Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by Jace.

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    Mopsus, veggente che visse nell'antica Grecia, suoi talenti in Divinazione si erano dimostrati straordinari, visto come era riuscito a sconfiggere il rivale Veggente Calchas con i suoi poteri precognitivi superiori, che gli avevano conferito il suo status leggendario nella storia dei maghi.
    Inigo Imago autore del libro di testo "L'Oracolo dei Sogni", erano i sogni i suoi strumenti e riusciva perfettamente a decifrarli e interpretarli tanto da elargire le sue capacità in un libro.
    Cassandra Vablatsky, scrisse "Svelare il futuro", libro che conoscevo a memoria dato che era obbligatorio nel corso di Divinazione e oltre a dare le basi delle varie metodologie divinatorie, non diceva niente che poteva tornare utile.
    Nessuno di loro era utile! E questi erano solo gli ultimi nomi che mi ero appuntato dei veggenti più famosi nella storia magica e nessuno aveva avuto problemi come il mio! Tutti dei grandi espertoni.
    Mi sentivo stanco, avevo gli occhi pesanti, ad ogni pagina che giravo vedevo le mie dita tremare. Mi stavo rendendo conto che mi sentivo sopraffatto dalla frustrazione perché questo era l'ennesimo pomeriggio che passavo sui libri sperando di trovare una cazzo di soluzione per il mio stracazzo di "dono".
    I libri che avevo preso da Magia sinister ancora non mi avevano dato nessuna pista da seguire, alcuni erano libri complessi, non intuitivi, scritti da diversi maghi, testimonianze a volte incomprensibili, calligrafie pessime... quando non ricavavo nulla dalle mie ricerche mi trovavo sempre conciato così, un povero illuso frustrato.
    Forse dovevo andare da Abel alla testa di porco, era inutile continuare ancora, non in questo stato e gli avevo promesso che se mi trovavo in queste condizioni lo avrei cercato.
    Solo che ero arrivato al limite prima di fermarmi in tempo quindi ora la testa mi scoppiava e avevo solo voglia di bermi un'intera pozione della pace pur di calmare i miei nervi.
    Dovevo uscire da questa biblioteca, nemmeno mi ero reso conto di chi avevo attorno, era come se sentissi solo un rumore bianco, un fischio alle orecchie.
    Dovevo prendere aria.
    Mi alzai quindi, senza neanche pensare che stavo lasciando tutta la mia roba sul tavolo, e barcollai all'indietro reggendomi poi ad un'altra sedia prima di finire a terra.
    Forse dovevo chiedere aiuto, sapevo benissimo cosa mi stava per succedere, ero stato sciocco, la brama di capire come liberarmi da questo peso non mi faceva rimanere lucido, così eccole di nuovo quelle immagini.
    Quei flash improvvisi, quel dolore al petto che non riuscivo a distinguere se fosse della visione o del mio attuale dolore.
    Istintivamente portai entrambe le mani al petto mentre avevo gli occhi sgranati verso quel "ipotetico futuro me" che soffriva di qualcosa, che subiva delle conseguenze per qualcosa...
    E se liberarmi dal dono equivaleva a questa sofferenza?
    Era la prima volta che formulavo questo pensiero, ma non ebbi davvero il tempo di metabolizzare quel pensiero, respiravo appena ora, forse ero in iperventilazione, sudavo e barcollavo desideroso solo di avere l'aiuto di qualcuno senza dover per forza spiegare che cosa mi fosse successo!
    Aiutatemi.
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    Mi stavo lasciando trascinare, ma quando non era lui a respingermi direttamente o quanto meno a fermarmi, a me non veniva di certo spontaneo, anzi. Avevo solo voglia di toccarlo, baciarlo, esplorarlo. Volevo esplorare con lui un territorio che anch'io non avevo mai del tutto scoperto, erano anche le mie prime esperienze con lo stesso sesso, però mi rendevo conto che era anche una cosa mentale e io avevo realizzato già da tempo il desiderio che provavo e la voglia che ne avevo, per cui non c'era niente a bloccarmi.
    Volevo che anche lui provasse le stesse cose, che si sentisse motivato, eccitato, desideroso, ma doveva darmene la possibilità.
    "Ogni volta che avrò bisogno di un favore mi metterò questa camicia."
    Se a lui faceva così tanto effetto, chi ero io per privargliene.
    Non che avessi chissà che aspettative ora comunque, ma adoravo il suo sapore sulle mie labbra, adoravo il suo sorriso, per quanto fossi ripetitivo mi sentivo finalmente in una relazione in cui non era la sofferenza la maggior protagonista, ero felice, ma forse era davvero il caso di fermarci qui...se non avessi appena sentito quelle parole. AVEVO SENTITO BENE?!
    Non riuscì a reagire immediatamente, perchè stavo ancora cercando di capire se stesse dicendo sul serio, va bene avere le visioni, ma i sogni ad occhi aperti ancora non li avevo avuti, ma furono poi le sue azioni a confermare il tutto e di certo non glielo impedì.
    Mi trovai nuovamente tra le sue labbra a condividere un bacio deciso e desideroso mentre ormai la camicia era tutta aperta mostrando il mio petto nudo. Speravo davvero di riuscire a renderlo più partecipe, meno spaventato.
    "Mmh, ci sentiamo un po' confidenti oggi. Mi piace."
    Dunque, senza farmelo ripetere due volte, afferrai con entrambe le mani il maglione e, accidenti pure la maglietta si trovò impigliata tra le mie dita, rimanendo così entrambi a petto nudo.
    Mi presi quindi del tempo, il mio sguardo si abbassò verso il suo petto mentre con le mani glielo accarezzavo, avanzavo lento, come per dare ad Abel il tempo per fermarmi qualora non si fosse sentito a suo agio.
    Era decisamente più muscoloso di me, non che ci volesse molto, ma era piacevole toccare quei rigonfiamenti...
    Ora i miei occhi erano di nuovi sui suoi, mentre con le dita giocherellavo con la cintura. Mi abbassai leggermente con il corpo, intenzionato ad inginocchiarmi davanti a lui se me lo avesse permesso.
    "Tutto ok?"
    Non doveva farlo solo per me, solo perché gli avevo appena detto che ne sentivo il bisogno, doveva volerlo tanto quanto me e avevo bisogno di sentirglielo dire prima di proseguire.
  3. .
    D'altronde poteva andarmi decisamente molto peggio. Dato che ero già mentalmente preparato che sarebbe successo qualcosa, nemmeno fui così sorpreso e stordito da tale sfiga. La mia espressione mentre quel piccolo pixie urlava era solo di rassegnazione, mentre già mi immaginavo svolazzante da qualche parte come un palloncino abbandonato da un bambino distratto in una luna park.
    Sospirai e mi voltai verso Morgan e Shana per chiamarle per darmi una mano, in tre non sarebbe stato così assurdo badare a dei pixie no?.......................COSA!?
    Attorno a me stava succedendo la qualunque, non avevo visuale bene su tutti, ma perché tutti sembravano molto impegnati invece di aver raccolto semplicemente la loro pianta?!?!
