Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by 'sunshine'

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    Sai che c'è? E' andata bene così, ho avuto tutto il tempo per sentire la tua mancanza e per rendermi conto di quanto sei importante per me, Starfoll. decisi così di mettere un punto alla questione del gufo giunto in ritardo, dal momento che non aveva senso continuare a rimuginarci su. Tutto era acqua passata e io potevo essere solo grata alla mia buona stella, per averla ancora nella mia vita.
    Come avrei fatto, senza i suoi sorrisi carichi di sottintesi e senza la sua maliziosa ironia?
    Comunque stiamo insieme, sì, ma se io ho pensato a Lawrence tutta l'estate non ho idea di cosa abbia combinato tu, perciò devi aggiornarmi su tutto, capito?
    Quello che era sbocciato tra me e il NewYorkese era qualcosa di totalmente nuovo, per me, che avevo ancora bisogno di elaborare con me stessa e non riuscivo a condividere nei dettagli, non ancora.
    Le testimoni di ogni sensazione ed ogni parola che ci eravamo detti io e il Corvonero quando ci eravamo ritrovati, poche sere fa, erano unicamente le stelle, che avevano osservato con apparente indifferenza ciò che la loro presenza nella volta celeste aveva contribuito a rendere perfetto.
    Non ero in grado di dare un nome a quei sentimenti, né di razionalizzarli dando loro voce ancora prima di averli compresi, era ancora tutto troppo intenso, troppo intimo per spettegolarne con chiunque altro, inclusa Feyre.
    Qualsiasi mia obiezione riguardo l'inconscia tendenza della Scozzese ad autosabotarsi, ad ogni modo, morì sulle mie labbra cremisi, che si schiusero nel momento in cui mi cadde platealmente la mascella nel sentire il nome di Korko.
    Aspetta, quando dici Korko... Intendi il fratello del Korko che conosco anch'io, vero? O magari il figlio...
    Se Feyre era davvero stata con il loro professore di Pozioni, la possibile espulsione era davvero l'ultima delle sue preoccupazioni.
    Cielo, Feyre, più che un autosabotaggio questo è un suicidio! Scordati che faremo mai un'uscita a quattro con quell'essere terrificante, ok? Sul serio... E' solo sesso come è stato tra te e Law, vero? O c'è qualcos'altro?
    Con Feyre non era mai chiaro dove finissero le pulsioni più primordiali e dove iniziassero i sentimenti, probabilmente perché per me era impossibile scindere i due aspetti e l'uno non poteva esistere senza l'altro. Per questo avevo sempre rifuggito qualsiasi occasione mi fosse capitata nell'ambiente artistico che frequentavo... Non volevo che Sunshine mi rubasse anche questo, desideravo che fosse qualcosa di prezioso, autentico e solo mio, con una persona che ne valesse davvero la pena.
    Il fatto che qualcuno ci avesse origliate proprio mentre avevamo tirato in ballo l'inquietante alchimista mi aveva fatto balzare il cuore in gola, almeno fino a quando non realizzammo di avere a che fare con una creatura... Infida, ma non impossibile da contrastare.
    Ad ogni modo, se Feyre temeva suo padre più di qualsiasi altra cosa al mondo, potevo quasi capire perché per lei fosse semplice essere attratta da uomini come Korkzac. Chissà cosa aveva fatto, quell'uomo Babbano, per spaventarla tanto... Le mie sole congetture mi mettevano i brividi.
    Il Riddikulus della mia amica aveva comunque funzionato ed il Molliccio indietreggiò, quanto bastava per permettere anche a noi due di allontanarci senza venire attaccate di nuovo. Avremmo segnalato la sua presenza nell'aula con una pergamena appesa alla porta, dopodiché ci avrebbe pensato qualcun altro.
    Dopo quello che mi hai detto poco fa, probabilmente assumerebbe la forma di Korko che ti infila la lingua in bocca risi e rabbrividii platealmente, facendo l'idiota come capitava tutte le volte che si toccavano questioni troppo personali e dolorose.
    A parte gli scherzi... Sì, lo so qual è. Ma per oggi ho affrontato la paura di perdere la più cara amica che abbia mai avuto, direi che può bastare. Un giorno però te ne parlerò, promesso... E tu, magari, mi dirai di tuo padre.
    Guadagnammo l'uscita e trassi un profondo sospiro di sollievo, lieta di non essermi avvicinata tanto da far assumere a quell'essere la forma della mia colpa più grande.
    Allora... E' vero che nel bagno dei Prefetti c'è una sorta di piscina idromassaggio? Potremmo farci un bagno mentre proviamo la nuova lozione colora-capelli che ho preso a Los Angeles, ti va?
    Niente, per quel giorno, avrebbe guastato la leggerezza che avevo provato dal momento in cui avevo capito che io e Feyre Starfoll ci saremmo sempre state l'una per l'altra.
  2. .
    Confini non invalicabili.
    Niente barricate.
    Darci solo ciò che sentivamo.
    Liberi.

    Ogni concetto che aveva sancito la notte in cui io e Lawrence avevamo dato voce e corpo ad un noi dai contorni più definiti, riecheggiava nella mia testa al pari dei miei passi sulle imponenti pareti dei corridoi di Hogwarts, in questa fredda notte di dicembre.
    Era decisamente ironico che nella foresta, con la neve che scricchiolava sotto i nostri piedi fino a mezz'ora fa, io avessi perfino tolto il maglione per restare con una t-shirt che non era capace di coprire neanche l'ombelico. Con quella stessa maglietta, adesso che le mura di Hogwarts mi proteggevano dall'incombente inverno scozzese, tremavo dalla testa ai piedi.
    Probabilmente era colpa dell'effetto della pozione pepata che si stava esaurendo, o di quello quasi esaurito dell'incantesimo sui braccialetti, che illuminavano il buio del castello immerso nel sonno, con i loro bagliori fluorescenti ad avvolgermi entrambi i polsi.
    Oppure, molto più probabilmente, si trattava del gelo con cui quelle parole mi attanagliavano le viscere a tre mesi di distanza.
    Non avevo capito, o meglio, non avevo voluto capire, che ciò che Lawrence mi aveva promesso sotto quelle stelle era ciò che invece lui desiderava per se stesso.
    Troppo a lungo, prima che ci conoscessimo, il Corvonero era stato rinchiuso e costretto a subire dei limiti, chi ero io per obbligarlo a rimanere entro i confini di un rapporto che non lo conducesse altrove ogni volta che ne avesse sentito la necessità? Del resto era ciò che anche Feyre faceva con Justin, no? Magari i due figli di Rowena si assomigliavano anche in questo ed io non potevo fare altro che sentirmi chiudere la gola dal soffocante senso di frustrazione che provavo quando non capivo ciò che leggevo, pur provando a percorrerne il contenuto decine di volte.
    Non c'erano barriere, nel nostro appartenerci, perché cercarci era un bisogno reciproco che non prevedeva alcuna fuga... O almeno questo credevo.
    Non avevo mai preteso niente, né chiesto niente in cambio di ciò che spontaneamente condividevo ogni giorno con il misterioso NewYorkese, poiché mi ero ingenuamente convinta che fosse lui, quello che combatteva contro i demoni dell'insicurezza sferzante di non essere abbastanza per me. In quella prima notte di settembre, sulle sue labbra avevo sigillato un ulteriore voto, quello di dargli quante più certezze possibili per sconfiggere qualsiasi dubbio.
    Non avevo considerato, tuttavia, che i dubbi potessero tornare ad assalire me.
    Pur di tenere i demoni lontani da Lawrence, li avevo attirati su di me e avevo permesso loro di divorare ogni mia sicurezza, un boccone di luce alla volta fino a lasciarmi nel buio e nella desolazione.
    Solo che lui non lo aveva capito, non aveva mai realizzato quanto avessi bisogno delle sue stesse certezze, quanta fragilità si celasse dietro ogni sorriso. I miei dubbi erano ancora in agguato e non aspettavano altro che un'occasione per divorarmi.
    Mi erano piombati addosso durante la festa e se ne era accorta solo Vanilla, almeno finché a Lawrence non avessi detto chiaramente cosa mi era passato per la testa.
    Avevo percepito il suo disorientamento, il dispiacere, ma non riuscivo ancora ad inquadrare la natura dei suoi sentimenti.
    Al momento, ero troppo schiacciata dal peso della mia stessa inutilità, dal senso di inadeguatezza che mi stava mettendo all'angolo come era accaduto la scorsa estate, prima della fine della scuola: una sensazione che a Lawrence avevo spiegato bene ed in cui aveva finito per farmi sprofondare di nuovo, più o meno consapevolmente.
    Nel tragitto che dall'ingresso nel castello conduceva fino alla mia Sala Comune, fu quasi ironico fermarsi per sciacquare il viso e schiarirsi le idee proprio nello stesso bagno in cui io ed il Corvonero ci eravamo parlati per la prima volta.
    Non sapevo quanto fossi cosciente di aver camminato fin lì, ma quando li riconobbi entrai in quello dei ragazzi senza pensarci due volte.
