Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by freaky friday

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    Il caos è vero, come il dolore ed il sangue. Non è una visione o un'incubo particolarmente brutto, questa è la realtà e svegliarsi non basterà a far smettere tutto.
    Attorno a me sento gli altri studenti muoversi, provano a fermare l'acqua e mettersi in salvo mentre io me ne sto qui davanti a Vanilla, calmo in modo quasi innaturale. So che devo provare a tirare su Teresa, e poi il resto si vedrà. Sono cosciente del braccio rotto e della scheggia infilata nell'occhio sinistro, però sarà un problema per dopo, per quando il mondo tornerà a scorrere in modo normale.
    E' come se avessi il cervello avvolto dall'ovatta, eseguo movimenti lenti come la nebbia che, pian piano, entra dai vetri rotti che gli altri non sono riusciti a chiudere. Sibylla mi lancia una camicia che non riesco ad afferrare, cade a terra bagnandosi e per un lungo istante la osservo chiedendomi cosa dovrei farci; le parole della ragazza sbloccano qualcosa, quel tanto che basta per farmi chinare a raccogliere l'indumento ormai zuppo e tentare di creare un tutore di fortuna. Con una mano sola è difficile e sento le dita molli come dei budini, quindi rinuncio in fretta ma quel gesto gentile mi riecheggia nella testa perchè da lei non me lo aspettavo, non dopo la litigata di cui siamo stati protagonisti. Credo che dovrei dirle grazie, ma a cosa servirebbe? L'acqua potrebbe inghiottirci da un momento all'altro, quindi perchè sforzarsi?
    Anche l'intervento di André è inutile, perchè perdere tempo a guarirmi l'occhio? Fa male e basta, con un gemito mi porto la mano sinistra verso il viso e sul palmo mi trovo la scheggia che mi stava decorando l'iride, è sporca di sangue e quando la guardo è come se avessi una linea davanti alla pupilla, o un fastidioso capello che non vuole levarsi di torno.
    Mentre gli altri continuano a muoversi, io mi appoggio ad un sedile ancora in piedi e lì rimango a fissare il pezzo di vetro, come affascinato dai disegni rossi sopra di esso. Presto l'acqua entrerà e finirà tutto, almeno ci sarà un po' di pace dall'altra parte, niente visioni. E' rassicurante, anche se mamma e le mie sorelle saranno sicuramente tristi, però col tempo staranno sempre meglio, lo so.
    Un tentacolo interrompe improvvisamente questa serie di pensieri allegri, dividendo in due il vagone su cui ci troviamo. La botta è bella forte e mi scuote, ma dopo essermi tirato su nemmeno sono sorpreso perchè è ovvio che in questo mare -o meglio, lago- di sfiga ci sia anche una bestia assassina, nel guardarmi attorno mi rendo conto d'essere rimasto su una metà insieme a Justin ed Egan, dall'altra ci sono Vanilla, Karen e la sua amica Corvonero mentre Teresa e gli altri... Già, dov'è Teresa?
    Terry...?
    Mormoro lasciando andare finalmente quel pezzo di vetro, seguo con gli occhi i tentacoli pallidi finchè non vedo a chi appartengono e, finalmente, noto i corpi della mia amica e Feyre intrappolati. Moriranno se stanno lì, la mia piccola Tassa... è giusto lasciarla perdere, chiudere gli occhi e dare tutto in pasto al destino? No, certo che no! Idiota, svegliati! Ci sono anche Ralph, André e Cameron in acqua! Devi fare qualcosa, smettila di comportarti in questo modo, dove hai messo le palle?!
    Strabuzzo gli occhi per cercare di mettere a fuoco e, nell'impeto, mi colpisco il braccio ferito con una manata per uscire da questo fottuto stato comatoso. La botta fa male, è come una scarica elettrica lungo tutto il corpo e finalmente caccio l'urlo che ho trattenuto fin troppo. Con un grugnito afferro la bacchetta e riesco a castarmi un Testabolla nell'eventualità che finisca sott'acqua. Dentro quel piccolo mondo, riesco a respirare meglio e pensare un po' meno da stronzo. Avanti Wyldflower, i tuoi amici hanno bisogno di te, fa qualcosa!
    Vedo Vanilla su una scopa alle prese con la creatura, quindi decido di darle manforte da qui perchè di volare con un braccio solo non se ne parla.
    Diffindo! Diffindo!
    D'istinto punto ai tentacoli più vicini a me, l'unica cosa che voglio fare è liberare le ragazze e il polpo troppo cresciuto potrebbe scegliere di lasciarle andare se gli rompo abbastanza i coglioni.


    all'inizio è in mood super depresso, la nebbia aumenta i suoi pensieri disfattisti e si mette da parte senza fare un cazzo, poi il tentacolo che divide il vagone lo fa mezzo ripigliare.
    non si era accorto dei due tentacoli che avevano preso Teresa e Feyre, e nel vedere loro messe così e gli altri in acqua il suo cervello si smuove. si tira una botta sul braccio rotto ed il dolore lo fa tornare in sé, il testabolla (esito positivo concordato col master) fa il resto.
    sceglie di aiutare Vanilla da dentro il vagone provando a tagliare con dei diffindo i tentacoli più vicini a lui. no, non aveva sentito il consiglio della ragazza d'evitare di farlo... ops.
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    Seppur in modi diversi, entrambi siamo stati obbligati dal fato a vedere senza poter agire, rimanendo incatenati sul posto. Io ci ho provato a muovermi, le volte in cui mi veniva mostrato il futuro e sapevo d'avere un po' di tempo, poi tutto è cambiato nel momento in cui ho capito di poter volgere lo sguardo anche al passato, in quel momento ho sentito il peso di quelle costrizioni e correre per provare a romperle era inutile. Forse anche Annie aveva tentato qualcosa per salvare la dodicenne, oppure era accaduto tutto troppo in fretta per darle modo di reagire.
    La verità è che siamo tutti e due troppo giovani per fronteggiare certi disagi che la vita ci mette davanti, alla nostra età dovremmo preoccuparci solo di stare con amici e famiglia, divertendoci ed esplorando noi stessi ed il mondo che ci circonda, invece è tutto così sbagliato e... morto.
