Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by April Sanchez

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    Ci ho pensato a livello empirico, ma quel mondo li fa davvero schifo

    Dove andresti se avessi una macchina del tempo e perchè?

    Edited by April Sanchez - 29/4/2024, 16:50
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    Dunque la mia mente ha distorto la realta' e ne ha creata una alternativa spregevole e del tutto priva di compassione, per me stessa ed i miei genitori. In questa nuova dimensione ho accantonato il mio passato, ma ho portato con me la percezione dell'assenza, la mancanza che vivrò dentro di me e che ha determinato scelte, umori e reazioni che per alcuni sono stati incomprensibili. Ho sempre creduto di dovercela fare da sola, senza potermi permettere di aver bisogno di qualcuno. Ora capisco che si è trattato di sfiducia e di proteggermi da quella sensazione spaventosa che ho provato nel sentirmi abbandonata. Non sono mai riuscita ad andare oltre questo e nel tentativo di sottrarmi a quel dolore mai risolto, ho tradito tutto il bene che ho ricevuto. Più che normale quindi, trasgredire alle regole e rifiutare qualsiasi manifestazione di affetto sincero. Ho odiato i miei genitori e riversato la mia rabbia verso le persone sbagliate, pur di non sentirmene attratta e confessare a me stessa che potevo essere amata perchè non ero sbagliata, anche se per troppo tempo mi sono sentita cosi. Ho imparato ben presto a difendermi e a non manifestare le mie emozioni. Nessun legame stabile, ma tanti episodici incontri che non fossero profondi e coinvolgenti. Essere superficiale mi ha preservata da ulteriori abbandoni, per me, insopportabili. Questo è ciò che sono stata fino al giorno in cui ho incontrato Regan e mi ha permesso di sopravvivere. Lui ha scardinato ogni certezza e tutte le mie difese e mi ha permesso di guardarmi oltre le sovrastrutture che avevo costruito. Di contro, tutte le mie paure sono esplose e più il nostro rapporto si intensificava, più avevo il terrore di perderlo. Tuttavia, non ero mai stata investita da un amore tanto puro e con pazienza infinita è riuscito a farmi accettare l'idea che potevo fidarmi ed affidarmi a chi non voleva altro che me.
    Le braccia in cui mi risveglio sono proprio le sue. La sua apprensione mi accarezza tanto quanto la sua voce che sfiora calda il mio orecchio. E' un sentimento più forte della riconoscenza che rende impagabile quella stretta, in cui rinasco, splendente, come una fenice.
    Il baratro in cui sono precipitata all'arrivo della lettera, è stato uno strascico ingombrante, la somma di tutte le paure vissute e mai affrontate.
    Ho resistito solo perchè sei sempre stato con me mormoro senza trattenere la commozione nel visualizzare il patronus che evanesce lentamente in un tripudio di polvere luminescente.
    Cosa posso temere ancora, se non mi ha mai lasciato sola, nemmeno nei miei incubi peggiori? Eppure ancora tentenno e ho qualche remora nel confidargli i dettagli più scabrosi e la vera natura del rapporto con i miei genitori. Ma è ancora lui a guidarmi lungo la via della comprensione e a rivelarmi le conseguenze di una vicenda di cui non ho nessuna colpa, pur essendomele assunte tutte.
    Hanno creato per me un mondo ideale, in cui mi sentissi circondata d'amore e avessi tutto ciò che potessi desiderare. Solo ora capisco che la rigidità che io scambiavo per disinteresse, era dovuta al grande e orribile segreto che custodivano. Mi hanno regalato una vita serena, ma loro dovevano confrontarsi ogni giorno con il timore di essere scoperti. Un sorriso timido allunga le mie labbra e i suoi meravigliosi occhi sono il confine delle mie certezze. Prendo la sua mano e socchiudo i miei, mentre le sue dita lisciano la mia guancia. Quanto amore può racchiudersi in un solo gesto così dirompente da trasmetterlo intonso a tutto il mio essere. Ho rivissuto l'ultimo terribile atto della mia infanzia. Ho perso tutto in una manciata di secondi e sono stata strappata loro senza nemmeno rendermi conto del perchè. Il mio sguardo si incupisce e si sposta verso il volto nel quadro a cui devo parte della mia salvezza.
    C'era un uomo, lo stesso che mi ha portata via e che non mi ha mai spiegato nulla. Ho poi smesso di ascoltare qualsiasi cosa mi dicesse, per quel poco che ha influito nella mia vita. Respiro e torno a posare lo sguardo sul mio prezioso marito. Ha detto che i miei avrebbero potuto evitare il carcere se gli avessi consegnato qualcosa che è costudito alla Gringott. Mio padre però mi ha fatto giurare di non rivelarlo a nessuno. Ho fatto molto di più che proteggere i loro segreti. Forse sono responsabile della loro fine Un sospetto che non mi aveva mai abbandonato, sepolto nei recessi della mia mente, ma sempre vivo e pronto a condizionare ogni aspetto della mia esistenza.
    Però di quella persona non mi sono mai fidata. Per questo devo sapere cosa hanno nascosto e capire se il mio silenzio avrebbe potuto davvero cambiare il loro destino Un ostinato silenzio fino a perdere la memoria di un segreto che deve essere svelato.
    So che non si tirerà indietro, so di poter contare su di lui.
    Io ho bisogno di te ogni attimo della mia vita e non potrei affrontare tutto questo se tu non mi dessi il tuo appoggio. gli butto le braccia al collo e suggello con le mie labbra quel bacio che è come una conferma di quanto quella sua sensazione sia stata solo un errore.
    Per rinunciare all'unica certezza che ho? Mai... Sulle sue labbra, nel limitato intervallo di un respiro, dove il tempo si tinge d' infinito Mai...
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    La stretta di quelle mani grandi intorno alle mie si fa convulsa e ne percepisco tutta la forza, un disperato tentativo di ritardare l'imminente separazione. Strizzo le palpebre per non permettere a quel numero di uscire dalla mia mente, dove danza, sballottato da un mare di angoscia e paura, mentre un filo ininterrotto di lacrime riga le mie guance di bambina. Non voglio che mio padre mi lasci, mi ribello all'idea che mi privi di quel calore che è protezione, amore, casa. E finchè le mie dita restano intrappolate nelle sue, so che nessuna delle cose terribili che mi ha appena detto, si realizzerà.
    Possibile anzi che non succeda mai e che alla fine lui e la mamma non mi lasceranno. Perchè dovrebbero volersi separare da me, cosa ho fatto di tanto sbagliato ? Respiro fra i singhiozzi e i miei occhi si aprono sul suo sorriso, un po' incerto. E' un attimo sospeso e privo di parole, in cui sono solo i nostri sguardi a parlare. Il suo è amorevole come al solito, tremolante dietro la cortina acquosa del mio pianto, ma deciso e rassicurante, fino a quando qualcuno mi afferra alle spalle. Una presa altrettanto salda mi costringe ad indietreggiare e a staccarmi da tutte le certezze della mia vita. Le mie braccia restano tese, le dita allungate verso una tenue speranza di riappropriarmene, con un grido che resta impigliato fra le labbra.
    Non c'è più niente intorno a me, solo buio ed oppressione. Mi volto in ogni direzione, ma ogni punto di riferimento è scomparso. La cecità è profonda, inaccettabile ed il silenzio così totale da avvertire solo il battito furioso del mio cuore. Eppure le mie labbra provano ad emettere suoni che non odo ed è quasi asfissiante, come se non ci fosse abbastanza aria da incanalare. Non ho mai provato niente di simile,un tale lacerante smarrimento. E' forse questo il vero senso dell'essere abbandonati? Uno strappo talmente definitivo da cancellare tutto ciò che di buono si è provato fino a quel momento?
    So che c'è stato un prima, anche se non riesco a vederlo e la tentazione di distaccarmi da tutta questa sofferenza, mi spinge a cercare una via d'uscita. Tuttavia ho bisogno di sapere e di inseguire quella traccia che l'ultimo contatto con mio padre ha rivitalizzato in una sensazione che sento di aver già vissuto. Un percorso d'amore che ho negato e volutamente dimenticato in virtù' di un singolo scioccante episodio?
    Vortico e vengo risucchiata altrove. I miei passi procedono insicuri su quello che sembra un terreno accidentato, ma non vi sono ostacoli ed il suono della mia risata mi sorprende. Infantile e goffa, come l'andatura che mi fa volare tra le braccia di mio padre in un'estate assolata di prati verdi e cavalli su cui cavalco libera da ogni angoscia. Emozioni che fluttuano in un caleidoscopio insieme di frammenti di vita che ho vissuto e respirato. Mi sento inondata da una tale tenerezza, da non essere capace di discernere la verità dalle mie più nascoste illusioni. Ma è successo e io ho fatto di tutto per dimenticarlo.
    Non voglio illuderti, April. Non li rivedrai più.
    La voce stende un velo gelido su quella luce sfavillante. Provo ancora quell'angosciante senso di vuoto e l'uomo mi guarda con un'espressione indifferente, quasi compiacendosi della mia disperazione.
    Hanno commesso un crimine e pagheranno. Ho promesso loro che ti avrei portata lontano, al sicuro ed intendo farlo. Ma sarebbe tutto molto più semplice se ti avessero rivelato qualcosa che potesse aiutarli a non morire in una gelida prigione. Puoi ancora salvarli. Sento che ogni parola pronunciata da quell'uomo è permeata di ostilità e mio padre mi ha fatto giurare di non rivelare niente a nessuno. L'uomo mente e vuole solo sapere il numero che mio padre mi ha chiesto di costudire. Il viso dello sconosciuto incombe sul mio, scuoto la testa e sollevo lo sguardo oltre la sua testa. Due grandi ali volteggiano in lontananza si avvicinano rapidamente, rivelando la sagoma di un possente drago.
    Sicura, April? La voce è ora spaventosamente cupa, ma sento di non dover rispondere alla sua domanda. Piuttosto, so che la magnifica creatura è li per salvarmi davvero ed è come se mi invitasse a salire sul suo collo per condurmi lontano da tutto quel dolore.