    "Ragazze ai-"
    Io ci provai comunque, ma iniziai a sentirmi tirare da tutte le parti da una mandria di Pixie furiosi! La cosa peggiore era che io non volevo far loro del male quindi come Merlino potevo fare!
    "Non stavo facendo niente!! Volevo solo del Dittamo Porco Salazar!"
    Figuriamoci se i Pixie potevano capirmi e anche se fosse mi avrebbero comunque ignorato trovandolo divertente sti piccoli bastardi!
    Onestamente, ero rassegnato all'idea che avrei dovuto vedermela con qualcosa ed ero sollevato che non mi avesse azzannato alla coscia un Nundu, ma comunque non volevo svolazzare nel cielo, qualcosa dovevo provare a fare!
    Prima di ritrovarmi del tutto per aria riuscì miracolosamente ad aggrapparmi alla radice di un albero, quello che non sapevo era se sarei riuscito a tenermi abbastanza a lungo, ma ci dovevo provare.
    Fondamentalmente ora stavo con le caviglie per aria mentre mi tenevo ad una radice, che fantastica visione.
    Con la mano libera che impugnava la bacchetta provai quindi a colpire i Pixie, niente schiantesimi, ma qualcosa potevo provare no?!
    "Acqua Eructo!"
    Provai inizialmente a lanciar contro loro dei getti d'acqua fastidiosi, Abel mi avrebbe perdonato per questo, per uno stupeficium sul loro muso forse no.
    "AIUTO!!"
    Urlai in generale, sperando che qualcun altro fosse messo meglio di me! Intanto nella mia mente le idee c'erano, dato che erano bagnati ora potevo congelarli o elettrificarli.....ma no, perché avrebbe fatto loro troppo male!!! AAAAAH CHE PALLE.
    Così continuai imperterrito con Acqua Eructo, sperando che potesse funzionare!


    Cercato di chiedere aiuto a Morgan e Shana,
    Ora mi trovo con le caviglie all'aria, ma non sto ancora volando via perché mi tengo alla radice di un albero lanciando Acqua Eructo addosso ai Pixie.
    Provato a chiamare "Aiuto" in generale a tutti.

    Numero: 4 (Ho lanciato un dado per lasciare tutto al puro caso ahah)
  4. .
    Potrebbe essere una soluzione, tipo terapia d'urto.
    "Non tentarmi".
    Era vero che adesso c'era una certa pretesa di serietà, ma la verità era anche un'altra. Una delle caratteristiche che mi avevano fatto avvicinare ad Abel, era come riuscisse spesso a farmi sorridere, a non inondarmi di tragicità.
    Non che con Blaizenn e Kenzie fosse stato sempre così, o non avrei retto per così tanto tempo, ma non avevo mai percepito il calore che riusciva a darmi lui, la gioia che riusciva a trasmettermi con la sua sicurezza e il suo temperamento.
    Per cui lo provocai per un attimo, per poi improvvisamente diventare un po' rosso in volto quando mi resi del tutto conto di aver parlato poco dopo di innamoramento e notando la sua di reazione.
    Santo Merlino, mi stavo rendendo ridicolo? Volevo sotterrarmi da qualche parte, eppure quegli occhioni mi attiravano verso di lui, a tal punto da non abbassare lo sguardo nonostante l'imbarazzo.
    Poi arrivarono le sue parole...il sorriso che comparve sul mio volto rispecchiava tutto il calore che sentivo nel petto e più lo guardavo e più mi accorgevo di come lui stesse diventando il mio sole.
    "Un giorno si...troviamo il coraggio assieme no? Ho sempre avuto paura di questo forte sentimento, dei legami troppo intensi. Probabilmente dovuto al divorzio dei miei, ma loro non parlavano, non comunicavano davvero. Quindi se c'è qualcosa che posso fare per darti più sicurezza, dimmelo."
    Fa niente che dopo queste sue parole la mia voglia di toccarlo era aumentata a dismisura, e nonostante lui avesse scherzosamente avanzato l'idea di molestarlo, no non potevo farlo.
    Per cui feci un sospiro molto profondo, senza però perdere il sorriso, un sorriso che mi diede anche la forza di ascoltarlo riguardo al mio "dono" con una consapevolezza diversa.
    In parte le sue parole furono di conforto, facendomi nuovamente fare una mezza risata quando si diede delle stupido da solo, ma non tutto quello che aveva detto era vero. Non era nemmeno così tanto stupido dai, però non glielo dissi, giusto per stuzzicarlo un po'.
    "Si che sono un peso..."
    C'era un "ma" da aggiungere a questa affermazione però.
    "Ma...forse tu potresti avere le spalle sufficientemente grosse da reggermi. Giusto?"
    Era inutile negarlo, i problemi legati alle persone alle quali si teneva potevano essere un peso, ciò che cambiava era come ci si approcciava a questi pesi e...forse il mio sole poteva davvero aiutarmi.
    "Tenderei ad evitare i posti loschi, ma in caso....ti ringrazio Abel."
    Strinsi quindi a mia volta la sua mano, ancora un po' titubante e insicuro, ma se avevo appena detto a lui che poteva affidarsi a me, era ingiusto non concedergli il contrario. Sicuramente ci sarebbero stati momenti in cui avrei faticato, ma almeno dovevo provarci, ce lo meritavamo.
    "Quando troverò la prossima pista da seguire, sarai il primo a saperlo. Questo posso farlo."
    Sorrisi, per poi chiudere gli occhi qualche attimo quando la sua mano accarezzò la mia guancia e lo zigomo. Potevo rimanere così per qualche minuto? Forse un po' troppo, però non potevo più trattenermi, mi sentivo inondato da una nuova positività, per cui mi allungai verso di lui per baciarlo appoggiando la mia mano sul suo collo ricercando un bacio passionale, desideroso di proseguire.
    Mi ritrassi ad un certo punto però, sospirando sulle sue labbra e limitandomi ad appoggiare la fronte contro la sua perdendomi in quegli occhi così grandi.
    "Sei proprio bello."
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    Questa iniziativa l'avevo accolta di buon grado, queste si che erano attività che mi facevano sentire utile, con uno scopo che non prevedeva fuggire da chissà che mostro, sopravvivere a chissà che disastro naturale, NO, ERA UNA FOTTUTA RACCOLTA DI ERBE E INGREDIENTI COSA MAI DOVEVA ACCADERE EH?!?!?!
    Meglio prepararsi psicologicamente va, inutile che mentivo a me stesso, qualcosa sarebbe successo, ma quanto meno potevo consolarmi che era per una buona causa.
    Abel non sarebbe stato presente per via del lavoro, così avevo scelto di andare a prendere direttamente Morgan a casa che stava affrontando probabilmente uno dei periodi peggiori della sua vita e oltre che farla distrarre non sapevo che fare.
    Questa iniziativa poteva aiutarla a farle staccare un po' la testa, o almeno speravo.
    ''Mammmmminaaa! E' arrivato il mio 'mico Jacee!!''
    "Celinee!"