    Nonostante il buio, tagliato solo da una falce di luna, era facile scorgere gli specchi tirati a lucido. Che stupida, ad aver pensato che le scritte che quel giorno imprimemmo lì sopra con il mio rossetto fossero ancora lì. Scossi la testa, mentre osservavo il mio pallido riflesso con le mani appoggiate al lavandino ed il fiato corto.
    Fai davvero schifo, Annie. Sei stupida, inutile ed insignificante. Potrai valere qualcosa come Sunshine, ma tu sei una nullità.
    Il sole che molti vedevano in me era completamente eclissato e le tenebre, adesso, regnavano sovrane gettando ombre oscure attorno e su di me.
    La mia più grande nemica ricambiava il mio sguardo allo specchio con un'espressione sofferente che mi fece infuriare ancora di più. Non c'era niente da amare in lei, niente che valesse la pena trattenere, niente che potesse spingermi a provare nei suoi confronti la minima compassione... Niente che potesse indurre il ragazzo di cui si era innamorata a guardarla come se al mondo non esistesse nessun'altra, a costruire con lei momenti speciali ed indelebili.
    Perfino quella sera, sulla torre di Corvonero, ero stata io ad andare a cercarlo mentre lui, nonostante mi avesse vista in Sala Grande, non aveva neanche pensato di venire a salutarmi. Ogni azione ed ogni parola, adesso, acquisiva un senso completamente nuovo. In assenza del sole, nella penombra dell'eclisse, le ombre si gettavano sinistre alterando perfino i ricordi più felici. La felicità che avevo scorto negli occhi di Lawrence mentre ballava con Feyre, con me non l'aveva mai provata e io non potevo sopportare la vista di Annie Ross per un solo secondo di più.
    REDUCTO! esclamai sprezzante più volte, mandando i frantumi ogni singolo specchio di quel dannato bagno, senza preoccuparmi né del frastuono, né del dolore delle schegge che mi colpivano nelle esplosioni.
  3. .
    Quello con il corpo di Lawrence era un contatto caldo e rassicurante, al quale mi adattai in pochi attimi, come se trovarmi tra le sue braccia fosse la mia più naturale collocazione e io fossi sempre stata fuori posto in un qualsiasi altrove.
    In un certo senso era surreale, visto il tempo che avevamo trascorso insieme senza neanche sfiorarci, durante lo scorso anno scolastico, troppo intenti a misurarci a vicenda e a rispettare i nostri rispettivi confini per realizzare quanto lo volevamo.
    Invece, adesso, all'interno dei confini di Lawrence c'ero anch'io e la coperta che ci avvolgeva sanciva un soffice e tiepido limite verso il resto del mondo.
    Era bastata una semplice trasfigurazione, a fare della balaustra in fredda e rigida pietra un appoggio morbido e confortevole per il Corvonero, così che io potessi abbandonarmi con la testa sul suo petto e la schiena appoggiata al suo addome senza che lui iniziasse a divincolarsi per via del marmo che gli premeva sulle vertebre.
    Adesso sì che sembri davvero vergognosamente romantico... ghignai alle sue ultime parole, voltando la testa quanto bastava per spegnere l'eco di quella risata sommessa direttamente sulle sue labbra, che schiusi con le mie. Ma è un po' come quei bonbon croccanti e rugosi che poi, quando li addenti, scopri che dentro hanno quel cuore tenero e cremoso che ti fa venire voglia di mangiarne un altro, e un altro... E ok, la poesia non è il mio forte, ma mi hai capita, vero? non potei fare a meno di scoppiare a ridere, gli occhi color cioccolato sollevati verso la volta celeste in movimento e verso il viso del Corvonero, che a tutto avrei mai immaginato di paragonare, tranne che ad una dolce pralina.
    Eppure Lawrence era questo e molto di più: un'anima dolce, un'anima tormentata, un'anima poetica e riflessiva, un'anima resa irruenta da tutte le ferite che aveva subito nel corso di una vita troppo breve, un'anima solitaria che ai miei occhi assumeva le seducenti sembianze di un enigma tutto da scoprire.
    Un semplice "sì" sarebbe bastato... lo avevo preso in giro poco prima, interrompendo il suo intricato parlare con un ulteriore bacio, decisa a recuperare tutti quelli che erano appassiti sulle mie labbra, masticati da centinaia di parole inutili per un'intera estate, in cui le nostre voci erano l'unico filo che potesse legarci l'uno all'altra.
    E sia, Corvo. Nessuno dei due erigerà barricate sull'altro, così che né tu né io saremo mai costretti a rimanere, o a rinunciare a qualcosa. avevo poi concordato senza allontanare troppo il mio viso dal suo e senza smettere di cercare le sue dita a cui intrecciare le mie, sancendo un legame con cui la parte meno cosciente di me intendeva trattenerlo, nonostante le mie parole dicessero tutt'altro.
    Non avrei mai sopportato che stare con me, per Lawrence, significasse sacrificare altro che potesse renderlo più felice. La sola idea mi terrorizzava perché, conoscendomi, sapevo perfettamente che prima o poi sarebbe accaduto e che tutte le mie imperfezioni avrebbero finito per allontanarlo da me.
    Ma se tu non speri in niente e non hai aspettative per non farti ferire, allora vuol dire che ti darò più certezze che speranze, così che non avrai mai dubbi sul fatto che anch'io voglio te.
    Certezze che continuavo a rincorrere sulle labbra di cui stavo imparando a memorizzare il sapore, la morbida consistenza, l'incantevole tepore. Certezze che imprimevo sul suo costato, esplorandolo con i polpastrelli tra la felpa pesante e la maglietta, lenta a discapito del cuore che batteva all'impazzata.
    Sai, Law, mi ha davvero colpito ciò che hai detto prima. sospirai, tornando a guardarlo alla luce delle fiaccole che si erano appena accese lungo il perimetro della torre.
    Veniamo da due mondi completamente diversi, ma l'ho provato anch'io quel senso di smarrimento. La sensazione di scomparire dietro la personalità ingombrante di Sunshine, che canta, balla e sorride senza avere tempo e modo di essere Annie, di rallentare. Per anni ci sono riuscita solo tra il bianco ed il nero dei tasti del pianoforte, grazie alla musica in cui ritrovavo me stessa e tutti gli altri colori possibili.
    Era facile parlarne immersa con lui in quest'atmosfera sospesa tra il sogno e la realtà, tra il cielo e la terra, nella penombra e nel tepore del suo abbraccio, al riparo di una coperta.
    Solo che io, a differenza tua, tra i miei simili come una ragazza normale ho sempre sognato di starci. Anche se è un po' diverso da come lo avevo sempre immaginato... Più complicato. E credo che tu sia il primo che mi ha vista per la prima volta, che ha visto me, intendo.
    Ancor più sorprendente era poi il fatto che volesse restare, che mi desiderasse nella sua vita come Annie, non come la piccola star che interpretavo da così tanto tempo da essermici smarrita dentro.
    Lo so, non è niente di paragonabile a ciò che hai vissuto tu, quello che hai passato deve essere stato terribile e non ti costringerò mai a parlarne, a meno che non sia tu a volerlo. Però ti ha portato da me e ti ha reso chi sei adesso... Il Randy a cui penso da molto più tempo di quanto ne sia cosciente.
    Un altro sorriso, altri baci da inseguire, consapevole che l'universo non ci permetterà di rendere questa notte infinita, ma ce ne darà moltissime altre da vivere fino all'ultimo battito.
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    Due ore e mezzo fa

    La vicinanza a quale insetto ti infastidisce di più?
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    Di colpo, era come essere tornata indietro di sei mesi, alla lezione di Difesa Contro le Arti Oscure nella Stanza delle Necessità.
    Da una parte Lawrence e Feyre, anime speculari che, tra le pieghe ombrose della loro oscurità, si trovavano senza alcuno sforzo; dall'altra io, con una personalità talmente accecante da non riuscire neanche a rendere sopportabile la mia stessa vista troppo a lungo.
    Non avevo bisogno di un disegnino per questo, non ero deficiente fino a quel punto, era lampante. Del resto, anche Karen aveva lasciato la stanza che condividevamo senza dirmi nemmeno una parola, se ne era andata e basta... E io non l'avevo più cercata, stavolta il messaggio di non voler avere niente a che fare con me era arrivato forte e chiaro e io, dopotutto, sarei vissuta bene anche senza di lei.
    Ma non senza Lawrence e, dovevo ammetterlo, il comportamento della Kavanaugh aveva inserito una sorta di filtro attraverso il quale percepire tutte le mie esperienze e le mie azioni con occhi completamente diversi; probabilmente mi sarebbe passata entro qualche giorno, ma al momento la mia coscienza era ancora in discussione con se stessa e la bruciante sensazione di essere un incomodo non necessario proprio lì... In agguato.
    Anzi, per la verità mi era già balzata addosso e mi stava divorando dall'interno senza che neanche me ne fossi accorta.
