Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by 'hotaru'

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    CITAZIONE (…Feyre… @ 21/4/2024, 21:14) 
    CITAZIONE (Elhaz @ 21/4/2024, 20:02) 
    Lion, la strada verso casa. Un bambino sale accidentalmente su un convoglio ferroviario che dopo due giorni di viaggio lo lascia solo a Calcutta. Dopo una serie di sfortunate vicissitudini una famiglia australiana decide di adottarlo. Nonostante abbia condotto una vita felice con i genitori adottivi non ha mai dimenticato la sua famiglia d'origine e diventato adulto deciderà di risalire alle sue radici e alla città dove è nato per ritrovare sua madre e i suoi fratelli. Merita tanto, tratto per altro da una storia vera.

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    Elvis: il film percorre la sua vita e il rapporto con il suo manager, che lui considera come un padre e che pare contribuire a condurlo su una strada di non ritorno. Non so quanto sia accurato dal punto di vista storico e biografico, è lungo ma scorrevole, mi ha permesso di avvicinarmi a un genere musicale che prima guardavo storcendo il naso e dal punto di vista emotivo l'ho trovato coinvolgente.
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    Hercules

    matita o carboncino?
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    vero, è il motivo per cui non ne compro mai

    l'utente dopo di me scrive i suoi pensieri su un diario
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    arti oscure
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    «La ringrazio per l’opportunità.», alla concessione di Stormind rispose con una formalità che non le era consueta. Continuare a lavorare sul caso le avrebbe dato l’opportunità per conferire direttamente con la strega imperiata senza il filtro dell’impressione di un’altra persona; Sarah avrebbe fatto quanto in suo potere per risalire al mandante, perché la storia non dovesse ripetersi. Per qualche istante lo sguardo di ghiaccio del neo Capo Auror, divertito dalla sua irruenza, riuscì a strapparla dalle proprie riflessioni generandone di nuove: si domandò che opinione si stava facendo di loro, che in quel momento si stavano dimostrando più disgiunti che mai, soprattutto se era davvero trasparenza che cercava mostrandosi aperto con loro… perché era certa che non l’avrebbe ottenuta in quella sede. Lo sguardo della strega si soffermò sulla figura di Nott, che austero invitava i suoi colleghi alla ragione, e ancora su October, che esternava perplessità lecite sulle future modalità di manovra. Un rapporto di reciproca fiducia… era questo uno dei principali obbiettivi che il Capo Auror si prefigurava di raggiungere.
    Un tempo gli avrebbe dato credito, avrebbe ritenuto perfino possibile raggiungere quel risultato. In quel momento l’unica cosa che riusciva a pensare era quanto sarebbe stato solitario il cammino che la attendeva, perché se il peggio si fosse avverato non voleva che altri venissero trascinati a fondo con sé.
    All’arrivo dei due irlandesi volse loro un cenno di saluto, prendendo atto in silenzio dei nuovi cambiamenti che li avrebbero visti uniti sotto il medesimo schieramento. Se conosceva Kain da quasi un decennio non poteva dire lo stesso del Preside di Hogwarts. Al suo fianco Sarah aveva preso parte attivamente alle ricerche della figlia di Cavanaugh, rapida da una Mangiamorte qualche anno addietro; negli ultimi tempi si era occupata della sorveglianza e della protezione dei suoi studenti, interfacciandosi spesso con lui per evitare spiacevoli incomprensioni. Ancora non poteva dire di conoscerlo bene ma lo aveva studiato a sufficienza da vedere oltre la facciata di superbia che di frequente traspariva dai suoi atteggiamenti: se c’era qualcuno in quella sala su cui era pronta a scommettere che le avrebbe coperto le spalle era proprio McCormac, perché si sarebbe fatto ammazzare piuttosto di vedere i suoi studenti in balia del nemico. Una sicurezza che la tranquillizzava, visto che sua figlia avrebbe vissuto nel suo castello per molti anni a venire.
    «I Dissennatori… potrebbero non limitarsi al loro lavoro di sorveglianza.», in mare aperto, da soli con gli evasi… sebbene si trattasse soltanto di un’ipotesi fu sufficiente a metterle i brividi. Indipendentemente dalla loro utilità nella prigione capiva la necessità di averli come alleati piuttosto che come nemici, tuttavia Sarah non si fidava di quelle creature e si rammaricava profondamente di non avere una valida alternativa da proporre.
