mettere le mani sul fondo per tappare il buco. Non ho intenzione di stare qui più tempo del necessario.
    Ordino alle due, guardandole con occhi di fiamme e fulmini.
    Su, Locke! Cavanaugh, muoviti!
    L'ha detto il guardiacaccia che da me si aspetta di più, no? Quindi dare ordini mi pare il minimo.
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    No, sto bene.
    Mi affretto a riempire il suo silenzio prima che continui quel pensiero dandogli una destinazione, con me tra le sue braccia e lui eroico cavaliere che mi porta in salvo dopo avermi raccolta con tanta preoccupazione. E' una bella immagine, ma preferisco non darle troppo adito per paura di desiderarla troppo.
    Però potresti... Farmi da bastone per uscire quantomeno da questa stanza.
    Concedo questo piccolo regalo ad entrambi con un sorriso appena accennato, anche se non dovrei, eppure quest'oggi non sarebbe la prima azione sconsiderata che compio, quindi perchè tentare di tirare i freni di una carrozza che si è già andata a schiantare?
    E poi, se devo essere sincera, il ginocchio fa davvero più male di quanto mi piacerebbe ammettere ad alta voce, ed un piccolo aiuto per scendere le scale del palco sarà molto apprezzato. Una volta fuori dalla Stanza della Necessità saprò cavarmela da sola, come sempre d'altronde, e domani probabilmente l'articolazione darà ancora fastidio, ma passerà. Passa sempre.
    Finisco col confessarmi, esprimo il desiderio di avere un'altra possibilità per conoscerlo e, per un momento, quasi spero mi dica di no. Perchè sarebbe più facile vederlo darmi le spalle ed andarsene via sbattendo la porta piuttosto che dover lottare ogni volta contro i suoi occhi così penetranti e attenti, ed il mio desiderio di baciarlo ancora oltre alla possibilità di rimanere amici.
    Nel sentirlo dire che non si nasconderà più il mio cuore tradisce i pensieri e salta un battito, felice di saperlo ancora accanto a me nell'immediato futuro. Lo scruto e pare sincero, dovrei detestarlo per il modo in cui desidera vedermi davvero ma non ce la faccio, perchè sono una debole bisognosa di qualcuno che sappia capirmi e a cui potermi mostrare senza paura o filtri.
    Quest'ultima parte sarà difficile viste le catene che mi tengono ancorata al passato, ma posso sforzarmi di romperle a poco a poco, se è questo ciò che desidero realmente. Mh... che bella domanda: cosa voglio per davvero? Perchè sento di dover scegliere per forza qualcosa o qualcuno invece che semplicemente vivere? E perchè proprio adesso due ragazzi così speciali devono occuparmi la testa?
    Posso provarci, te lo prometto.
    Stai attenta Marsilda, le parole hanno un peso, e rompere i giuramenti è sbagliato perchè finiresti solo col far male a te stessa e a lui... Però ci credo davvero in ciò che dico, non sto mentendo, e penso che anche lui lo sappia, o quantomeno lo percepisce nel guardarmi, perchè per qualche strana ragione è sempre stato bravo a capirmi.
    C'è qualcosa in lui che cambia quando ripete la mia offerta di amicizia, e non parlo solo del sorriso malizioso, è come se dietro la sua pelle vi fosse il volto di qualcun altro e tutto in lui mutasse per prenderne la forma. Più di tutto però, mi turba quanto io mi senta attratta dal suo avvicinarsi in modo predatorio, e nell'istante in cui mi sfiora il labbro col dito rimango senza fiato e col cuore che accelera repentinamente dentro il petto, seguendo una marcia che non devo seguire.
    Lotto per rimanere ancorata alla razionalità mentre vorrei solo annullare ancora le distanze per baciarlo e permettergli di cedere alla tentazione di cui parla, come se anche sotto la mia, di pelle, vi fosse un'altra Marsilda pronta ad uscire ma che non può, o combinerà solo più danni.