    Mi sto stancando di vivere in questi toni di grigio scuro che fin troppo spesso virano al nero, mi manca il bianco, con la sua lucentezza abbagliante. A volte ritorna ed è capace di scaldarmi, come sta facendo l'affetto di Annie in questo momento, però è un'istante fugace e sembra non bastare mai. Mi stringo alla ragazza, il mio piccolo raggio di sole, ed appoggiandomi alla sua spalla stringendola a me seguo il suo respiro. Ha un'effetto calmante, vorrei durasse di più ma prima o poi dovremo staccarci e lei tornerà ad accendere le luci sugli alberi evitando di dar fuoco a tutto, mentre io mi rifugerò in stanza a rimuginare e fumare fino a sera. Solita, vecchia routine... Con l'unica consapevolezza che, questa volta, mi sono finalmente aperto con qualcuno al di là di Vanilla, quindi credo potrei esserne contento perchè significa che c'è un margine di miglioramento. Una piccola luce in fondo al tunnel di schifo.
    L'ascolto con la testa poggiata alla sua, le sue parole mi risuonano vicine all'orecchio fin dentro il cervello, e so che ha ragione ma non posso fare altro che dubitare delle mie attuali capacità nel saper stare vicino a qualcuno. Con Vanilla è stato naturale parlare ed essere tristi, la spedizione punitiva nell'ufficio della Carter è stato caotico ed ha aiutato entrambi a staccare il cervello, però a parte questo non so quanto potrei esserle d'aiuto col mio muso lungo. E Monday... Lei ha bisogno di persone allegre che le mostrino il bello della vita, a che le serve un fratello minore depresso che vede morte ovunque?
    A natale tornerò a casa, cercherò di seguire il tuo consiglio. Spacchettare i regali rende tutti più felici, giusto?
    Il tono allegro che uso suona zoppicante e forzato come il sorriso tirato che, fortunatamente, la bionda non può vedere. Eppure dentro di me sono sinceramente sollevato all'idea di staccare dal castello per un po', tornare a casa è sempre bello e chissà, magari quei pochi giorni in famiglia mi aiuteranno più di quello che penso.
    Non rendo partecipe Annie dei miei dubbi, è stata fin troppo gentile e dolce con me, e poi in parte sono convinto che, in cuor suo, sappia cosa mi sta passando per la testa. Gli amici veri lo sanno sempre.
    Ho letto di gente che può farlo, io non ci ho mai provato. Forse se mi allenassi con gli anni ci riuscirei, ma al momento non so se ne ho voglia. Probabilmente hai ragione tu, però l'unica cosa che voglio fare adesso è strapparmelo dalla testa e liberarmene per sempre... Vorrei solo essere normale.
    Vivere una vita senza blocchi improvvisi in cui mi scorrono davanti agli occhi visioni terribili o prive di significato, persino una vita senza magia in questo momento mi andrebbe bene. Posso sopportare di perdere la bacchetta, se questo significa poter dormire la notte senza alcun incubo.
    Comunque grazie per questo.
    Addolcisco il tono della voce mentre le stringo più forte la mano, sposto il viso quel tanto che basta per lasciarle un veloce ed affettuoso bacio sulla guancia e poi mi scosto, tornando dritto. Ho lasciato andare l'abbraccio per primo, anche se non avrei voluto, però tengo ancora le dita intrecciate alle sue per sentire un altro pizzico di quel piacevole calore prima di tornare nel grigiore.
    E grazie per aver insistito, so che avere a che fare con me in questo momento non è facile. Sei un'amica speciale, Annie.
    Le sorrido, questa volta con naturalezza, seppur negli occhi mi si legga la solita velata stanchezza mista a tristezza di cui sono succube da settimane.
    Vuoi una mano a sistemare questo casino? Ti prometto che starò molto attento, in caso d'incendio daremo la colpa a Peeves.
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    si, il padre biologico

    Hai dei programmi per pasquetta?
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    Litigare con quella Tassorosso è stato inutile, ne ho ricavato solo un gran mal di testa che mi ha dato il tormento ad intermittenza per due giorni, neanche avessi il suo gracchiare ad un palmo dalle orecchie. Inizialmente non era mia intenzione buttarle addosso tutta quella merda, ma Sibylla ha saputo tendere allo stremo la corda d'una pazienza che era già al limite, ed entrambi ci siamo beccati in faccia il colpo di frusta. Anche se dubito a lei possa fregare qualcosa, si dimenticherà di me a breve e non penserà un solo istante al fatto che forse è stata un po' una stronza supponente.
    Dal canto mio posso dire d'aver sperato di poter prendere un'attimo di respiro, dopo tutto quel casino, e invece un cazzo. Nel petto non mi si è smosso niente, alla faccia di chi crede che sfogarsi con gli estranei sia utile... Avrei urlato in faccia alle teste di cazzo ben prima d'incontrare quella divinatrice fallita, se avesse funzionato. Questo ed altro, pur di non avere più incubi.
    Hai sentito, Sibylla? Sto avendo un pensiero egoistico! Sono proprio una persona di merda!
    Devo smettere di ritornare a quella mattina del cazzo, lei non si merita il mio tempo; non che ora lo stia passando facendo qualcosa di costruttivo come, che so, studiare o portare avanti le mie relazioni sociali. Fumare da solo, che sia in cortile o da qualunque altra parte, ormai è diventata routine e quando fa freddo è ancora più bello perchè in giro non c'è un cazzo di nessuno. Posso stare in pace a pensare mentre i polmoni diventano sempre più neri... Che immagine poeticamente deprimente, mamma mia.
    Tra qualche giorno tornerò a casa per natale, non manca molto, devo solo reggere botta e sopravvivere agli incubi mentre cerco una soluzione a queste visioni di merda. Chissà cosa succederebbe se scegliessi di passare il resto della vita da ubriaco o drogato... Inizierei a confondere realtà e visioni, o smetterei di averle? Forse mi ucciderebbe prima il fegato andato a puttane.