    La presi in braccio per qualche secondo lasciandole poi un bacio sui capelli, meno male che c'era lei a dare un po' di gioia a Morgan, sicuro era in grado di donare sorridi a chiunque.
    Speravo che sua figlia potesse dare a Morgan la forza di tirarsi su e se continuava a dimagrire l'avrei legata alla sedia, Santo Merlino perchè tutte dovevano avere un rapporto malsano col cibo quando avevano problemi?!?!
    "Vedrai Morgan che oggi succederà sicuramente qualcosa che ti farà distrarre. Fidati, quando mai un'iniziativa dell'accademia finisce solo a te e biscotti?"
    Magari ora potevo almeno impegnarmi a non finire sotto qualche effetto d'amore strano, probabilmente Abel si sarebbe fatto una risata in caso, ma preferivo comunque evitare.
    Arrivati in accademia ci raggiunse anche Shana, con la quale avevo ancora un rapporto mmh strano? Mi era passata ormai ovviamente, però ecco, in un certo senso facevo ancora fatica a inquadrarla, ma aveva sicuramente dalla sua una simpatia ben spiccata. In un certo senso era in grado di dare sempre allegria, come se non fosse mai priva di energie. Magari anche questo suo atteggiamento poteva essere d'aiuto a Morgan.
    Quello era Luis? Meno male che stava interagendo con qualcun altro, non avevo voglia di interagire con l'altro figlio del diavolo. SI ERO PREVENUTO VA BENE? Così salutai in generale tutti mimetizzandomi tra la folla.
    E con Heather? Avevamo chiarito si, ma c'era ancora del non detto, un'aria un po' di tensione forse? Di confusione? Massi problemi ovunque, non ci si annoiava mai.
    Ehi, raggio di sole!
    "Oh no, la strega!!!"
    Mi ero preso un mezzo infarto, ma quando riconobbi la voce di Vanya, fu istintivo appellarla con il nomignolo che le affibbiava Roy di tanto in tanto, così imparava a prendermi in giro.
    Non mi aspettavo di vederti. Ne vuoi un sorso? E' tè caldo.
    "E' avvelenato?"
    Ovviamente non era una domanda seria, però, senza ammetterlo ad alta voce, il comportamento di Vanya mi divertiva e prenderla altrettanto in giro era altrettanto divertente.
    Accettai di buon grado poco dopo per poi vederla palesemente ammiccare verso Shana e Morgan, più tardi le avrei detto che non c'era trippa per gatti per lei con loro due.
    Quando Heather iniziò a illustrare i dettagli dell'iniziativa mi venne da ridere. Per la disperazione ovviamente.
    Immagino che stia esagerando di proposito, per rendere questa raccolta più intrigante.
    La mia espressione diceva tutto, tra l'ascoltare le istruzioni e le raccomandazioni di Heather e il commento di Shana, era chiaro quanto fossi ormai rassegnato.
    "No fidati Shana, per il tuo bisogno incessante di avventure, avrai pane per i tuoi denti."
    Ormai ero rassegnato, se per puro caso niente avrebbe rovinato questa pacifica raccolta piante, lo avrei segnato sul calendario, davvero.
    "Vai tranquilla Morgs, andrà tutto alla grande."
    Ahah come ero simpatico. D'altronde Shana aveva deciso di raccogliere una delle piante più pericolose, ce l'aveva proprio nel DNA.
    Dov'era la pianta più innocua della terra? Doveva essere mia.
    Per cui stando a distanza d'occhio dalle ragazze, iniziai a camminare piano tra la natura, perché ci mancava che scivolavo pure sul ghiaccio, e mi trovai di fronte a dei graziosissimi e preziosissimi ramoscelli di dittamo che mi accinsi a raccogliere.


    Interagito con: Morgan, Shana, Vanya
    Salutato tutti e sto vicino a Morgan e Shana.

    Scelto Dittamo
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    Per quanto avessi scelto io di intavolare il discorso, questo non voleva dire che fossi anche pronto ad ascoltare qualsiasi cosa fosse uscito dalla sua bocca...
    "E' solo che ho..."
    Per l'appunto, lui poteva anche dire che ero bellissimo, stringermi le mani, ma che qualcosa che ci bloccava c'era era innegabile e non era solo una questione di "se non riusciamo a fare sesso, allora ciao" era più complesso di così.
    Rimaneva comunque che nella mia visione di relazione era inclusa anche quella parte, un contatto fisico sicuro, voluto, piacevole e in ogni relazione importante che avevo avuto c'era sempre stato questo ostacolo..Blaizenn per un motivo, Kenzie per un altro...e ora Abel per un altro ancora.
    Non riuscivo a vivere la mia sessualità in modo normale, era così assurda come pretesa? Era così sbagliato che io ne sentissi il bisogno?
    Per cui sentirgli dire che aveva paura non fu piacevole o di conforto sicuramente, anzi...tutt'altro.
    Sospirai, lasciandomi stringere le mani, senza però stringerle a mia volta.
    Stavo cercando di capire che cosa avrei potuto dirgli, per confortarlo che l'avrei aspettato? Per dirgli che senza provarci non l'avremmo scoperto mai? Che doveva dirmi cosa voleva da me e basta?
    Senza contare che ero perfettamente consapevole di questo rischio dato che era con me che stava scoprendo sensazioni mai sentite o capite prima...ma dovevo sempre io, SEMPRE IO aspettare i bisogni degli altri.
    Dovresti toccarmi e basta, magari così mi passerà una volta per tutte questa paura di merda.
    Alzai di colpo la testa guardandolo negli occhi con uno sguardo tra il confuso e il sorpreso, quasi mi veniva da ridere, ma da come stringeva la mia mano per un attimo ci credetti davvero.
    "Mi stai chiedendo di molestarti?"
    Era talmente assurda la sua uscita che mi trovai a portare una mano davanti alla bocca per soffocare l'ilarità della situazione, anche se c'era poco da ridere. Solo che era incredibile, certi suoi modi di fare riuscivano spesso a farmi avere queste reazioni.
    Solo che non potevamo sempre buttarla sul ridere.
    "Senti...io non posso obbligarti, ma.."
    Non era facile da dire, perché sembravo uno stronzo, uno che obbliga il proprio partner a sforzarlo a fare cose che non voleva, ma dovevo anche proteggermi.
    "Ma prima che io mi innamori del tutto di te, devo saperlo. E' così assurdo il volere una relazione normale? Merlino sono uno stronzo."
    Non mi resi davvero conto di aver detto quelle parole, difficilmente parlavo di innamoramento, quindi quasi non ci feci caso in realtà, però era qualcosa che lui doveva sapere, di come i miei sentimenti stavano progredendo verso quella direzione per lo meno.
    Per cui approfondire anche il discorso delle visioni era importante, lui meritava di saperne di più, di capire perché stavo cercando di risolverla da solo.