    Riapro gli occhi in una stanza silenziosa. Sono stesa sul divano e Regan è in piedi, di spalle, che scribacchia qualcosa. Mi sollevo a sedere e sento la testa pesare come se fosse fatta di solida roccia. Ma è solo un attimo.
    Reg... Il suo patronus è accucciato ai miei piedi e sbuffa lievi lingue di fumo azzurrino. Eri tu
    Quando accorre accanto a me, gli cingo le spalle e per un lunghissimo lasso di tempo, non ho altro desiderio che ritrovarmi nel tepore del suo abbraccio. Mi sembra di aver trascorso un tempo lunghissimo in quell'esplorazione insensata e ogni attimo di quell'assurdo viaggio ritorna alla mia mente.
    Ha funzionato Guardo verso il dipinto in cui un vecchio annuisce e probabilmente attende di avere notizie più precise.
    Mi stacco dalle sue braccia e sorrido prendendo, tra le mie, le mani del mio preoccupatissimo marito.
    Lo hanno fatto, Reg, sono colpevoli. Fisso le sue dita che si intrecciano le mie. L'ho sempre saputo, ma lo avevo rimosso. Come ho cancellato l'amore che provavano per me. Probabilmente ho cercato di difendermi annullando qualsiasi legame tra di noi, ma non è giusto. Cancellare il loro affetto, non mi ha permesso di vivere meglio, ne di preservarmi da tutto l'odio che ho provato e che mi ha fatto commettere tanti errori.
    Torno a specchiarmi nei suoi occhi, l'unica realtà che non è mai cambiata, non mi ha mai delusa e che non mi ha mai chiesto di rinunciare a me stessa, in nessun caso.
    So che questo non cambia la situazione, però mi aiuta a capire che continuare a provare del rancore nei loro confronti non è utile, non lo è mai stato. Potrei addirittura accantonare tutto questo e ricordare ciò che sono stati per me, prima di quel maledetto giorno. Potrei, ma c'è ancora qualcosa che sento di dover fare. E' più una sensazione che una certezza, ma le parole di quell'uomo mi spingono a chiedermi cosa i miei abbiano celato e custodito con tanta determinazione.
    Deve esserci qualcosa in quella camera segreta che non volevano fosse scoperta e l'hanno affidata a me. Devo sapere di cosa si tratta.
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    Qualcuno continua a reclamare attenzioni con la subdola intenzione di ottenerle a tutti i costi. E' sufficiente che io abbassi lo sguardo, attirata dal miagolio acuto e lamentoso perchè ogni altro impegno in cui sia affaccendata perda d'importanza e mi ritrovi a fissare quel musetto peloso, lievemente piegato di lato. in cui spiccano due occhioni di un blu così intenso da perdere persino l'orientamento. Immobile sulle zampe posteriori, al contrario, Sapphire sembra avere il controllo totale del so enorme potere su una strega alla sua mercé. Il tono del suo miagolio si fa più basso e persuasivo cosicché io abbia il solo desiderio di prenderlo tra le mie braccia e coccolarlo fino alla notte dei tempi. Ed è ciò che mi appresto a fare, mossa da un comando irresistibile a cui non saprei sottrarmi, se lo sfrigolio vivace dei funghi nella casseruola, non mi distogliesse dai suoipropositi. Non posso rischiare di mandare all'aria la mia cena per le fusa di un micio indisponente e, a malincuore, mi limito a lanciargli un succulento bocconcino, cercando di ignorarlo. Del resto, il piccolo kneazle non è stata l'unica distrazione di questa prima metà della giornata, ma è la novità che mi distoglie da tutte le altre, nella realizzazione del mio progetto culinario. Nessuna divagazione extra dopo che Regan è uscito per seguire suo padre nella foresta e di conseguenza niente altro che potesse mettere a repentaglio la riuscita di un ottimo e profumato stufato e non solo.
    Il fatto è che ogni singolo istante della mia vita si risolve nel complesso equilibrio delle mie sensazioni, legate alla consapevolezza di avere una direzione, un percorso intrapreso molto tempo fa insieme a Regan e non saprei più concepirlo in altro modo. Tutto quello che abbiamo è parte di una realtà dalle mille coinvolgenti sfaccettature in cui l'abitudine non è mai entrata. Ma un Kneazle si ed è stata un'altra delle innumerevoli sorprese dell'Irlandese.
    Così, a pochi passi dalla cucina, dove io e la piccola creatura facciamo amicizia, il nostro mondo fatto anche di normalità, si colora delle risate di Regan e Morgan, che in un modo o nell'altro hanno sempre qualcosa da confidarsi. A volte mi sento di troppo in quella loro complicità, ma non è mai davvero un problema.
    Questa volta mi sono decisamente superata! un sospiro accompagna l'assaggio di un boccone colmo di funghi, prima che la mia bacchetta trasporti tutti i piatti da portata in un'ordinata fila indiana, nella sala apparecchiata per la cena.
    Sto affinando le mie doti anche in cucina sussurro compiaciuta per il complimento rifilando un bacio rapido sulla tempia del mio entusiasta consorte e poi mi accomodo davanti ad un tavolo imbandito con tante prelibatezze da spazzolare in allegria. Devo però ammettere che questi funghi hanno un sapore così particolare che...
    Ho improvvisamente molto caldo, ma considerato il tempo trascorso davanti ai fornelli accesi, non attribuisco a ciò un significato, nemmeno quando l'arsura si fa prepotente e mi costringe ad ingoiare ben più di una sorso di birra.
    Voglio consigliarli a Susan, lei saprà ricavarne dei piatti ancora più speciali. Me ne verseresti ancora un po'? Allungo il bicchiere verso la brocca colma di liquido cremisi e spumoso che Regan ha appena sollevato. La sete non mi abbandona, eppure sono certa di non aver esagerato con le spezie.
    Sarai stato il topo più grazioso che Mark abbia mai intrappolato fra le sue grandi e forti mani abbronzate... da qualche parte nella mia mente le visualizzo e sospiro, anche se non mi capacito neppure di aver avuto la necessità di compiere una così strana associazione.Perchè lo ha fatto vero? Incalzo la mia ospite con una curiosità che non mi appartiene, prima di portare nuovamente la forchetta alla mia bocca.
    Mmm, vogliamo i dettagli.Quali che siano, in realtà, non sembra essere molto importante, in confronto alla precisa sensazione che qualcosa nella stanza abbia assunto contorni più sfumati e quasi liquidi come sottoposti all'impietosa azione di un sole rovente della più torrida estate. Già, il caldo diventa quasi opprimente e mmi spinge a sollevare nel pugno i capelli per liberare il collo e slacciare due o forse tre bottoni della camicia.


