Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by -Daisy Locke

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    ..non piace a me.
    che lui la accettasse non incideva sulla mia voglia di pronunciarla: non volevo mettergliela addosso, neanche se corrispondeva alla realtà. Per lui forse le parole avevano meno potere, ma per me beh, lo avevano e non volevo usarle.
    Fu con un sorriso amaro che mi confidò di avere dei fratelli, con cui non sembrava andare d'accordo, suo malgrado. Mi sembrava di vedere una vena di tristezza nei suoi lineamenti e al contempo fastidio per quel sentimento nei loro confronti. Che avessero il potere di farlo sentire così.
    Ma la sua situazione non era proprio uguale alla mia e me la illustrò poco dopo. Lui conosceva la sua famiglia, conosceva sua madre.. ma non per questo doveva essere stato più semplice. Forse a dirla tutta, era stato anche peggio sapere chi fosse e vedersi messo da parte.
    Beh non sei stato tu..
    Quello dovevano saperlo anche loro, e sicuro non era con lui direttamente che l'avevano ma con quello che rappresentava. "La loro presenza ormai mi è totalmente indifferente". Mi ritrovai ad osservarlo come se non fosse davvero lì, come se fosse una specie di mezzo busto ritratto in una casa antica, freddo e vuoto, impegnato a rappresentare l'immagine che voleva gli altri trovassero guardandolo.
    Trovavo estremamente difficile credere a quell'affermazione. Mi era semplicemente impossibile immedesimarmi in quella risposta e di conseguenza trovarla credibile. Ripensai a quello che aveva detto qualche mese prima, esattamente in quel punto. "Bastardo". Quante volte quella parola lo aveva colpito prima che riuscisse a smettere di far male? Quanto dolore c'era stato prima di riuscire a non sentire più nulla? Quanto ce ne era in realtà ancora adesso sotto quell'indifferenza?
    Rick..
    Mi dispiaceva sinceramente per lui ed era molto complicato rimanere a distanza perché non riuscivo a trovare delle parole adatte. Sapevo che con lui non potevo permettermi di avvicinarmi senza metterlo in allarme, eppure non potevo lasciare tutto quel distacco in quel momento. Non sembrava giusto.. poggiai una mano sul suo braccio, facendola poi scivolare con cautela verso l'incavo del gomito, in una specie di braccetto, cercando di intercettarne lo sguardo, affinché non vedesse pietà in quel gesto.
    Io credo che saresti stato un buon fratello per loro.
    Mi chiedevo dove l'avesse messo quell'amore che non era riuscito a dargli, che era stato lì, aspettando solo qualche briciola per ricevere in cambio solo calci.
    Mi dispiace che ti abbiano trattato così.
    Non potevo fare a meno di chiedermi come fosse prima di tutto quello. Cosa ci fosse quindi lì dentro oltre a l'esigenza di avere un guscio di indifferenza e un terrore così radicato di contatto da renderlo come era adesso.
    L'immagine che si stava delineando infatti non era quella di una persona indifferente, ma solo di qualcuno talmente abituato a doversi impedire di provare qualcosa per timore di altri calci, da essersi barricato ben lontano da quell'affetto per chiunque altro, nascondendolo al sicuro. Se si fosse fidato di nuovo.. e se fosse successo di nuovo beh, sarebbe stata colpa sua, così come lo era stata nel basco con il vampiro.
    Quindi è con Andrè che parli?
    sapevo che fossero amici, tuttavia mi era difficile immaginarmi il Serpeverde in un rapporto di amicizia abituata a scorgerne solo la rigidità e la compostezza. Che Andrè ovviamente, non aveva neanche per sbaglio. Eppure sentire quel consiglio non richiesto, se da una parte mi faceva sentire rimproverata, significava anche che gli importava abbastanza di lui tanto da scomodarsi a fare una simile raccomandazione.
    ...non voglio che faccia cose stupide e pericolose solo perché si sente in dovere di farmi stare meglio.
    Eppure l'esigenza di difendere il mio punto di vista c'era comunque. Il fatto che André si curasse così poco di se quando c'era da provvedere agli altri, a me, mi faceva sentire addosso anche il senso della responsabilità di ciò che condividevo con lui. Se proprio dovevo scegliere se vederlo di nuovo rischiare di morire o dannarsi per la sua inadeguatezza avrei scelto senza dubbio la seconda.
    Forse dovrei solo imparare a essere meno facile da leggere..
    aggiunsi in una specie di sussurro a me stessa. Sarebbe stato molto più facile non angosciarlo in quel modo. Ma sapevo di essere estremamente trasparente almeno nelle mie emozioni e che ero incapace di bluffare. Ed era un'altra di quelle cose che mi faceva sentire fin troppo vulnerabile, come se fossi l'unica che giocava a carte scoperte. O magari avrei solo dovuto capire come essere più forte sul serio.
    No..
    Non conoscevo Caitlin abbastanza, ma quello che sapevo avrebbe dovuto bastare per farmi rispondere diversamente a quella domanda. Il fatto che avesse cercato di uccidere Andrè.. che lui avesse rischiato di morire.. doveva essere sufficiente. Il fatto che tutto questo fosse accaduto per una cosa che reputavo così stupida era ancora peggio.
    Odio quello che ha fatto e quello che era.. e vorrei solo che non.. fosse così.
    Scoprire di più su di lei, forse mi avrebbe tirato fuori da quella contraddizione. Odiare non era poi così diverso dall'amare qualcuno.. e credevo che lui comprendesse di che cosa stavo parlando. Sebbene dubitavo davvero che fosse davvero giunto all'indifferenza nei confronti di sua madre e dei suoi fratelli, doveva averli odiati profondamente perché non riuscivano ad amarlo o semplicemente accettarlo come avrebbe voluto. Forse quell'odio aveva solo imparato a indurirsi sino a diventare uno scudo asettico.
    Hai detto tu che fingere che qualcosa non esista non è la soluzione.
    Se avessi saputo che era davvero e interamente una cattiva persona.. o viceversa se avessi saputo che alla fine era come diceva Rick ed era una persona che aveva solo fatto delle cose molto brutte...perché pensava che ne valesse la pena, perché c'era un motivo... forse avrei potuto avvicinarmi un po' a quell'indifferenza anche io.
    Lei e mio padre sono.. erano capaci di fare magie senza usare la bacchetta. Credono che la magia stia morendo e che sia compito dei maghi proteggerla perché non sparisca, come dei custodi.. loro lavoravano per questo.
    mi fermai a quel punto, esitando indecisa su quanto ancora dirgli. Con il timore di spingere troppe persone vicino a Karen e metterla di nuovo in pericolo. Lo guardai negli occhi, scuri e difficili da decifrare, senza sapere esattamente che cosa stessi cercando là dentro, sapendo che non sarei riuscita a prendere una decisione razionale con tutte quelle paure addosso. Mi morsi le labbra un paio di volte, deglutendo con fatica prima di continuare a parlare.
    Facevano parte di una cosa chiamata Circolo di Wyrd.
  2. .