    "Io lo so che ci tieni a me, questo non l'ho mai messo in dubbio. E' che mi infastidisce essere di peso agli altri, perché so perfettamente come fa sentire, trovarsi addosso problemi degli altri sui quali non si ha alcun controllo o potere. Come ti farebbe sentire vedermi completamente sconfitto nonostante tutti i tuoi sforzi? Ho fatto di tutto per Blaizenn, per farla stare meglio, per farle accettare la sua condizione di licantropia, i suoi problemi con la bulimia e niente...era sempre peggio. Mi sono impegnato al massimo per capire e pazientare con Kenzie, i suoi disturbi alimentari, la sua difficoltà a farsi toccare per quanto non si piacesse e il nulla, ricadeva sempre negli stessi errori e razionalmente lo so che non è colpa mia, ma io non mi sono mai sentito così inutile e divorato dentro e l'idea di far sentire qualcun altro così mi paralizza..."
    Parlai a macchinetta, entrando in dettagli che Abel aveva solo sfiorato. Gli avevo raccontato di Blaizenn e Kenzie, ma non in maniera così dettagliata, soprattutto per come mi ero sentito io.
    "Sto ancora cercando di capire che cosa voglio fare Abel con il mio..."dono". Sto cercando un modo per sbarazzarmene, ma ho anche paura. Insomma, le mie ricerche sono ancora in corso."
  7. .
    Mi ero preso del tempo, forse anche troppo, ma non mi piaceva essere impulsivo, per cui prima di sparare a zero inutilmente mi ero fermato a riflettere per capire che cosa volessi davvero.
    Il tutto era partito da quello che Abel e Shana avevano fatto, quella vicenda aveva triggerato in me una serie di pensieri che riguardavano me stesso, Abel e la nostra relazione.
    Che genere di relazione era? Perché non ci dicevamo le cose? Perché sembrava esserci ancora un muro? L'insicurezza aveva preso il sopravento e purtroppo quando accadeva poi questa insicurezza si allargava anche su altre cose e stare insieme a un ragazzo che fino all'altro ieri credeva di essere etero non era così semplice...
    C'erano troppe cose per le quali c'era bisogno di parlare...e in primis, il mio problema con le visioni, perché pure io ero colpevole in tutto ciò e non mi ero espresso del tutto su quello che stavo vivendo, sul fatto che avevo fatto ricerche, che ero andato persino a Magie Sinister, su come gli incubi andavano e venivano...e lui? Se n'era accorto?
    Ero contento comunque che sembrava aver capito che quello che era successo con Shana era stato un errore grave, questo sicuro mi aveva rincuorato, ma mi sentivo bloccato e ormai erano diversi mesi che eravamo assieme...pretendevo troppo?
    Avevo preso coraggio quel giorno e avevo invitato Abel a casa mia, soprattutto perché mamma era via per diversi giorni per lavoro, così non ci sarebbero state distrazioni.
    Avevo passato la mattina a pulire casa, forse più che altro per un bisogno di controllo e per distrarmi data l'ansia che mi stava stringendo lo stomaco. Correvo da una parte all'altra, con le mie puffole che mi guardavano perplesse e probabilmente se avessi avuto modo di capirle mi sarei preso anche degli insulti da parte loro per quanto ero esagitato.
    La cosa più ridicola in tutto questo era che, data la mia profonda insicurezza del periodo, pur di farmi apprezzare da lui mi ero messo la "famosa" camicia...perché si va bene? Stavo avendo le paranoie di non piacergli più, fisicamente parlando!
    Dai porco Merlino, era assurdo che l'unica volta che l'avevo visto nudo era perché ero arrivato in anticipo a casa sua ed era uscito dalla doccia con l'asciugamano in vita!
    Ero pretenzioso? Forse, non lo sapevo!
    Quando il campanello suonò per poco non mi veniva un mezzo infarto per quanto ero sovrappensiero, ma dopo un paio di respiri profondi andai ad aprire e salutai Abel con un sorriso nervoso facendolo accomodare, solitamente gli avrei dato un bacio a stampo, ma appunto, i troppi pensieri in testa mi stavano impedendo di essere normale ora.
    Non che di solito fossi particolarmente normale, ma stavolta era peggio.
    Andai verso il salotto e come altre volte gli avrei offerto da bere, proposto di fare qualcosa, ma no...non feci nulla di tutto questo partendo in quarta.
    Sembrava impulsivo da parte mia, ma quello che dovevo dire non era impulsivo!
    "Abel...io...ecco, allora. Ho bisogno di parlarti di alcune cose!"
    Mi rendevo conto che come incipit era terribile, ma come si poteva iniziare un discorso del genere senza dire "dobbiamo parlare"? Era inevitabile.
    "In questo periodo ho riflettuto molto su...me stesso, su di te, noi e...io percepisco una sorta di muro. Non parlo solo di te, ma anche di me. Dopo quello che è successo con Shana, mi sono preso del tempo per riflettere e penso che stiamo avendo delle difficoltà. Io non sono stato del tutto onesto su quello che sto passando con le visioni, in questi mesi ho trascorso tanto tempo a fare ricerche per trovare un modo per togliermi questo inferno dalla testa."
    Mi sentivo in colpa, ma questo era un modo per fargli capire che volevo che questa relazione fosse qualcosa di più, a che punto eravamo?
    "Non sono stato sempre costante, perché la maggior parte delle volte erano buchi nell'acqua e mi incazzavo e basta, sono persino arrivato ad andare a Magie Sinister e mi sono spaventato quando tra le opzioni c'erano cose non molto consone ecco...e non è normale che io non mi sia sentito del tutto a mio agio a parlartene del tutto, non ti pare?"
    Sembrava che stessi dando la colpa a lui, però forse in parte si. Era difficile da spiegare, ma preferivo andare a ruota libera piuttosto che fermarmi e rischiare di non dire più nulla.
    "E tutto questo mi ha reso insicuro, anche verso di te, di quello che provi, ho persino timore a toccarti più di quanto abbiamo fatto finora, pensando di non piacerti abbastanza e non come persona, ma come essere umano di genere maschile."
    Distolsi lo sguardo, iniziando a toccarmi i capelli come ogni volta che ero a disagio, ma dovevo buttarle fuori queste cose o sarei diventato più scemo di quello che già ero.
  8. .
    Jace Wyland
  9. .
    Davvero stavano tergiversando? Ero uscito subito dalla porta dell'ufficio dopo aver visto il sorriso smagliante di Shana. Cosa c'era da essere entusiasti porco Salazar?
    Fai in fretta, io faccio da palo.
    Come prego?
    Sentì solo questa frase, mentre lasciavo Shana nelle mani di Morgan solo che dopo qualche passo venni bloccato per il braccio da Abel che mi costrinse a voltarmi e guardarlo nuovamente con una smorfia in volto rivolgendogli un tono sarcastico.
    "Non devi fare da p-"
    "...guarda che hai capito male, io e Shana non eravamo chiusi lì dentro perchè fare sesso.."
    Non sapevo neanche descrivere la mia faccia in quel momento. Forse era un misto di incredulità, delusione, offesa perfino.
    Ma si sentiva quando parlava? Erano entrati li perché Shana doveva cercare delle "cose"? Nell'ufficio del rettore?!?! Ma davvero non si rendeva conto della gravità? Seriamente credeva che la mia delusione fosse dovuta al fatto che erano in un cazzo di armadio? Ma quanto era stupido? Non credevo di sentire così tanto fastidio nel sentire tanta stupidità. L'avevo sopravvalutato?!