    Il flusso di positività viene interrotto da un'ombra che si siede accanto a me, nel voltarmi noto la zazzera di capelli rossi e un'abbigliamento sportivo; ricordo che, durante il nostro primo incontro, parlò di allenamenti in cui correva insieme ad altri studenti, quindi immagino sia tornata da poco da uno di essi.
    La guardo in silenzio, l'unico movimento è quello del braccio che si alza ed abbassa per portare la sigaretta alle labbra, per il resto attorno a noi tutto è immobile. Penso di sapere perchè è qui, e cosa vuole dirmi: una piccola lezione di vita su come è sbagliato mollare una lezione in quel modo, perchè dovrei tenerci di più ai miei compagni e ai punti e bla bla bla. Cose di cui non m'importa niente, ma se lei vuole perdere tempo che si diverta pure, non c'è scritto da nessuna parte che è mio dovere risponderle.
    Quando inizia a parlare rimango invece sorpreso, seppur guardingo, nel sentire che non ha alcuna intenzione di farmi da insegnante. Certo, so bene che avrei potuto comportarmi in modo diverso, però in quel momento mi fregava solo di andarmene e seguire Vanilla, e delle punizioni che potrebbe darmi un professore stronzo e viscido m'importa meno di zero.
    Continuo a fumare ed osservarla, cerco nel suo sguardo qualcosa a cui non so dare un nome... Forse un minimo accenno di menzogna nella sua gratitudine per la compagnia che sto dando a Vanilla; e infatti, eccolo che arriva. Quello che disse mentre eravamo arrampicati sull'albero nella foresta mi è rimasto impresso, ha fatto suonare un campanello di allarme che non si è mai del tutto spento, giusto affievolito nel saperla vittima di bullismo. Sempre che quella storia fosse vera.
    Da quando sei diventata la psicologa della scuola? Non lo sapevo.
    Lascio cadere il mozzicone ridotto all'osso e lo schiaccio sotto la punta delle scarpe; un'istante dopo me ne sto già accendendo un'altra, qualcosa mi dice che ne avrò bisogno.
    Ascoltami bene, E.T., perchè lo dirò una volta sola: non ti dirò un cazzo. Com'era quella frase... Ah, si: è molto più utile tenere le informazioni per se ed usarle nel momento giusto. I miei problemi sono solamente miei, non te li lascerò vendere al migliore offerente. E se pensi di fare lo stesso con Vanilla, evita. Una sanguisuga è l'ultima cosa che le serve al momento.
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    Canto per diletto, anche se non lo definirei un talento, e sapevo disegnare molto bene vestiti (ho fatto una scuola di moda alle superiori)

    A proposito di ballo... hai uno stile preferito? Tipo che guarderesti per ore con ammirazione
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    Il silenzio che proviene dall'ufficio della Carter è inquietante, mi aspettavo urla di sorpresa e puzzole spaventate in fuga, magari con in groppa il caro e dolce polpo... Invece niente, zero totale. Che la donna non si sia accorta della scritta sul muro? Forse ha intravisto la sua immagine in uno specchio e sta perdendo tempo ad ammirarsi e dirsi quanto è figa, mentre i poveri animali rischiano il soffocamento e noi un'esaurimento nervoso.
    Non dire cazzate Vanilla, è la prof di CDCM, se ammazzasse gli animali sarebbe ipocrita.
    C'è un filo d'incertezza nella mia voce mentre massaggio la zona del braccio che la Serpeverde ha strizzato con tanto fervore: il fatto è che non sono del tutto sicuro di quale sia il codice morale della signorina, potrebbe pure avere la casa tappezzata di teste di cervo e pelli di serpente, per quel che ne sappiamo.
    Seguo la bionda fuori dal nascondiglio per eventualmente afferrarla e lanciarla lontano, in caso la vittima del nostro apparentemente innocuo scherzo dovesse palesarsi sull'uscio. Provo a tenere a freno l'ansia che sento ribollire dentro lo stomaco tentando di pensare razionalmente, ma non è mai stato il mio forte e quando Vanilla mi afferra per i vestiti parlando di morte per reazione allergica da puzzola, ci credo.
    Che cazzo di probabilità c'erano che fosse allergica alle puzzole?! Se avesse avuto problemi a respirare l'avremmo sentita gemere, no...? E comunque non posso avere le visioni a comando, non sono un fottuto jukebox!
    La mia vita sarebbe molto più semplice se potessi semplicemente chiudere gli occhi e scegliere in che direzione vedere, forse qualche grande mago super esperto è in grado di farlo, ma io sono un diciassettenne idiota che si accompagna a persone che, come lui, non pensano prima di agire.
    L'unica nota positiva di tutto questo casino è la totale mancanza di pensieri rivolti a chi è morto sotto litri d'acqua d'oceano... Per il semplice fatto che ho ben di peggio a cui dover badare, tra cui l'attitudine al melodramma della mia amica.
    Azkaban? Mica l'abbiamo ammazzata apposta! Dovremmo chiamare un'infermiera o... Vanilla? Vanilla!
    Cerco di tenere un tono di voce basso mentre la chiamo, anche se sono convinto che nemmeno le urla avrebbero fermato la sua passeggiata verso l'inferno, meglio conosciuto come ufficio di Anastasia Carter.
    Rimango un momento fermo sul posto a guardarmi attorno con crescente panico, fortunatamente siamo soli ma qualcuno potrebbe arrivare a momenti e di lasciare la prefetta da sola col suo terribile destino non se ne parla, anche se potrei correre molto veloce verso l'ufficio del preside e... Ah, fanculo.
    La raggiungo a passo svelto, la sento piagnucolare in preda al senso di colpa -che, per la cronaca, sta mangiando anche me- e mi appoggio alla porta per aiutarla. Faccio giusto in tempo a dirle un'ultima cosa, prima di spingere con tutto il mio peso.
    Se dovessimo morire anche noi, sappi che ne è comunque valsa la pena.


    Edited by freaky friday - 25/3/2024, 17:53
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    Lavanda, cannella ed erba appena tagliata sono sul podio

    Qual è la storia che ti raccontavano più spesso durante l'infanzia?