    Quando Mark prese la parola esponendo loro di cosa era stato vittima fu con uno sguardo carico di comprensione che Sarah lo scrutò. Non sapeva che tipo di rapporto lo vincolasse a suo zio, ma capiva perfettamente come doveva sentirsi in quel momento, considerato che aveva dovuto mostrare costantemente agli altri di aver preso una strada diversa da quella che la sua famiglia aveva tracciato per lei. Aveva vissuto sulla pelle cosa significava dover andare contro la propria famiglia quando era stata costretta a denunciare suo fratello, sangue del suo sangue, e a depositare contro di lui nel Wizengamot perché era la cosa giusta da fare… una consapevolezza che non la rendeva meno facile. Così come non era convinta di un coinvolgimento dell’aspirante recluta come loro spia: era stato uno dei punti intavolati con Dell durante la loro ultima conversazione sull’andazzo del dipartimento, nell’ex capo auror stava maturando l’idea di formare un infiltrato che confondendosi tra i Mangiamorte potesse essere gli occhi e le orecchie del corpo auror… un’opzione sulla quale Sarah lo aveva invitato a riflettere con cautela, perché quell’Auror designato sarebbe diventato a tutti gli effetti un “nemico”, e se le cose si fossero messe dal verso sbagliato significava perdere in ogni caso un membro della squadra – se non addirittura entrambi. Al posto di Mark… probabilmente non avrebbe mai accettato di esporsi a un rischio così grande.
    Sarah poggiò le mani sul tavolo, troppo assorta nei propri pensieri da rendersi conto che la fermezza della mano sinistra fosse stata compromessa da un tremito percettibile. Iniziò a rigirarsi nervosamente la fede intorno all’anulare mentre il Ministro e il Capo Auror le avanzarono un’ipotesi che aveva scartato cullandosi nell’illusione che le dimissioni di suo marito lo avrebbero sottratto dal mirino del nemico.
    «Che indossi o meno il distintivo un Auror resta tale fino alla fine», parole che rivolse più a sé stessa, che al resto dei presenti, biasimandosi per la mancata lucidità. Dell restava un simbolo per l’intera comunità magica, certezza che non sarebbe stata cancellata con uno sventolio di bacchetta… ma non avrebbe mai accettato la loro scorta ed era troppo testardo perché potesse essere persuaso a riconsiderare la sua decisione.
    «Non si può imporre una scorta senza il consento dell’interessato. Io… non posso rispondere per mio marito.», ripeté meccanicamente le parole del Capo Auror, man mano che proseguì verso la fine il tono si incrinò. Lei lo sapeva bene: anni fa aveva accettato la protezione del Ministero, salvo poi rinunciarvi quando la fiducia era venuta meno senza che nessuno di loro potesse fare alcunché per impedirglielo. Ciononostante… gli Auror avevano continuato a pedinarla nella speranza di mettere le mani sul mago che aveva perseguitato la sua famiglia e che attendeva nell’ombra il giorno in cui avrebbe concluso ciò che era stato iniziato.
    «Non voglio sottrarre al dipartimento più di quanto non sia già stato fatto. Chiedo però un occhio di riguardo per i miei figli», che Dell potesse essere o meno favorevole a quella richiesta non le importava: avrebbe venduto l’anima al diavolo in persona, se fosse servito a barattare la loro sicurezza. Per un attimo si voltò verso Jack.
    «Principalmente è per mia figlia maggiore che temo. Frequenta il secondo anno ad Hogwarts… non sarebbe la prima volta che decidono di colpirci attraverso di loro. Mio cugino la rapì per indurci alla resa», Sarah tacque, impossibilitata a proseguire. Nei suoi occhi trasparì tutto il dolore di una ferita che non si sarebbe mai risanata, di mesi infernali trascorsi a domandarsi se l’avrebbe mai rivista, a cui ne erano seguiti altrettanti al suo ritorno dove aveva perfino dimenticato che lei fosse sua madre. Per quanto cercasse di imporsi il controllo attraverso un’inflessione vocale neutra quell’argomento la toccava troppo nel profondo, tanto da costringerla a focalizzarsi su altro.
    «Senza l’antilupo rischiamo di perdere una parte della nostra comunità. Se i mannari non vedranno più l’utilità di iscriversi nel registro diventerà ancora più difficile tenerne traccia per proteggerli… quanto ci metteranno i maghi prima di riprendere a guardarli con diffidenza?», non tutti, ma era innegabile l’esistenza di una larga parte marcia in cui sedimentavano odio e pregiudizi e che non aspettavano altro per spingerli di nuovo ai margini della società.