    Non appena mi accorsi che voleva prendermi la mano mi allontanai subito, d'istinto proprio, togliendo pure la sua mano dal mio braccio, cortesemente.
    Ero così furioso, pure le ultime parole. Non sapeva cosa fare senza di me?! Evidentemente si, gli piaceva tenermi le cose nascoste e fare cazzate con la sua ex, ne aveva di attività da fare.
    "Sembra che tu non tenga minimamente al tuo futuro da Magizoologo."
    Non alzai la voce, non avrei fatto scenate ora, non ora che dovevamo andarcene e basta.
    "Escono o no quelle due?"
    Stavo quindi per entrare nuovamente nell'ufficio, ma poi le due ragazze uscirono e Morgan propose di dividerci e ritrovarci in caffetteria.
    Non feci in tempo a dire che non ne avevo un cazzo voglia, ma sicuramente accolsi l'idea di andare verso il cortile con Abel e proseguì davanti a lui, a passo svelto. In cortile quindi avevo modo di continuare la conversazione.
    Mi fermai quindi di colpo girandomi di scatto per parlare nuovamente, stavolta alzando un po' i toni.
    "Cerca di far girare il cervello cazzo, non hai dodici anni. Il fatto che tu fossi in un armadio con la tua ex è l'ultimo dei problemi. Se ti avesse beccato, potevi dire addio alla tua possibilità di diplomarti qua dentro, te ne rendi stracazzo conto o no? Ci hai pensato almeno per un minuto a questa eventualità o per te quella carriera è solo un passatempo? C'è gente che si spacca il culo per cercare di diventare quello che vuole, studia, si impegna, fa delle rinunce e tu che fai? Ti intrufoli nell'ufficio del rettore? e per cosa? Sentiamo. Voglio proprio sentire il grande motivo, evidentemente a voi due frega niente di tutto il resto, tanto da mettere a rischio pure me e Morgan. Egoisti."
    Buttare fuori tutto fu quasi piacevole....la cosa che mi faceva più male era quella che stavo rivalutando proprio Abel come persona e tutto sarebbe dipeso ma come avrebbe reagito adesso.
    Mi faceva male la pancia, ero io che sbagliavo a reagire così? No!
  10. .
    Non ero per niente avvezzo a ciò che riguardava la spiritualità, cristiana, ebraica che fosse. Era un atteggiamento verso la vita che mi era totalmente distante, non riuscendo persino a comprendere quale conforto ci potesse essere in essa, eppure sapevo che le persone pregavano proprio per cercare un qualcosa di rasserenante. Non giudicavo, semplicemente la mia forse era in parte invidia.
    Probabilmente lo avrei chiesto ad Abel, in un secondo momento ovviamente, anche solo per sentirmi più vicino a lui, per capirlo meglio mentre sentivo parole a me sconosciute.
    Mi veniva davvero difficile trovare conforto in qualcosa che non si vedeva e non si poteva toccare, preferivo nettamente sentire il suo braccio cingermi, in segno di reazione, di voglia di essere confortato anche da me e non solo dalla sua religione.
    Sembrò quasi di sentire un bambino che si approcciava per la prima volta alla morte, ma non erano parole prive di consapevolezza, semplicemente forse c'era un'emotività talmente forte da farlo sentire in questo modo.
    Sentivo una leggera fitta al petto, vederlo così era così strano, così triste.
    Non serviva rispondergli adesso, non c'erano parole in grado di andare contro a quel desiderio condivisibile, ma impossibile.
    Assurdo come certe persone invece erano impazzite di fronte a questo desiderio, tra i doni della morte, la pietra filosofale...ma non era di certo questo il momento per filosofeggiare sui folli.
    Le seguenti parole invece furono molto più concrete e dolorose, era come se fosse entrato in un circolo vizioso di pensieri negativi.
    Le mie dita dai suoi capelli passarono sul suo volto, accarezzandogli la pelle delicatamente per fargli sentire ancora di più la mia presenza.
    "Nessuno ti chiede di essere forte sempre. E' stancante per chiunque. Adesso puoi lasciarti andare, ancora piangere se ne hai bisogno, parlarmi di quello che vuoi...è normale avere questi pensieri a volte, d'altronde è la nostra natura, non saremo qui per sempre, ma proprio per questo poi dobbiamo cercare di rendere le nostre giornate migliori no?"
    Era proprio facile razzolare bene e praticare male...dovevo anch'io parlare, aprirmi di più, ero più debole di lui e nemmeno se ne rendeva conto, solo perché non mi mettevo a piangere e singhiozzare.
    Ma adesso non c'erano incubi, notte insonni o visioni distorte. Solo io e lui e potevo farcela.
    Puoi stare qui a dormire s-stanotte? Vorrei che mi abbracciassi per un p-po'.
    Voleva ascoltare il mio cuore e ora probabilmente avrebbe sentito un beat-box che le discoteche levatevi.
    Ero perfettamente conscio del fatto che la sua richiesta era ingenua e per niente maliziosa, però fu impossibile per me non sentirmi agitato, sentire un batticuore e le guance arrossarsi per qualche secondo.
    Feci un paio di respiri profondi, per potermi dare un contegno prima di rispondergli.
    "C-c-certo. Dopo avviso mamma."
    Improvvisamente un adolescente mi sentivo, ma non era un problema, se era questo di cui Abel aveva bisogno allora nessun problema.
    "Anche se domani non starai meglio, va bene uguale. Certe cose hanno bisogno del tempo che serve. L'importante è reagire."
    Erano discorsi che facevo sempre a Blaizenn e Kenzie, certo la gravità della situazione era nettamente diversa, ma valeva sempre, ogni cosa il suo tempo.
    L'unico mio timore era solo quello di non venir ascoltato, di non essere mai davvero utile a nessuno...come se restare a dormire ed abbracciarlo gli servisse davvero, io lo speravo ovviamente, semplicemente la mia autostima a riguardo era misera.
    Che fastidio che provavo nel sentirmi così.
    "Ti va di parlarmi un po' di Goliath? Quando sono stato al funerale di mio zio, il momento che ricordo con più serenità è quando mamma ci ha raccontato le loro marachelle da piccoli. Ridere di lui e ricordare certi momenti ci ha fatto bene, almeno per quei pochi minuti. Ti va di provare? Poi magari mangiamo qualcosa, avvisiamo i tuoi della nottata e tutto il resto."
  11. .
    Il rapporto che stava progredendo con Abel mi emozionava e spaventava allo stesso tempo. Il suo spontaneo entusiasmo era ciò che mi piaceva di più di lui, però era anche la caratteristica che più mi metteva in difficoltà. Per colpa delle mie passate esperienze sentimentali faticavo a essere così disinvolto, a non preoccuparmi di questo e di quest'altro.
    Era come se avessi sempre un muro alzato che mi impediva di essere totalmente aperto e disponibile, come se dovesse succedere qualcosa da un momento all'altro.