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    CITAZIONE (.Fay. @ 18/3/2024, 09:24) 
    CITAZIONE (…Feyre… @ 15/3/2024, 00:20) 
    Povere Creature!
    trama con spoiler

    Boh, non so cosa dire. Sinceramente è un... boh. Sicuramente vuol far passare il messaggio che ognuno sceglie la propria vita e che le esperienze da vivere (almeno... quello che ho capito io)
    Però io ho visto solo un sacco di sesso inutile.
    Se lo guardate, fatemi sapere cosa avete capito voi

    allora visivamente per ambientazioni atmosfera e costumi molto bello. Le musiche capisco cosa volsssero suscitare ma non gradisco molto quando son messe per “disturbare” lo spettatore per trasmettergli l’emozione. È un po’ strano sia per le inquadrature che per i suoni e per come le cose succedono.
    Dovrebbe essere una metafora dell’indipendenza femminile e del fatto che gli uomini tendono a voler ingabbiare le donne però la fine mi è sembrata insensatamente crudele per i personaggi di contorno che ok, non erano positivi ma tutto sta manfrina sul miglioramento personale poi… la capra? Lo zerbino? Bambam?

    Le scene di erotismo sono uno dei tanti step per la presa di coscienza totale di Bella ed il suo modo di scoprire se stessa ed il mondo. Sarebbero potute essere di meno? Forse, ma dire che sono inutili lo trovo erroneo.
    L'insieme di colonna sonora, montaggio e regia è particolare perchè tipico della filmografia di Yorgos Lanthimos, i film weird sono il suo marchio di fabbrica e questo è uno di quelli più leggeri insieme a The Favourite. O lo si ama o lo si odia, è molto polarizzante in questo.
    Un mesetto fa ho letto il libro prima di vedere il film, trovo che la pellicola sia un'ottima trasposizione pur avendo delle modifiche qua e là, di cui la più importante è il finale: in sostanza manca un pezzo alla storia di Bella, capisco sarebbe stato difficile inserirlo in modo fluido, è un twist di trama che funziona molto se viene letto -anche e soprattutto per la struttura del romanzo, a tratti epistolare- e un po' meno a livello visivo, ma credo avrebbe avuto più impatto anche sulla pellicola.
    In sostanza l'ho trovato un bel viaggio, la storia di una donna che, priva delle catene della società, si muove in essa per scoprirla comportandosi come più le aggrada e prendendo lo spazio che le spetta. La questione della capra è un'aggiunta di sceneggiatura che comunque ho trovato interessante, una sorta di contrappasso dantesco che ti fa dire "good for her", e poi a livello visivo è proprio una cosa da Lanthimos e io a sto uomo pazzo voglio troppo bene.
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    Io volevo solo distrarmi dandoti una mano, brutta testa di cazzo!
    La voce, resa acuta dalla frustrazione, rimbalza sulle pareti dell'aula echeggiando tutt'intorno a noi. Sto praticamente urlando a un palmo di naso dalla ragazza, l'ultima volta in cui sono stato così furioso ero nel bosco ed avevo appena letto il messaggio di mamma su Monday; prima Daisy e poi Teresa si erano beccate il mio astio, ora Sibylla... a quanto pare è prerogativa delle Tassorosso quella di riuscire a portarmi oltre l'orlo della sanità mentale.
    Questa supponente e acida ragazzina può continuare a guardarmi storto quanto le pare, rimane il fatto che di me non sa un cazzo e le sue opinioni di merda se le può infilare dove non batte il sole! Volevo parlare dei genitori della Matviga fin dall'inizio... Certo, perchè quando apro gli occhi il mio unico pensiero è quello di trovare il primo stronzo a caso nei corridoi per buttargli in faccia i miei problemi! Sai che gioia, potremmo discorrere a colazione di quanti secondi ci sono voluti prima che la pressione dell'oceano rompesse loro timpani e polmoni o chissà quanti altri cazzo di organi, scommetto che tutta la tavolata dei Grifi non vede l'ora! Si faranno scommesse e il vincitore verrà portato in spalla fino all'ufficio del preside!
    Brutta scema, ignorante di merda... Perchè sono ancora qui?! Dovrei andarmene, lasciarla ai suoi libri e quaderno dei sogni, che se li interpreti da sola! A Madame dirò che ha avuto una pessima idea e se vorrà punirmi dandomi più compiti del previsto li farò con un sorriso stampato in faccia, perchè sarà comunque più divertente che starmene qui a parlare con una che evidentemente non vuole capire.
    Quando distribuivano l'empatia la signorina Sibylla era persa a raccogliere bacche dalla pianta dell'arroganza.
    E ancora continua a dirmi che mi sbaglio sul suo essere sola... Come se m'importasse davvero, poi! Gira per il castello tutta fiera di non avere amici? Wow, sai che fantastica scoperta! Non se lo aspettava nessuno!
    Sorride, la stronza, perchè pensa di avere la ragione in pugno e invece è solo una scema che va in giro coi paraocchi. Però se è contenta così, buon per lei, io non ho più voglia di rimanere in sua presenza a far montare ancora più rabbia nel petto.
    In testa ho un grosso spillo che penetra sempre più a fondo, mi punge il cervello e fa male. Forse non avrei dovuto urlare così tanto, non che la mancanza di sonno aiuti a far funzionare bene le meningi.
    Mi allontano da lei con espressione a dir poco infastidita, ho lasciato il pacchetto di sigarette sul tavolo ma non mi va di passarle accanto per prenderlo, tanto ne ho altri in stanza.
    Dirò a Madame di trovarti qualcun altro.
    Non serve aggiungere altro, sarebbe fiato sprecato con lei. Io so di avere ragione, l'unica colpa che ho è quella d'essermi lasciato andare con una sconosciuta che ha detto la cosa sbagliata nel momento sbagliatissimo; sarebbe potuta andare diversamente se solo io non fossi stato già alterato e lei così ottusa.