    Non c'è niente di bello nel caos.
    Ma ne sono davvero sicura? Mentre lo guardo negli occhi sembro incerta nelle parole, come se quanto appena detto fosse più una domanda che un'affermazione. Nella Stanza degli Artisti gli dissi che provare emozioni nuove a volte poteva essere esaltante, e questo non lo nego, ma mi stanno colpendo troppo e temo di annegare da un momento all'altro, o che mi diano alla testa facendomi impazzire una volta per tutte.
    Ma c'è qualcosa di bello in te.
    Di questo, invece, sono sicura. Altrimenti non mi sarei mai arrabbiata così tanto della sua sparizione, me lo sarei lasciato alle spalle ed avrei continuato a vivere come se nulla fosse successo. Lui probabilmente non riesce a vederlo, è da quando ci siamo conosciuti che continua a ripetere quanto sia pessimo, ma forse da oggi potrò fargli capire che sbaglia nel giudicarsi così indegno.
    Nel sentirlo stringermi la mano poi, sorrido, felice di quell'ennesima prova, di quell'esprimermi quanto, anche lui, sia incapace di andare via. E allora, per un'istante, mi sento nuovamente importante per questo bardo dalle mani sporche d'inchiostro, e il tutto non mi sembra solo un gigantesco errore. Magari tra qualche ora, senza la protezione che la Stanza ci offre, cambierò idea e mi dispererò, ma adesso posso ancora godere di questo momento tra noi due, di queste piccole e grandi confessioni che ci lanciamo addosso senza timore.
    Nel sentirlo parlare di bipolarismo sgrano appena gli occhi, sorpresa ed al contempo stranamente onorata di essere ritenuta degna di portare tale segreto, che sicuramente per lui non sarà facile portare. E' un disturbo di cui so poco, la psicologia mi interessa relativamente come branca, l'unica cosa di cui sono certa è il forte divario emozionale che occupa la vita di chi ne soffre, ed in parte forse spiega il perchè André abbia avuto quel periodo oscuro in cui mi è stato lontano.
    Non posso dirgli che lo capisco perchè suonerebbe sbagliato, una bugia, e se dal canto mio possiedo dei demoni non sono identici ai suoi e posso giusto immaginare come può essere la vita da persona bipolare, così come lui sicuramente non conosce la sensazione di avere il proprio padre nella testa che continua a ripetergli quanto sia giusta tutta la sofferenza che prova poichè è la giusta punizione per la sua disobbedienza.
    Però posso continuare a stringergli la mano, e a sorridergli con affetto. Forse un po' poco, ma a volte dicono basti.
    Devi smetterla di togliere agli altri la possibilità di conoscerti, e chi dice che la tua parte peggiore non mi stia più simpatica?
    Imito il suo sorriso malizioso per prenderlo in giro, tentando in qualche modo di alleggerire l'aria attorno a noi, ancora carica di tutte le emozioni, positive e negative, che abbiamo provato finora.
    Ti ho detto che voglio avere la possibilità di conoscerti, ed ero sincera. Vedremo a poco a poco come va, ok? Tanto non abbiamo fretta.
    Perchè non voglio che tu te ne vada, questo dicono i miei occhi e le dita che non accennano a staccarsi dalle sue.
    Abbasso improvvisamente lo sguardo quando mi coglie il pensiero di dovergli dare qualcosa in cambio, una prova di quanto detto poco fa, del mio voler tentare di aprirmi con lui... E se questo ragazzo ha trovato il coraggio di parlarmi di un dettaglio tanto personale cosa frena me dal fare altrettanto? L'amicizia è un dare e avere, non posso comportarmi da egoista se desidero davvero che rimanga.
    Mi morsico l'interno delle guance mentre cerco il coraggio di aprire la bocca, e quando lo faccio è solo un pallido tentativo poichè dalle labbra mi esce giusto un sospiro. A Daisy ho detto qualcosa e non è stato così terribile, anche col signor Ramirez, quindi buttati, stupida ragazzina, prima che sia troppo tardi.