    Qualche tragedia che avrebbe potuto incrinare il nostro rapporto, renderlo pesante... e io mi sentivo senza forze e per niente sicuro di me nel poter essere davvero utile a qualcuno.
    Mi ero lasciato andare al sentimento nato spontaneamente per Abel, perché la sua luce era più forte delle mie ombre, però quando parlava così energicamente di famiglia, del fatto che loro potevano essere una seconda famiglia, di come potevo integrarmi tra loro come se nulla fosse...
    Ero il suo ragazzo si, ma mica lo sposavo domani.
    Questa confidenza mi metteva in soggezione...ma un sorriso speranzoso comparve sul mio volto a delle sue precise parole.
    Finchè starai con me, non avrai più freddo.
    Non sapevo quanto peso lui gli stesse dando, ma il "freddo" era proprio quello che aveva provato con Blaizenn e Kenzie. Un freddo doloroso, non rassicurante... lui davvero poteva farmi questa promessa?
    "Ci conto."
    Magari io avrei fatto fatica a essere così aperto con i suoi parenti, mi serviva del tempo, ma il calore che lui riusciva a darmi mi dava sufficiente forza per provare a dargli una possibilità.
    Tipo l'idea di stare da solo con i suoi parenti adesso non mi faceva impazzire, ma potevo resistere qualche minuto no? Mi limitai ad annuire, visibilmente nervoso in realtà e con gli occhi un po' sgranati. Ma potevo farcela dai, che cacchio, avevano appena accettato il nostro rapporto, al più avrei ricevuto qualche domanda scomoda dal nonno...lui sembrava essere il più pericoloso.
    Dunque tornai in salotto con il vassoio e per prendere tempo mi offrì di servire a tutti tazze e biscotti mentre avvisavo che Abel si era recato in soffitta.
    Passò in realtà più tempo del previsto, mi ritrovai a dover rispondere a domande non troppo imbarazzanti in realtà...cosa studiavo, come mai mi piaceva il giornalismo, ma venimmo interrotti prima che potessi approfondire l'argomento Quidditch.
    Fu più doloroso di quanto mi aspettassi.
    Non mi mossi subito istantaneamente, fu la madre a prendere in mano la situazione mentre la nonna, piangendo, abbracciava Abel cercando di consolarlo.
    Era la prima volta che vedevo una sofferenza tale sul suo volto, d-dovevo fare qualcosa.
    Mi alzai finalmente anche io, deglutendo e quando stavo per aprire bocca fu il nonno a dirci di andare in camera di Abel e che ci avrebbero pensato loro al resto.
    Abel era come se fosse diventato una marionetta, totalmente inerme, spento...eseguiva solo ciò che gli veniva detto e per ora feci così anch'io.
    Presi la sua mano e lo condussi su in camera, anche se manco sapevo esattamente quale fosse dato che non ci ero mai stato...
    Non fu comunque così arduo e una volta dentro non ebbi il tempo di concentrarmi sui dettagli, sul conoscere di più Abel, ci sarebbe stata un'altra occasione.
    Feci un grande respiro e lo accompagnai a sedersi sul letto sedendomi poi accanto a lui.
    Rimasi ancora in silenzio, pochi attimi e poi allungai il braccio verso di lui spingendo la sua testa contro il mio petto per dargli quel calore che ora era lui ad aver bisogno.
    Avevo già affrontato la morte nella mia vita, al di la delle morti del periodo oscuro, parlavo di morti vicine...come quella di mio zio...e il solo pensiero di perdere Alec e Isy mi struggeva.
    Non esisteva una vera soluzione, si poteva solo cercare di riempire quel vuoto.
    "Non ti estraniare così Abel, devi buttare fuori tutto. Goliath ha avuto una bella vita, con una famiglia che gli voleva tanto bene."
    Sarei rimasto così per tutto il tempo di cui aveva bisogno. Avrei lasciato a lui la scelta, non sapevo se preferiva restare da solo a un certo punto, l'avrei capito perfettamente.
    Però ero più io quello...Abel, era diverso da me, in tante cose.
  12. .
    Al momento la crisi imminente sembrava essere stata scongiurata. Non avrei potuto esserle nemmeno un minimo di supporto se non si fosse calmata e avesse ripreso a respirare meglio.
    Non sapevo minimamente se buttare bicchieri d'acqua in faccia alla gente fosse corretto, ma avevo ottenuto il risultato sperato per cui andava benissimo così.
    Il fatto era anche "sarei stato effettivamente di supporto?" Avevo capito ormai che con Heather le cose non andavano quasi mai come uno sperava, c'era sempre qualcosa, piccola o grande che fosse, che metteva a soqquadro ogni minima organizzazione mentale...senza contare che emotivamente nei suoi riguardi ero sempre una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.
    Era orribile pensarlo, ma io non riuscivo a dire di potermi fidare al 100% di lei e non perché non ne riconoscessi le buone intenzioni, ma perché la sua situazione potevano rendere vane queste intenzioni mandando tutto a puttane e io non ero così forte e saggio da capirlo del tutto.
    "Avere le attenzioni di uno sconosciuto fa sentire ancora più soli."
    Come la gente maturasse l'idea che avere a che fare con sconosciuti randomicamente fosse un palliativo alla solitudine io ancora non riuscivo a capirlo. Si stava solo peggio dopo.
    "Il fatto è questo...io posso anche darti frasi fatte, ma tanto so che mi risponderesti "so che hai ragione, ma...", quindi ora vorrei capire da te quali potrebbero essere le possibili soluzioni che fanno togliere quel "ma"...e soprattutto...è un "ma" dovuto alla tua condizione o alla tua volontà? Perché in caso è ben diverso."
    Ero intervenuto a dire tutto questo dopo che aver lasciato spazio a Heather di buttare fuori tutto, di ascoltare nuovamente frasi già sentite, perché a sentirla parlare mi sembrava più di sentir parlare un tossico.
    Mi passai le mani sulla faccia, lasciandomi andare sulla sedia, totalmente ignaro di quello che avrei potuto fare o dire...ogni cosa a cui pensavo mi sembrava inutile e mettermi li a dirle solo "Mi dispiace" e coccolarla mi urtava ancora di più.
    "Non hai rovinato la sua vita comunque..."
    Sospirai, meglio affrontare un tema alla volta va.
    "Ci rifletterà su molto probabilmente, non lo conosciamo neanche Heath, non possiamo fare supposizioni sul nulla. Mi auguro soltanto che sia da lezione a entrambi, perché le cose si fanno in due, di certo non l'hai obbligato in niente."
    La verità era che la cosa che mi preoccupava di più era la sua fuga nelle droghe per stare meglio, perché un conto era farlo per divertimento e rilassarsi, un conto era se si iniziava a impiantare nel cervello l'idea che poteva essere un buon modo per fuggire dalla realtà. Era li che diventava pericoloso.
    "Io potrei anche sedermi accanto a te ora, abbracciarti e dirti che mi dispiace e che non è vero che sei sola, che la soluzione non è quella di stare lontano da tutti...ma la verità è che ora sono solo arrabbiato, frustrato e preoccupato. Non dispiaciuto."