    Giro i tacchi e mi dirigo verso la porta a passi svelti, uscendo nemmeno la richiudo perchè il botto potrebbe trapanarmi il cervello. Devo andare subito in infermeria e poi a letto, questa giornata è stata fin troppo pesante ed è solo al suo cazzo d'inizio.
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    Halloween e Beltane a pari merito

    Come si chiamavo gli animali della tua infanzia?
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    Riempitici la bocca, Finnik, così la smetterai di sparare cazzate.
    Chi è così pazzo da comprarsi due sacchi di castagne per un viaggio in treno di poche ore? Ha davvero così tanta fame o le ha intrise d'un qualche torcibudella per far intasare tutti i bagni del vagone? Quale che sia la risposta, quel coglione di Ralph è riuscito a strapparmi un mezzo sorriso; potrei ringraziarlo togliendogli un po' di peso dalle braccia, ma non ho fame e rinuncio volentieri ad un potenziale mal di stomaco.
    L'attesa sulla banchina ferroviaria di Hogsmeade è stata lunga e lacerante, ora però sto per tornare a casa e mi sembra impossibile: finalmente un po' di pace e dello stupendo silenzio in cui riposare, interrotto solamente dagli schiamazzi di Saturday e Sunday o un lontano muggito.
    Probabilmente è la prospettiva di rivedere tutta la famiglia a farmi sentire più leggero, mi sono mancate molto e tutto quello che è successo in questo periodo non ha affatto aiutato a rendere la distanza più sopportabile. Dovrò imparare a crearmi un nido sicuro all'interno del castello, magari ritrovando quello che ho perso, ma il Galles e quella piccola comunità hippie saranno sempre il luogo in cui mi sentirò più a casa.
    Prima o poi, quando il mio cervello sarà tornato a posto, potrò portarci Vanilla, Annie e le altre... Cazzo, mi sembra così strano fare progetti per il futuro, seppur così piccoli. Sto per caso iniziando a vedere una minuscola luce in fondo al tunnel? Meglio non esagerare con l'ottimismo e tenere i piedi per terra, potrei comunque passare delle vacanze di merda a causa degli incubi o una ricaduta di Monday, quindi è bene tenere su un minimo di corazza per proteggermi. Magari tornerò ad Hogwarts senza mai averne avuto bisogno, me la dimenticherò da qualche parte e tornerò a sorridere più spesso... Sarebbe bello.
    Nel vagone in fondo al treno ci sono delle persone che conosco, evito accuratamente lo sguardo di Sibylla Shelley mettendomi a sedere ben lontano da lei. Ci siamo presi vicendevolmente a spadate e schiaffi morali, vorrei impedire un secondo round davanti a tutti gli altri studenti, in attesa di tempi migliori.
    Dopo qualche minuto accanto a me si posa un'altra Tassa, la piccola ed agitata Teresa, che con me è stata molto gentile in questo periodo, rispettando il mio silenzio come io feci con lei.
    Ehi, non hai preso una delle castagne di Ralph, vero? Era troppo felice di darle in giro e ho paura di scoprirne il motivo.
    Le rivolgo un sorrisino gentile mentre il treno procede la sua corsa e in questo piccolo luogo sicuro le chiacchiere procedono con la vivacità tipica degli adolescenti. Io mi limito ad ascoltare Terry, i suoi racconti sono un buon riempitivo e credo stia andando a macchinetta per cercare di distrarmi; ad un certo punto però si blocca in una posa che conosco fin troppo bene, quegli occhi vacui di solito nascondono una visione dietro di essi e guardo la piccola ispanica con espressione preoccupata finchè non torna in sé. Biascica due parole che non riesco a comprendere e poi, l'istante dopo, tutto va a farsi fottere.
    Lo sbalzo del vagone è violento, Teresa viene scaraventata da un lato e d'istinto allungo il braccio destro per tenerla e provare a limitare i danni. Accade tutto così in fretta che mi è impossibile mettere un'ordine preciso agli eventi: la gente urla, il vagone inizia a scivolare dai binari e giù, verso il vuoto... Dei bauli volano via, rotolano lungo il corridoio e uno di essi si schianta contro il mio braccio teso verso Teresa. La lascio andare quando sento l'osso spezzarsi, lo vedo sporgere dalla carne del bicipite e registro il dolore ma non riesco ad esprimerlo a voce. L'impatto con l'acqua è violento e mi strozza il respiro in gola, i vetri dei finestrini vanno in mille pezzi e l'istante dopo non vedo più dall'occhio sinistro.
    Porto la mano del braccio sano al volto, sento del liquido colarmi lungo la guancia e qualcosa di liscio e freddo è incastrato dove prima stava un'iride verde... Sembra grande quanto una noce, forse qualcosa in più.
    Guardo il sangue sulle dita e non capisco... Stava andando tutto così bene... Dovevo tornare a casa per stare con mamma e le mie sorelle... Gli incubi dovevano smettere, quindi perchè ne sto vivendo un altro?
    Sposto il capo da una parte all'altra e vedo persone che conosco, cari amici che urlano e si disperano. Trovo Teresa, col braccio sano provo a tirarla su ma una fitta di dolore improvvisa me la fa scivolare ancora dalle dita; ad un tratto sento tutto, ogni cazzo di botta ed odore di sangue... il mondo ha tolto il fottuto freno a mano e mi si è schiantato addosso con tutto il suo peso.
    Noto le lacrime di Vanilla e vado da lei lasciandomi alle spalle la Tassa, in questo caos riesco a concentrarmi su una sola persona alla volta, come se insieme a parte della vista mi fosse sparito anche quel poco d'intelletto che possedevo. Oppure sono solo in una profonda crisi di panico, chi può esserne certo.
    Vanilla...? Non è un'altra visione, vero? Devo tirare su Teresa, aiutami.
    Sento le parole uscirmi dalle labbra in modo innaturalmente calmo, forse quando mi darà la conferma che tanto temo avrò modo d'urlare come la situazione merita.