    Lo fece nell'esatto istante in cui mi resi conto di come Law e Feyre si guardavano, della complicità con cui si avvicinavano l'uno all'altra senza provare alcun fastidio, senza mantenere alcuna distanza. Quel ballo era un gioco tutto loro ed io, semplicemente, non ne facevo parte. Non aveva nessuna importanza che Lawrence avesse razionalmente scelto me, ciò che si stava palesando di fronte al mio sguardo non aveva niente di razionale e diceva molto più di tante parole. Probabilmente neanche le mie percezioni avevano alcunché di razionale, ma non potevo cambiare come mi sentivo: schifosamente di troppo, sebbene Lawrence continuasse a lanciarmi occhiate ammiccanti per continuare a negare l'evidenza perfino a se stesso. Aveva commesso un errore, quella sera di settembre... Ero io quell'errore e diavolo, non avrei reso tutto più difficile impedendogli di cancellarmi. Del resto, la sua felicità e quella della mia migliore amica contavano più di tutto, indubbiamente più della mia, comunque compromessa nell'esatto istante in cui mi ero domandata "cosa diavolo ci faccio, con lui, se quella giusta non sono io?".
    Indossai un altro braccialetto incantato lasciato incustodito da qualcuno sul tavolo degli alcolici, sospirando un attimo dopo, mentre un sorriso trasognato mi distendeva le labbra cremisi, seppellendo la mia angoscia un po' più in profondità.
    Guarda, Justin le sta prendendo... ridacchiai con la persona in piedi accanto a me, un attimo prima di accorgermi che si trattava solo di un albero.
    Era stato Lawrence a mollargli un pugno in pieno viso, dando la priorità a dare una lezione ad un ragazzino innamorato e ubriaco marcio piuttosto che a me, dopo essere stata piantata su due piedi perché "doveva fare qualcosa" per non rovinare il compleanno a Feyre. Chissà se stendere Justin faceva parte del pacchetto... Di sicuro la Corvonero con la pelle di lattiginosa luna ne aveva abbastanza e non si stava neanche sforzando di nasconderlo, visto che al momento stava vomitando.
    Era un disastro in piena regola e, con la testa che girava, cercai con lo sguardo Vanilla e Hunter, senza trovarli da nessuna parte.
    Feci quindi per raggiungere Feyre, ma Lawrence mi raggiunse come se si fosse allontanato giusto il tempo di svuotare la vescica e mi prese il viso tra le mani in quel modo che adoravo, togliendomi di fatto qualsiasi possibilità di replica con un bacio.
    Bene... lo guardai vacua, preda della leggerezza con cui mi ero volutamente ammanettata indossando ben due braccialetti, sulle labbra un vacuo sorriso. Adesso che te lo sei preso, sei libero di tornare da chi preferisci, fino al prossimo furto.
    Glielo dissi fin troppo serenamente, sebbene la patina lucida sulle mie iridi color caramello fuso non mentissero.
    Non feci in tempo ad oltrepassare Law, che dal buio sopraggiunsero le voci alte ed irritate di Hunter e Vanilla, seguiti dal Guardiacaccia, che si era fermato accanto a Feyre per aiutarla a riprendersi.
    Ma che diavolo ci faceva qui?! Possibile che si fosse già liberato del diversivo che avevamo piazzato per lui nelle serre? In effetti non mi rendevo conto di quanto tempo fosse effettivamente trascorso, ma erano tutti molto agitati.
    C'era chi alzava la voce con Justin, chi con Lawrence, chi, come Hunter, se la stava prendendo con entrambi... E poi c'era l'Irlandese, bello e gentile come un principe azzurro, ma al contempo bravissimo a farci sentire tutti delle merde.
    Io, per lo meno, mi ci sentivo parecchio e per una lunga serie di motivi, nonostante continuassi a guardare tutti come se stessi fluttuando su una nuvola di zucchero filato rosa.
    Dovresti mettere in punizione me mi intromisi quando Regan se la prese principalmente con Lawrence, promettendogli di riversare esclusivamente su di lui la sua sadica vendetta. L'idea dei Puffagioli è stata mia, Lawrence ci ha solo messo la faccia perché altrimenti mi avresti beccata subito. E anche Feyre non c'entra, la sua era una festa a sorpresa, è stata portata qui contro la sua volontà.
    Ci tenni a specificarlo, perché non era giusto che loro due pagassero un prezzo che non meritavano per il semplice fatto di trovarsi lì e aver assecondato... Beh, me. Ad ogni modo non sarebbe durata ancora a lungo, avrei tolto il disturbo dalle loro esistenze molto presto.
    Quanto a Regan, in fondo non era così stronzo come voleva apparire... Ci stava concedendo ancora mezz'ora e forse, mi dissi, invece che comportarmi da stupida avrei dovuto provare a fidarmi di lui e parlargli della nostra iniziativa.
    Solo allora mi accorsi della bacchetta conficcata nella torta e la cosa mi fece sorridere, mentre la estraevo e la porgevo ad un Tassorosso dalla chioma riccioluta ancora provato dalla botta e da qualsiasi cosa gli avesse fatto Hunter, che adesso si stava invece rivolgendo a me.
    Grazie dell'offerta, ma faresti esattamente la stessa cosa che ha fatto lui per Feyre e credimi... Vanilla ci rimarrebbe male, te lo dico per esperienza personale.
    Mentre la Serpeverde consegnava alla festeggiata il suo regalo, io mi dedicai ad accendere diciassette candeline con piccoli, lievi Incendio sugli stoppini.
    Abbiamo la possibilità di non mandare completamente in malora questa festa, cogliamola ed evitiamo di discutere adesso, se per te va bene. dissi a Lawrence, sollevando su di lui due occhi colmi di rassegnata tristezza. Va' da lei, adesso. Tanto renderla felice ed essere il suo principe azzurro è ciò che ti sta più a cuore, non hai fatto che dimostrarglielo da quando l'hai portata qui... Non vorrai farle mancare i fuochi d'artificio, basta un Aguamenti per attivarli. gli spiegai, accennando alle scatole di giochi pirotecnici del dottor Filibuster con innesto ad acqua, posizionate in un punto strategico fin da prima dell'arrivo di tutti gli invitati.
    Mi avvicinai a Feyre con il mio regalo, ma ancora una volta non riuscii a raggiungerla, bloccata dal tocco gentile di Vanilla sul mio braccio. Io e la Serpeverde eravamo state impegnate su fronti diversi per tutta la serata e non ci eravamo quasi per niente intrattenute insieme, ma lei aveva comunque capito tutto e quella leggera pressione delle sue dita mi infuse un calore inaspettato, al quale risposi con un sorriso sincero.
    No... Per niente. risposi alla sua domanda ed appellai con la bacchetta un terzo braccialetto, che infilai al polso per sentir girare la testa ancora un po' e sorriderle ancora, stavolta con maggiore convinzione. Ma non ha importanza, adesso. Non ho intenzione di essere un ostacolo né un peso per nessuno... Starò bene. Grazie, Vì, sei davvero un'amica.
    Le stampai un bacio sulla guancia e mi avvicinai a Feyre ingoiando il groppo in gola. Le volevo bene, gliene volevo davvero e sapevo che lei non aveva fatto niente di male... Come neanche Lawrence, del resto. Semplicemente, certe cose capitavano ed era impossibile controllarle.
    Tanti auguri, tesoro. Scusa per tutto questo casino... le dissi porgendole il pacchetto con la maglietta, spiegandole poi di cosa si trattava una volta scartato, in attesa di abbracciarla.
  6. .
    Sbuffai con il naso e sorrisi mestamente. Davvero donavo la felicità con un solo sguardo? Non mi sarei mai creduta tanto presuntuosa da riuscirci, anche perché il carico di responsabilità per essere davvero dotata di un talento simile era notevole e no, per Merlino, non avrei mai più avuto sulla coscienza nessuna giovane anima illusa dai miei atteggiamenti.
    Segui il tuo cuore e lascialo gridare più forte della ragione, sorridi danzando sotto il dolore che ti piove addosso, il tuo destino è quello di volare in alto libera, se solo crederai in te stessa...
    I pensieri scarabocchiati disordinatamente su carta e, successivamente, inseriti nelle canzoni pop che erano diventate le mie hit, lanciavano messaggi di speranza e positività che appartenevano ad una Annie più immatura, illusa e meno disincantata, che credeva realmente di aiutare se stessa e migliaia di ragazzine solamente con un sorriso, una bella voce intonata e la coreografia più giusta. Insomma, se quelle parole valevano per Sunshine, allora poteva crederci chiunque, anche la più ingenua Nata Babbana che la guardava adorante e la seguiva come un cagnolino per tutta Ilvermorny. Per dare retta ai suoi messaggi di luce e di gioia, Ashley Johnson non avrebbe sorriso mai più e io... Beh, mi sarei portata il peso di quel bagaglio di morte e dolore per sempre.
    A me sembra di fare solo danni anche quando parto con le migliori intenzioni del mondo... sospirai quindi in risposta al complimento di Feyre, stringendomi nelle spalle.