    Probabilmente avevo anche gli occhi lucidi ora, perché davvero sentivo la frustrazione dilaniarmi nel petto, perché io non avevo la soluzione per lei, io non sapevo cosa fare, io nemmeno sentivo la forza di starle dietr perché erano proprio situazioni come queste che non avevo più voglia di affrontare nella mia vita...ne avevo passate già abbastanza con Blaizenn e Kenzie...io non so aiutare nessuno!
    "Quindi che dobbiamo fare? Fuggiamo? Ci droghiamo? Setacciammo ragazzi che non sembrano minorenni? Mettiamo giù una lista di tutte quelle cose sbagliate, ma semplici? Tu vuoi o no stare meglio? Prima mi fai discorsi incredibili su quanto la cura ti abbia aiutato, che sei tornata per insegnare, che le pozioni aiutano e e quant'altro e ora siamo qui conciati così. Almeno non dirmi cazzate cazzo."
    Sbroccai quindi, senza riuscire a guardarla negli occhi, puntando lo sguardo altrove mentre i capelli mi coprivano parte del volto...perché mi sentivo male a parlarle così, ma ero stufo!
  13. .
    sei in un armadio con ABEL quindi goditi i tuoi 7 minuti in paradiso, no?'
    Mi ammutolì un attimo perchè ora le informazioni in mio possesso erano aumentate e, a parte il fatto che non avevo la precisa idea di cosa volesse dire "sette minuti in paradiso" nello specifico, potevo però intuire che non era nulla che andava a mio favore.
    Morgan mi aveva appena parlato come se dentro quell'armadio non ci fosse il mio di ragazzo con la sua ex? Per capire, questa improvvisa mancanza di sensibilità da parte sua mi spiazzò un attimo, che a livello oggettivo tante ragazze vorrebbero trovarsi chiuse in un armadio con Abel era assodato....va beh.
    Onestamente era il minore dei male in questo momento, perché di certo non mi aspettavo che Abel avesse trascinato pure Shana in questa cazzata e che lei avesse pure accettato.
    Ma a che Merlino stavano pensando?
    Mi massaggiai la tempia nervosamente, non mi piaceva questa situazione, erano in due a rischiare la dentro, a rischiare entrambi il loro futuro per cosa? Per fare qualcosa di proibito? Se proprio voleva tradirmi avrebbe potuto farlo in qualsiasi altro armadio, per cui scartai abbastanza in fretta questa ipotesi non riuscendo però a trovare nessuna valida alternativa a parte essere due cretini che volevano divertirsi a fare qualcosa di scemo.
    Non diedi adito alle parole di Morgan comunque, non era il caso di discutere sui 7 minuti in paradiso, era meglio concentrarsi su come farli uscire da li.
    Infatti nemmeno Morgan perse altro tempo, anzi mi diede subito corda, avvicinandoci di più alla porta dell'ufficio di Gabriel iniziando a urlare come le avevo chiesto.
    Dopo dovevo quanto meno offrirle qualcosa da mangiare e ringraziarla in qualche modo.
    "NON SONO IMPAZZITO, HAI BISOGNO DI AIUTO!"
    Così mi unì alla recita, che tanto recita non era in realtà perché di un aiuto ne aveva bisogno davvero, ma era un altro discorso ancora.
    Morgan continuò e stavo per risponderle che lo stavo facendo per lei, perché ci tenevo, perché era la cosa giusta da fare, ma la piega che prese la finta reticenza di Morgan mi spiazzò DI NUOVO.
    CHE COSA?! PERCHé DOVEVO PASSARE PER IL PEZZO DI MERDA ADESSO?!?!
    Stavo passando per il bastardo che le abbandonava!!! Sbattei gli occhi più volte colto alla sprovvista, ma ormai aveva scelto questa come scusa, per cui non potevo tirarmi indietro purtroppo.
    "NON TI STO ABBANDONANDO! Non vederla in questo modo!! E' proprio perché tengo a te che ti ho portato qui!! PER AIUTARTI!"
    Eravamo credibili? A me sembrava di si? Almeno a primo impatto ecco, il problema era se il rettore si fosse messo a indagare.
    Tra l'altro non ci mise nemmeno poi molto a uscire per capire cosa stesse succedendo, non sapevo se era un bene o un male, ma ora arrivava la parte più difficile.
    Mi voltai di scatto quindi, trovandomi accusato pure di importunare le persone. Ne stavo uscendo da tutta questa situazione come il peggiore tra tutti qua dentro porco Salazar.
    "Non la sto importunando! Anzi tutt'altro!"
    A parte che, sembrava che stesse parlando con me come se non mi conoscesse per niente. Forse voleva tenere un certo comportamento? Va beh.
    "Sta travisando, rettore. Siamo venuti qua perché....eh?"
    Non riuscì a finire la frase perché improvvisamente Gabriel fu come se fosse stato colpito da uno svarione e cambiò nel giro di pochi secondi argomento, come se si fosse scordato all'improvviso di averci sentito litigare.
    Ho un'appuntamento con gli altri membri dello staff, non è così?
    "Em...Si?"
    Mi aveva colto talmente di sorpresa che non riuscì a reagire con più decisione e senza nessun altro sforzo da parte nostra ottenemmo proprio quello di cui avevamo bisogno, il suo allontanamento.
    "Che cosa è appena successo? Ma se ne è andato davvero così?"
    Non volli catapultarmi subito nel suo ufficio incurante di tutto, attesi un attimo, come se da un momento all'altro lui potesse tornare indietro, ma ciò non accade.
    "Non...non importa adesso."
    Forse avrei chiesto a Roy se Gabriel stesse bene più tardi.
    Dunque mi avvicinai alla porta rimasta aperta e mi sporsi quel tanto che bastava per vedere il famoso armadio.
    "Uscite. Il rettore è andato via."
    Rimasi li fermo, come se avessi bisogno di una prova visiva del fatto che fossero davvero chiusi la dentro e quando vidi l'anta aprirsi e quindi avere la mia conferma la mia espressione mutò drasticamente.
    Forse se dovevo scegliere una sola parola per descriverla, quella era delusione.
    Rimasi a fissare Abel negli occhi per un paio di secondi, per poi voltarmi e allontanarmi da lì, prima di dire o fare qualsiasi altra cosa dovevamo allontanarci.
    "Andiamocene da qui."
  14. .
    "Vado io Ma.."
    Ma chi era a quest'ora? Forse Abel aveva deciso di farmi una sorpresa? Non sarebbe stato così assurdo effettivamente, ma non ebbi granché tempo di pensare a chi poteva essere perché quando aprì la porta mi trovai di fronte a una delle ultime immagini che avrei voluto vedere.
    “Ho fatto una cazzata”
    Mi morsi il labbro inferiore, sentendo dentro di me troppe emozioni tutte assieme da farmi venire il mal di testa e ultimamente di mal di testa ne avevo fin troppi, non mi serviva di certo gente che me ne faceva venire altri.
    "Chi è tesoro?"
    "...Heather, vuole parlarmi di una faccenda personale, andiamo in camera mia. Dopo scendiamo per un tè."