    «Anche se non l’ho vissuta personalmente, negli anni ho potuto vedere attraverso gli occhi di mia cognata quanta sofferenza comporti la loro condizione. Il costo esorbitante dell’antilupo e la sua scarsa reperibilità non erano gli unici disagi che si è sforzata di combattere con mio marito: tutt’ora molti maghi si rifiutano di assumerli e ricorrono al licenziamento quando scoprono la loro natura di creatura. Servono progetti concreti di sensibilizzazione… agevolazioni che consentano loro di vivere alla pari con gli altri maghi… di sentirsi alla pari con gli altri maghi.», il cambiamento poteva iniziare nello stesso ministero, che avrebbe potuto essere d’esempio riservando per loro una parte delle candidature. Se i mannari non si fossero sentiti abbandonati, se avessero vissuto l’assenza dell’antilupo come una situazione temporanea, forse non sarebbero stati incentivati a cercare il benessere per canali pieni di false promesse e di insidie.
    «Anch'io ho bisogno di interloquire con lei in privato, quando le sarà possibile.», adesso che era Stormind a detenere il testimone, Sarah non aveva scelta che interfacciarsi con lui sul caso dell'Alchimista... ma non era la sola cosa di cui voleva discutere. Un'altra incognita le toglieva il sonno ogni volta che incrociava gli occhi del suo nipotino, se prima mancavano gli strumenti per andare fino in fondo ora che le cose stavano cambiando non si sarebbe fatta remore a rivedere daccapo gli indizi in loro possesso, se il Capo Auror glielo avesse consentito.


    Edited by Elhaz - 29/3/2024, 01:09
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    toro
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    «Affatto, ragazzina: a loro non riservo lo stesso trattamento di favore che concedo a te.», un sorriso spontaneo curvò le labbra dell’Auror mentre nel ribattere con ironia alla provocazione dell’altra si rendeva conto di quanta verità fosse racchiusa nelle proprie parole. Nel dipartimento Sarah non era conosciuta per i suoi metodi morbidi: trovava gusto a punzecchiare e torchiare le nuove leve per testarne la resistenza e la flessibilità, qualità che insieme all’intuito e a un buon occhio critico riteneva indispensabili per la loro sopravvivenza. A partire dallo stesso Corpo Auror, le reclute sarebbero state in contatto con le personalità più disparate, da quelle più malleabili fino a quelle più dirette e perentorie come la propria; se avessero voluto farne parte a tutti gli effetti avrebbero dovuto imparare a rapportarsi con ciascuna di esse. Tuttavia, era innegabile che con Corinne adottasse parametri differenti: Sarah non nascondeva che aveva un debole per quella ragazza, probabilmente perché in lei rivedeva sé stessa.
    «Se ad oggi non sei ancora scappata potresti valutare di metterti alla prova con lo step successivo. Cerchiamo sempre aspiranti Auror che non se la facciano sotto durante la loro prima ronda e tu hai dimostrato di avere grinta da vendere. Potrebbe essere una porta aperta, se imparassi a non cedere alla tentazione di infamare a briglia sciolta chiunque ti dia noia.», nel pungolarla sul lato incendiario del suo carattere Sarah aveva volutamente enfatizzato la realtà, una bonaria presa in giro per stuzzicarla come avrebbe fatto con un’amica o una sorella più piccola di cui aveva a cuore il futuro. Corinne amava le sfide ma più delle sfide amava vincerle e non era un caso se Sarah gliene aveva appena piazzata una sotto il naso con la speranza che se un giorno avesse provato interesse nell’addestramento Auror sarebbe stato suo piacere prepararla e seguirla come mentore.
    «Hai sentito benissimo. Potrei esserlo per meno di quanto immagini», le rivolse un sorriso emblematico, senza approfondire: lo avrebbe fatto con calma, posticipando un po’ per il gusto di tenerla sulle spine. Afferrò la birra bevendone ampi sorsi godendo del sapore mentre il calore dell’appartamento e la compagnia contribuirono a restituirle quella parvenza di relax che era svanita quando il grigio cielo londinese si era tinto di smeraldo. Non era soltanto il reparto auror che aveva richiesto dei cambiamenti radicali ma la sua stessa vita: la strega non stava esitando nell’appropriarsi del proprio tempo, non solo per trascorrerlo con i propri affetti, ma soprattutto per sistemare tutte le faccende rimaste in sospeso, nel caso in cui fosse finita male. E una di quelle faccende era più vicina di quanto si potesse immaginare.
    «Stiamo attraversando una fase di stallo.», rispose con sincerità alla sua domanda, ritenendo che una cruda verità fosse preferibile a una bugia addolcita. Del resto sarebbe stato oltremodo inutile: era innegabile quanto il loro ritorno aveva scombussolati tutti.