    Con lei non era tuttavia un problema, riuscivo ad essere me stessa in tutta la mia disastrosa essenza senza filtri, ragion per cui mi sarei davvero sentita smarrita, se l'avessi persa o se le cose tra di noi fossero cambiate a causa di quello che c'era tra me e Lawrence.
    E quando ti focalizzi su ciò che te la fa prendere così tanto con te stessa, concentrati su di me, ok? Non perché ti dono la felicità con un sorriso, queste sono tutte cazzate per far fare soldi ai miei produttori, ma perché ho passato un'intera estate a chiedermi cosa avrei fatto, se non avessi più voluto avere a che fare con me. Probabilmente ho dei pessimi gusti in fatto di amicizie e di ragazzi, ma sono i miei gusti e valgono quanto quelli di chiunque altro.
    Le strinsi le dita esili e ancora una volta mi sorpresi a realizzare lo sfaccettato universo di emozioni, pensieri e sentimenti che si celavano, immensi, dentro un corpo così piccolo da chiedersi come potesse contenerli tutti. Eppure Feyre li racchiudeva in sé e proprio per questo, ai miei occhi, era uno dei misteri più grandi con cui potessi confrontarmi.
    In realtà non so se voglio stare con lui per salvarlo, non penso di essere così brava. le guance avvamparono nel parlare di Lawrence e del nostro complesso e travolgente legame, non per imbarazzo, ma per il calore di cui mi sentii pervadere al solo ricordo dello sguardo del Corvonero, il mistero più intricato e meraviglioso di tutti. Mi basta esserci e sapere che non ha voglia di nascondersi da me come fa con il resto del mondo. Mi sta pian piano aprendo le porte del suo e sono felice di farne parte, tutto qui. E abbiamo dormito insieme, la sera del primo giorno di scuola. Sulla cima della torre dove si trova il vostro dormitorio, quella con le statue dei gargoyle.
    Le ultime parole le pronunciai velocemente e con un sorrisetto colpevole, quasi sperando che si perdessero come quelle frasi che venivano pronunciate quasi distrattamente, sovrappensiero.
    Comunque, Fey, se è davvero come dici tu non ci sarà niente da fraintendere. Basta che entri nel cuore e non più altrove, intese?
    Non volevo indugiare e soffermarmi più del dovuto su questioni e pensieri che galleggiavano inquietanti nella mia testa e non avevano molto a che vedere con la realtà. Mi fidavo di Lawrence e mi fidavo di Feyre, perché non avrei dovuto credere alle loro parole? Erano due Corvonero, non sarebbero mica stati tanto stupidi da farsi del male solo per non ferire me, dopo un'intera estate che avevo concesso ad entrambi per cancellarmi dalle loro vite e andare avanti con ciò che si era innescato in loro qualche mese fa.
    E promettimi che non ti allontanerai più da me senza dirmi una parola, che tanto mi sembra di aver capito che queste due metà, da sole, sono come due ingranaggi rotti. aggiunsi dandole una leggera, dolce testata che fuse il miele delle mie ciocche ondulate alla liquirizia di quelle della Prefetta.
    Quando mi parlò di ciò che era successo durante l'estate mi limitai ad ascoltare, provando a mettere insieme i pezzi di un intricato puzzle senza riuscirci completamente. Stavo intuendo che il biondo con gli occhi azzurri molto più grande non era davvero un basilisco, ma se lei non era pronta a confidarmi niente di più non volevo essere invadente e scoprire a tutti i costi l'identità del rettile che si era insidiato nella sua coscienza... E non solo.
    Secondo me la tua incapacità più grande è quella di volerti bene, Fey. Fai cose terribili solo perché così hai un motivo per accusarti di non meritare quelle belle. Se hai un sentimento vero e sincero verso Justin, forse valorizzarlo senza scappatelle è una cosa che dovresti fare innanzi tutto per te stessa. Con il tempo magari capirai dove fermarti, se il tuo essere autodistruttiva rischia di distruggere anche lui.
    Un discorso, questo, che io e la mora avremmo sicuramente approfondito, se non fossimo state deliberatamente spiate da... Quel tizio. Chi diavolo era? Un nuovo professore? Di sicuro non era uno studente, ma... Perché Feyre lo fissava con un'espressione così atterrita?
    Strinsi la sua mano, ma continuai a spostare gli occhi nocciola dal volto pallido della mia amica a quello inespressivo dell'uomo che la guardava dritto negli occhi.
    Ehi tu, fai un solo altro passo e ti disintegro, capito?
    La mano libera afferrò istintivamente la bacchetta e la puntò contro il petto dell'intruso, che tuttavia continuava a guardare Feyre e non sembrava neanche avermi udita.
    Petrificus Totalus! scandii con decisione e l'incantesimo scaturì dalla quercia rossa che impugnavo, solo per infrangersi come se niente fosse al centro dello stomaco del mio avversario, che avanzava verso di noi.
    Ok, Feyre, stammi a sentire. Non è reale, ok? Se ti fa così paura probabilmente è solo un Molliccio del cazzo, combattilo! Vestilo da donna, fai quello che ti pare, ma non farti ridurre così da... Chi è?
    Che fosse lui il basilisco?
    Personalmente indietreggiai, decisa a non correre il rischio che la subdola creatura assumesse le sembianze della mia più grande paura. Avrei potuto tentare fino alla fine dei tempi, ma non sarei mai stata capace di rendere ridicolo il cadavere di una dodicenne morta che indossava una maglietta con su stampata una mia fotografia.
  7. .
    Era come se tutti i profumi più deliziosi del mondo si fossero concentrati in questa minuscola porzione di universo tra il mio respiro e quello di Lawrence, profumi dolci ed inebrianti che danzavano nella brezza di questa notte di settembre.
    Avrei potuto respirare nel tepore di questo contatto fino alla fine dei tempi e non me ne sarei nemmeno accorta, cristallizzata con il Corvonero in questo frammento di fine estate, ad accarezzare il tessuto della sua felpa ed i suoi capelli corvini intrappolati tra le mie dita.
    Difficile ai limiti dell'impossibile, riuscire a decifrare i pensieri del mago newyorkese prima che prendessero forma in eleganti voli pindarici d'incantevole linguaggio direttamente sulla sua bocca, investendomi di sorpresa e di un piacevolissimo calore, che si dipanava dal centro dello stomaco e mi distendeva le labbra in un sorriso.
    Stai cercando di chiedermi in un modo molto contorto e quasi incomprensibile se voglio che tu sia il mio ragazzo, Randy? non potei fare a meno di prenderlo bonariamente in giro, lasciando che fossero altri baci a sancire senza alcun equivoco la mia risposta, in un crescendo di intensità ed ardore che mi accelerarono il battito ed il respiro.
    Non avevo mai provato niente del genere, né lo avevo mai desiderato o immaginato, prima che il misterioso Corvonero spiegasse le sue ali d'inchiostro nel mio cielo limpido e senza nuvole.
    Da quel giorno il mio animo era tempesta e non c'era riparo a cui anelassi, se potevo vivere un tumulto così potente e ricambiare con la stessa intenzione, perché anche lui lo voleva.
    Comunque sì, sono sicura... soffiai in un sussurro divertito e scomposto, facendomi piccola nell'abbraccio in cui Lawrence mi teneva avvolta e al quale avevo pensato per tutta l'estate, domandandomi se me lo meritassi e se lui ne avesse avuto bisogno quanto me.
    Eravamo talmente agli antipodi da tenerci perfettamente in equilibrio solo se eravamo insieme, io che compensavo con la mia allegria i meandri più cupi e tormentati della sua personalità e lui che arricchiva di potenza e significato, con la profondità del suo essere riflessivo, la leggerezza di cui erano fatte le mie costruzioni mentali.
    Ma proprio per questo devo essere io a parlarne con Feyre. aggiunsi molto tempo dopo, quando il sapore dei baci dell'Americano mi ebbe stordita e saziata abbastanza da potermene separare per una manciata di secondi. Non sei un capriccio o un giocattolo per cui battere i piedi e avere "da ridire" se la mia migliore amica ci si diverte al posto mio. Non avrei mai fatto una cosa del genere, se tu per me non fossi importante sul serio. ci tenni a specificare, consapevole di non poter più rimandare un confronto con la figlia di Rowena alla quale tenevo così tanto.
    Avrei atteso il momento più opportuno e le avrei parlato senza bisogno di intermediari, scusandomi per i sentimenti che mi erano esplosi nel petto fino a raggiungere ogni singola cellula, senza che riuscissi a negarli o a trattenerli.
    E se davvero da parte sua non c'è niente come sostieni, ho bisogno che sia lei in persona a dirmelo.
    Mi strinsi nelle spalle e fui attraversata da un brivido improvviso, con cui mi strinsi ancor di più a quel corpo che era fatto di calore e vita, un desiderio che si realizzava e concretizzava sotto le mie dita dopo essere stato tanto a lungo relegato unicamente ai miei pensieri.