    In quell'attesa il tempo trovò il modo di dilatarsi, in modo strano e confuso, esattamente come lo era quella sensazione di immobilità e caos contemporanee. Dove il cuore sembrava battere troppo forte e troppo veloce ma allo stesso tempo sembrava non funzionare affatto. Iniziò a insinuarsi il dubbio che avrei fatto meglio a tacere anche quelle poche parole perché, benché non esplicite, sapevo che Andrè fosse in grado di coglierne il significato. E nonostante mi fossi sentita abbastanza sicura per dirlo, nonostante mi fosse uscito di bocca con estrema naturalezza.. in quel momento la paura irrazionale nel sentire la sua mano immobile sul mio collo, stava offuscando quella certezza. Alzai lo sguardo per cercare i suoi occhi, a trovare la risposta a quell'attesa un secondo prima che arrivasse la sua voce. Avrebbe anche potuto non dire niente, perché anche solo guardarlo era sufficiente ad allentare quella tensione, rimpiazzandola con tutto ciò che traspariva dalla sua espressione. Ma ero felice che l'avesse fatto. O forse ero felice e basta in una leggerezza e completezza che non avevo mai sentito come in quel momento. Una completezza che però aspirava ad andargli ancora più vicino, a cercare la sua pelle e il suo profumo e le sue labbra. In una vicinanza che non sembrava eccessiva, ma ancora troppo poca.
    Neanche io. Nemmeno se te lo dico... non mi credere.
    E quello che avevamo appena amesso e confessato all'altro, quel momento perfetto, lo sentii come sgretolarsi tra le mie man, vedendo il volto e la voce di Andrè tramutarsi. Come un cane che d'improvviso si rivoltava contro, tentando di difendersi. Nonostante lo sapessi, fu impossibile non sentirmi ferita da quel cambio di direzione. Così come era impossibile controllare gli angoli della mia bocca, ostinati a puntare verso il basso, nonostante cercassi con tutte le mie forze di oppormi.
    Non ritenevo che si considerasse il centro del mondo per gli altri. Affatto.. forse era tutto il contrario. Eppure ascoltandolo, iniziai a chiedermi se non mi stessi comportando come Axel, nascondendo le parti che ero convinta nessuno avrebbe compreso, quelle di cui mi vergognavo. Se senza rendermene conto avessi davvero fatto quello che sottintendeva il Tassorosso, acquisendo e internalizzando le parole dei due serpeverde, sin quasi a convincermi che avessero ragione e comportandomi di conseguenza. Mi sentivo sempre così.. piccola e stupida quando mi veniva fatta notare la mia fragilità. Che fosse quella di non saper mentire, che fosse quella di non.. sapermi davvero difendere o di essere troppo ingenua. Non volevo che anche lui mi vedesse come loro. Volevo che vedesse quello che volevo io, quello che avrei voluto essere. "Perché penso che tu lo sia. E che tu possa farlo anche da sola."
    Era strano sentirselo dire e forse era la prima volta che succedeva. E mi ritrovai con il labbro tremante a guardarlo confusa. Lui non mentiva e di questo ne ero assolutamente certa. Quindi come era possibile che mi vedesse in quel modo?
    Mi ero nascosta troppo bene? Se anche così fosse stato.. beh no, non mi faceva sentire meglio. E se invece aveva visto quelle debolezze.. Come era possibile che mi ritenesse una delle persone più forti che conosceva?
    Non è vero, l'ho fatto.
    Lui forse non l'aveva visto, o non se ne era accorto. Ma lo avevo fatto in effetti.
    Con chi sapevo non mi avrebbe colpito di rimando.
    La magia accidentale c'entrava solo in parte, e ultimamente anzi, sembrava essersi acquietata, forse perché erano venute meno le situazioni in cui mi sentivo in pericolo o in trappola o forse perché avevano ragione tutti e con il tempo quel problema sarebbe sparito da solo.
    Quindi non credo che sia così.
    Quella forza di cui parlava Andrè e a cui di tanto in tanto faceva allusione Rick non riuscivo a scorgerla. Non li ritenevo dei bugiardi solo.. non capivo. Non la sentivo. Le persone forti non dovrebbero avere paura di tutto.. non dovrebbero fuggire appena c'è qualcosa che le spaventa. Non dovrebbero rimanere immobili.
    Sono sopravvissuta scappando mentre qualcun altro sistemava le cose. Sono una codarda e basta. Non c'è niente di virtuoso in questo.
    Lui non era affatto così. Lui si lanciava nelle situazioni a discapito della propria incolumità per gli altri. Una cosa molto stupida... eppure ammirevole. Ma una persona così, come poteva ben valutare la codardia? No.. non volevo che quella fosse una parte di me che lui potesse vedere.
    "- Io temo che ti farà sentire sola…anche se non lo sei. -" Fu necessario sentirla due volte quella domanda, quella insinuazione. Perché era qualcosa che non avevo mai considerato e che mi prendeva in contropiede. Non avevo mai valutato che nascondere e tacere alcune parti di me potesse essere qualcosa di negativo. Non per gli altri, in primis.. ma soprattutto non per me. Quel rovescio della medaglia che stava prospettando il Tassorosso.. mi lasciò inebetita per diversi secondi. Era vero che non stava funzionando. Che tacere non aveva fatto la differenza.. però sì, ero convinta che avrebbe funzionato. Così convinta che neanche avevo mai messo in discussione che avrebbe potuto essere diversamente.
    Non pensavo fosse così..
    dissi alla fine con un filo di voce, rialzando lo sguardo su di lui. Non lo dicevano nelle canzoni, ne nei film e neanche nei libri. O forse c'era ma non lo avevo mai letto tra le righe. Ma non avevo mai pensato che un rapporto con qualcuno sarebbe stato.. così. Che ci fosse così tanto da mettere in comune. Che ci fosse da esporsi così tanto fino a quel punto o che necessitasse di così tanta fiducia nell'essere vulnerabili.
    .. non l'ho mai fatto.
    Non avevo mai avuto qualcuno come lui in quel momento. Ed era un terreno inesplorato quello che probabilmente mi avrebbe trovato ad inciampare molte volte.
    E fa un po' paura.
    Ammisi alla fine, come una specie di scusa. Di cosa esattamente mi era impossibile dirlo e non sapevo se Andrè lo avrebbe compreso o se viceversa avrebbe inteso quelle parole come un segnale di sfiducia dei suoi confronti, nel suo non essere all'altezza o nell'aver paura di lui. Ma non era quello il senso e di certo non era di lui che avevo paura.
    Una parte di me semplicemente era abituata così e doveva adattarsi a quella condivisione. L'altra viveva la consapevolezza silente e subconscia che i Lupi Mannari finivano soli.
    Ed era strano realizzare come le cose belle fossero accompagnate dal timore di perderle.
    "Ti hanno mai detto che sei sexy quando ti arrabbi?"
    Ah quindi lo fai apposta??... Hai finito di prendermi in giro?
    No, quello decisamente non era un aggettivo che avrei accostato alla mia persona, quindi lo pizzicai di nuovo arricciando il naso. Poco convinta ma sicuramente lusingata.