    Edited by April Sanchez - 24/9/2023, 09:29
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    Scorgo, per un un'ultima volta, l'elenco degli aspiranti professionisti che ho provveduto io stessa a stilare nelle ore precedenti a questa fatidica mattina di settembre. Accanto al nome, soltanto il ruolo in cui hanno militato e niente altro. Nessun viso a cui associarli, nessun pregiudizio. Se si esclude Morgan, che indubbiamente ha sfidato tutte le leggi del suo universo, pur di essere partecipe di questo esperimento con me, su tutti gli altri non ho volutamente approfondito nessuna informazione. Presumo che, fra questi, ci siano dei talenti indiscussi ed altri invece che sperano di raggiungere il successo in un campo di quidditch, sulla scia dell'emozionante carriera del loro beniamino, contando sulla mia capacità di colmare qualche lacuna e su quella del mio socio di avventure. Non sono avvezza a distruggere i sogni altrui, dopo averne inseguiti e coltivati tanti in prima persona, ma temo che questo sarà uno degli scogli peggiori su cui dovrò sforzarmi di non arenarmi mai. Il progetto è ambizioso e quanto mai pionieristico: selezionare una rosa di candidati, preparati dal punto di vista teorico e pratico, da cui le squadre di quidditch possano attingere con una certa sicurezza. E' una faccenda estremamente seria, di enorme responsabilità, decisamente diversa da quella in cui mi sono cimentata negli anni trascorsi ad Hogwarts, come professoressa di volo. Combatto costantemente con il senso di inadeguatezza che mi perseguita e che, anche in questa occasione, si è affacciato a disturbare i miei programmi e a renderli, in alcuni momenti, degli ostacoli insormontabili. Dibattuta nel marasma di sentimenti contrastanti in cui all'entusiasmo più sfrenato si alterna un pessimismo alienante, l'unica certezza è il sostegno di Regan, paziente nel ricomporre la stima che ho di me stessa. La sua fiducia è il balsamo che riveste i miei timori sempre presenti nonostante il parere della commissione che mi ha assegnato questa cattedra. Ora però deve bastare un bel respiro profondo a spazzar via qualsiasi titubanza ed un sorriso per accogliere i ragazzi che si presenteranno al campo di quidditch dell' Accademia. Ho deciso di dividerli in gruppi, per conoscerli meglio e permettere loro di fare altrettanto con me. Inutile dire che l'ansia da prestazione divora ogni altra considerazione su cui possa rimuginare, mentre tormento il manico di scopa che stringo nel pugno. Nemmeno la visuale sugli anelli, resi quasi incandescenti dai raggi obliqui di un sole ancora benevolo, ha su di me lo stesso consueto potere stimolante e mi strappa un sospiro, l'ultimo, prima di sollevare il mento e dare una spinta decisa e risoluta al mio passo.
    Buongiorno e benvenuti in quella che sarà la nostra aula prevalente per tutta la durata di questo corso. Io sono April Sanchez, docente e Cercatrice a livello professionistico.
    La mia voce non ha tremato, forse perchè il sorriso di Morgan ha catalizzato quasi interamente la mia attenzione. E' un bene che lei sia qui, anche se nelle premesse mi era piombata in casa con una gonnellina corta e due enormi ponpon rosa nelle mani. Il ricordo del suo balletto improvvisato mi restituisce uno stato d'animo meno ansioso e mi predispone ad osservare il gruppetto con un'espressione che non ricordi la mia arcigna professoressa di incantesimi.
    Immagino che vi sentiate a vostro agio in questo ovale e voglio ricordarvi che non si tratta di un provino, piuttosto è un modo per valutare la sinergia in un contesto così poco familiare come quello che sto per proporvi. Osservo i tratti di questi sconosciuti e mi sembra di ravvisare orgoglio, determinazione, persino perplessità, ma sarebbe un giudizio del tutto arbitrario, dal momento che non li conosco affatto. Esattamente come voi, non ho idea di quale siano le vostre caratteristiche e non pretendo di scoprirle tutte oggi, tuttavia ho imparato che senza collaborazione non si arriva da nessuna parte, nemmeno se si è degli ottimi giocatori. Dal mio punto di vista, un giocatore di livello deve essere in grado di gestire lo stress e per questo, simuleremo azioni di gioco, handicap e tecniche specifiche in un quadro di totale mancanza di riferimenti dati dall'assenza di compagni di gioco a cui siete abituati. Mi era toccato lo stesso destino, quando mi ero presentata su un campo da quidditch e sul momento mi ero sentita piuttosto disorientata, poi ho capito che non c'è spazio per gli individualismi e le scelte autonome se si fa parte di un team e che bisogna contare su qualcuno che ti copra le spalle e che ti liberi il cammino, anche se si insegue un boccino d'oro.
    Prima di ogni altra cosa però vorrei sapere qualcosa di voi, del vostro passato agonistico, se ce ne fosse uno e rispondere a qualche eventuale domanda. Il lato umano di questi ragazzi mi attrae e spero che abbiano voglia di raccontarsi, prima che io possa apprezzarne tutte le sfumature. La prima la farò io. Cosa vi ha spinto ad iscrivervi a questo corso, al di la del suo obiettivo? Cosa sperate di trovare e perché questo sport è così importante per voi? Sarebbe bello scoprire che i nostri intenti e le nostre emozioni, coincidono.
    Aperta a chiunque abbia un pg in Accademia. Trattandosi di un corso universitario, credo che possa essere accessibile anche ad eventuali professori.


    Edited by April Sanchez - 10/9/2023, 20:36
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    Come darvi torto.. E' con un sorriso molto divertito che accolgo l'esternazione piuttosto spontanea della giovane dagli occhi magnetici. Reg è magnifico sotto molti aspetti ed ha un carisma a cui difficilmente si rimane indifferenti Presumo ne abbia qualche indizio senza che io debba tessere le lodi dell'irlandese, dal momento che la loro confidenza ha permesso a Feyre di arrivare fino a qui, ma si tratta comunque di un punto di partenza piuttosto semplice per stimolare una conversazione che potrebbe rivelarsi ostica, dal momento che non ci conosciamo.
    Intendiamoci, ha anche qualche difetto sogghigno, liberando le braccia dai miei attrezzi sportivi per depositarli sul prato.
    Per esempio, ha dimenticato di invitarti da noi per farci conoscere, ma per fortuna stiamo rimediando senza il suo aiuto Ha uno sguardo dolce, vagamente assente e di certo i suoi occhi non permettono di superare la barriera della fluida disarmonia dalle molteplici tonalità che attraversano le iridi come un mare in tempesta. E' difficile leggere oltre quella screziata volubilità, tuttavia ho come la sensazione che stia cercando di mostrare un'apparenza serafica dietro cui nascondere una dimensione molto più complessa.
    Oh no, non temere. Nessuno saprà che sei qui, siamo molto protettivi verso i nostri ospiti. Anthony e Regan non permetterebbero che tu possa correre qualche pericolo, finchè sarai qui. E a proposito del nostro sindaco, ti ha già fornito di zappetta per vangare l'orto? Non mi stupirei affatto se O'Toole senior adottasse questa strategia per distrarre la ragazza dai suoi pressanti problemi. Del resto è sempre stato convinto che il lavoro sia un'ottima terapia contro ogni male che affligga lo spirito. E Feyre dovrebbe avere un disperato bisogno di risollevare il suo, da quanto mi è stato raccontato. Ma per saperne di più ci sarebbe stato tempo. Non voglio certo forzarla a rivelare particolari della sua vita se non ne sente il bisogno. Per cui mi accontento delle sue parole e prelevo la mia scopa, sperando che la mia proposta la interessi al punto di abbandonare i suoi disegni per qualche ora. Nel piccolo spogliatoio adiacente al campo, dovrebbero ancora esserci dei manici in buono stato e magari ne troverà uno che faccia al caso suo.
    Davvero? La mia espressione deve esprimere uno stupore inequivocabile che non tento nemmeno di nascondere. Sono convinta che non sia possibile superare tutti quegli anni ad Hogwarts senza lasciarsi tentare dal disputare almeno una partita a quidditch. Figuriamoci poi a non saper condurre una scopa nei cieli scozzesi. La mia vita aveva subito una svolta nell'attimo esatto in cui avevo pronunciato "Su!" per la prima volta. Volare mi aveva letteralmente salvato la vita, facendomi riappropriare di emozioni che pensavo di aver perduto per sempre. Solo a molti metri dal suolo, infatti, riuscivo a sciogliere il terribile nodo che mi serrava le viscere dal momento in cui avevo perso i miei genitori ed ogni sensazione riacquistava la sua collocazione naturale, facendomi sentire viva e libera. Più tardi, il quidditch mi avrebbe anche fornito uno scopo e delle ambizioni che non supponevo nemmeno di desiderare.
    Sono un cercatore... rispondo automaticamente, senza nessuna enfasi, mentre penso a quanto mi è stato appena detto. Se insegnassi ancora ad Hogwarts non ti avrei mai permesso di mollare, senza almeno fare un tentativo Scuoto la testa e la guardo con un sorriso incoraggiante. L'unico modo per superare una paura, è affrontarla. Lasciatelo dire da una che ha dovuto superarne diverse e che ancora deve misurarsi con se stessa per sconfiggere i terribili demoni dell'inadeguatezza. Ma siamo donne, no? Niente può spaventarci davvero.
    Non so con certezza se quello che le ho appena detto sortisca un effetto. Del resto, Feyre ha tutto il diritto di rifiutarsi, se non intende replicare un'esperienza così traumatica. Ma confido in quello sguardo che mi sembra raccontare tutta un'altra storia.
    Se per caso avessi voglia di scoprire cosa proveresti lassù, in quello spogliatoio ci sono delle ottime scope. Magari potresti trovarne una che ti piace.