    «Il nuovo Capo Auror sembra propositivo. Non lo conosco ancora a sufficienza da farmene un’opinione precisa… ma non è lui che mi impensierisce.», tutte le precauzioni che avrebbero preso non sarebbero mai bastate per annullare il rischio di un’altra guerra. Era per i suoi affetti, per i suoi figli, che Sarah non riusciva a chiudere occhio la notte. Se fosse accaduto qualcosa di brutto anche solo a uno soltanto tra loro non se lo sarebbe mai perdonata. In quel periodo più che mai aveva bisogno di momenti come quello, dove la normalità di una cena tra amiche metteva un freno ai pensieri negativi almeno per qualche ora. Sarah lasciò la bottiglia mezza vuota sul tavolo per poi afferrare una delle vaschette con cui si servì senza troppi complimenti. Fu una risata divertita a sfuggirle davanti al rimprovero velato della ragazza.
    «Te lo sei segnato sul calendario? Per la miseria, come vola il tempo…», per un attimo quella prospettiva la impensierì, sebbene cercò di non darlo a vedere. Farla sentire trascurata non era ciò che voleva, fu impossibile domandarsi se fosse una percezione amplificata dalla sua situazione a scuola.
    «Purtroppo sì. Non possiamo lasciare il reparto scoperto… ma ho chiesto il turno diurno per poter passare la Vigilia con la mia famiglia.», non era il solo motivo: aveva dovuto fare una scelta, perché c’erano altre faccende più serie che doveva sistemare.
    «Accidenti. Mi sa che sono arrivata tardi allora», commentò, rivolgendole un sorriso e provando sollievo nel sentire che avrebbe trascorso quelle vacanze in compagnia,
    «Forse meglio così. Immagino non sarebbe stato il massimo passare il Natale tra marmocchi e vecchi. Ma se prima del rientro al castello ti trovassi a Londra sai dove cercarmi», indicò poi la barbie mastodontica che sembrava osservarle dall’angolo della stanza.
    «Anche lei vi terrà compagnia? Che diavoleria stai architettando questa volta? Devo preoccuparmi di trovarti intera domattina?», domandò, incuriosita. Ogni volta che passava per l’appartamento trovava una novità diversa: Corinne amava sperimentare nella costruzione delle apparecchiature più fantasiose, uno dei pochi sfoghi insieme allo sport che sembrava tenerla impegnata al punto da impedire che la mente vagasse dove non avrebbe dovuto. Sembrava inoltre avere talento in quel che realizzava, tanto che Sarah si era chiesta se proporle una collaborazione per lanciare una nuova linea di abbigliamento difensivo.
    «Stando così le cose comunque… non c’è motivo di posticipare il mio regalo. Avanti, aprilo», Sarah le indicò una busta avvolta nella carta regalo: non appena Corinne lo avesse aperto avrebbe trovato un fascicolo con una serie di documenti prestampati. Al termine dell’ultima pagina c’era la propria firma leggibile e un post-it con una data e un orario specifici.
    «Desolata di doverti sottrarre alla compagnia dei tuoi amici per una giornata, ma insieme alla tua firma mi occorrerà anche la tua presenza, se vogliamo ufficializzare il passaggio.» per qualche secondo rimase in silenzio, lasciando che Corinne assimilasse di cosa stavano parlando.
    «Ed è esattamente quel che voglio. Quando ci siamo presentate veramente ti dissi che mi sarebbe piaciuto potessi considerare Mielandia un luogo dove sentirti al sicuro, così come lo era stato per me. È ancora così: una volta che avremo sbrigato le pratiche l’appartamento sarà tuo. Indipendentemente da quale sarà la tua strada, mi piace l’idea di lasciarti qualcosa che, nei momenti difficili, tu possa considerare per sempre casa tua… e che ti ricordi che da qualche parte hai qualcuno che a te tiene molto.»


    Edited by Elhaz - 3/4/2024, 21:55
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    «Se non ha già deciso quali saranno gli Auror che formeranno la squadra per l’imboscata di Westwood, mi offro volontaria. Conosco a memoria la sua profilazione, ho contribuito ad evidenziare i suoi punti deboli in duello visto che l’ho affrontato in più di un’occasione. Vorrei essere lì quando verrà catturato. Augurandoci sia la definitiva.», esordì, guardando negli occhi il neo Capo Auror. Sarah aveva affrontato il Mangiamorte durante il Periodo Oscuro: nella radura in cui erano stati smaterializzati lei e Lacroix per mera fortuna Westwood non era riuscito ad ucciderli; durante uno scambio di vittime aveva assistito impotente al sequestro della propria collega senza poter fare nulla per intervenire, senza averne mai più notizie; quel mago aveva ferito suo fratello Thomas, sequestrato una ragazzina, ucciso una quantità immane di persone distruggendone le famiglie. Arrestarlo al termine della guerra era stata la sua più grande rivincita personale, finché non era riuscito a farla franca tornando in libertà per tutti quegli anni. Aveva quindi un regolamento di conti in sospeso con lui che intendeva portare a compimento, se Stormind glielo avesse permesso.