    Lo ascoltai tuttavia cercando di comprendere meglio il rapporto che aveva con suo padre. Senza riuscire ad immaginarmi quell'uomo se non come una figura astratta.
    ..quindi vuoi fare l'Auror anche tu?
    In quella concatenazione di nomi e sensi di colpa, sembrava che tutto fosse destinato a ripetersi in un'eredità e una maledizione che scivolava di padre in figlio.
    ..alcune volte penso che si siano pentiti. Che non.. avrei dovuto essere così che avrebbero.. meritato qualcuno di meno problematico.
    Non mi avevano mai fatto sentire quella pressione, ne detto nulla al riguardo.
    Una vita passata a desiderare un figlio e poi gli tocca una strega che rischia di far crollare tutto con le magie involontarie e pure un lupo mannaro..
    Rimpiangevo quando non ne sapevamo ancora niente, quando era tutto normale e ordinario. Quando potevano solo ringraziare di avermi preso con loro. Come un regalo e non come un..
    ...come un prodotto difettato che però non possono.. restituire.
    Io lo sapevo che lui comprendeva quello che stavo dicendo. Che anche lui si sentiva così. E che a sentirlo dire dall'altro percepivi quanto irrazionale e non realistico fosse quel pensiero. E che lui come me, sapeva che suo padre gli voleva bene comunque. Ma quella sensazione c'era lo stesso.
    Forse non sei l'unico che tento di tener fuori...
    Come a proteggere anche loro dagli aspetti scomodi e spigolosi che la mia persona comportava. A volerglielo risparmiare e nascondere.. a non volergli dare motivo di considerarmi difettosa o fonte di preoccupazione. Dalle ferite e dal dolore che quell'attacco e quella trasformazione portavano con se. Senza riuscirci, lo sapevo. Perché mio padre aveva già setacciato tutta la letteratura magica sull'argomento studiandolo come una delle sue specie rare.
    Girai leggermente la testa alla descrizione di Andrè, per scrutarlo in volto mentre si faceva strada la consapevolezza che forse, il mio sospetto era fondato.
    Sì..
    Perché la sensazione di cui parlava, era esattamente quella durata tutti quei giorni al San Mungo.
    ..la trasformazione non è così..
    lo rassicurai. Non che fosse migliore era solo.. diversa.
    E' come.. rompersi un osso e.. essere tirati al tempo stesso. Ma dura poco.
    Brusco, ma non improvviso, perché ogni giuntura e fibra del corpo si preparava giorni prima come allentandosi e resistendo consapevole di quello che sarebbe successo. Che avrebbe dovuto modificarsi ogni articolazione muscolo e osso.
    E l'unica in cui spero di non raggiungerti..
  3. .
    Forse l'indipendenza era qualcosa di incredibilmente sopravalutato, così come voler avere un potere decisionale: se avessi dato ascolto ad Andrè quella mattina, avremmo saltato la lezione di pozioni e tutto quel casino non sarebbe successo. Sicuramente non andare a lezione avrebbe indispettito il professore, ma decisamente meno della punizione presa in classe. E far indispettire la persona che era capace di preparare la pozione antilupo in un tempo in cui scarseggiavano.. beh, mi sembrava una cosa veramente stupida da fare. E come ogni persona neanche io gradivo sentirmi stupida. Una volta usciti dall'aula la processione imbronciata degli studenti si era snodata fino ai dormitori e mi ci era voluto un po' di tempo con la musica sparata ad alto volume nelle orecchie per farmi passare quella sensazione di dosso. Era un misto di frustrazione, ansia, incertezza e rabbia verso me stessa, che trovava sfogo in un cattivo umore rivolto a chiunque incontrassi. Cercavo di tenerlo lontano, di non pensarci, ma sembrava tornare indietro come un elastico tirato troppo, piombando all'improvviso con forza. E fu proprio una delle persone su cui avevo riversato quella tensione che trovai nella sala comune del dormitorio. Il senso di colpa arrivò immediato non appena riconobbi i riccioli che spuntavano dalla spalliera del divano. Non era colpa sua dopotutto, lui non aveva fatto niente di male era solo.. lì. Una delle prime persone che avevo davanti, quello più gentile che quindi avevo scelto di colpire, sicura che non mi avrebbe restituito il colpo. In modo codardo come al mio solito.
    Dustin.. scusami per oggi.
    Mi avvicinai al Tassorosso, mordendomi l'interno della guancia, cercando di capire come potergli spiegare la situazione che era piuttosto confusa e complicata anche nella mia mente.
    Io.. non me ne importa niente dei punti. E' solo che.. sono preoccupata anche io e speravo che almeno a pozioni sarei stata abbastanza distratta dalla preparazione da riuscire a non pensarci almeno per un po'..
    Le domande che avevano fatto in classe erano tutte legittime, ma la risposta mi terrorizzava e alla fine era stato impossibile anche concentrarsi quel che bastava per leggere le istruzioni e comprenderle. Non potevo dirgli che cosa era successo quell'estate in Irlanda, ne spiegargli nel dettaglio perché avevo seguito Karen quando si era allontanata: le poche risposte che avevo a quelle domande che mi tormentavano, concordavano tutte sul fatto che la Grifondoro avrebbe potuto essere in pericolo se le parole di Caitlin si fossero diffuse. Una piccola morsa allo stomaco mi strappò un'espressione leggermente sofferente ripensando a lei. Feci un respiro profondo, andando a sedermi accanto a Dustin.
    Anche i miei genitori sono babbani. Qualche volta penso che stiano esagerando tutti quanti con questa storia..
    Una piccola pausa, inclinando leggermente la testa, ripensando all'espressione sdegnata e dura di Rick quando gli avevo chiesto di immaginarsi senza. Chi era nato con la magia probabilmente non avrebbe mai accettato la possibilità che c fosse così tanta gente che viveva senza e che stava benissimo.
    Anzi, qualche volta credo che se la magia non ci fosse la vita dei maghi sarebbe molto meno complicata, con meno pericoli e meno.. sai no?
    Non avrei saputo definire esattamente a che cosa mi stavo riferendo, ma forse anche il Tasso aveva notato che qua al castello, era pieno di persone che avevano delle storie terribilmente complesse. Ed io per prima avevo provato sulla mia pelle quando la mia vita si fosse complicata da quando la magia era entrata a farne parte. Ogni volta però mi sembrava di essere l'unica a pensarla in questo modo e che solo un idiota ingrato avrebbe considerato la magia una "complicazione". Mi chiedevo quindi se anche per lui, il mondo che aveva sempre conosciuto e considerato proprio, fosse davvero così terribile come quello che immaginavano gli occhi scuri di Rick e di tutti gli altri purosangue.
    Non volevo sminuire le tue domande è che.. il fatto che tutti si preoccupino mi fa pensare che forse mi sfugge qualcosa e che.. cambierà di nuovo tutto. Mi farebbe piacere parlarne, davvero.
  4. .