    E tanto per essere chiari... La nobiltà non fa per me, perciò credo che per te sarà molto difficile impedirmi di Appellare un paio di coperte pesanti e stenderle qui per rimanere con te fino a domattina. allungai le labbra in un sorriso acceso di ironica malizia.
    Dopo le ore trascorse a parlare con lui attraverso gli specchietti fino ad addormentarmi, mentre nel cielo scozzese spuntava l'alba, non mi sarei mai negata una notte intera con il Lawrence Oliver Randall in carne ed ossa, con le labbra a portata delle mie per concedermi tutto ciò su cui, guardandole nel riflesso, per due mesi avevo solo fantasticato.
  8. .
    Le nostre dita si strinsero e non avrei davvero saputo dire se fossi io, che stavo tentando di salvare Friday, oppure se fosse lui, a dare finalmente un senso ed un significato più profondo all'esistenza da stella cadente che avevo condotto fino a poco tempo prima. A lungo avevo attraversato i cieli dei miei coetanei con la rapidità di una piccola luce scintillante che attraversava il buio, lo squarciava lasciando a bocca aperta per una frazione di secondo e poi "puf!", scompariva così come era apparsa senza lasciare alcuna traccia.
    Speravo proprio di non essere questo, per Friday, ecco perché il busto si scosse in un lieve sobbalzo quando le lunghe dita del Grifondoro trattennero le mie e quel lieve contatto bastò per farci aggrappare l'uno all'altra.
    Probabilmente saremmo andati a fondo e non ci sarebbero stati salvatori né salvati, ma non lo avremmo fatto da soli nell'assurda convinzione che non avessimo nessuno accanto. Dovevo convincermi che fosse così, perché non ero in grado di accettare che la merda rimanesse tale, senza riuscire a trarne comunque qualcosa di buono.
    Perciò eccolo lì, il buono, nel tepore di dita intrecciate ad intrappolare e trattenere il seme di un'amicizia che potevamo finalmente considerare tale, considerare importante, mentre il buio faceva di tutto per inghiottire il sorriso di Friday e lasciarlo naufragare nel suo dolore.
    Il silenzio in cui eravamo immersi aveva un che di assordante, soprattutto per me che ero abituata ad usarne solo alcuni frammenti per vestire le mie melodie, ma quell'assenza di suoni in cui galleggiavamo sospesi era necessaria a lasciar depositare i pensieri e la consapevolezza di ciò che stavamo condividendo.
    Sospirai, quando Friday mi abbracciò e il sussurro roco delle sue parole mi solleticò l'orecchio. Ricambiai la sua stretta con più convinzione, cingendogli la vita fino a sentire il dolce movimento delle sue costole che si aprivano ad ogni respiro.
    A me dispiace non aver potuto fare altro che limitarmi a vedere. Non riesco a darmi pace, per questo.
    Sebbene le nostre esperienze traumatiche non avessero niente in comune, forse in questo potevano in qualche modo assomigliarsi. Anche Friday, volente o nolente, era stato costretto a guardare ciò su cui non avrebbe mai desiderato posare lo sguardo.
    Posai il mento sulla sua spalla e lo ascoltai, venendo a sapere per la prima volta di ciò che era capitato a sua sorella.
    Prima dell'estate, cioè quando a me importava solo di fare la simpatica e di fuggire dai sentimenti che iniziavo a provare per Lawrence, poco prima che mi travolgessero. Mi ero comportata da ragazzina immatura ed egoista, troppo presa dalle sue scoperte per preoccuparsi di ciò che sentivano gli altri o anche solo per accorgermi che, in una persona a cui tenevo, qualcosa stava tragicamente cambiando.
    Mi dispiace... Non lo avevo neanche capito che stavi così male, Fry.
    Chissà se vi era qualche sentore di ciò che stava succedendo nella vita di Monday anche nella bizzarra notte in cui ci eravamo conosciuti, quando si era precipitato fuori dalla finestra della torre da cui ero uscita volando nella convinzione che volessi togliermi la vita. Il solo pensiero, adesso, mi aggrovigliò le viscere.
    Purtroppo ci sono cose che accadono e non dipendono dalla nostra volontà, né possiamo fermarle. Succedono e basta... Però possiamo concentrarci su quello che invece possiamo fare, no? Se Monday sta meglio, vuol dire che puoi concentrarti su come esserci per lei, perché più le starai vicino e meno, forse, rischierai di avere una visione terribile che la riguardi. E anche riguardo Vì... Forse quello che hai visto sui suoi genitori ti aiuterà ad essere la persona di cui lei ha bisogno, più di chiunque altro. Ma sì, è un carico di merda fottutamente pesante da portare...
    Cercai finalmente il suo sguardo, incontrando il dolore e la paura in fondo ai suoi grandi occhi da bambino, privati tutti in una volta dell'innocenza che in Friday mi aveva tanto attirata. Se solo avessi potuto lenire in qualche modo ciò che aveva provato e che ancora sentiva, ma non ero abbastanza in gamba da sapere come riuscirci.
    Esiste un modo per controllarlo o per indirizzarlo dove vuoi tu? Il dono, dico... Magari se lo alleni potrebbe essere un po' meno insopportabile. Ho l'impressione che, finché lo contrasterai, andrà sempre peggio.
    La mia era solo una teoria, ma detestare così tanto una parte di se stessi non portava mai a niente di buono, né l'avrebbe fatta scomparire da un momento all'altro.
  9. .
    Probabilmente era la prima volta che mi abbandonavo alle lacrime davanti a qualcuno che non fosse mia nonna o mia madre, sebbene perfino di fronte a lei evitassi di mostrarmi tanto vulnerabile.
    Anche la sera in cui io e Lawrence ci eravamo baciati sui gradini davanti alla mia Sala Comune, avevo fissato un punto qualsiasi nel muro di pietra accanto a me per ricacciare indietro il pianto, per evitare di mostrare il mio fianco più debole ed essere ferita.
    Con Feyre, invece, una volta iniziato non ero più riuscita a fermarmi. Smettevo di piangere e nuove gocce perlacee che non ero in grado di trattenere, copiose e in qualche modo dolci e salvifiche, mi rigavano le guance . Con lei non avevo paura di sentirmi esposta, al contrario desideravo che la mia fragilità venisse intaccata, sentivo di meritarlo per il torto che le avevo inflitto.
    Ecco, è proprio per affermazioni come questa, che non dovresti neanche più guardarmi in faccia, altro che meravigliosa! le risposi quando Feyre tirò in ballo la piccola kneazle dallo stesso manto corvino dei capelli setosi della mia fantastica amica. Selene è stata un tuo regalo, perché avrebbe dovuto chiamarla diversamente?
    Insomma, ero talmente "meravigliosa" da aver fatto sì che lei si considerasse completamente inutile nella vita di Lawrence, un errore da cancellare come se fosse stato uno scarabocchio su una pergamena altrimenti immacolata.
    Come spiegarle che lei, nella sua unicità, era un'opera d'arte incantevole? Il fatto che Lawrence non la vedesse come qualcosa di diverso dall'amica che era, significava che la volesse fuori dalla sua vita... Non me lo sarei mai perdonato.
    Ok, no... No. Guardami.
    Le presi il viso tra le mani e la guardai dritta negli occhi, scrutando nello zaffiro e nello smeraldo che brillavano come gemme preziose mentre il suo passato straziante sbocciava e mi investiva con tutta la potenza di cui era carico, un bagaglio di dolore e senso di inadeguatezza che Feyre si portava dietro ovunque andasse e su cui anch'io, senza volerlo, avevo apportato il mio contributo.
    Tu sei molto più che abbastanza, hai capito? E non solo perché sei bellissima, ma anche perché hai una sensibilità fuori dal comune, sei divertente e profonda, generosa e intelligente. E proprio perché sei intelligente dovresti sapere che quello che dici non è razionale. E per inciso, è bella anche la tua irrazionalità e non deve farti sentire sbagliata. Quindi no, per Merlino, non meriti di stare sola e farei harakiri con la spada di Godric in persona, per aver alimentato queste convinzioni assurde solo perché provo dei sentimenti per Lawrence e lui, per qualche ragione incomprensibile, ne prova per me...
    E sì, pensai ridendo alle sue parole sull'esperienza lesbo mentre il mascara mi rigava di nero le guance, probabilmente l'avrei baciata davvero, se questo non avesse complicato tutto ancora di più e fosse servito a sradicare almeno un po' quell'idea che Feyre si era fatta di se stessa.
    Ecco, vedi? Dici che non vuole più saperne di te, eppure per parlarmi del rapporto che c'è tra di voi avete usato quasi le stesse parole. Il che mi fa pensare che probabilmente siete molto più giusti l'uno per l'altra di quanto non lo sia io, per quel musone... E ho capito che fa lo stronzo e non dice niente perché, nel momento in cui si apre, è così dolce e vulnerabile che...