    -interagito con Ralph e ignorato le castagne
    -evitato di guardare Sibylla
    -interagito con Teresa che si è seduta accanto a lui, nel tentare di tenerla un baule gli è caduto addosso e ha il braccio destro rotto all'altezza del bicipite
    -giusto per non farci mancare niente, una scheggia di vetro grande più o meno come una noce gli si è ficcata nell'occhio sinistro, e lì è rimasta
    -ha provato a tirare su Teresa ma non ce l'ha fatta
    -è andato da Vanilla e le ha parlato con calma quasi inquietante perchè è appena appena sotto shock
  12. .
    Fatico a comprendere quello che sta succedendo, osservo lo scenario dipanarsi davanti ai miei occhi e mi chiedo perchè non stia andando come avevo immaginato. Heather avrebbe dovuto dire di si, mossa dal terrore di perdere il posto in Accademia non si sarebbe dovuta prendere nemmeno un'istante per pensare, consegnandomi subito le pozioni; oppure mi avrebbe guardato con odio e disgusto, rifiutandosi e scappando via, ed io l'avrei rincorsa urlando altre minacce finchè, esausta, non avrebbe accettato o firmato la sua condanna.
    Cos'è questa terza opzione che non avevo previsto? Perchè mi sta guardando come se fosse preoccupata per me? Forse sul viso ho dipinta una sofferenza che le è familiare, una che non ho avuto desiderio e voglia di nascondere.
    La guardo sbattendo piano le palpebre mentre lei si siede lentamente accanto a me e la neve rende i contorni del villaggio ed i suoi suoni ancora più ovattati, come in un sogno. E se stessi ancora dormendo? Potrei essere ancora nel mio letto, stretto a cuscino e coperte calde per proteggermi da un freddo che esiste solo nella mia testa; magari questa volta lo scenario non si tramuterà in un'incubo ed Heather non inizierà a sanguinare dalle cicatrici... Se così fosse, potrei svegliarmi col sollievo di non averle mai detto quelle cose terribili.
    Eppure la mano che mi tocca la guancia sembra fin troppo reale, sposto gli occhi per osservarla con curiosità ed orrore mentre la mente cerca di stare al passo con tutto quello che sta accadendo, rimettendo insieme i pezzi. L'ho chiamata davvero, lei è qui ed il piano sta andando allo sfascio. Per una volta avrei voluto una fine facile, una in cui il sapore di pozioni a me sconosciute sostituisce quello della nicotina e, finalmente, gli incubi non ci sono più.
    Invece lei è rimasta e vuole parlare, mi sta mettendo addosso una sciarpa calda ed il contatto con quell'inaspettata morbidezza dopo aver sentito solo freddo è piacevole in un modo che fa paura. Le sensazioni belle svaniscono, prima o poi, nulla è per sempre e se possiedi il dono della vista allora sei doppiamente nella merda... Quanti pensieri pessimistici del cazzo, Wyldflower... Chi cazzo sei? Non ti riconoscerebbe nemmeno tua madre.
    Mamma... Mi manca, lei e tutte le altre. Presto sarò a casa e mi abbracceranno come sta facendo Heather, mi diranno che ci tengono a me e tutto andrà bene. Come ci sono finito stretto a lei? Ricordo di aver provato a resistere ma questa sciarpa è così calda e le sue parole così gentili...
    Ha detto che mi vuole bene, che per me ci sarà sempre, come posso ignorarla ed aprire la bocca per sputarle addosso altre richieste velenose? Mi sta facendo sentire a casa sebbene si trovi a chilometri di distanza, parla come la sorella di cui avrei avuto bisogno in un momento di merda come questo, ed è strano visto il modo in cui ci siamo conosciuti ma è come se quell'evento l'avessi vissuto in un'altra vita, con un corpo diverso.
    Alla fine, le difese crollano. Con Annie non era stato così brutto e la rabbia riversata contro Sibylla è sepolta da qualche parte, forse in attesa d'essere buttata addosso a qualche altro povero malcapitato. Mi appoggio alla spalla di Heather e piango, singhiozzi violenti mi scuotono il corpo e faccio fatica a respirare ma in qualche modo riesco a tirar fuori delle parole, per quanto prive di senso.
    M-mi dispiace, H-heather... m-mi dispiace... L-li ho visti m-morire, l-li s-sogno spesso e non ce la f-faccio... Ieri c'era M-monday con le v-vene tagliate...
    Al ricordo di mia sorella in quell'oceano di sangue stringo ancora di più le braccia attorno alla donna, colei che più di altri potrebbe capire la mia tristezza ed il disagio che affligge Monday, quella disperazione nera che t'impedisce di vedere il mondo nella sua vera luce.
    N-non voglio v-vedere più niente, Heather... t-ti prego... t-ti prego, dammi le tue pozioni. M-mi dispiace, n-non dirò niente a n-nessuno... ti prego!
  13. .
    Dovrei essere felice d'aver vinto, d'essere riuscito a incrinarle quella cazzo di maschera d'apatia di dosso... Allora perchè non mi sento soddisfatto, quando lei si fionda ad un palmo da me?
    Ho interrotto la fuga della profetessa incompetente, pungendola nel punto carnoso più tenero ed esposto, ed ora i suoi occhi mi fissano con una furia che potrebbe mandarmi a fuoco i vestiti, se solo potesse. In un altro mondo, uno in cui sono stato zitto, ora le starei guardando la schiena e magari la porta si sarebbe chiusa con un tonfo; sarei solo coi miei cazzo di pensieri e un sacco di sigarette, nessuno con cui parlare e un'inizio di mal di testa da zittire. Un'alternativa niente male, visto il merdaio in cui mi trovo ora, ma col senno di poi son bravi tutti a dar fiato ai pensieri.
    Le conferme di ciò che sospettavo arrivano, ognuna è una stilettata al petto e vorrei poterle mettere una mano sulla bocca per farla stare zitta, e poi urlarle in faccia che è una stronza crudele... Chi è l'ipocrita, adesso? Gliele ho tirate fuori a forza queste cattiverie, e per cosa? Il gusto di avere ragione? Wow Wyldflower, sei proprio una cazzo di faina.
    Non le ho mai volute sentire, fanno male e mi ricordano la notte passata in compagnia di Daisy sotto una coperta in Sala Comune, quando un mostro mi ci ero sentito per davvero. Guardo Sibylla con occhi lucidi di odio, il petto che si alza ed abbassa mentre i denti stringono il filtro d'una sigaretta ormai inutile visto che i nervi mi sono saltati da un pezzo.