    "Ha iniziato a piacere anche a me da quando ci sei tu…" mi fu impossibile trattenere un sorriso a metà tra imbarazzo e compiacimento. Quella forse era delle cose più belle che Andrè potesse dirmi, così come era estremamente bella la sensazione di calore che mi avvolgeva nell'essere lì in quel momento, senza tuttavia che diventasse troppo molesta andando a infiammarmi le guance o annebbiarmi la testa almeno finché non ne incrociavo lo sguardo provocatorio. "Odio…amore…il confine è sottile" una provocazione che mi fece mancare un battito, come se mi avesse colta in fallo in quel preciso istante con quelle parole.
    ..forse non c'è quel confine..
    Il coraggio necessario a dire quelle piccole parole, con la voce un po' soffocata, non fu abbastanza da lasciar da parte la prudenza di mettere quel forse davanti, come una specie di salvagente, a cui potersi aggrappare. Riparata in parte dalla dinamica giocosa, mi sentivo comunque incredibilmente esposta in quel momento, guardando gli occhi azzurri e sfrontati del Tassorosso, sentendo il cuore martellarmi nelle orecchie. Non avevo pensato di sbilanciarmi così tanto, non in quel momento almeno, eppure mi era uscito di bocca e forse non avrei dovuto.
    Presi comunque un respiro profondo, guardandolo di nuovo, cercando di capire come fargli comprendere quello che intendevo veramente.
    Ma lo stai facendo.. lo fai.
    Fui tuttavia percorsa da una sensazione simile al panico alla sua reazione per le parole di Rick. Pensavo che dicendogli da chi provenissero si sarebbe calmato e invece sembrò dargli terribilmente fastidio e fu impossibile non rimanerci male nel vederlo allontanarsi con così tanta veemenza.
    Che cosa? No, Andrè non..
    "…sei forse il suo elfo domestico che devi obbedire ai suoi ordini?" mi morsi l'interno della guancia, cercando di non reagire in modo troppo infantile a quei rimproveri, benché lo trovassi estremamente difficile. Non avevo assolutamente pensato al fatto che Andrè sarebbe giunto alla conclusione che io non mi fidassi di lui, come se usando le parole del serpeverde mi fossi automaticamente appropriata anche delle sue paure. A quella frase io e Rick davamo un significato diverso, ognuno plasmato da quello che temevamo di ricevere dagli altri.
    Non c'entra niente la fiducia Andrè, non.. non sei il centro del mondo!
    Sbottai, per difendermi, perché mi stava facendo sentire in colpa per qualcosa che io non ritenevo fosse così grave come la stava facendo apparire lui. E non pensavo neanche che lui si sentisse o volesse essere il centro del mondo per qualcuno, era solo che alcune volte.. si sentiva così responsabile di ogni cosa che semplicemente.. non gli competeva.
    Io lo so che vuoi aiutarmi ma.. non.. non posso sempre essere quella che non sa fare niente da sola e che ha bisogno che ci sia qualcun altro a risolvere tutto al posto mio.
    Era un'altra di quelle cose che rimanevano sempre più facili a dirsi che a farsi, perché quando avevo bisogno davvero avrei solo voluto poter schioccare le dita e risolvere tutto magicamente. E spesso era proprio quello che succedeva, che avevo bisogno di qualcun altro perché da sola non ce la facevo. Non era neanche una questione di potere era che..
    Non voglio.
    Essere la persona che viveva in balia degli eventi, degli altri, di forze più grandi di quelle che riuscivo a controllare.. non era un qualcosa che volevo. Prima o poi sarebbe arrivato il momento in cui sarei stata da sola e non volevo ritrovarmi spaesata e sentirmi impotente. Avevo letto le storie di altri lupi mannari. Non avevano molti amici, non avevano molte persone intorno. Spesso a dirla tutta, erano storie piuttosto deprimenti e solitarie. Potevo illudermi quanto volevo nel pensare che a me non sarebbe successo, che per me sarebbe andata diversamente.. ma quella paura continuava a sussurrarmi all'orecchio.
    Devo sapere che posso fare da sola.
    Averne la sicurezza, la certezza per poter scegliere poi, di non doverlo fare.
    Io lo so che tu vorresti risolvere tutto al posto mio, perché anche io vorrei che tu non ti.. dannassi per come sei e per quello che senti.. ma non voglio che tu lo faccia. Non posso.. non voglio sentirmi inutile ed inetta.
    Perché era così che mi sentivo, quando non riuscivo a fare altro che scappare o andare nel panico di fronte alla prima difficoltà. E Andrè non c'entrava nulla e non poteva fare nulla per quello. Non era lui il problema.
    Se non voglio mostrarmi debole è perché.. non voglio sentirmi debole.
    Era il motivo per cui non volevo dirgli cosa era successo l'estate prima, per cui quasi preferivo che fossimo in gruppi diversi a lezione e che odiavo quel soprannome "uccellino". Per quanto probabilmente fosse una descrizione perfettamente calzante della mia fragilità.. non volevo ambire a quello, non volevo.. incarnarlo.
    Strinsi le braccia attorno alla sua vita, accettando quella deposizione delle armi da parte di entrambi, stringendo forse anche troppo forte, come a cercare di scacciare la sua preoccupazione di essere lontana.
    Ti servirà una scopa comoda..
    bofonchiai in risposta alla soluzione proposta dal Tassorosso. Mi presi qualche secondo per pensarci, continuando a stringere il mignolo nel mio, cercando di valutarne gli eventuali rischi, e alla fine non trovandoli, annuii con un cenno del capo.
    ..quindi.. rimane solo da capire come raggiungere la Passaporta di nascosto.
    Un problema che per quel giorno, potevamo anche rimandare alla fine.
    Lo ascoltai mentre cercava di dipanarsi nelle risposte alle domande che gli avevo fatto, riuscendo a scorgere quanto non fosse un argomento facile per lui. Forse uno di quelli su cui non amava soffermarsi.
    Russell... perché lo chiami per nome?
    lo canzonai, quasi interrompendolo mentre parlava, facendogli praticamente il verso. Ormai succedeva sempre per essere una casualità data dal suo spiegarsi mentre parlava. Lui chiamava davvero suo padre Russell! Come se fosse.. uno che passava casualmente da casa sua.
    Beh avete una cosa in comune.
    Per quanto sentisse di non assomigliargli minimamente, sembrava aver preso dal padre la tendenza a sentirsi in colpa per qualsiasi cosa, anche quelle per cui non poteva farci niente.
    Però sì, capisco..
    Anche io mi ero sentita terribilmente in colpa vedendo i miei genitori al San Mungo e l'angoscia e le preoccupazioni che cercavano di non mostrarmi ma che non potevano nascondere neanche impegnandosi al massimo. Infondo sapevo che gliene mettevo addosso molte.
    E' per questo che mi hai chiesto se mi ricordavo qualcosa?
    Non parlavamo spesso della sera dell'attacco del Mannaro, eppure ricordavo benissimo quella domanda, perché mi era sembrata assurda dal mio punto di vista. Ricordavo tutto molto vividamente, tant'è che ancora l'odore della neve mischiato a quello della terra mi rendeva irrequieta, come se portasse con se un pericolo nascosto e impossibile da percepire per tutti gli altri.