  7. .
    Liquide e dolci vibrazioni attraversano l'inquieto oltremare dei suoi occhi, in cui ravviso ancora gli effetti della tempesta che li ha appena attraversati. E' difficile ignorare la tensione che ci ha sopraffatti, spingendoci verso limiti che, forse, non abbiamo mai sfiorato. Fra le sue braccia, sembra che il peggio sia passato, che siamo ancora noi, soltanto con una consapevolezza in più. Cio nonostante avverto il disagio per ciò che ho generato e non riesco del tutto ad ignorarlo. Deve essere colpa di questo vicolo, una stretta viuzza sui si affacciano finestre come occhi indiscreti e le facciate dei palazzi che incombono su di noi, estremizzano le sensazioni, rendendole più drammatiche.
    Non avresti nemmeno avuto bisogno di chiederlo ammetto con una certa riluttanza.Se dopo tutto questo tempo insieme, ancora sento il bisogno di conferme, non sei tu ad essere inadeguato.
    Mi rendo conto di aver spinto la mia ossessione verso zone di oscurità invalicabili, annullando ogni possibilità di confronto con chi non sarebbe mai dovuto accadere. Regan non dovrebbe scusarsi per non averlo intuito. Piuttosto spetta a me recedere da questi stati di assoluta cecità, che mi fanno perdere di vista quanto avrei da perdere. Tutto, considerato quello che lui rappresenta per me e la straordinaria serenità che sa infondermi solo con la sua presenza.
    Non voglio dare per scontato più niente, soprattutto te. So per certo che se non mi guardasse più come adesso, crollerebbe l'intero appalto delle mie certezze. E non vale davvero la pena sprecare anche un solo attimo della mia vita dietro ciò che non mi appartiene da tanto ormai, quando ho cosi tanto da stringere fra le dita e non lasciare più.

    Due generazioni a confronto sul più duro dei terreni e non posso fare a meno di ridere, con la testa bassa per non farmi vedere, mentre intorno al calderone si consuma una tragedia alquanto comica. Il vecchio del dipinto non vedeva l'ora di maltrattare questo bisnipote così dotato. Per la legge del contrappasso, più Regan dimostra abilità e competenza, più il nonno insiste nel mortificarlo con assurde motivazioni. Il fatto è che anche se non lo ammetterebbe mai, Riddherck è estremamente lusingato che le sue formule non giacciano nel dimenticatoio e che anzi possano essere ancora molto utili anche a distanza di cosi tanti anni. Io ho una totale fiducia in entrambi, anche se non posso negare di essere un po preoccupata. Si tratta di una pozione di cui non si conoscono del tutto gli effetti, che potrebbero essere ancora più potenti di quelli dichiarati. Il vecchio ci ha assicurato che mi aiuterà a ricordare ciò che desidero sapere ed è proprio quello che mi spaventa di più. Se non lo ricordo, è evidente che si tratta di qualcosa di non piacevole e che ho rimosso per pura convenienza.
    M appresto però ad eseguire scrupolosamente le indicazioni del pozionista ed immergo la bacchetta nel calderone per procedere a mescolarla con cura. Il liquido trasparente comincia ad assumere dapprima un aspetto lattiginoso che schiarisce lentamente in una sfumatura paglierina. E' qui che avviene la magia, sotto lo sguardo attento di due esaminatori d'eccezione.
    Il colore corrisponde, in linea di massima. bofonchia la voce altera dalla sommità del camino. Non mi assumo responsabilità se non dovesse accentuarsi nella fase di riposo. Dovrà assumere una tonalità più intensa per essere efficace
    Credo che questo valga come una approvazione, considerato che abbia smesso di blaterare e si sia ritirato in un dignitoso silenzio. Copro il recipiente come da istruzioni e sospiro come se mi fossi liberata di un peso. Per tutto il tempo, Regan è stato dietro di me, con il mento appoggiato sulla mia spalla e questo mi ha impedito di perdermi in distrazioni pericolose. Afferro le sue mani e le stringo, sorridendo a mia volta.
    Saprei come ammansirti in caso. Mi volto tra le sue braccia per cingere il collo e posare delle carezze lievi sulla sua nuca. Un sorso di distillato soporifero e ti addormenteresti come un bimbo nella culla
    La parte più difficile sta per cominciare, ma non voglio che si accorga di quanto sia terrorizzata, nelle prossime quattro ore posso occupare il tempo in modo molto più piacevole e continuare il discorso interrotto questa notte. Voglio fargli dimenticare persino il motivo che lo ha spinto a sentire il bisogno di prendere le distanze da me.
    Sento che andrà tutto bene Annuisco stoicamente e nel frattempo allungo le dita verso il tavolo che si trova alle mie spalle Abbiamo un bel po' di piume di Jobberknoll... e nella pozione ce ne andava solo una... Una di queste scivola leggera sulla mia guancia ed interrompe di colpo ogni mio pensiero.

    Un tremito increspa la superficie del liquido dorato nel bicchiere che tengo fra le mani. Ne basterà qualche sorso perchè faccia effetto. Lo guardo, mentre un'ansia soffocante mi costringe a chiudere gli occhi.
    Andrà bene ripeto più per rassicurare il mio irlandese che nella la convinzione di ciò che sto per fare. Avvicino il vetro alle labbra, mentre sento il cuore martellarmi il petto e bevo senza pormi nessuna delle domande che si scontrano nella mia mente. Il sapore non è poi così terribile, mi dico non avvertendo alcun cambiamento. Sorrido, quasi sollevata perchè forse abbiamo fallito e non ci saranno conseguenze.
    Visto? Non è succ... All'improvviso è come se i miei piedi si sollevassero da terra e cominciassi a galleggiare in aria, sotto la spinta di brevi onde inesistenti. Ho appena la visione di Regan che si avvicina, prima di un vuoto che mi risucchia e subito dopo, ho nuovamente un pavimento su cui poggiare le mie scarpe. Che non sono proprio le stesse e neppure la stanza che mi ospita lo è. Ha un che di familiare, anche se fatico ad orientarmi. Da fuori giungono rumori di zoccoli e nitriti di cavalli. Respiro affannosamente nel guardarmi intorno, nel cercare di dare una collocazione a ciò che vedo. Le mensole con i piatti dipinti di scene campestri, le tende che svolazzano alle finestre su un panorama inondato di sole, le pareti e il soffitto in legno, mi riportano in un'altra epoca, in luoghi appartenenti più ad un sogno che alla realtà. Una porta alla mia sinistra si apre di colpo. Due figure si piegano su di me, sono molto più alte ed imponenti. Ho paura, il terrore di ritrovarmi in uno dei miei incubi.
    Mamma, papà...cosa succede, dove andiamo? mi sento dire, mio malgrado, mentre lei si affanna con borse e bauli e lui mi prende le mani e mi guarda con un'infinita tristezza.
    Piccola, io e tua madre dobbiamo lasciarti, ma solo per poco tempo. Lo zio Albert ti porterà al sicuro fino a quando non ci riabbracceremo. Sei una bambina forte e coraggiosa, April, so che ci aspetterai e ti comporterai bene fino a quel momento. E' per questo che voglio affidarti un compito importante e difficile perchè so che lo custodirai e non lo dirai mai a nessuno. A nessuno, capito?
    No, no, no io voglio venire con voi!!! La disperazione è tangibile, autentica come doveva essere stata allora e provoca lo stesso senso di stordimento. L'uomo mi guarda severo, ma non lascia le mie mani.
    Adesso ascolta e concentrati che non abbiamo più tempo. 3957. Costudisci questo numero a costo della tua stessa vita. Ripetilo
    3957