    Ora sono io quello che vuole scappare, prendere le sue cose per non sentirla più ed evitarla da oggi fino alla fine del percorso di studi.
    "Era questo quello che volevi sentirti dire, Friday? Adesso ti senti meglio?".
    Il suo sarcasmo tira il freno di questa giostra del cazzo su cui stavo viaggiando, ed è un po' come se piombassi a terra da dieci metri d'altezza... Stava scherzando, voleva provocarmi giocando le mie stesse carte e dandomi la medicina che avevo chiesto. Quindi è vero che i Tassorosso sanno essere infidi, se provocati.
    Rimango immobile, in bocca solo il sapore di bile e residui di nicotina che vorrei tanto poter sciacquare via, ma di fontanelle in cui ficcare la testa per darsi una svegliata non vi è nemmeno l'ombra. Dovrei suggerirlo a Madame, potrebbe addirittura esaltarsi e perdonarmi questo disastro di tutoraggio.
    Perchè ho lasciato precipitare così tanto la situazione? Dovrei lasciar correre visto che nemmeno la conosco ed è da stronzi sfogarsi coi poveri sconosciuti, però c'è da dire che la ragazza sa come buttarmi addosso le proverbiali gocce che fanno traboccare il fottuto vaso, e non sembra avere alcuna intenzione di smettere.
    Stiamo giocando a scherma e non me n'ero accorto... La sua ultima stoccata mi fa ritrarre di un passo da quanto è inaspettata, veloce e velenosa: a quanto pare godo nel fare la vittima e non so nemmeno recitare bene, ma meno male che c'è lei a riprendermi altrimenti come farei ad accorgermi di tali, stupide ovvietà?
    Come cazzo ti permetti?
    Quello di prima era sarcasmo, se non si fosse capito. In realtà sono incazzato nero, ed il vaso sta per rovesciarsi dritto sulla sua faccia.
    Nemmeno mi conosci, come sai quello che voglio?
    Sono tornato vicino a lei, vista l'altezza svetto abbastanza e potrei incuterle timore, ma non ho alcuna intenzione di metterle le mani addosso quindi le tengo immobili lungo i fianchi, tese ma aperte invece che strette a pugno. Va bene stronzo e arrabbiato, però non potrei mai abbassarmi a picchiare qualcuno per così poco.
    Se pensi che mi piaccia stare così allora non hai capito niente... Odio gli sguardi pieni di pietà che incrocio nei corridoi, darei qualsiasi cosa per tornare a non pensare a nulla come prima, ma non ci riesco! Visto che improvvisamente sei tanto brava ad interpretare il subconscio altrui, perchè non m'insegni a vivere, mh? Così avrai tempo di concentrarti sui miei problemi invece di affrontare i tuoi!
    Qualsiasi essi siano, al momento non me frega un cazzo, voglio solo rispondere a tono e dare la mia, di stoccata.
    Ora capisco perchè ti senti così tanto sola, evidentemente nessuno al castello riesce a sopportare la tua supponenza di merda.
  14. .
    Piccolo, dolce raggio di sole... Dev'essere logorante vivere una vita in cui si è costretti a brillare, anche e specialmente quando dentro di lei ci sono solo nubi. A me è stato permesso di sentire ogni emozione, esprimendola senza timore di ciò che gli altri avrebbero potuto pensare; a volte ha funzionato ed altre meno, ma a confronto di Annie posso dire di sentirmi un privilegiato.
    Io posso rinchiudermi nel grigiore, viverci dentro e sentire la pioggia inzupparmi i vestiti e fin dentro le ossa, mentre lei deve salire su un palco e sorridere per tenere in piedi quella che, a tutti gli effetti, non è altro che una menzogna: per qualche ora le sue fan possono credere che tutto sia perfetto e luccicante, perchè se Annie Ross è felice allora perchè non imitarla?
    Trovo sia una vita estenuante, a lungo andare, e non la invidio nemmeno un po'. Magari a lei piace e sicuramente troverà delle soddisfazioni in mezzo a quel caos, altrimenti non lo farebbe da così tanto tempo, ma se fossi stato al posto suo avrei dato di tutto per avere una vita normale. Una vita senza magia, senza fan urlanti o concerti uno dietro l'altro... senza morti e Doni della Vista.
    La sua gentilezza è soffocante in un modo che non riesco a definire, vorrei scappare e allo stesso tempo rimanere qui ad ascoltarla, a sentirle ripetere che vuole davvero stare in mia compagnia anche se non ho la minima voglia di essere divertente o partecipare a feste, perchè a quanto pare le va bene semplicemente starcene in silenzio, purché sia al mio fianco.
    Mentre prendo un'altra boccata di sigaretta mi dico che sono un grande stronzo, ho sottovalutato il suo affetto infilandola nella lista in cui ho messo tutti quelli che non possono capire il mio stato d'animo, perchè a volte è più facile ignorare e bollire da soli nel proprio dolore che sfogarsi con qualcuno disposto a prestarci orecchio. Chissà come mai siamo così stupidi, dev'essere una sorta di difetto di fabbricazione.
    Sgrano gli occhi nel sentirla parlare della morte di una dodicenne, la sigarette rimane ferma a mezz'aria e poi il braccio scende lungo il fianco, come se la nicotina avesse perso momentaneamente la sua presa su di me. Non sapevo di questo suo contatto con la morte, potrebbe trattarsi d'un fatto risaputo nella comunità magica che io ho sempre ignorato per mancanza di conoscenze o interesse; in ogni caso, il rifugiarsi nel proprio luogo sicuro ci accomuna, così come la mancanza di condivisione del dolore col prossimo: lei per casualità, io per scelta.