    «Vorrei affiancarla anche per l’interrogatorio al San Mungo. Non escludo l’innocenza di quella Strega… ma lo shock potrebbe aver rimosso dei ricordi che contengono indizi utili per risalire al mandante. Con la legilimanzia si può fare un tentativo per recuperarli. Per quanto riguarda Lacroix… se possibile concedermi un’autorizzazione anche io assisterei all’Udienza.», non aggiunse giustificazioni: meno si sarebbe espressa meno si sarebbe tradita. Tra lei e Lacroix non scorreva buon sangue: Sarah lo aveva sempre guardato con disprezzo giudicandolo un’incompetente che cercava di compensare con il lavoro la smania di attenzioni, certa che l’insofferenza fosse abbondantemente ricambiata. Sebbene si augurasse che i vertici mantenessero ugualmente un occhio di riguardo per lui nel caso in cui l’attesa ad Azkaban fosse stata più lunga di quanto previsto, impedendogli di rendersi vulnerabile a potenziali aggressioni dalle stesse persone che un tempo aveva arrestato, non era per solidarietà che voleva partecipare come uditrice alla sua udienza. Avvertiva la necessità di constatare con i propri occhi quanto fitti sarebbero stati i capi d’accusa, di quale strategia si sarebbe avvalsa la difesa per poter rianalizzare il caso una volta incontrato l’avvocato di famiglia e chiedergli consulto per sé stessa. Un giorno seduta sulla sedia dell’accusa avrebbe potuto esserci lei e voleva essere preparata davanti uno scenario che mai come allora le appariva tanto vicino.
    «Condivido l’opinione della mia collega sulla necessità di far fronte comune: non conosciamo più il nostro nemico. La scomparsa dal Nord di tutti gli altri che seguivano Moon ciecamente mi dà di che sospettare che non sia il solo a essere stato ucciso. Proprio per questo mi dissocio fortemente sulle modalità che l’ex Capo Auror Ramirez riteneva fossero giuste. La sua aperta ostilità contro le disposizioni emanate dal Ministro nell’ultimo anno non ha fatto che creare una profonda spaccatura nel nostro dipartimento.», Sarah guardò i suoi colleghi, noncurante di guadagnarsene l’ostilità. Dell sapeva perfettamente come sua moglie la pensasse al riguardo e quali sacrifici riteneva necessari per salvaguardare la comunità magica, semplicemente come i suoi predecessori non era più disposto ad assumersene il peso della responsabilità.
    «Per alcuni di voi Dell potrà essere stato l’unico Capo Auror. Per chi come me e October assiste ai cambiamenti di questo reparto da quattordici anni Dell è stato il quarto. Sono stati mandati diversi sotto molti aspetti ma tutti accumunati dall’attesa del giorno in cui non avremmo mai più avuto le mani legate dalla burocrazia. L’abuso d’ufficio c’è sempre stato indipendentemente da quei decreti; sebbene non si possa annullare del tutto possiamo adottare degli accorgimenti per prevenirlo. Siamo noi capisquadra a dover dare l’autorizzazione a procedere con veritaserum e legilimanzia; nel caso in cui questo non dovesse bastare tutti noi, indipendentemente dal nostro grado d’appartenenza e da quello del collega che si rende artefice del reato, possiamo e dobbiamo denunciare questi comportamenti scorretti in modo da sanzionarli severamente. Che siano d’esempio per scoraggiare i prossimi dal riprovarci.», era quella la sua idea di coesione e di comunicazione; sebbene non conoscesse granché delle new entries, se Dell era arrivato al punto da fidarsi di loro l’aveva fatto nella convinzione della loro rettitudine, quindi non era l’abuso d’ufficio a preoccuparla quanto più la possibilità che la loro morale potesse ostacolare e rallentare le indagini fino a danneggiarle.