    Non lo so, ma ci ha messo una vita a guarire, con quell'impiastro dall'odore orribile..
    Non sapevo neanche io che cosa avrei preferito sentire in risposta da Andrè, se anche per lui fosse stato così, oppure se invece, fosse stato tutto abbastanza semplice e veloce. Il veleno, la maledizione, quale che fosse il nome con cui volevamo chiamarlo, era quello che ti faceva stare male. E onestamente non avrei saputo dire se una ferita di quel tipo, provocata da un animale non magico, sarebbe stata altrettanto difficile a guarire.
    Sollevata dal fatto che sei riuscito a non farti mordere... in ogni caso vorrebbe dire che sai scappare da un animale..
  5. .
    naturali

    Meghan Markle o Kate Middleton?
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    Tutto mi sarei aspettata a dire il vero, tranne quella risposta da parte sua.
    Non sapevo molto della famiglia di Rick, e avevo dato per scontato che il suo lignaggio fosse motivo di vanto sulla purezza di sangue e un qualche tocco di antica nobiltà, che per i maghi, sembrava essere quasi la stessa cosa. Fu automatico per me interpretare quelle parole nel modo più affine alla mia situazione. Aveva specificato "madre biologica" ad indicare che era un'altra donna che considerava come tale, altrimenti non avrebbe sentito quel bisogno, così come "la sua famiglia" precisava un mondo a cui era estraneo.
    Tu.. lo hai sempre saputo? Che eri...
    C'erano moltissime domande su quell'argomento che sapevo non sarei riuscita a tenere per me, nonostante fosse chiaro che lui non volesse parlarne.
    ..non mi piace quella parola, scusa..
    Aggiunsi poco dopo, quasi sottovoce. "Adottato" era un termine che mi sapeva quasi di carità, come si può adottare un gattino lasciato sull'uscio per buoncuore. Non mi piaceva vedermi così, ne vedere così il rapporto con mamma e papà. Alla fine loro per me, erano sempre stati qualcosa di sicuro e certo, sin da quando ne avevo memoria.
    Per me sono sempre stati mamma e papà e non riesco a pensarli in altro modo...
    Quella parola sembrava quasi.. offensiva. Non lo sapevano in molti infatti. Lo avevo detto a Karen e ad Andrè e per forza di cose lo sapeva anche Logan ma.. mi sembrava qualcosa di terribilmente superfluo da dire, no? Che differenza faceva alla fine?
    Non sarebbe stata una sorpresa per Rick che io avessi un problema con le parole. Però in questo caso forse non ero la sola. Potevo capire la rabbia provata da Rick e il perché avesse deciso di prendere quella decisione. Da quella rabbia maschera del dolore da cui bisognava difendersi in qualche modo. C'erano rifiuti impossibili da accettare dopotutto.
    Ti ha detto perché non lo ha fatto?
    Anche sapendone le ragioni, qualche volta, soprattutto, sapendole e trovandole troppo celebrali e quasi crudeli. Ma non riuscivo ad avvicinarmi a Rick, sentendo che già con quelle domande stavo violando troppo quella barriera che teneva disposta attorno a se, perché mi sembrava sempre più sottile. Lui faceva sempre trapelare pochissimo, convinto che ci sarebbe stato un tradimento da un momento all'altro, una pugnalata alla schiena. Per quello non volevo avvicinarmi eppure non riuscivo a non osservarlo. Non per curiosità ma perché volevo cogliere quello che non sarebbe riuscito a dire in nessun altro modo. Infondo non serviva essere a pochi centimetri per essere davvero vicini, no?
    Non è così semplice Rick.. non è solo quello.
    Sguardo che fui però costretta a distogliere quando la conversazione tornò su di me. Quello che era successo in Irlanda avrebbe dovuto spingermi nella direzione indicata dal Serpeverde, ancora di più. Eppure neanche quell'ulteriore sollecitazione sembrava servire.
    Perché tu ne parli?
    Gli domandai sollevando il sopracciglio. Non c'era sarcasmo nel mio tono, quanto piuttosto una canzonatoria dolcezza dove apprezzavo il consiglio, pur sapendo che chi lo dava non lo sentiva affatto suo.
    Lo faccio ma.. Andrè si preoccupa troppo per tutto e..
    Non volevo aggiungergli anche quello. Aveva già troppe cose che gli affollavano la testa, rendendolo inquieto. E non potevo parlarne con Karen perché temevo che non avrebbe.. capito davvero, ne potevo farlo con chi non era lì quella notte . Sarebbe stato troppo pericoloso per Karen, soprattutto adesso che le parole di Caitlin sembravano rivelarsi veritiere. E come avrebbe reagito uno come Rick, terrorizzato alla sola idea di vivere senza magia, sapendo che forse, poteva esserci un modo per sistemare tutto?
    Non sto scappando. O forse sì. Ma scappare non è sempre una brutta cosa.
    Era più un tentativo di autoconvincimento quello, perché sapevo di star scappando e che la fuga era qualcosa che sceglievo sempre dinnanzi a uno scontro. L'avevo fatto anche in Irlanda e ogni volta che sceglievo di fuggire, abbandonavo qualcuno.
    ...almeno in questo caso.
    E ogni volta mi sentivo terribilmente codarda per averlo fatto.
    Non è la materia il problema ma chi la insegna.
    Vederlo usare la bacchetta, mimare un combattimento.. mi portava automaticamente ad immaginare che dall'altra parte ci fosse lei. A immaginarmi come sarebbe stato, come poteva essere quell'istante. E io non volevo pensarci.
    ..forse anche la materia.. non lo so.
    Tra i babbani ti veniva insegnato a non far del male, sin da quando eri piccolo. Sapevi che alcune cose non andavano fatte, che tutto ciò che ledeva l'altro era sbagliato, e quel concetto veniva così interiorizzato che attaccare sembrava terribilmente sbagliato. Lo era quando la magia fluiva in modo accidentale e farlo volontariamente lo era più che mai.
    "Posso prenderla in prestito?" ormai pensavo che l'argomento fosse decaduto lì, che quel sasso bianco fosse ormai stato etichettato come qualcosa di estremamente ridicolo per il Serpeverde. Probabilmente era davvero così e fu per questo che dopo averglielo rimesso in mano, gli trattenni appena la manica della camicia.
    Grazie Rick..
    La sua disponibilità però sembro durar poco, sebbene i miei occhi fossero fissi sull'animale, riuscii a sentire il respiro del ragazzo cambiare, portandomi a voltarmi di nuovo verso di lui e cogliere un ombra di ciò che avevo già visto anche a lezione. Un ombra di paura. E fu strano sentire il suo eco alle mie parole. Mentre le avevo dette non avevo pensato subito alla reazione del Serpeverde, ma avrei giurato che avrebbe trovato da ridirne, ridicolizzandole. Era strano anche che fosse lui a parlare con un eco. E non sapevo se fosse il caso di chiedere oppure no.
    Non.. non lo so. Non ha motivo di mancarmi, la conoscevo appena e non sono nemmeno sicura che mi piacesse, eppure...