    Il racconto di ciò che il Corvonero aveva provato, quando era stato condannato a scontare la sua pena nel riformatorio magico americano, mi aveva toccata profondamente e mi aveva mostrato sfumature della sua essenza che non credevo possibili.
    Feyre. Non voglio che tu gli stia lontana, né che lui stia lontano da te. Voglio solo essere sicura che i miei sentimenti non abbiano schiacciato i tuoi, perché se tu provassi per Law quello che provo io e fossimo in qualche modo l'una contro l'altra non potrei mai perdonarmelo.
    Le labbra arrossate si piegarono in un sorriso non ancora del tutto convinto solo quando la Corvonero nominò Justin, il solo che potesse occupare il suo cuore. Allora Lawrence aveva ragione, quei due avevano una storia sempre più definita.
    Se è davvero così, prima o poi glielo dovrai dire come si deve, lo sai, no?
    Poi lo udii, nell'esatto momento in cui anche la Prefetta bronzo-blu si voltò verso un arazzo che ricopriva la parete in fondo all'aula e da cui si poteva sentire chiaramente un sorta di scricchiolio... O fruscio?
    La mano si chiuse istintivamente attorno all'impugnatura della bacchetta di quercia rossa, mentre scambiai un'occhiata interrogativa con la mia amica.
    Ok, credo che qualcosa, o qualcuno, ci abbia origliato per tutto il tempo.
  10. .
    Ovviamente non avevo la più pallida idea di chi fosse Verlaine, ma avrei giurato che fosse uno dei poeti di quell'epoca letteraria tanto bizzarra. Non ne avrei saputo niente, se non lo avessi studiato nel periodo che avevo trascorso a Beauxbatons, durante una lezione di Storia della Magia, in cui ci avevano fatto indossare i costumi dell'epoca e fatto vivere alcune "visioni" simili a quelle che i letterati maledetti si autoprovocavano con delle particolari pozioni da assumere o da inalare.
    Tra eroe e sfigato esiste la via di mezzo dell'anima poetica e tormentata che muoio dalla voglia di scoprire. gli risposi lasciando che fosse il mio sorriso, a confessargli quanto quel lato di lui mi incuriosisse e mi ammaliasse.
    Lawrence era un ragazzo schivo, estremamente riservato, silenzioso e solitario, ma proprio per questo la sua essenza era tanto più preziosa quanto fuori portata. Come un'impavida Cappuccetto Rosso, mi addentravo nel fitto di quella coltre d'alberi che celava i suoi tesori agli sguardi più superficiali, un'esploratrice del buio, sapendo che non sarei stata più la stessa di quando avevo mosso il primo passo. L'unico pericolo che potessi correre era quello di smarrirmi, ma mi bastava soffermare lo sguardo in quello di Lawrence per qualche istante di troppo, per rendermi conto che mi ero ormai persa da un bel po' e non avevo alcuna intenzione di fuggire o tirarmi indietro.
    A poco a poco, nei meandri della sua oscurità, Lawrence mi stava conducendo per mano, come se lui per primo non temesse più di mostrarmeli. Lo fece anche adesso e mi colse talmente di sorpresa da stordirmi, scendendo ad un livello di profondità che non avevamo mai raggiunto e condiviso... E infatti mi mancava il respiro ed il gelo che sentivo correre lungo le ossa era lo stesso che avrei provato se mi fossi immersa nel Lago Nero. Eppure non potevo farne a meno, perché di Lawrence desideravo anche gli abissi più celati, se poi per stargli accanto laggiù o per portarlo in salvo verso la luce... Questo non era ancora chiaro nemmeno a me.
    Law... esalai con un filo di voce tremante, vedendo con gli occhi umidi ciò che lui aveva deciso spontaneamente di mostrarmi: la maschera di sfrontatezza con cui si mostrava al mondo prima che gli crollasse addosso, quella che anch'io avevo conosciuto la prima volta che ci eravamo parlati; la solitudine che lo aveva indotto a commettere l'errore, quale che fosse, che lo aveva portato nel riformatorio magico di cui non avevo mai osato chiedergli; il tormento, quello più vero, che ancora lo sconvolgeva e lo gettava nell'incubo da cui solo le pagine di un libro potevano salvarlo.
    Mi dispiace, non volevo... Lo sai che parlo a vanvera nove volte su dieci, non... Scusa. E grazie, per avermelo detto.
    Essere la sola con cui si fosse aperto tanto era un onore di cui non mi sentivo meritevole, se poi finivo per farlo sentire preso in giro su una questione tanto delicata.
    Ne ero talmente sopraffatta da non riuscire a dire altro, per il momento. Cosa c'era da dire? Avrei solo voluto stringerlo e farmi carico del suo dolore, anche solo per un po'.
    Invece il nome di Friday stridette nella nostra intima conversazione come una macchia di sugo su un abito immacolato, facendomi sfuggire un accenno di risata sorpresa.
    Oh, intendi il Friday con cui non ho nessun contatto da prima della fine della scuola e che di certo non mi sono portata a letto? lo sfidai con un cipiglio vagamente provocatorio, mentre appoggiavo il fondoschiena al parapetto e mi voltavo definitivamente verso di lui.
    Era davvero un peccato, abbassare il livello della conversazione in questo modo, dopo quello che mi aveva appena confidato.
    E non lo so cosa c'è tra Feyre e Justin, né se c'è ancora, non so niente di niente, visto che quando le ho scritto per dirle quello che era successo tra me e te è sparita e non ho più sentito neanche lei. ammisi infine, certa che la Starfoll ce l'avesse a morte con me e che non avrei avuto pace, finché non fossi riuscita ad affrontarla. Per quanto ne sapevo, adesso lei stava con Lawrence e lui stava solo cercando un modo carino e gentile per dirmelo.
    Invece mi disse tutt'altro, cogliendomi ancora una volta alla sprovvista. Non vedeva in Feyre ciò che mi ero convinta di aver visto io, tra loro due. Se lei fosse stata d'accordo o meno, invece, era qualcosa che avevo bisogno di sentire direttamente da lei.
    C'era tuttavia un'altra risposta, che stavo cercando. Cosa vedi in me?, un quesito che mi ponevo da quando avevo smesso di essere Sunshine, una volta scesa dal palco scenico. Solo Annie era sufficiente?
    Sono decisamente sincero e brutale, quando dico che ho voglia di baciarti da almeno due mesi.

    Ebbi solo il tempo di sentire uno strappo all'altezza dello stomaco, accompagnato da un formicolio che si propagò lungo la schiena e fino alla base della nuca, nell'istante in cui la sua mano la racchiuse e le sue labbra furono sulle mie.
    Nell'istante in cui chiusi gli occhi, ogni parola della poesia che avevo imparato a memoria e che mi aveva dedicato per il mio compleanno mi esplose in testa, assieme alla disperazione dei momenti più bui che aveva condiviso con me pochi minuti prima.
    E la mia anima incontrò la sua, proprio lì sulle sue labbra, mentre in cambio si prendeva la mia, il mio sonno, i miei sogni, la mia calma, la mia vita che non sarebbe stata più la stessa, il mio tempo, a prescindere da cosa ne sarebbe stato di noi due, mentre le mie dita scivolavano tra i suoi capelli e si aggrappavano alla sua felpa scura.
    E tu? Puoi sopportare che ogni prospettiva muti di nuovo? Perché per me non sei invisibile, Law, non lo sei mai stato.
  11. .
    Se solo Justin avesse saputo quante volte ero stata tentata di porgere a Feyre la stessa domanda che lui aveva posto a me, riferendomi proprio a lui. Cosa esattamente alla mia amica più cara piacesse del Tassorosso sarebbe rimasto sempre un mistero ma, non conoscendolo bene come lo conosceva lei, forse non ero ancora in grado di scorgere in lui quei particolari che lo rendevano così indispensabile alla Scozzese.
    Ci metterei davvero troppo, Juss, ne parliamo un'altra volta. Ti dico solo che c'è molto più di ciò che si vede. avevo tagliato corto, anche perché nel frattempo Lawrence ci aveva raggiunti e le nostre attenzioni si focalizzarono tutte sulla festeggiata.
    In realtà quello che vedi è quasi tutto merito di Justin e Vanilla, io ho pensato più che altro al palco. avevo poi replicato al mio Corvo preferito, stretta nel suo abbraccio e riscaldata dalla sincera ammirazione nel suo sguardo, nonostante la sottile patina di neve che scricchiolava sotto i nostri piedi. Pensi davvero che riusciresti a zittirmi, Randy? Potrei anche sfidarti... lo avevo provocato con un'ironica luce maliziosa che guizzava negli occhi nocciola, distendendomi le labbra in un sorrisetto divertito.
    Dannato yankee, con quella storia di avere l'esclusiva l'uno sull'altra mi stava trasformando in una creatura solitaria quasi quanto lo era lui, instillando nel profondo dei miei desideri quello di sparire con lui dove nessuno avrebbe potuto trovarci, lontani da qualsiasi altra forma di vita... Una cosa molto da Lawrence Randall, ma niente affatto da Annie Ross.