    «Nel bene o nel male io non ne sarò esente. Non avrò remora a richiamare i miei sottoposti o i miei colleghi, sia che dovessi sospettare che abusano del proprio potere e sia che scelgano deliberatamente di ignorare le disposizioni, intralciando le missioni. Se avessi voluto tutelare la privacy di criminali che per primi hanno calpestato i diritti delle loro vittime, uccidendo, ricattando e sequestrando persone innocenti, avrei esercitato come avvocato. La loro difesa non è di mia competenza né di mio interesse: sono un Auror e in quanto tale il mio dovere riguarda il rispetto dell’applicazione della legge ed è quel che intendo fare nel rispetto della stessa. Francamente, tra l’altro, volendo discuterne sono dilemmi morali che fatico a comprendere, perché se dovessimo disquisire sull’eticità della violazione di alcuni di questi diritti umani allora dovrebbe essere posto un divieto anche sulla polisucco e abolire lo spionaggio…»
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    Sonno

    Escursione o visita guidata ai monumenti in città?
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    ottusità
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    Dicembre 2023

    Ancora cinque minuti., constatò l’Auror dopo aver scorto di sfuggita il quadrante sull’orologio da polso. Come ogni fine settimana da circa un anno a quella parte, il venerdì sarebbe stata d’istanza a Hogsmeade finché gli studenti non sarebbero rientrati al castello sotto la sua scorta. Essendo Hogwarts designata tra i bersagli dei Mangiamorte, quando Sarah aveva ricevuto comunicazione per continuare a provvedere alla sicurezza degli studenti ciò che aveva provato era stato sollievo. Il provvedimento preso dal Ministero le avrebbe consentito di continuare a tenere d’occhio sua figlia da vicino e di verificare di persona la presenza di eventuali minacce, intervenendo di conseguenza. Se Christian era ancora troppo piccolo per capire cosa stava accadendo al loro mondo, Emily sembrava nascondere il proprio turbamento dietro una calma apparente: quando ne avevano parlato la piccola Grifondoro non aveva lasciato trapelare molto dei suoi veri pensieri e sua madre aveva preferito evitare di forzarla rispettando i suoi tempi, ribadendo tuttavia che quando si sarebbe sentita pronta potevano riprendere il discorso da dove si erano interrotte. Da quel confronto Sarah aveva tratto l’impressione che la maggiore preoccupazione di sua figlia risiedesse nella decisione della mamma di continuare a essere un Auror, perché avrebbe comportato il rischio di esporla ai futuri attacchi dei Mangiamorte. Sarah non aveva rassicurazioni per lei che andassero oltre la promessa di fare attenzione, perché aveva altri nemici in agguato nondimeno pericolosi; prima ancora dei seguaci di Voldemort era infatti dal Ministero stesso dal quale avrebbe dovuto guardarsi le spalle. Nell’ultimo periodo quel timore l’aveva cambiata: l’Auror pretendeva di fare finta di niente, ma era diventata emotivamente assente e taciturna a casa, più guardinga sul lavoro. Impedire alla decisione di Dell di influenzarla anche nel privato si stava rivelando arduo, non solo per il modo in cui si sentiva abbandonata in balia delle onde che presto o tardi l’avrebbero travolta facendo riemergere la verità sull’omicidio di Mielandia: l’Auror si stava chiedendo se suo marito non cominciasse a vederla con gli stessi occhi colmi di biasimo con cui guardava chi si era schierato a favore del nuovo governo. Sebbene sapesse che l’argomento non potesse essere rimandato a lungo insieme a tutto il resto non aveva la minima voglia di affrontarlo e preferì concentrarsi sulle piccole cose dalle quali ancora traeva piacere, prima che il tempo gliele sottraesse. Riaccompagnata Emily al castello con gli altri studenti e concluso l’ultimo turno di pattuglia fu proprio a Mielandia che si recò, dove sapeva che Corinne l’avrebbe aspettata nell’appartamento al piano superiore. Mentre si aggirava tra gli scaffali del negozio urtò un contenitore di caramelle, che cadendo a terra si infranse in pezzi sparpagliandole sulle assi.
    Puoi aiutarti con la magia per questo casino, ma un giorno l’unica cosa che potrai fare con quella bacchetta sarà raccattare i pezzi della tua vita., mentre estrasse la bacchetta per ripararlo e riporlo al suo posto fu assalita da un ricordo: una sua amica una volta aveva fatto esplodere un contenitore simile nello stesso punto dopo che le aveva confessato di essere stata lei ad uccidere il figlio del Viceministro, proprio lì, dove quei cocci riflettevano la luce del negozio. Trovò ironico come le sue parole, a distanza di più di dieci anni, si stavano rivelando profetiche: alla fine la giustizia avrebbe seguito il suo corso, e non c'era nulla che potesse fare per arrestarla.