    Era complicato da comprendere a me per prima. Eppure pensavo che lui potesse capire che cosa intendevo, che potesse avvertire la stessa assurdità di quel sentimento. Però quel sentimento c'era e assaliva lo stomaco in una morsa arrivando a bloccare anche il respiro in gola.
    Non so niente ed è stata solo colpa mia perché ero.. arrabbiata credo.
    Era da quella notte a Dublino che conoscevo Caitlin, un lasso di tempo abbastanza lungo se correlato a quello che conoscevo di lei. Un tempo che non avevo usato a dovere, in cui avevo sempre il timore di avvicinarmi a lei e al tempo stesso non avevo abbastanza rabbia ne paura per starne totalmente lontana.
    Pensavo che lui potesse capirla quella rabbia, viscerale e profonda, così tanto da far male certe volte.
    E adesso non so se ho dei fratelli o delle sorelle, non so chi c'era prima di me, a chi somiglio e..
    Troppi "se" lasciati a fluttuare, che non si sarebbero mai materializzati. Non mi ero data il tempo di volerle davvero bene, sebbene lo avessi avuto. Non mi ero data il tempo di comprendere, di capirla..
    Non dovrebbe darmi così fastidio.. non era nemmeno una brava persona.
    Aveva quasi ucciso Andrè.. lo avrebbe fatto con Logan, con il Preside..
    ...questa estate... a quanto pare ha fatto schifo per tutti...
  7. .
    Assurdo: Andrè riusciva ad incolparsi anche per la presunta imminente morte della magia. Eppure quella domanda continuò a scavare in quel tunnel silenzioso di angoscia. E se fosse stata davvero colpa nostra, in un certo senso..? Voltai appena il viso per scorgere quello di Karen e tentare di capire se stesse pensando alla stessa cosa, ma le alte figure tra cui si era barricata me lo impedivano.
    Avevamo impedito che la prendessero, secondo Caitlin lei avrebbe potuto fermare tutto.. e se.. e se qualcun altro lo avesse saputo? Sarebbe partita una caccia spietata per trovare la Grifondoro? E tutto per.. questa stupida magia? Davvero ci tenevano così tanto a questo potere da scivolare nel terrore se fosse svanita? Davvero li terrorizzava così tanto vivere come i babbani? Non trovai tuttavia il coraggio di chiedere al professore quale fosse, davvero, che doveva "preoccuparci".
    Spero di no: se non mi esce nemmeno il Testabolla lasciami estinguere al suolo in un perfetto esempio di selezione naturale...
    risposi al Tassorosso con fare tetro, arricciando le labbra nel fissare la mia bacchetta, prima di sbuffare inclinando la testa all'indietro diretta verso il mio gruppo, non mi era neanche andata malissimo dopotutto, almeno non ero in squadra con Fry ne con Logan.
    Allora... cosa diamine è un Grinzafico...?
    Onestamente dal nome, sembrava una cosa terribilmente moscia e raggrinzita..
    Le mie intenzioni quel giorno erano delle migliori, davvero, eppure sembrava che si fossero svegliati tutti con una serie di domande esistenziali che andavano poste tutte assieme. Tipo quella di Annie. Riuscii a sentire la testa che iniziava a girare mentre la sensazione di panico iniziava ad aggrapparmisi alla bocca dello stomaco. Era qualcosa a cui non volevo pensare, a cui mi sforzavo di non pensare. Perché oggi non parlavano di stupidaggini come al solito?? "Secondo voi la comparsa del Marchio Nero e quefhti problemi con erbe e pofhioni sono collegati? Voglio dire... Perché ai maghi ofhcuri dovrebbe convenire una cosa del genere?" OH per MERLINO, SEMOLA E IL SUO GUFO PARLANTE!!
    Dustin quest'anno con i punti facciamo schifo, perché non la smetti di ciarlare e ti concentri sulla pozione??
    Non me ne importava nulla dei punti, a discapito della spilla, ma il Tassorosso suo malgrado era quello più vicino su cui finì per rovesciarsi tutto il mio nervosismo. Dopotutto non potevo dire niente direttamente ad Annie o rischiavo che qualcuno collegasse i puntini. Sbuffando cercai di concentrarmi sulla preparazione della pozione, individuando il punti rimanenti. Mi sarei occupata del decotto: versai la polvere in acqua fredda per portarla a bollore. Indecisa sul momento in cui aggiungere i peli, controllai più volte le istruzioni senza trovare la risposta all'arcano... alla fine conclusi che aveva poco senso aggiungerli alla fine, e quindi aggiunsi anche quelli.
    Direi che spetti al Corvonero del gruppo contare le 77 mescolate...
    Il cenno di Karen mi spinse a seguirla: dopotutto quelle domande sicuramente avevano innescato anche in lei la stessa angoscia. Pensavo che volesse parlarne, insomma sicuramente anche lei aveva i miei stessi dubbi, anche perché si stava dirigendo al tavolo dove c'erano anche Logan ed Andrè e invece...
    ..Karen sul serio? Sei venuta qua per cazzeggiare?
    Mi passai una mano sul viso, scuotendo debolmente la testa nel sentirla canticchiare. Non era possibile.. non felice di questo fece anche crollare un buon numero di fialette dell'altro gruppo.. La andai ad afferrare per un braccio sperando in qualche modo che la piantasse di fare l'idiota.
    ..guarda che io un'altra punizione al lago non voglio farmela..
    "Sei davvero sicura di non voler andare via da qui?"
    ...pensavo ti saresti distratto un po' con pozioni..
    Di solito era una materia che gli piaceva molto, si divertiva quasi a orientarsi in quella follia di minuzie e dettagli apparentemente insignificanti. Contavo che, anche se controvoglia, una volta in classe sarebbe stato assorbito dal compito e non avrebbe pensato a...
    Togliti la divisa!
    il mio tono di voce era brusco e vagamente allarmato mentre fissavo i buchi sulla camicia che erano comparsi alla velocità della luce.
    Muoviti! Chissà cosa ci ha messo dentro quel pazzo sclerato...
    lo incalzai, cercando di tirargli via la manica prima che quella roba lo corrodesse. Korko era capace di aver creato una roba che ti ammazzava seduta stante anche solo a contatto con la pelle!


    Gruppo A
    Eseguito parzialmente il punto 4, seguito Karen dal gruppo C.
  8. .
    " è l’unica parte di me che mi rende meritevole di...essere amato." Inarcai le sopracciglia a quell'affermazione, in una vaga sorpresa.
    Non è vero. E' l'unica parte che tu ami.
    E il mio timore era proprio quello, che con quel pensiero, finisse per scarnificarsi e vivere solo in funzione del valore che poteva dare agli altri. Era vero che era qualcosa di lui che mi piaceva, che piaceva forse alla maggior parte di chi lo conosceva, eppure alcune volte per compensare all'istinto egoista temevo che avrebbe finito per odiarsi se non si fosse votato anima e corpo al prossimo trascurando se stesso.
    Non era l'unica cosa e non volevo che lo pensasse, che se fosse venuto meno quello sarebbe stato indegno di affetto.