    Edited by April Sanchez - 23/7/2023, 17:17
  8. .
    Un'altra delle tue bimbe sperdute?
    Ho ascoltato in silenzio il suo racconto, ravvivato da una partecipazione emotiva molto coinvolgente e solo alla fine mi sono decisa a ritrovare il sorriso per stemperare l'aria greve che, per tutto il tempo, ha pesato sulle sue parole.
    Non è la prima volta che Regan assurge a paladino di qualche studentessa in difficoltà. E' nella sua natura farsi carico delle preoccupazioni e dei problemi di chi non ha gli strumenti per risolverli, soprattutto se poi si tratta di persone che rientrano nella sua sfera affettiva. In questi anni ne ho conosciuta qualcuna e in un caso, almeno, ho temuto che potesse addirittura minare il nostro rapporto. In ogni caso, l'irlandese, ha sempre cercato di fare del suo meglio per far si che nessuno si sentisse abbandonato o privo di una via d'uscita, a prescindere di chi si trattasse.
    Una storia molto triste...Questa ragazza ha sicuramente bisogno di protezione e qui sarà al sicuro, ma hai pensato alle possibili conseguenze? E' ancora minorenne...
    Sicuramente non ha valutato il problema da un punto di vista legale, contando sul fatto che a nessuno verrebbe mai in mente di cercare Feyre Starfoll in un villaggio sperduto fra le montagne irlandesi. C'è da considerare però che per la tutela della stessa è responsabile il Preside di Hogwarts e che sarà lui a dover rispondere alle domande di due genitori certamente in ansia per il destino della loro figlia. Tuttavia non ho insistito oltre. Mi fido totalmente del suo giudizio e qui nessuno ha fatto domande, confidando nella sua assoluta buonafede.
    A volte un sotterfugio, per quanto pericoloso possa essere, è sicuramente il male minore in determinate circostanze, nella speranza che la ragazza sia abbastanza assennata da non sottovalutare i rischi a cui sottoporrebbe tutti noi per averle dato ospitalità. Del resto ormai dovrebbe essere un dato di fatto, anche se non ho ancora avuto modo di conoscerla, dal momento in cui sono rientrata stabilmente al villaggio per le vacanze estive. Terminato il campionato e le lezioni in accademia, mi attende uno dei periodi migliori dell'anno, in cui posso godermi un luogo meraviglioso che chiamo casa, l'affetto di una comunità intera di cui Susan ed Anthony sono i primi e migliori rappresentanti e mio marito per ben più di un paio di giorni a settimana.
    Tuttavia, anche se la tentazione di poltrire fra le lenzuola, in attesa del suo ritorno, sia al momento piuttosto allettante, non intendo rinunciare alla mia forma fisica. Approfitterò dell'assenza di Regan, impegnato con Anthony nella Foresta, per un allenamento in solitaria nel campo da Quidditch con una tenuta molto leggera, vista la giornata particolarmente calda.
    Indosso un paio di shorts aderenti, un top corto e con la firebolt stretta in pugno, procedo spedita verso la mia meta, salutando chiunque incontri sul mio cammino. Provo un tale, piacevole senso di appartenenza a questo mondo così semplice ed accogliente, che niente potrebbe turbarmi od impensierirmi.
    Però sorprendermi, sicuramente si. La figura che vedo seduta per terra, sull'ovale erboso, ha lunghi capelli che celano il suo profilo. E' talmente intenta a riempire di colore un foglio di pergamena posato sulle sue ginocchia, che non si rende conto della mia presenza, fino a quando non mi trovo proprio accanto a lei. Solleva due occhi particolari, di cui non posso non ricordare le complesse sfumature.
    Ciao, finalmente ci incontriamo Il mio sorriso si distende, mentre piego la testa per scrutare incuriosita i tratti del suo disegno, che riconosco per averli già visti fra gli appunti di Regan.
    Questo villaggio è molto piccolo, ma nasconde molto bene i suoi segreti...Feyre.
    Pronuncio il suo nome quasi per associarlo alla fugace visione di una delle studentesse di Hogwarts che non ho mai avuto modo di avvicinare davvero. So tante cose di lei, ma questo non soddisfa il mio desiderio di apprendere ciò che il racconto delle sue vicissitudini ha soltanto accennato.
    Mi verrebbe da porti la stessa domanda, se non risultassi troppo indiscreta.Resto in piedi per non darle l'impressione di voler invadere il suo piccolo spazio privato. Tuttavia, quando accenna a radunare le sue cose, non trattengo l'istinto di fermarla.
    Oh no, puoi restare. C'è abbastanza spazio per tutte e due. Io poi sarò prevalentemente lassù. Sollevo lo sguardo in direzione degli anelli Sempre che tu non voglia fare qualche esercizio con me, sarebbe sicuramente molto più divertente. In che ruolo giochi?





    Edited by April Sanchez - 5/7/2023, 17:25
  9. .

    Un sospiro, la dolorosa consapevolezza di aver oltrepassato ogni limite ed infine quel soffio leggero che fluisce dalle labbra a sancire l'ammissione della mia colpa. Una lucida discrepanza nel caotico fluire dei miei pensieri, nei miei bisogni non soddisfatti, nell'esigenza di essere compresa e nella pretesa che tutto si risolva all'istante. Nel mio egoismo.
    La perspicuità è così lampante che nell'infinitesimo volgere di quell'afflato, realizzo di dover volgere le spalle e riconsegnare a Regan la dignità che gli ho sottratto. Ho sempre chiesto troppo, ho spinto sull'acceleratore delle emozioni per cercare conferme che ho sempre avuto a iosa e che pure non bastano a saziare il mio famelico istinto. Conferme che non mi sono mai state negate e che pure continuo ad istigare con la perseveranza di una goccia eterna che scava e trasforma. Ed è li, lampante nel suo sguardo, una resa incondizionata che si espande in un mare di fragilità. Sono davvero poca cosa se ho tralasciato di preoccuparmi del suo sentire per concentrarmi unicamente sul mio. Allora forse è giunto il momento di ammettere che io sono quella che prende, che prosciuga ed inaridisce tutto ciò che mi viene donato, disinteressandomi di ciò che mi lascio dietro. Dovrei liberarlo dalla schiavitù delle mie pressanti necessità e smetterla di opprimerlo.
    Eppure, ciò che finalmente riesco a leggere nello zaffiro più puro che la natura abbia mai creato, è esattamente quello che riconosco, che amo, che ho sempre voluto per me. Regan ha una meravigliosa interiorità da esplorare che io ho solo blandamente sfiorato, credendo di conoscerne ogni più intimo segreto. Invece, ecco affiorare dietro la sua scintillante armatura, il nucleo più prezioso della sua essenza.
    Mi lascia senza fiato, ancora una volta.
    Si...E' la mia paura più grande. Ricordi? Se non fosse bastato quel dannato molliccio a fare emergere il terrore di perderlo, tutte le mie azioni più sconclusionate erano dipese da quello. Mi ero persino polisuccata in una sedicenne, all'inizio della nostra storia, per introdurmi illegalmente ad Hogwards, quando le restrizioni gli avevano impedito di uscire dal Castello. Anche allora era esploso contro di me con la medesima apprensione e la stessa sofferta sollecitudine. Senza pensare che proprio questo, potrebbe portarti a stancarti di me..
    Repentino come lo scenario che ho prima ipotizzato, si fa largo anche questo possibile finale e lo scaccio con altrettanta veemenza dai miei sconclusionati ragionamenti. Bastano le sue mani sul mio viso a rigenerare la mia prospettiva e ogni mia speranza.
    Voglio naufragare nella tua vulnerabilità, farmene travolgere. Perdonami se non gli ho mai dato il giusto valore, se non ho mai riconosciuto quanto sia parte di te e di tutto ciò che amo. Ho sempre supposto, inconsapevolmente, che mi spetti il diritto di anteporre le mie necessità alle tue e tu me lo lasci fare. Non dovrai più Un sussurro per non interrompere il flusso di sensazioni che sento scorrere fra noi e che devo al velo sottile di incomprensione che finalmente ho stracciato.
    Sono ancora quella che ha bisogno di te come dell'aria che respiro, ma non dovrai più nasconderti dietro una corazza per me, per la mia stupida richiesta di attenzioni. Vorrei poter esserci anche nei tuoi momenti di sconforto, nei tuoi dubbi, nelle tue incertezze. Perchè io e te siamo ancora una cosa sola, no?
    Non riesco a smettere di piangere, ma sono lacrime diverse quelle che bagnano i suoi pollici e che non so arginare.
    Sento il suo respiro alitarmi sul viso e dissipare le angosce che ristagnano da troppo tempo, mai veramente risolte. Probabilmente torneranno a visitarmi, di quando in quando, poichè hanno condiviso troppo a lungo uno spazio che io gli ho concesso, ma non potranno più schiacciarmi fintanto che Regan continuerò a dilagare così, dentro di me.
    Devo cominciare a meritarti davvero e a vivere la felicità che mi fai provare con più consapevolezza e meno timori. Te lo prometto. Supereremo insieme ogni ostacolo, perchè so che posso farlo solo se siamo insieme. Cosa posso chiedere di più alla vita? Mi ha dato te e niente potrà mai cambiare questa realtà. Niente
    Ritrovo anche le sue braccia in cui perdere anche l'ultimo frammento di negativa impazienza. E' come ritrovarlo dopo una tempesta che ci ha scaraventati lontani, divisi da onde altissime di umana incoerenza. Non ho più intenzione di scivolare via persa da una corrente di inquietudine, ne di fuggire in una direzione diversa dalla sua. Arriva il momento in cui si devono affrontare i propri demoni, ma ho una mano da stringere che non avrà paura di respingerli con me.
    Si. Voglio lasciare in questo vicolo tutto il male che ti ho fatto Annuisco, sollevata dalla proposta di tornare nella nostra casa, li dove ci saremmo ritrovati davvero, come sempre.