    «Reparo», il contenitore tornò al proprio posto insieme ai dolciumi, ma nella fretta di lasciarsi quel ricordo alle spalle quando raggiunse le scale verso l’appartamento Sarah non notò le sottilissime crepe nei punti di giunzione del vetro. Proseguì finché arrivata alla porta non bussò.
    «Non hai bisogno di tante cerimonie con me, sei sempre meravigliosa Miller. Avanti, muovi il culo.», quando le venne aperto Sarah le rivolse un sorriso: non perse tempo a infilarle tra le mani una cassa di burrobirre e una busta con la loro cena, per poi disfarsi della giacca della divisa che lasciò sullo schienale di una sedia.
    «Vedo che finalmente hai reso questo posto… vivibile mi sembra ancora una parola grossa. Percorribile è più adatto. Mi piace come lo hai personalizzato, comunque: adesso è impossibile non identificarti come la padrona di casa.», la prese in giro, memore di come nonostante l’appartamento fosse stato svuotato dalle merci non aveva avuto poi un aspetto tanto diverso, con tutti gli scatoloni della ragazza sparpagliati nelle stanze. Sarah non attese che l’altra le chiedesse di accomodarsi: prese posto sul divano, rilassandosi non appena la schiena venne a contatto con i cuscini. Fu allora che si rese conto di quanto in realtà fosse stanca. Una stanchezza che poco aveva a che fare con lo stress fisico.
    «Ammetto che mi hai sorpresa: tra le tante opzioni che avresti potuto vagliare su come passare il tuo sabato sera non avrei scommesso un solo Galeone che avresti scelto di stare a casa con me. Stai imparando a scegliere per il meglio, cinquanta punti per Corvonero.», ironizzò ancora, sondando il terreno in modo discreto per capire se fosse stata una scelta motivata dal non avere altre alternative a disposizione. Da una parte lo avrebbe preferito: Corinne era una ragazza dalla bellezza sfacciata e dalla mente arguta, avrebbe potuto conquistare chiunque, che si trattasse di un ragazzo o di una compagnia di amici. Non le piaceva l’idea che potesse non essersi ancora integrata con nessuno.
    «Stronzate a parte... sono contenta che tu abbia accettato. Come stanno andando le cose? Hai già deciso come passerai le vacanze?», anche quella restava una grande incognita: il divorzio dei suoi genitori aveva creato una spaccatura profonda nella sua emotività, tanto da spingerla un paio d’anni prima a richiedere quell’appartamento per non dover tornare a casa. Sarah si era chiesta se la motivazione allo stato attuale fosse la medesima di allora o se fosse invece motivata da un suo bisogno di indipendenza, soltanto Corinne però avrebbe saputo darle le risposte che cercava. E se non lo avesse fatto aveva sempre un piano di riserva.


    Edited by Elhaz - 3/4/2024, 21:52
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    intonaco
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    guaritore
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    persecuzione
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    Una sigla apposta frettolosamente in fondo alla pergamena precedette la consegna agli archivi dell’ultimo rapporto appena arrivato da Ollivander; Sarah non avrebbe mancato di riportare quegli aggiornamenti nella riunione ordita dal Ministro Nott, tuttavia sarebbero stati deprivati dell’animosità con cui aveva sempre svolto al meglio il suo lavoro.
    Dell aveva rassegnato le dimissioni, quindi il dipartimento stava affrontando una fase di stallo dovuta alla carica rimasta vacante. Sebbene non condividesse le sue motivazioni riteneva che l’ex Capo Auror avesse preso la decisione migliore per il reparto, in quanto da tempo non riusciva a conciliare ciò che andava fatto con ciò che riteneva giusto fosse fatto; Sarah poteva dirsi perfino sollevata, perché venuta meno quella carica non sarebbe più stato un bersaglio diretto di chiunque si celasse dietro il brutale omicidio e smembramento di Moon. Tuttavia, non poteva dire di averla presa bene: dopo quasi quattordici anni di servizio insieme per la prima volta l’Auror si era ritrovata a percorrere il corridoio che portava al Quartier Generale da sola, con la consapevolezza che da quel giorno in avanti non lo avrebbe più fatto al fianco di suo marito.