    Non hai paura a dire quello che pensi, tu non.. fingi con le persone, non ci riesci ed è per questo che gli altri si fidano di te.
    Forse poteva anche mentire, ma si sarebbe sentito profondamente in colpa nel farlo e lo si sarebbe letto sulla sua faccia. O almeno era così che io lo vedevo.
    E non giudichi mai nessuno, perché capisci che non ne abbiamo il diritto.
    Non lo faceva con me, ma non l'avevo mai sentito dire qualcosa di brutto sugli altri, mai, nemmeno una volta. Sebbene avesse appena definito un mostro il padre di Marsilda, beh, non potevo dargli torto al riguardo e comprendevo che una piccola parte di quel giudizio, portava con se il timore di vedersi in uno specchio.
    E continuerei con l'elenco ma poi Hyde inizierebbe a darsi troppe arie: non deve sapere che mi piace anche lui..
    Aggiunsi sussurrandoglielo quasi come se fosse una confidenza che solo Jekyll poteva sentire. Il confine ovviamente non era così netto, e quei lati della sua personalità si amalgamavano assieme ed erano impossibili da separare. Quella battuta serviva più a ricordargli che anche quella parte più istintiva ed egoista che lui tanto disprezzava, per me non era interamente da buttare via.
    "Se fossi costretto a scegliere tra proteggere me stesso e te, sceglierei te."
    ...ti odio quando fai così..
    arricciai il naso nel dirlo, pizzicandogli leggermente la pancia, come a vendicarmi del fatto di non sapere come replicare quando diceva quelle cose.
    Perché è qualcosa di molto bello ma allo stesso tempo.. non lo so.. non voglio che tu ti faccia male e mi sentirei in colpa se accadesse per colpa mia.
    Perché non ero abbastanza furba o forte da cavarmela da sola o evitare di trovarmi in situazioni che qualcun altro avrebbe l'intelligenza di evitare o quella di tirarsene fuori. Il cortile ne era un esempio, ma era solo uno dei tanti. Scossi la testa quindi mentre cercavo un modo per rispondergli senza raccontargli tutto. Non volevo nasconderglielo era solo che.. temevo che avrebbe fatto qualcosa di inutilmente stupido o viceversa che si sarebbe preoccupato troppo. D'altronde era un problema che si era già risolto, no? Certo non lo avevo fatto da sola ma.. era risolto.
    Non sembrò gradire tuttavia la mia risposta, o meglio, la risposta di Rick che mi era uscita dalle labbra come un automatismo.
    Non dico che tu sia tra quelli. Lo sai che non penso questo di te..
    Un po' stolto a rischiare troppo forse lo era, eppure capivo che cosa lo muovesse, temevo solo che non sapesse riconoscere il limite dove era ragionevole fermarsi.
    Non lo so è.. una cosa che ha detto Rick. Sembrava... sensata quando l'ha detta lui....
    Forse avrebbe capito a che cosa mi riferivo: il serpeverde per la sua postura e il modo in cui si esprimeva sembrava avere la verità in tasca su moltissime questioni, su altre.. beh era convinto di averla sebbene ciò non fosse vero. Ma su quell'argomento, beh, mi sentivo decisamente poco ferrata e appropriarmi del suo punto di vista al riguardo era parsa la cosa più ragionevole da fare.
    "Te lo prometto, Daisy...non sarò avventato. Resterò a...distanza di sicurezza"
    Lo guardai negli occhi con estrema serietà, cercando di scorgerci non tanto la sincerità, quanto la convinzione che una volta lì, lo avrebbe fatto davvero.
    Voto infrangibile?
    Attesi qualche secondo rimanendo terribilmente seria, prima di sollevare il mignolo della mano destra fino a sotto al suo naso. A quel punto sorrisi dispettosa, attendendo comunque che siglasse l'accordo.
    Sappi che non è meno vincolante..
    Lo tirai poi per il braccio, come invito a sedersi sul pontile, per poi sedermi accanto a lui, appoggiando la fronte sulla sua spalla, giocando distrattamente con i suoi capelli.
    Perché eri scappato di casa?
    Potevo solo supporre che fosse dovuto a delle incomprensioni con suo padre, a cui accennava più volte. Il fatto che non ricordasse nulla però era.. beh strano.
    Tu cosa pensi che sia successo?
    Immaginavo che dovesse esserlo anche per lui e che si fosse posto molte volte quella domanda. Io me ne stavo ponendo molte e non riuscivo a tenermele tutte quante. Una soprattutto continuava a prevalere su tutte le altre. Voltai infatti la testa, tornando a guardare quelle cicatrici.
    E' che.. sembrano quasi.. unghie.
    La distanza era la medesima, così come sembrava essere identica la profondità e il modo in cui era guarita.. Scostai quindi la maglia, per scoprire le mie, per permettergli di fare il confronto.
    Guarda.. somigliano a quelle che ho io... c'era la Luna Piena quando sei scappato?
  9. .
    biglietto
  10. .
    falso

    l'utente dopo di me non capisce il napoletano
  11. .
    diretto
  12. .
    No mi mette tristezza, non sono abituata.

    l'utente dopo di me non gradisce il sapore amaro
  13. .
    gridare
  14. .
    Se vuoi disfarti della spilla potresti semplicemente riconsegnarla a Sua Santità...
    Ormai le parole "Preside" e "Mc Cormac" erano diventate quasi un tabù e quindi avevo trovato modi fantasiosi per riferirmi a lui. Non che avesse importanza alla fine del discorso: il Tassorosso non si sarebbe mai sottratto a quella responsabilità che gli era stata affidata timoroso di deludere tutti se fosse venuto meno, ma anche di deludere tutti tenendosela in un vortice senza fine.
    Abbiamo più di un mese di assenze e almeno a Pozioni devo cercare di non fare schifo... e quello se ne accorge quando mi fai copiare. Accettalo: non usciremo mai più da questi sotterranei, diventeremo ciechi come talpe e pallidi come.. beh come Rick.
    Fare finta di niente era qualcosa che avevo imparato ad allenare dopo il morso. Come quella volta non ci riuscivo sempre e così come le fasi della luna, c'erano delle giornate in cui mi veniva estremamente più facile archiviare alcuni pensieri e fingere che non fosse successo nulla, mentre altre volte mi era impossibile non pensarci costantemente.
    E tutto sommato stavo riuscendo a farlo quel giorno.. almeno finché non entrammo in classe e incrociai lo sguardo di Vanilla. Non era da molto che ero tornata al castello, ma anche in quel breve tempo avevo saputo che cosa era successo ai suoi genitori.. però non la conoscevo bene, ci incrociavamo solo ogni tanto a lezione e non mi sembrava neanche giusto dirle qualcosa conoscendola così poco. Eppure mi venne automatico fermarmi, rivedendo come uno specchio quell'angoscia e tristezza nascoste come meglio si riusciva a fare. Talvolta bene, altre volte in modo piuttosto goffo. Per lei però doveva essere peggio e mi ritrovai a pensare che alla fine di tutto, le braccia di un'altra mamma io le avevo, così come c'era ancora la barba ruvida e grigia di papà. E mi sembrò sbagliato non dirle niente pur conoscendola così poco. Feci per muovermi nella sua direzione quando in quel momento scorsi i riccioli di Friday, chini a coprirgli gli occhi, mentre il Grifondoro sfilava lungo il muro dell'aula diretto proprio verso la Serpeverde. Forse avrei dovuto dire qualcosa anche a lui, eppure da quando avevamo parlato di sua sorella era tutto così strano e temevo che qualsiasi cosa avessi detto o fatto, avrebbe solo peggiorato le cose. La codardia quindi lasciò che la mano Andrè mi conducesse verso i banchi liberi, mentre sentivo la voce di Karen e della Miller dal fondo dell'aula.