    La feci quindi entrare, non aggiungendo altro per il momento e salendo le scale facendomi seguire in religioso silenzio.
    Aveva gli occhi gonfi, pieni di lacrime, la voce straziata, non riuscivo nemmeno a immaginare che cosa avesse fatto, ma mentre salivamo le scale assieme la osserva più attentamente per capire se si fosse fatta del male.
    Purtroppo fu inevitabile pensarci, ma non sembrava che avesse fatto autolesionismo per fortuna.
    O almeno così speravo.
    Dopo che lei si sedette sul mio letto io mi ritrovai sulla sedia li davanti e la portai avanti il più possibile per essere più vicino.
    Di tutto avevo pensato, ma che fosse andata a letto con un minorenne non era proprio stata tra le mie opzioni.
    Sgranai gli occhi visibilmente sorpreso, confuso anche. Sbigottito....ma eliminando subito dalla mia testa l'idea che fosse andata con un minorenne...troppo minorenne ecco.
    Non ci volevo neanche pensare a questa eventualità, per cui non dissi ancora nulla, continuando ad ascoltare.
    Il fatto che non avesse pensato di chiederglielo era perché quanto meno sembrava più grande della sua età magari. Qua il problema maggiore sembrava essere che aveva deciso di drogarsi e andare col primo che passava!
    Stavo per intervenire per cercare di capirci qualcosa di più, magari era meno grave del previsto? Avevo troppi pochi fattori per capire quanto era grave la situazione, ma prima che potessi fare altre domande Heather entrò nel pieno del panico.
    Mi alzai di scatto in piedi e senza pensarci troppo mi trovai con un bicchiere mezzo pieno in mano che avevo lasciato li per lanciarle l'acqua in faccia.
    "ALLORA! RESPIRA CAZZO."
    Dubitavo fortemente che fosse un metodo scientificamente provato fare così, ma non ero un cazzo di medico e non sapevo come fermar gli attacchi di panico della gente! Non sapevo fermare i miei, figuriamoci quelli degli altri.
    "Insieme a me. Ispira, Espira. Ispira, Espira."
    Lo feci con lei un po' di volte, sicuro aiutava anche me, avevo bisogno che si tranquillizzasse a che mi spiegasse meglio perché si sentisse così uno schifo.
    "Ho bisogno di capire meglio Heather. Perché hai scelto di drogarti e non voglio come scusa "per dimenticare Ania" voglio sapere qual è stato il trigger che te l'ha fatto fare."
    Se ci avevo capito qualcosina, le azioni di Heather non erano a caso, forse si faceva fatica a capire il motivo, forse nemmeno lei riusciva a identificarlo, ma qualcos'altro doveva essere successo. Anche se non ieri, anche una settimana fa, ma qualcosa di specifico ci doveva essere.
    "Come sta quel ragazzo? Come è successo?"
    Per il momento mi limitai a essere neutrale, solo dopo aver avuto in mano tutti i fattori allora poi avrei reagito di conseguenza.
    Purtroppo sapevo che c'era poco da trovare giustificazioni, la caziata gliel'avrei fatta comunque, ma volevo capire su cosa esattamente dovevo fargliela.
  15. .
    Jace, sono chiuso in un'armadio dentro l'ufficio del rettore e credo che lui stia entrando! Vienimi a salvare!
    Era uno scherzo.
    Una burla.
    Una beffa.
    Un pesce d'aprile in ritardo.
    Per forza.
    Gli era venuta voglia di prendermi in giro e allora aveva avuto questa pensata incredibile, perché d'altronde non era possibile che i suoi neuroni, già pochi, si fossero dimezzati facendolo trovare in una situazione del genere. Era troppo persino per lui.
    Solo che io ero un idiota, preferivo nettamente cascarci, andare a controllare velocemente e ritornare a studiare, perché ero nel pieno di una stesura di un articolo importante per un esame, per cui se avessi avuto la prova tangibile che questo era uno scherzo, mi sarei incazzato così tanto che parole dolci e bacini non sarebbero di certo bastati a quello stronzo.
    Dunque ne approfittai decidendo di fare "pausa studio" con questa scusa e senza troppa fretta mi diressi verso il piano dove stava l'ufficio del rettore, nonché marito del padre di Roy che di sicuro non lasciava incustodito il suo ufficio permettendo agli imbecilli di entrare.
    Sbadigliai, un po' stanco, ma quando finì il mio sbadiglio mi trovai a incrociare il mio percorso con Morgan che stava andando esattamente nella mia direzione, proprio verso la stessa porta.
    "No...no. Non può aver coinvolto in questa cazzata pure te. No......no a te gli scherzi non li farebbe. No."
    Mi stava venendo il panico.
    ERA TUTTO VERO?!
    QUEL RINCOGLIONITO DEFICIENTE IMBECILLE STUPIDO SCEMO IDIOTA ERA DAVVERO CHIUSO NELL'ARMADIO DEL RETTORE!? PERCHé!!
    Mi bloccai di colpo appoggiando la mano sulla spalla di Morgan, Morgan che...come stava? Stava meglio? Ultimamente non se la stava passando benissimo e lui osava chiamare anche lei per aiutarlo?
    Non potevo pensare adesso a come stava Morgan purtroppo, se era venuta era perché stava abbastanza bene da poter far qualcosa.
    Feci un paio di respiri profondi, molto profondi.
    Non negai che per un mezzo secondo l'idea di bussare alla porta del rettore e dirgli "C'è un cretino nel suo armadio" non mi abbia sfiorato la mente, ma c'era in gioco il suo futuro in questa accademia, il suo futuro in generale. Cazzo.
    "Sei qui perché ti ha chiesto aiuto Abel vero? Io non ho parole davvero..."
    Dovevo pensare ora, pensare a una scusa, un motivo per distrarlo, qualsiasi cosa. Come potevo invogliare il rettore a uscire dal suo ufficio! Distrarlo abbastanza quanto meno! Non potevo di certo usare "Roy" avrebbe avuto più senso andare da Eizen...
    Mmmmmh.
    "Scusa se sarò indelicato Morgan...ma forse la tua "condizione" può aiutarci...pensavo...possiamo far finta che hai avuto una reazione assurda, un comportamento stranissimo e io preoccupato ti ho portato dal rettore essendo anche prof di legilimanzia? Lui ne sa a pacchi di robe magiche mentali..."
    Non avevo nessun'altra cazzo di idea, quindi speravo vivamente che Morgan potesse darmi man forte e recitare insieme a me la parte. Magari poteva persino replicare uno di quei comportamenti.
    "Possiamo...sai cosa? Metterci a litigare fortissimo davanti alla porta del rettore. Dove tu mi urli contro dicendo che non vuoi l'aiuto di nessuno, che non vuoi che ti trascino a forza dal rettore, cose così! Lui sarà costretto a uscire da li e capire che cavolo sta succedendo".
    Mi sentivo uno schifo...costringere Morgan a usare la sua situazione per salvare quella testa di cazzo e mentire al rettore.
    Avrei preferito nettamente che fosse tutto uno scherzo.
111 replies since 2/1/2013
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