    In quel momento, però, aveva prevalso la mia indole da festaiola incallita - del resto eravamo lì per Feyre e non c'era niente che bramassi di più che celebrarla - ed era a lei che mi ero dedicata, unendomi agli applausi dopo il brindisi di Vanilla.
    Visto, Justin? Questo è esattamente uno dei motivi. avevo sorriso al piccolo Tasso, quando Lawrence prese le sue difese con un tono vagamente minaccioso sotto tutta la sua calma apparente, rivolgendosi ad Egan.
    Meglio che la guastafeste vada a cantare, prima che le canti a te, Baskerville. avevo lasciato Egan agli altri, felice di avergli rovinato il divertimento, se questo consisteva nel prendere di mira Juss davanti a tutti.
    Poi ero salita sul palco, sperando che la musica avrebbe allentato definitivamente la tensione, e avevo lanciato ad Hunter un sorriso raggiante, quando aveva spronato Feyre a raggiungermi.
    Chissà se aveva una vaga idea di cosa potesse significare per me condividere la mia musica con qualcuno che amavo, tesserne insieme gli accordi sotto quella volta stellata ricostruita ad arte, con le luci delle lanterne che si riflettevano sulla neve e creavano giochi luminosi che non avevo avuto neanche ai concerti più affollati. La Corvonero era una pianista davvero eccezionale, era riuscita a venirmi dietro dopo pochi accordi e, tra di noi, si era instaurata una sinergia che con tanti professionisti non raggiungevo nemmeno dopo settimane di prove. Non fu quello, però, a gonfiarmi il cuore di una commozione mai provata prima: furono gli occhi della strega resi umidi dalla stessa gioia, la complicità che andava oltre una bella performance e ci rendeva ancora più unite. Diavolo, neanche nei miei sogni più arditi, prima di venire a Hogwarts, avevo mai osato immaginare tanto.
    Beh, se vuoi reidratarti l'alcool è proprio là. Ti voglio bene, amica mia le sorrisi prima di tornare giù dal palco, tra le braccia del mio Corvo in cui mi rannicchiai per qualche momento, le gambe che tremavano come non era mai capitato prima, a nessun concerto.
    E così il tenebroso Lawrence Randall è un fan di Sunshine & Moonlight... Attento, Corvo, o finirà che tutti vedranno il tuo cuore tenero. Magari ci farai ascoltare qualcosa anche tu, mh? Basta che tu ingrandisca la chitarra che ti piace di più. gli posai un rapido, dolce bacio all'angolo delle labbra e non potei fare a meno di scoppiare a ridere, quando fece il suo ingresso nella radura un Serpeverde decisamente bizzarro.
    Questo è già ubriaco

    Le parole di Hunter spazzarono via definitivamente la nube che aveva offuscato per un attimo la mia allegria, facendomi pensare a quanto sarebbe stato grandioso, poter ascoltare un duetto di chitarre tra Lawrence e André.
    Ad ogni modo, adesso la mia attenzione era tutta per l'unico e inimitabile Magh'ra dallo strano accento, che salutai con lo stesso entusiasmo.
    Ehi, benvenuto! Io sono Annie e palco è lì, se vuoi suonare qualcosa, accomodati pure! accennai alla pedana illuminata ed incorniciata dagli alberi innevati, dalla quale gli strumenti incantati continuavano a suonare da soli ogni tipo di melodia di sottofondo, prima che Justin catturasse per un momento la nostra attenzione, lasciando in sospeso la domanda di Feyre sul nome del nuovo arrivato... Che per inciso, non avevo capito nemmeno io.
    Ma che diavolo..? Ehi, calma, nessuno lo ha obbligato a mettersi il braccialetto e nemmeno a scolarsi quel bicchiere di punch come se fosse acqua fresca, quindi non dare la colpa a me! risposi a Lawrence e cercai istintivamente con lo sguardo Feyre e, subito dopo, Vanilla, domandandole implicitamente se avremmo dovuto seguirla quando lei si allontanò.
    Conoscendola, probabilmente era andata a prendere a pugni qualche albero pur di non far riservare lo stesso trattamento al cucciolo di Tosca che, sembrava evidente, non riusciva a reggere neanche uno shottino.
    Uh? riuscii a replicare alle parole di Lawrence, che si diresse verso la festeggiata al pianoforte così rapidamente da non darmi neanche il tempo di ricambiare il suo bacio fugace.
    Forse, mi dissi, avrebbe preso la chitarra e sarebbe toccato a lui duettare con Feyre, seguendola su quella melodia dolcissima che non avevo mai udito prima. Invece la prese per mano e la trascinò a ballare, mentre i tasti continuavano a suonare in loop da soli l'ultima sequenza digitata, così che la musica non si interrompesse.
    Uuuuuhhh!!! riuscii ad esultare battendo le mani, determinata a tenermi dentro il groppo che mi era salito in gola. Non avevo mai ballato con Lawrence, nemmeno una volta.
    Beh, se non altro adesso Feyre si sarebbe finalmente convinta di essere importante per il Corvonero quanto lui lo era per lei, visto che si comportava da asociale scorbutico per tre quarti del tempo ma poi, di punto in bianco, sapeva lasciare tutti senza parole in quel modo, con gesti gentili del tutto inaspettati... E proprio per questo estremamente carichi di significato.
    Ehi, voi due, che aspettate ad unirvi alle danze?
    Con esagerata allegria, mi avvicinai ad Hunter e Vanilla e presi ad entrambi le mani, conducendoli nello spiazzo di sottobosco completamente sgombro da tavoli e quant'altro, la pista da ballo perfetta in un contesto come quello. E Lawrence aveva approfittato dell'atmosfera da sogno per dividerla con Feyre invece che con me, questa era la realtà. Tengo più alla libertà che al possesso, gli avevo detto la notte in cui la nostra storia aveva preso il via come si deve... Non mi sarei rimangiata la parola, ma cavolo se bruciava, che lui avesse scelto la mia amica, una persona alla quale tenevo talmente tanto da non potermi neanche infuriare. Quanto a Lawrence, invece, era così raro che compisse un gesto spontaneo e luminoso come quello, che sarei stata una vera idiota se glielo avessi fatto pesare.
    A differenza di Feyre, io non ero abituata ad incupirmi, tanto meno nel bel mezzo di un party. The show must go on si diceva, no? Mi era sempre bastato solo questo, stamparmi in faccia il sorriso di Sunshine, quello che indossavo come un costume di scena, e nascondere a chicchessia le mie fragilità, proprio come avevo detto a Friday qualche giorno fa.
    Mi mancava, quella testolina riccioluta, nonostante sapessi che non sarebbe venuto; adesso più che mai, avrei davvero preferito dividere la solitudine assieme a lui, con gli occhi arrossati per l'ennesima nube di fumo per via della sua sigaretta accesa, a dirci che non era necessario doversi divertire per forza per stare bene insieme.
    Invece ingoiai quel pensiero assieme ad un altro bicchierino di punch incantato con la perfetta Pozione Pepata di Feyre, che mi portò a sfilarmi il maglione un attimo dopo, mentre portavo altri due contenitori alcolici verso gli ultimi arrivati, Magh'ra e Sibylla.
    Vi siete persi il brindisi iniziale, ragazzi... Se bevete un po' di questo, vi riscaldate che è una meraviglia!


    Interagito a più riprese con Lawrence e Feyre, rapidamente con Egan e mi sono presentata a Magh'ra.
    Durante il ballo tra Law e Fey ho trascinato sulla "pista" anche Hunter e Vanilla, dopodiché ho offerto da bere a Magh'ra e Syb.
    Citato Friday, anche se nella role non c'è :P
  12. .
    Quanto è vero...

    L'utente dopo di me ritiene è una persona timida e riservata.
  13. .
    Non avevo idea di cosa Friday avesse combinato alla Carter, ma di certo non avrei fatto la spia su una sigaretta accesa in mezzo al corridoio, né avrei giudicato il gallese per questo.
    Cavolo, ancora mi rimbombavano in testa i rimproveri di chi mi aveva accusato di giudicare gli altri senza conoscere le situazioni, di certo non avrei ripetuto l'errore con qualcuno a cui tenevo, sebbene le circostanze in cui quella colpa mi era stata addossata fossero piuttosto opinabili.
    Non ti devi scusare, era un invito, non un obbligo. replicai mestamente, gli occhi nocciola bassi a fissare le punte delle scarpe bagnate.
    Non potevo neanche dirgli che lo capivo, perché non avevo onestamente la più pallida idea di come ci si sentisse ad essere dotati di un potere come il suo, che gli consentiva di vedere ciò che aveva visto lui.
    Tuttavia comprendevo le sue ragioni, dal momento che io per prima, dopo un trauma, mi ero ritirata dal mondo e rintanata tra le braccia di mia nonna nel suo piccolo cottage che odorava di biscotti da mattina a sera.