    ...credi che dovrei parlare con Logan dopo?
    Domandai sottovoce al Tassorosso. Non sapevo come comportarmi con lui e di conseguenza con Karen e anche se la cosa più ragionevole sarebbe stata parlargli era anche vero che le mie conversazioni con il Caposcuola rosso oro non finivano mai bene e la probabilità di peggiorare la situazione era alta. Le mie elucubrazioni mentali tuttavia furono interrotte dall'ingresso del professore. Mi ritrovai a chiedermi se facesse le prove delle sue entrate in modo da far sempre balzare tutti sul posto per la sorpresa e l'impetuosità con cui spalancava la porta e manifestava la sua presenza.
    E ogni volta non riuscivo mai a capire dove sarebbe andata a parare la lezione del giorno mentre Korko snocciolava ingredienti che apparentemente non avevano NULLA in comune tra di loro e sembravano tutti ingredienti principali di qualcosa.
    Io ovviamente non sapevo mezza risposta e continuavo a non comprendere perché i sassi avessero tutto questo potere nel mondo magico e non avendo frequentato le scorse lezioni la cosa migliore che potessi fare era quella di annuire debolmente alle risposte fornite dai miei compagni, come se concordassi con loro e le loro acute osservazioni, ma al contempo, cercando di scrivere le risposte il più velocemente possibile.
    Sarà una lezione su veleni e antidoti? Che dici..?
    La cosa che mi sorprendeva invece era il silenzio di Andrè che normalmente si sarebbe divertito ad allungare il collo cercando di comprendere la natura dell'ingrediente misterioso, invece sembrava perso da qualche parte.
    La risposta su dove si fosse smarrito il Tassorosso arrivò tuttavia con la sua domanda. Per quanto non volessi pensare anche a quello, ne da dove fosse venuta quell'interrogativo non potevo neanche fingere che la risposta non mi interessasse.



    Si lo so ho fatto un pippone dove di fatto non dico o faccio niente, abbiate pietà quella che non ho avuto per voi.

    Daisy Locke - Tassorosso- IV anno. (credo)
    Citato Vanilla, Fry, Karen e Logan. Parlato con Andrè.
  15. .
    I rimproveri di Rick non erano cosa nuova, eppure era la prima volta che erano così.. fitti. C'era sempre una nota canzonatoria quando lo faceva, che se pur non trovassi affatto lusinghiera era diversa da.. quel tono piatto e severo. Mi limitai a incassare, assumendo un inconsapevole broncio e nascondendo ulteriormente il mio sguardo al suo, cercando di spostarlo altrove, come se mi sentissi colta in fallo.
    Non sembra che sia passato...
    Dissi alla fine, in una sorte di borbottio. Forse non c'entrava niente eppure quel tono mi dava l'impressione che ce l'avesse con me. Ed ero però abbastanza sicura che non potesse essere così, dal momento che sapevo di non avergli fatto alcun torto o che gli potesse importare così tanto di me da offendersi per avergli chiesto di un sasso in modo indiretto. Se anche così fosse stato non era con me che ce l'aveva.
    "Cos’è che stai cercando veramente, Daisy?"
    Non lo so.
    Non avrei saputo rispondere in modo più sincero a quella domanda. Perché non sapevo nemmeno io che cosa speravo di trovare… o meglio, di scoprire. In quel momento non era neanche importante che le scoperte fossero belle o brutte, bastava solo..
    Qualcosa.
    Che non fosse finito lì tutto quanto. Così come era arrivato, lasciando dietro di se solo pochi frammenti confusi, pezzi di un puzzle che non riuscivo a comprendere. Se il quadro finale si fosse rivelato brutto e oscuro così come quello che era successo in Irlanda lasciava intuire.. beh ci avrei pensato a tempo debito.
    I monologhi di McCormac ormai li so a memoria.
    Replicai a quell'osservazione stringendomi nelle spalle e infilandomi tra le sbarre della staccionata per entrare nel recinto ed avvicinarmi a uno degli animali. Era più facile rispondere dissimulando nel fare qualcos'altro.
    Penso abbia abbastanza pubblico ad ammirarlo comunque.
    Il fastidio nei confronti del Preside non accennava a diminuire, anzi, ormai in ogni sua parola , espressione e anche nel modo di camminare intravedevo la presunzione e l’arroganza di chi non ammette repliche e impone la propria ragione, ben convinto di averne. L'idea di doverci parlare, o per meglio dire, di dover stare ad ascoltarlo a becco chiuso in una lezione mi innervosiva nel profondo.
    No.. non.. non si trova più da nessuna parte.
    Allungai la mano verso uno degli Abraxan, aspettando che decidesse se avvicinarsi o allontanarsi percependo il mio nervosismo.
    Non ti ho mentito, l'ho presa davvero a Diagon.
    Forse l'avevo solo pagata troppo ma l'ignoranza e l'urgenza non erano stati dei buoni consiglieri.
    Volevo avere qualcosa che fosse suo ma.. non c'era niente quindi.. parlava spesso di questa runa e della magia come ne parli tu.
    Caitlin non aveva nulla con se, non le avevo mai visto niente più dell'essenziale. Me ne ero resa conto solo dopo aver riflettuto di essere rimasta senza alcuna traccia di lei. In sua presenza infatti non mi ero mai accorta della sua semplicità: sembrava che ci fossero così tante cose da guardare in lei , così tante... intricate lavorazioni come in un tessuto fitto e adornato. Come se fosse tutto sotto la superficie ma perfettamente visibile e incomprensibile allo stesso tempo. Un qualcosa che ti attirava l'attenzione spingendoti inevitabilmente a guardarla e osservarla senza staccarle gli occhi di dosso.
    Se qualcuno mi incontrasse durante la Luna Piena troverebbe un animale pronto a cacciare e uccidere.
    I miei occhi erano fissi sul muso dell’abraxan, sebbene alla fine, non stessi davvero guardandolo. Sul finire della frase però furono gli occhi del serpeverde quelli che cercai.
    Alcune volte le persone fanno cose brutte senza essere per forza cattive.. no?
    Per scorgere nelle sue espressioni o nell'assenza di esse una qualche risposta, prima ancora di quella verbale.
    Se hanno un motivo, se credono che sia la cosa giusta..


    Edited by .Fay. - 12/1/2024, 00:19
237 replies since 10/3/2014
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