    Il calderone sobbolle sotto lo sguardo attento del vecchio nel dipinto. Non ci ha lesinato ordini e rimproveri per la nostra scarsa attitudine nella selezione degli ingredienti e nella manualità utilizzata per prepararli, combinarli e versarli secondo un preciso ordine temporale. E' il momento della sua vendetta, per essere stato così a lungo bistrattato e ridotto al parente scomodo e indiscreto che in effetti è, ma ci sforziamo di non infierire e seguiamo, con scrupolo, tutte le sue indicazioni.
    Ancora un pizzico, ragazzo! Anche tuo padre saprebbe farlo meglio, per Merlino!
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    Dolcissimi istanti di un'attesa spasmodica, quelli in cui ho spiato senza sosta il cortile oltre la finestra, per invocare il suo arrivo. Una settimana che non passa mai, tra lavoro e qualche saluto frettoloso nei corridoi dell'Accademia, poi di nuovo a casa, nella solitudine di quelle quattro mura, interrotta solo dalle battute salaci del vecchio del dipinto. Ho una vita piena, ricca di soddisfazioni, ma non riesco ad abituarmi alla sua assenza e la notte abbraccio il suo cuscino e mi vesto con le sua maglietta per addormentarmi. Il bisogno di lui si fa più pressante nelle ore che precedono il suo ritorno, ma non è meno faticoso allineare i giorni e renderli più accettabili, nei frangenti in cui, la distanza diventa il pretesto per desiderarlo di più, per evocare la sua presenza. Mi dico sempre che queste separazioni ci facciano bene, perchè poi viviamo sospesi in una bolla di irrefrenabile esaltazione e il tempo si dilata, nella follia di attimi intensi, almeno per un po'.
    Per ingannare le aspettative mi sono recata al limitare della Foresta per raccogliere funghi. Questo fine settimana abbiamo invitato quel concentrato di delizie in formato mignon che ormai fa parte del nostro cerchio di amicizie più intimo. Morgan è una di famiglia e come tale, è sempre una festa quando viene a trovarci. In suo onore ho deciso di sfoggiare il mio stufato, che con l'aiuto di Susan, ho imparato a non pasticciare troppo. Mi sono premunita di non scegliere funghi dai colori vivaci. A detta di Anthony, i migliori hanno venature neutre e non sono particolarmente accattivanti nell'aspetto. Così ho esplorato fra i cespugli, fino a quando non ne ho trovati alcuni, decisamente monocromatici, ma piccoli e perfetti, nella loro forma tondeggiante. Soddisfatta ne ho raccolto una manciata abbondante, per comporre anche una torta salata. Vorrei stupire tutti, per una volta e me ne sono tornata tutta baldanzosa verso casa, senza supporre che, nel percorso, il mio prezioso bottino abbia manifestato una repentina trasformazione cromatica nei toni accesi del blu e del rosso, senza per altro mantenerla a lungo, perchè io potessi accorgermene.
    Proprio mentre li spolveravo con cura dal terriccio, Reg è tornato, facendosi precedere da un miagolio sospetto.
    Nel buttargli le braccia al collo, ho intuito che non fosse giunto da solo e che la sua sorpresa, avesse gli occhi più azzurri che abbia mai visto e un pelo lungo e morbidissimo.
    E questa meraviglia? La mia attenzione è improvvisamente tutta concentrata sul battuffolo che occhieggia intimidito dalla sua giacca e che prendo fra le mie braccia. Per qualche minuto, niente ha più importanza. Sono felice, completamente rapita dal cosino peloso, a cui parlo come se avessi perso la capacità di formulare frasi di senso compiuto.
    Grazie... Presumo che i miei occhi brillino, mentre ritorno ad abbracciare Reg, esprimendogli la mia riconoscenza con un bacio degno di questo nome e lo kneazle prende confidenza con la sua nuova casa.
    Nulla che non abbia già vagheggiato con la fantasia per rendere memorabili le ore successive, anche senza il pretesto di un dono inatteso.
    Vorrei fare qualcosa di speciale con le mie mani, per noi e Morgan...Non mi costa nulla e non ci vorrà molto se tu non sarai qui a distrarmi. Si tratta di una preghiera che non sono del tutto sicura di voler recitare, quando il mattino seguente, Reg prova a dissuadermi in un modo maliziosamente coinvolgente. Non sono mai stata una cuoca provetta, ma decide lo stesso di lasciarmi fare e io mi accingo a mettermi ai fornelli dopo una colazione decisamente creativa
    Pensavo di chiamarlo Sapphire, in onore di tutto questo blu da cui sono circondata... Occhi, quelli che ho davanti, che non saranno mai scontati e che in qualche modo si riflettono nel nuovo piccolo componente della nostra famiglia.
    Prima che scenda la notte, Morgan irrompe in casa con la sua allegria e dalla cucina le lancio un saluto, lasciando che lei e Regan si godano due chiacchiere tranquille prima di cena. Sono stata categorica, non voglio nessun aiuto e molto orgogliosamente faccio il mio ingresso con le portate che ho appena finito di preparare.
    Ho raccolto personalmente i funghi e non ho usato la bacchetta per cucinare. Direi che dobbiate apprezzare l'impegno profuso. Le dispongo sulla tavola apparecchiata e sorrido compiaciuta.
    Per lo stufato, ho usato una delle ricette di Susan, ormai collaudata da anni. La torta salata, invece, è una mia creazione
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    Lo fa, reagisce. Si impone con deliberata sagacia, senza i miei eccessi o discromie nel tono duro e pacato, che riserva di solito a chi gli fornisce motivazioni talmente superflue da non accendere le vibrazioni del suo vivacissimo ingegno. Conosco ogni sfumatura dei suoi occhi screziati, quando il lampo della furia li attraversa ed è li che si concentra tutto il suo sentire, anche quello inespresso. E tento di generarlo per un masochistico bisogno di sferzarmi l'anima. Ma so anche che per lui è una catarsi troppo profonda da esternare con me in una situazione fin troppo intricata e tortuosa. Eppure continuo a pungolarlo, nella speranza di risvegliarmi da un incubo pressante, che soffoca ogni altra emozione. Gli vomito addosso parole senso senso e tempesto il suo corpo per l'insana voglia di scaricare in un colpo solo tensioni e malintesi, perchè non sono in grado di recuperare, pur volendolo, ciò che leggo in quell'oceano di tristezza.
    Ferma le mie mani, serra i miei polsi li dove io possa chiaramente sentire il male che gli faccio e che dovrebbe impedirmi di proseguire lungo quella china scivolosa, da cui non saprei come rialzarmi.

    Sei ingiusta.