    Stiracchiai le labbra in un sorriso che di allegro aveva ben poco, quando Friday parlò della possibilità che esistesse un incantesimo capace di resuscitare le piante, perfettamente consapevole che quella non fosse altro che l'ombra del suo senso dell'umorismo e che i suoi occhi densi di tormento parlassero molto più della sua bocca, in quel momento.
    Quando la boccata di fumo nebbioso si frappose tra il mio viso e quello del Gallese arricciai il naso, sforzandomi di non tossire e di non indietreggiare dandogli una scusa per filarsela.
    Mi limitai a scuotere la testa e mi affrettai a parlare, prima che il mio silenzio guardingo gli desse un motivo per andare via.
    Sai, Friday, mi preoccupo di intrattenere le persone e di farle divertire da quando avevo dieci anni... Ed è una gran rottura, soprattutto quando sembra che di motivi per sorridere non ce ne sia nemmeno uno. Tutti mi vedono così, come quella con cui spassarsela, ridere e fare cazzate dalla mattina alla sera.
    Mi passai una mano tra i capelli, scompigliandoli dietro l'orecchio con un gesto nervoso prima di proseguire.
    Non mi è mai capitato di stare vicino a qualcuno che non ha voglia di divertirsi, quindi non lo so se so farlo nel modo giusto, però... Ti assicuro che non m'importa un fico secco, di divertirmi di più senza di te.
    Mi avvicinai alla finestra tanto da condensare il mio respiro sul vetro già appannato, picchiettandoci con il dito fino a scarabocchiare distrattamente una A, quella che scarabocchiavo sulle foto sorridenti che regalavo ad adolescenti americane di cui non ricordavo neanche un volto, prima di cancellarla con un colpo rabbioso del dorso della mano.
    Mi importa di stare con te, anche se non ci divertiremo per niente, anche se dovremo piangere, o urlare, parlare di quanto fa schifo il mondo o la vita, o starcene semplicemente zitti. Se stai di merda, voglio stare di merda accanto a te, piuttosto che continuare a divertirmi da sola.
    Ero stata sola per quasi sedici anni, non avrei rinunciato alla vita coccolandomi nelle mie illusioni, neanche se questo significava scendere a patti con il marciume di cui era impregnata ed in cui Friday sembrava essere immerso fino alle punte dei suoi riccioli.
    Anch'io ho visto morire qualcuno, poco più di un anno fa. Era una ragazzina, aveva solo dodici anni...
    Non ero pronta a dirgli di più, non se non me lo avesse chiesto direttamente; adesso, mi importava solo che il mio dinoccolato amico capisse che il suo stato d'animo era stato anche il mio, non molto tempo fa.
    Dopo che è successo, sono tornata in Inghilterra e mi sono rifugiata a casa di mia nonna, finché non mi sono sentita pronta a ricominciare a vivere anche per lei.
    Già... E adesso il suo fantasma, in ectoplasma e ossa, mi stava cercando per chissà quale astruso motivo e l'unica persona a saperlo era sconvolta per la morte brutale dei suoi genitori.
    Non avevo nessuno con cui parlarne, solo la nonna e chili di biscotti allo zenzero appena sfornati... Però tu hai me, se vuoi... E se non vuoi, va bene lo stesso. Ma anche se il modo lo deciderai tu, di sicuro non ti farò portare questo peso da solo, che ti piaccia oppure no.
    Allungai una mano a sfiorargli le dita in una stretta gentile, cercando il suo sguardo così che, qualunque emozione vi si celasse, potesse smettere di logorarlo dall'interno anche solo per un momento.
  14. .
    Davvero? E io che ero convinta che nel silenzio, tra i tuoi libri da salotto francese pieno di gente strafatta di oppio, la musica lugubre e la pioggia, ci stessi proprio bene. gli diedi una leggera spallata, parlando con un tono di voce troppo allegro e scanzonato perché Lawrence potesse prendermi sul serio.
    Del resto, nemmeno io avevo preso sul serio lui poco fa, anche perché l'ultimo mese lo avevamo trascorso a chiacchierare con quegli specchietti e sì, ero abbastanza certa che gli avesse fatto piacere.
    Del resto, c'è chi trova irresistibile il fascino dell'apatico depresso. lo provocai distogliendo gli occhi nocciola verso la superficie lucida del Lago Nero, certa che mi sarei tradita con una sola occhiata, se solo mi fossi soffermata per un attimo in più su quelle iridi di cui avevo imparato a memoria ogni più piccola sfumatura, sbirciandola nel mio specchio. Era sufficiente a fargli capire che lo trovassi irresistibile a mia volta, o dovevo essere più esplicita e non far suonare quell'affermazione come l'ennesimo, ironico battibecco?
    Era assurdo, avevamo trascorso ore a parlare di musica, di sport, degli Stati Uniti, dei compiti estivi che ovviamente avevo svolto per meno di un quarto, dei nostri professori e di alcuni compagni ma, adesso che lo avevo tanto vicino da sfiorargli il gomito con il mio, mi sentivo così schiacciata dal pensiero che il nostro bacio dello scorso giugno non fosse significato niente da non riuscire quasi a proferir parola.
    Allora devi aver fissato male, perché ti ho cercato finché non me ne sono andata.
    Avrei voluto che venisse da me, perché io lo avrei raggiunto di corsa senza riuscire ad attendere neanche un solo altro secondo. Avrei voluto che ne avesse bisogno, come ne avevo io, senza venire a rintanarsi quassù come se non fossi neanche tornata. Forse, però, anche questa era l'ennesima dimostrazione di quanto io e il Corvonero fossimo diametralmente diversi, del tutto incapaci di capirci l'un l'altra e diamine, questo aveva tanto il potere di distruggermi e farmi sentire una stupida, quanto quello di attrarmi come un potente Accio.
    Però devo ringraziarti, il panorama da quassù è uno spettacolo.
    Eccola lì, potente come un pugno in pieno stomaco, la profondità sorprendente ed inaspettata dei pensieri di Lawrence Oliver Randall, che si scontrava con la banalità delle mie riflessioni semplici ed infantili. "Il panorama da quassù è uno spettacolo", per Merlino, questo sapeva dirlo anche una bambina di cinque anni, mentre lui era qui che mi parlava di tele, di menzogne con cui si mascheravano di perfezione anche gli animi più tormentati.
    Di questo passo, sarai il primo bipede al quale Centauri chiederanno di unirsi a loro. gli sorrisi, ma mi affrettai ad aggiungere anche altro. Ma mi piace sentirti parlare così. Qualche mese fa non lo avresti mai fatto, neanche sotto tortura...
    La verità era che avevo un disperato bisogno di quella profondità, di quella lotta cruenta sotto la superficie che non avevo mai vissuto né conosciuto prima di arrivare qui, neanche a Ilvermorny o a Beauxbatons.
    A volte serve più coraggio per lasciar andare, che non per lottare. replicai alla sua battuta rivolgendogli un sorrisetto mesto, stringendomi nelle spalle con un brivido, scossa dalla brezza di quella notte settembrina. Sono talmente Grifondoro da dare più valore alla libertà che al possesso, Corvo.
    Non gli avrei mai tarpato le ali, neanche se questo avesse implicato la mia sofferenza. Questo valeva per chiunque e a maggior ragione per lui, che della sua libertà era stato già privato abbastanza; lui, che per me contava così tanto; lui, che aveva privato me della libertà di non desiderarlo con tutta me stessa.
    La chitarra non è mai stata il mio forte, mi ferisce le dita. ammisi, sgranando gli occhi per la sorpresa quando Lawrence se ne uscì con quella confidenza. Preferisco il piano anch'io, anche se Fey sarà sicuramente migliore di me anche in questo.
    Probabilmente anche la compagnia della strega dai fluenti capelli corvini sarebbe stata più appropriata, su questa torre affacciata sulla vista mozzafiato che avevamo di fronte, sotto questa luna che assisteva come un'indiscreta testimone ai nostri discorsi.
    Ma ok, Law, non vedo l'ora di ascoltarti. E' bello che tu abbia imparato...
    Avrei voluto dirgli che avevo ricominciato a scrivere, che il suo bacio aveva fatto sbocciare nuove parole su un terreno arido da oltre un anno, dove la musica aveva vagabondato solitaria e rabbiosa. Law era stato il mio approdo e anche Feyre... E io rischiavo di perdere entrambi solo perché, ancora una volta, realizzavo che una volta scesa dal palco non c'era proprio niente di speciale, in me.
    Non ti giudicherebbe nemmeno lei, comunque. Però mi piacerebbe sapere perché la tiri in mezzo ad ogni discorso. Stai cercando di dirmi qualcosa su voi due che devo tirare a indovinare? Puoi anche essere sincero e brutale, Law, posso sopportarlo.
    Mentivo, non potevo, ma ancora più insopportabile sarebbe stato vivere un solo altro istante di incertezza.
    Finalmente, poteva riavere indietro tutto ciò che mi aveva chiesto con quella poesia.
  15. .
    No, purtroppo sono negata

    Faresti mai un anno di volontariato in Africa?
160 replies since 27/8/2019
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