    Io ho... N-non è... Non è stato un'incidente.
    Dico infine guardandolo alzando appena gli occhi dal pavimento per poi riportarli subito verso la gamba ferita, ormai coperta dalle spesse calze della divisa.
    Quando avevo tredici anni q-qualcuno mi ha fatto male di proposito perchè... per punirmi. Devo rimanere così come m-monito per il resto della vita.
    Mentre parlavo gli ho preso l'altra mano, quasi volessi un'ulteriore appoggio per stare a galla e darmi la forza di parlare. Non ho detto chi è stato, e non mi sento pronta per aggiungere altro in merito, non oggi. Sono stanca.
    Torno a guardare André e mi libero dalla sua presa per portargli le dita di entrambe le mani velocemente ma delicatamente sulle labbra, così da zittire qualsiasi domanda o richiesta o, peggio ancora, desiderio di denunciare chi mi ha fatto questo.
    Ti prego, promettimi che non dirai niente a nessuno e non cercherai di curarmi! Per favore André, c'è un'altra persona che sta cercando di aiutarmi ad uscire da questa situazione ma se lo viene a sapere il resto della scuola è la fine per me.
    Le voci corrono, e sebbene io sia abbastanza sicura del fatto che papà non abbia mandato nessuno a spiarmi altrimenti mi avrebbe già punita per altri piccoli sgarri, è bene non rischiare e tirare troppo la corda.
    Fisso il ragazzo con occhi in parte spaventati da quella figura che soffoca la mia esistenza tenendomi legata a lui, ed in parte con tutta la fiducia che voglio dare a questo ragazzo così attento, interessante e simile a me.
    Racconterò il resto un'altra volta, va bene? Adesso non sono pronta e-e devo tornare al mio dormitorio. Riprendimi per mano e andiamocene insieme, ok?
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    I cambiamenti fanno parte della vita, peccato io stia odiando quelli che mi vengono presentati davanti.
    Non tutti, c'è da dire che le giornate al castello riescono ancora a riservarmi qualche piacevole sorpresa quando riesco a trovare un'attimo di calma in biblioteca o mentre osservo le stelle dalla finestra del dormitorio femminile, oppure nei momenti in cui Rick e André mi rivolgono la parola.
    Per il resto, sono sola, ed è strano perchè dovrei esserne felice. Ho allontanato la spia, quella ragazza tanto dolce che ho creduto essere la mia unica amica e poi mi ha pugnalata alle spalle ed ha cercato di spingermi a terra, quindi perchè non riesco a sorriderne?
    Per colpa sua e dell'irlandese la mia casata ha perso altri punti ed ho paura di essere stata a tanto così dal perdere la spilletta, e per questo le detesto ancora di più per avermi trascinata nei loro giochetti idioti. La colpa era solo loro, se non avessero mai aperto bocca nulla di questo sarebbe mai successo ed io avrei ancora una migliore amica!
    Però era inutile piangere sul latte versato, giusto? Così come è futile sentirsi in colpa per aver detto loro quelle cose cattive, perchè tanto al posto mio mi avrebbero gettato addosso di peggio, come poi hanno fatto.
    E' inutile piangere di notte perchè non ho più nessuno con cui parlare e tutti mi guardano in modo strano quando cammino nei corridoi, e la voce di mio padre mi sussurra nella testa che è ciò che merito per aver osato fidarmi di qualcuno all'infuori di lui. Provo a non ascoltarla, so che mente ed è tutto un gioco del mio cervello, eppure a volte sembra più difficile fare finta di niente, specie quando colgo con la coda dell'occhio Daisy e Karen parlare da qualche parte.
    Sta meglio senza di me, si meritano a vicenda, e va bene così.