    Il primo degli affilati stiletti che trafiggono la mia sicurezza. Non sono così annebbiata da non cogliere la sentenza senza attenuanti che mi imprime senza nemmeno guardarmi. La soffia insieme ad una voluta di fumo, rapida e precisa e io capisco immediatamente, che non ha più voglia di assecondare il malsano gioco che conduco da quando ci siamo seduti al Paiolo. E' come se urlasse di fermarmi, ma Regan non ha mai urlato con me, anche se ne avrebbe avute mille ragioni. Sono io quella imperfetta ed estrema, che travisa anche le buone intenzioni e le trasforma in un conflitto sterile, senza costrutto. Sono io che attento al nostro legame esasperando ogni minima sciocchezza, quella fragile e bisognosa di continue rassicurazioni. Lui c'è, non si è mai sottratto, nemmeno quando ho spinto oltre i limiti l'incoerenza, come in questo momento. Sono quella ingiusta, si, che non merita di avere accanto la sua meravigliosa complessità, il gentile ed indomito trasporto con cui mi avvolge, dal momento in cui mi ha conosciuta. Vorrei fermarlo, ma ho spinto troppo perchè possa accettare di farsi percuotere ancora, senza ribellarsi. Lo vedo nel gesto frustrato con cui lascia andare le mie mani ed intuisco che sta macerando nei pensieri più nefasti, invece di prendersela con me. Ho avuto ciò che volevo, in fin dei conti, ma se avessi riflettuto come mi chiede di fare forse sarebbe stato meglio.
    Mi porta via, trascinandomi in un vicolo. Ennesima dimostrazione di come sia sollecito nel proteggermi, per sottrarmi alla curiosità della gente.
    Ho... Io ho bisogno che tu capisca mormoro piegata dal senso di colpa e dalla sua rabbia non più trattenuta non...ti chiedo di essere altro che tu non sia già, per me. E' quel Tutto che temo di lasciare per strada, se tu non dovessi accettare ciò che scopriremo, se arrivassi a pensare che non sono ciò che fa per te sospiro e scuoto la testa alla proposta assurda di dimenticare Non posso più tornare indietro, ma se poi dovessi perdere anche te, io non ... Proiettata in un futuro incerto, alla ricerca di un passato che non ho cercato, vedo dissolversi le certezze del presente, nello scenario più cupo e fosco. Non basta una soluzione per preservarmi da questo. Come al solito però mi concentro sulle mie paranoie perdendo di vista ciò che Regan sia sempre stato, senza mai un tentennamento.
    Affonda il colpo più crudele, quello che mi lascia senza fiato. E' realmente tutto ciò che ho e io non posso perdonarmi per avergli fatto credere che non sia abbastanza
    Non sono io quella da salvare e comunque non ho mai pensato che tu avessi questo ruolo nella mia vita. Non voglio dover rinunciare a quello che siamo noi due. Non mi importa di nient'altro. Vedo le sue mani sparire nelle tasche e penso che non sia quello il loro posto, ma ho fatto troppi danni perchè abbia voglia di portarle altrove e so che devo essere io a convincerlo che cercavo di disperatamente di non allontanarle da me. Sollevo uno sguardo pentito, cercando un'altra ancora di salvezza ne suo, che ora è così distante.
    Merito di essere lasciata sola per averti ferito, per tutto ciò che ti ho fatto pensare e subire, perchè sei il solo a cui sia mai importato qualcosa di me. Sono un'ingrata, un'insignificante nullità e ho pena per me stessa per averti solo fatto supporre di non essere prezioso e importante Non mi merito te.


    Edited by April Sanchez - 5/6/2023, 10:21
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    Considero di avere troppo alcool in corpo, molto più di quello che io sia solita bere. Deve essere per quello che ho perduto ogni stabilità, che continuo ad incespicare nei miei stessi pensieri, che annaspo in un mare d'inquietudine. C'è qualcosa di profondamente sbagliato nello scenario che sto dipingendo e me ne rendo conto ma non riesco a prescindere dal sondarlo tutto, fino in fondo. E in questa discesa, perdo di vista le cose più importanti, le accantono per immergermi in un dramma che non avrei mai voluto interpretare. Regan ha appena ritirato le dita che fino ad un attimo prima ho stretto, aggrappandomi alla sua forza salvifica, l'unica che non ho mai perso di vista. Mi sembra di sprofondare e vorrei avere la prontezza di trattenerle, di ritrovare quell'equilibrio che sento ora, così precario. Invece non riesco nemmeno a disertare il suo sguardo, mentre parla con un tono che non riconosco. Dovrei. Non merita un risentimento che non provo, ma che manifesto. Non è contro di lui comunque. Lo sto punendo per qualcosa di cui non ha nessuna colpa, gli ritorco contro le mie angosce, perchè ho bisogno di scrollarle dalle mie spalle. Le sue sono molto più larghe, mi hanno sempre sorretta, sostenuta e so che sta cercando di farlo anche adesso, se non trovasse in me, una barriera di cocciuta resistenza.
    Scuoto il capo. No! Io non voglio niente da loro. Ne ho fatto a meno per tanto tempo, ma preferisco continuare a credere che mi abbiano dovuto abbandonare piuttosto che essere stati così crudeli ed egoisti da generarmi, pur sapendo che le nostre strade si sarebbero presto separate, divise per sempre. Rimescolo nella fanghiglia delle loro esistenze per trovare un pretesto qualsiasi, una scusa che mi faccia sentire meglio. E' un'impresa destinata a fallire e so che lui ha ragione, so che il destino dei miei è stato già scritto e che loro hanno pagato il giusto prezzo del tradimento, ma io sono qui, adesso, a chiedermi il perchè. Così, non presto la dovuta attenzione ai segnali che pure sta disperatamente cercando di inviarmi. Registro il suo tono duro e mi accanisco, perchè non ho appigli per risalire la china, neanche quelli che così amorevolmente mi sta offrendo.
    Eppure continui ed insisti... replico amaramente abbassando il capo, ormai incapace di arrendermi all'evidenza e alimentando una rabbia cieca a qualsiasi ragione.
    E so di averlo esasperato, quando si alza e mi porge la mano perchè lo segua. Ho commesso l'errore di non fermarmi, avviluppandolo nella mia nevrosi, facendolo sentire inadeguato. Lui, che non è lo mai.
    Ti raggiungo fra un attimo esalo lapidaria, senza avere il coraggio di ammettere quanto sia stata inutilmente ostile. Cerco una via di fuga, non sono pronta ad affrontarlo adesso e mi reco al bancone per ordinare un altro di quei diabolici bicchierini. Lo ingoio senza pensare che abbia un sapore disgustoso, puro veleno che invade la gola e che mi strordisce ancora un po'. Mi sento meno oppressa per quella frazione di tempo che mi ci vuole a percorrere il corridoio fino all'uscita. L'aria fresca aggredisce il mio viso e la mia coscienza. Sento le gambe malferme e giro lo sguardo alla ricerca di Regan. E' poco oltre , che fuma, appoggiato al muro e non dovrebbe essere li, ad una distanza infinita da me, forse per la prima dacchè lo conosco. Ed è colpa mia, ma non posso accettare anche questo, non sono in grado di sopportarlo. Mi porto di fronte a lui che mi guarda ed è come ricevere un schiaffo in pieno viso. Una folata improvvisa sposta le mie ciocche e per un attimo lo cela ai mie occhi gonfi di lacrime. In quel turbine, le mie mani si stringono e sento le unghie attentare con forza ai palmi.
    Tu sei tutto quello che ho! E non fai nemmeno un tentativo, stai li a guardarmi affogare e non ti importa niente di me!! Lo colpisco al petto con una scarica di pugni, rapidi ed inefficaci. Non ho più energie nemmeno per piangere. E' tutto qui l'aiuto che posso aspettarmi da te? Reagisci, maledizione!