    Dopo un saluto formale ai presenti occupò uno dei posti a sedere in disparte, incrociando le braccia al petto in un gesto di chiusura. La maggior parte dei volti erano noti, alcuni meno. Personalmente non aveva dubbi sulle migliorie di cui stavano beneficiando grazie alle nuove disposizioni del Ministro: per anni Sarah aveva vissuto negativamente il suo lavoro per il modo in cui la burocrazia le aveva legato le mani, rallentando il corso della giustizia. Se fosse stato possibile adoperare quei sistemi prima, quando suo fratello era caduto nelle mani di Lilianne Armstrong, il programma di recupero detenuti che lo aveva visto coinvolto attivamente non sarebbe stato chiuso dopo otto lunghi anni di abusi e di indagini, ma probabilmente non avrebbe mai visto la luce fin da principio. Come Thomas, tante altre persone avrebbero potuto beneficiarne, tra cui Antheia Monaghan sparita senza che avessero più notizie. Soltanto chi aveva qualcosa da nascondere aveva motivo di temere i decreti emanati da Nott. Ciò di cui dubitava era dell’operato di alcuni suoi colleghi, che perdendosi nel singolo dettaglio non riuscivano ad avere una visione più ampia dell’insieme.
    Mentre il Ministro illustrava i risultati ottenuti negli ultimi mesi, Sarah sfiorò con le dita il distintivo appuntato sul petto. Una per una, il Ministro stava scoperchiando tutte le tombe dei loro nemici. Era riuscito a rovesciare la sentenza che anni prima aveva lasciato impuniti Moon e i suoi e a recuperare la giurisdizione di Azkaban, mantenendo fede alla parola data a Dell durante uno dei loro primi incontri. Di fatto ciò che allo stato attuale costituiva il principale motivo di preoccupazione dell’Auror, perché presto avrebbe continuato scoperchiando anche quelle dei suoi alleati. Scavando nel suo passato scolastico non avrebbero impiegato molto prima di mettere a posto i tasselli mancanti dell’omicidio a Mielandia e questa volta non ci sarebbe stati né Armstrong, né Dell, tanto meno Adam, a evitarle Azkaban. Ancora una volta sfiorò i rilievi sulla spilla per poi sciogliere le braccia, lasciandole conserte sulle ginocchia. Da una parte era infastidita dall’assenza di Dell, provava rabbia per il modo in cui se ne parlava, ma ancor più ne provava davanti all’ovvietà secondo la quale le sue dimissioni lo avevano reso indifendibile.
    Per quanto riguardava lei, ciò che rappresentava quel lavoro l’aveva aiutata a tirarsi fuori dall’ombra di una famiglia che aveva sempre avuto la tendenza verso il male: l’unica cosa che sentiva di fare era restare esattamente dove era per osservare i cambiamenti in corso d’opera e di persona. Si era ricostruita la sua vita con grande fatica, non intendeva soccomberle senza lottare.
    Se non altro il loro nuovo Capo Auror non era un emerito sconosciuto, riflesse tra sé e sé guardandolo con circospezione: essendo Stormind un ex collega che aveva già lottato al loro fianco ne conosceva il modus operandi e sapeva che avrebbe fatto tutto ciò che era necessario senza inutili perdite di tempo.
    «La fedeltà al mio paese e ai suoi civili non è in discussione. Ho già combattuto una guerra al vostro fianco e lo farò ancora.», prese parola dopo essersi alzata. Dopotutto, c’era in ballo qualcosa di molto più importante della sua libertà: loro erano tornati e presto avrebbero colpito di nuovo, ponendo in pericolo un’intera comunità magica. Sarah avrebbe fatto la sua parte per mantenere la pace e garantire a sua figlia, ai figli di tutta la Gran Bretagna, di continuare a vivere una vita dignitosa.
    «Come tutti ben sappiamo, le spoglie di Moon sono state custodite in quattro scatole uguali e camuffate da un incantesimo occultante in piume bianche. Entrambi gli oggetti sono stati esaminati da Ollivander, il Capo Auror potrà leggere i dettagli nel verbale che le ho consegnato in ufficio», per un attimo lo guardò negli occhi. La sua scrivania, il suo ufficio. Quanti cambiamenti la aspettavano ancora?
    «Le scatole sono custodie di bacchette. Non riportano un marchio di fabbrica, ma analizzandone la stagionatura del legno, la laccatura, il velluto e le colle il fabbricante è certo che siano state confezionate diversi mesi prima dell’omicidio. Le piume appartengono invece a un unico pavone bianco, non hanno proprietà magiche ma se si guarda la chiave di lettura simbolica potrebbe avere un senso», nella cartellina il Capo Auror avrebbe trovato una ricerca approfondita; Sarah si sarebbe limitata a stringare, riducendo all’essenziale.
    «Resurrezione: per quanto potremmo dar loro la caccia torneranno sempre. Vita eterna: come eternamente valida reputano la loro ideologia malsana… ma in assenza di altre prove più concrete non restano che mere congetture.»



    Edited by 'hotaru' - 18/1/2024, 23:51
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