    Nonostante tutto, sono felice di avere ancora la spilletta da Caposcuola per poter compiere i miei doveri, tra cui mostrare la scuola ai nuovi arrivati. So poco della studentessa in questione, mi hanno solo detto di attenderla in Sala Grande e che avrà lo stemma delle Serpi, dettagli che inizialmente mi ha fatto storcere il naso, ma potrebbe trattarsi di una piacevole anomalia come lo è Rick, quindi eviterò di disperarmi troppo.
    Quando giungo a destinazione trovo ad attendermi un viso che non mi è nuovo, tratti dolci e pelle candida, capelli rossi avvolti in uno stretto ed ordinato chignon. Quando la ragazza mi chiama per nome finalmente i puntini si ricongiungono e mi torna alla mente dove e quando la vidi per la prima volta: dovevo avere all'incirca dodici anni e lei dieci, papà parlava ogni tanto di questa coppia che insisteva per parlare di affari durante una cena e così, stremato, li aveva invitati a casa nostra insieme alla loro unica figlia dal nome particolare quanto il mio.
    Euphemia, ciao a te.
    La piccola riverenza mi stupisce e colpisce positivamente al contempo, a quanto pare non tutti al mondo hanno dimenticato le buone maniere, eppure mi fa strano ricevere questo tipo di onore da parte di qualcuno che ho conosciuto appena. Non che mi faccia schifo, comunque.
    Ricordo che i suoi genitori desideravano tanto aprire un nuovo pub insieme a mio padre, in modo che fosse il gemello di quello già esistente che la mia famiglia possiede da generazioni; oppure era all'erboristeria che erano interessati? Magari entrambi, chi lo sa... Fatto sta che papà li aveva liquidati dopo un po', annoiato dalle loro domande e servilismo, così non avevo più avuto modo di rivedere quella bimba che, come me, sembrava un'adulta intrappolata nel corpo di un'infante.
    Sei cresciuta, però ti è rimasto uno splendido colore di capelli.
    Le faccio un complimento sincero, condito da un sorriso di circostanza e un po' tirato perchè, nonostante la piacevole sorpresa, non posso dire di essere al settimo cielo a causa di tutto il peso che mi sento ancora sulle spalle.
    Ignoro la domanda sul come sto, meglio concentrarsi sul dovere, e poi dubito le interessi sul serio sapere di quello che mi passa per la testa.
    Ebbene si, come Caposcuola sarà un onore portarti a spasso per il castello. Immagino tu sappia cosa accade qui in Sala Grande, quindi non starò ad annoiarti con gli orari dei pasti, da quel che ricordo eri molto composta ed ordinata, e qualcosa mi dice che hai mantenuto le buone abitudini.
    Lancio un'occhiata al suo taccuino prima d'iniziare a sgambettare fuori dalla porta, sicura che la le Grant mi starà dietro per ascoltare ogni informazione utile.
    Da quella parte c'è l'infermeria se mai dovessi stare male, lungo questo corridoio invece c'è il cortile.
    Taglio abbastanza corto nel parlare di quel luogo infernale in cui ho discusso con le due spie, meno ci passo altro tempo meglio è.
    Dimmi, che scuola frequentavi prima di venire qui? E come mai i tuoi genitori hanno deciso di farti cambiare ad anno già avviato?
    Ecco, meglio chiedere di lei e saziare al contempo la punta di curiosità che mi pizzica il cervello, ricordo che i suoi genitori avevano parlato di mandarla a studiare in Franca, ma è possibile che abbiano cambiato idea in corso d'opera.
    Come ben sai io prima d'iniziare a studiare magia ho preferito concentrarmi sulla danza e a quattordici anni mi hanno iscritta qui, con molto impegno sono arrivata al quarto anno ed ho guadagnato la spilletta nel giro di poco tempo. Magari succederà anche a te, se ti impegnerai abbastanza.


    Edited by .Hel. - 5/4/2023, 11:36
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