    Edited by April Sanchez - 4/5/2023, 19:10
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    Le mie labbra tratteggiano un sorriso appena accennato, mediato da una leggera inclinazione del capo, quando lo sguardo indugia sulla foto posta al lato della finestra. Non ricordo in quale anno Regan e gli altri abbiano deciso di immortalare quel momento in cui orgogliosi nelle loro tenute da quidditch, hanno sfidano l'obiettivo per animare lo scatto che sarebbe stato il loro miglior ricordo. Mi soffermo su ogni volto e alcuni di loro sono solo racconti, ragazzi che ho visto solo di sfuggita. Ma è bello l'insieme, l'energia che sprigiona, il cameratismo, l'amicizia e la spensieratezza di un istante irripetibile. L'irlandese ha recriminato come poche volte gli ha visto fare, prima di concedermi l'onore di appenderlo nel mio nuovo ufficio. Si sa che posso essere molto testarda e alla fine ha dovuto cedere. E non perchè tenesse in particolar modo a questa fotografia, ma per tutti i difetti che sollevato, inarcando un sopracciglio nello stesso modo in cui è solito farlo suo padre. Non andavano bene i capelli, il volto da ragazzino, persino la posa non era abbastanza adeguata. Io invece ho subito sorriso per quegli sguardi vivaci, per le labbra atteggiate ad una risata irrefrenabile, per l'orgoglio con cui tengono i loro manici accostati al corpo, nel cromatico gioco di sfumature dei loro pettorali tutti diversi. E fra quei visi spicca quello di Mark Harris, il suo corpo asciutto ed elegante, la posa leggermente più composta degli altri. Sarebbe difficile immaginarlo a quella età se non avessi una testimonianza diretta. Ricordo però che era già un eccellente portiere e poi vestiva gli stessi colori che per anni avevo indossato anche io. Negli anni successivi, il suo nome è spuntato in più occasioni, dagli articoli delle cronache sportive e nei discorsi di Regan. Impossibile non seguirne le gesta, non esultare per le sue magnifiche parate e non sentirsi orgogliosi di averlo conosciuto, quando tutti esaltavano il suo talento. Non so bene perchè abbia deciso di ritornare. Spero di conquistare abbastanza la sua fiducia, perchè mi racconti di se. Ma, egoisticamente, so di aver fatto la scelta giusta nel coinvolgerlo in questa nuova opportunità. Presumo che presto, verrà ingaggiato da una squadra e io non volevo privarmi delle sue doti, prima che fosse totalmente assorbito da nuovi stimoli. Abbandono il piano della scrivania, da cui ho fatto questo excursus nostalgico, per aggirarla e sedermi sulla poltrona. E' ancora tutto così strano e alieno da ogni mia prerogativa, ma si tratta di qualcosa che ho già sperimentato e alla fine, non sarò poi cosi diverso. Mi dico che il quidditch sia una delle poche cose in cui sono davvero preparata e forse è l'unico terreno sul quale non dovrò fare i conti con le mie incertezze. Ho accettato solo per quello, perchè sono quasi sicura di non poter fallire. Sarebbe un disastro, se non fosse così. La presenza di Mark mi darà qualche certezza in più, oltre ad un' innegabile, prestigiosa spalla su cui contare. Sono impaziente di rivederlo e di ascoltare le sue sensazioni, tanto da rileggere, per l'ennesima volta, gli appunti che ho frettolosamente scribacchiato su un numero spropositato di pergamene. Sono nervosa, si e mi rialzo per controllare dalla finestra. Un respiro che non riesco a completare del tutto e chiudo gli occhi, imponendomi di compiere un'inspirazione prolungata, seguita da un altrettanto soffio disteso. Non ho nessun motivo per agitarmi e la vita che si dipana fra i viali dell'Accademia, mi concede una tregua rilassante, del tutto gratuita.
    Sobbalzo. Il leggero rumore di nocche sul legno, mi coglie impreparata, anche se non aspettavo altro. Sistemo le grinze della gonna e mi avvio verso la porta, accompagnata dal rumore dei miei tacchi.
    Mark! E' decisamente molto più in forma di quanto avessi immaginato e per un attimo sono tentata di abbracciarlo, ma credo che stringergli entrambi le mani sia molto più appropriato, in questo momento.
    Sono davvero felice che tu sia finalmente qui. Abbiamo un'infinità di cose di cui parlare, accidenti e... devo decelerare o mi prenderò per pazza e intanto però puoi accomodarti dove vuoi e dirmi cosa ti piacerebbe bere. Sono così entusiasta di cominciare questa nuova avventura con te che dimentico le buone maniere. Come stai?
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    Un'ondata di nausea mi stringe lo stomaco. Porto alle labbra il bicchiere per una lunga sorsata che dovrebbe aiutarmi a vincere il malessere, ma non passa e allora lo finisco tutto, di colpo. Brucia, almeno quanto un ardemonio scagliato contro il petto e mi stordisce al punto che le mie idee galleggiano in un marasma di immagini orribili. Mi sento trasportata indietro di oltre dieci anni, prima di Regan, prima che ogni mio sentire trovasse un equilibrio faticosamente conquistato. Un percorso a ritroso, rapido ed estraniante, in cui sfilano tutte le mie angosce in una parata di mostri che, mi ero illusa, di avere annientato. Mi porto le dita alle tempie, come se ciò bastasse a cancellarli di colpo, ma restano, imperterriti e tremendi. Non voglio piegarmi al loro volere, non voglio ritornare al punto di partenza. Non avrebbe senso, adesso.
    Eppure, fra questi, vedo anche loro, sfocati come in una foto scattata male, ombre che ho dimenticato a furia di cercare di trattenerli. Ora sono fantasmi tornati per alienarmi, riprendendosi quel controllo interrotto bruscamente tanti anni fa. Avrei bisogno di bere ancora per provare a scacciarli, sfumate rimembranze con i loro volti velati e accusatori, pronti a scavare nella mia mente, perchè io ricordi e li preservi dal nulla in cui li avevo gettati. Sono furiosa con me stessa perchè glielo sto permettendo.
    Stupida, Stupida, stupida!
    Tutto il male che ho subito, tutte le domande a cui ho dato una risposta sbagliata, tutto il dolore che ho incanalato pur di apparire meno fragile, lo devo a loro e quindi ora che cosa vogliono da me!
    Forse non voglio ricordare Chiudo gli occhi sulle immagini che si affastellano confusamente e che sfoglio come quelle di un vecchio album impolverato e abbandonato in un solaio umido. Riemergono i rumori e gli odori e sono talmente vividi che devo strizzare le palpebre per liberarmi di loro.
    Come per tutti il resto. Per anni non ci ho più pensato e ho finito per illudermi che quella vita non mi sia mai appartenuta. Tuttavia mi rendo conto che, per quanto avessi fatto, la mia memoria non restava relegata dove io l'avevo chiusa e fluiva libera, un fiume in piena pronto a travolgermi.
    Regan mi offre la sua prospettiva con la logica che lo contraddistingue e a me sembra tutto estremamente complicato, inspiegabile e un'ulteriore conferma che i Sanchez volessero trascinare nel loro inferno anche me.E quindi, cosa mi rimane da fare? chiedo smarrita. Rischio di impazzire davvero se non trovo un compromesso tra ciò che sento e la necessità di ripulire la loro immagine per non sopportarne il peso, trascinandomelo addosso, per il resto della mia vita. E' estremamente più conveniente che io li sappia innocenti, vittime di un complotto orchestrato a loro danno da qualche intrigo politico. Incastrati da una tela di ambizioni e inganni, hanno pagato per coprire i crimini di qualcun altro. Questa è la versione che ho voglia di raccontarmi, la sola che mi permetterebbe di convivere serenamente con il loro ricordo, risvegliato in modo così brusco ed inopportuno.
    Sono disposta a tutto proseguo asciutta e annuisco alla soluzione che Regan mi propone e che è sempre stata sotto in nostri occhi, all'interno della casa in cui abitiamo. Abbiamo a disposizione un abile pozionista, i cui segreti non sono mai stati del tutto svelati e giacciono impolverati nelle cantine, insieme ad innumerevoli appunti e provette sigillate, il cui contenuto ristagna intonso da decenni. Se esiste quindi una possibilità di trovare un rimedio alla mia amnesia, è fra quegli scaffali che lo troveremo. Più difficile è invece spiegargli cosa si agiti dietro la mia ostinazione, che non ha basi solide su cui reggersi.
    Perchè ne ho bisogno, non lo capisci?! mi sfugge con più acrimonia di quanta vorrei metterci perchè non vorrei convivere con le loro colpe, vergognarmi del nome che porto, anche nei confronti della tua famiglia o di chiunque. Non ho chiesto io di di riportarli ne mio presente, ma non posso semplicemente ripudiarli e non pensarci più, non ci riesco proseguo con voce meno accusatoria verso chi costituisce il solo nucleo familiare che riconosco. Non posso avercela con lui, ma in questo momento sento di non avere la lucidità necessaria per distinguere e modulare la mia rabbia, la frustrazione e l'angoscia che sfogo torturandomi le mani. Tu non sai, non hai idea...o non mi diresti cosa devo provare! Non so nemmeno io perchè continuo a infierire. Forse voglio un motivo per cancellare dal suo viso quell'espressione contrita, che non mi aiuta e che assomiglia tanto alla pena che provo per me stessa.

    Edited by April Sanchez - 23/4/2023, 20:07
28 replies since 17/10/2011
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