    Ora però potrei rimediare, mi sta offrendo una spalla su cui piangere con così tanta semplicità che è difficile trattenermi... Sposto la mano per stringere le sue dita in un gesto automatico, per un'istante rilascio la presa come in un ripensamento, poi torno da lei e lì rimango. Apro la bocca per dire qualcosa, una qualunque frase che possa spiegare come mi sento, ma le labbra si richiudono stringendosi in una linea dagli angoli tristi; un groppo in gola mi sta impedendo d'esprimermi, ma per ora credo che il silenzio possa bastarle. Sempre meglio che vedermi fuggire via.
    Mi avvicino a lei strisciando i piedi, le scarpe provocano delle piccole onde nel fiumiciattolo che è ormai il corridoio, abbasso il capo per poggiare il mento sulla sua spalla e con il braccio libero le cingo la schiena mentre l'altra mano rimane fissa a stringerle le dita. Si tratta di un abbraccio, seppur goffo, ed è strano come mi faccia sentire un po' meglio, anche se solo per qualche istante.
    Mi dispiace per quello che hai dovuto vedere.
    Mormoro accanto al suo orecchio, la voce resa roca dal polpo che sento aggrappato alla gola. Mi stringe coi suoi tentacoli, lasciandomi quel tanto che basta per respirare. Non le chiederò com'è morta la dodicenne, non voglio risvegliarle brutti ricordi e non è una gara a chi ha visto più sangue o viscere.
    Prima dell'estate una delle mie sorelle...
    Rallento ed esito, vorrei prendere una boccata dalla sigaretta ma l'ho lasciata cadere a terra mentre abbracciavo Annie, non ho niente con cui affievolire l'ansia quindi mi limito a stringerla ancora a me senza guardarla negli occhi. In qualche modo sta rendendo tutto più facile.
    Monday... Ha tentato di uccidersi. Ora sta meglio ma ho passato dei mesi di merda. Ogni tanto ho paura di veder morire anche lei e non poter fare niente per fermarla, come è successo con... con i genitori di Vanilla.
    Ho salvato Thursday dal nocciolo di ciliegia -la mia prima visione- perchè quello che vidi fu un futuro molto prossimo, ma cosa accadrebbe se vedessi una qualunque delle mie sorelle nel passato? Come sopravvivrei alla vista del loro sangue e la consapevolezza che sia già accaduto?
    Non lo voglio più questo dono, Annie. Porta solo un sacco di merda.
  15. .
    L'inchiostro scivola veloce sul pezzo strappato di pergamena, verga un messaggio di poche parole lasciandosi dietro macchie scure nate dalla fretta e foga con cui premo la punta di penna sul foglio: "Vieni dove ci siamo visti l'ultima volta. Oggi".
    Consegno tutto al gufo e praticamente lo lancio fuori dalla finestra, diretto verso qualsiasi luogo si trovi Heather. La rossa mi ha detto di cercarla se avessi avuto bisogno, che ci sarebbe stata per me, ed ora ho deciso di approfittarmi della sua immensa gentilezza. Asciugo l'ultimo rimasuglio di lacrime rimasto sulle gote e poi, con una calma che fino a poco fa non mi apparteneva, inizio a muovermi come un fantasma verso l'uscita del castello.
    Tra qualche giorno dovrò fare le valigie per passare il natale a Lammas, finalmente potrò riabbracciare mamma e le mie sorelle, forse potrò trovare un po' di pace in quel luogo così tranquillo, in cui nelle notti d'inverno l'unico rumore è quello del respiro dei suoi sonnacchiosi abitanti, umani ed animali in egual misura.
    Forse, quando arriverò a casa, non ci saranno più incubi ad aspettarmi.
    Ne ho avuto un altro, mi sono svegliato alle sette del mattino con la solita tremarella e le mani aggrappate alle coperte, i denti stretti sul cuscino per soffocare un grido. Questa volta, insieme ai Matviga, c'era anche Monday. I suoi polsi erano tagliati e disperdevano sangue in quell'oceano che ha ucciso i genitori di Vanilla, ma a differenza loro mia sorella non stava urlando dal dolore. Era stranamente calma, come se quel lento morire fosse il raggiungimento del suo cosiddetto nirvana; lì, in fondo al mare, aveva trovato uno scopo a tutto il suo dolore.
    E' stato quello a farmi male, vedere quanto lei si stesse sentendo libera nonostante la morte le stesse carezzando le guance. Mi sono chiesto, nei momenti dopo la brutale sveglia, se non desiderasse ancora morire pur essendo in terapia e sotto farmaci; se, una volta lasciata finalmente sola, non ne potesse approfittare per finire quello che aveva iniziato prima delle vacanze estive.
    Se è davvero così, io non voglio vederlo. Non voglio vedere mai più niente. Ed è per questo che, questo gelido sabato mattina, ho scritto alla donna col viso ricoperto di stelle, lei saprà come aiutarmi. Lei dovrà farlo, perchè sa cosa vuol dire avere il dono e volerlo perdere.
    Il gufo probabilmente ci metterà qualche ora a trovarla, ma non ho fretta. Arrivo alla panchina e scosto la neve che c'è caduta sopra prima di sedermi e accendere una sigaretta, il cielo è nuvoloso e grigio, fa freddo e mi stringo nel giaccone per scaldarmi.
    Guardo fisso davanti a me mentre sento il cervello lentamente dissociarsi una boccata dopo l'altra; continuo a ripetermi in testa la litania di ciò che ho intenzione di dirle, non penso a nient'altro ed è bellissimo. Fumo ancora e ancora e ancora, ad un certo punto sento la bocca acida ed un retrogusto disgustoso sulla lingua. Non m'importa niente, ho una missione da compiere.
    Passa qualche ora, forse più di due. Ad un certo punto ricomincia a nevicare ma io resto sulla panchina, immobile e coi denti che battono per il freddo, le mani arrossate perchè prive di guanti.
    Quando sento arrivare qualcuno sposto finalmente lo sguardo, nemmeno le sorrido perchè non c'è tempo per queste stronzate. Lei può aiutarmi a mettere un punto a tutto questo, a non farmi vedere più niente.
    Devi darmi le pozioni che prendi, quelle che ti bloccano le visioni.
    Lo sguardo finalmente mi si illumina di decisione, eppure le occhiaie tradiscono la stanchezza ed il poco sonno, e dall'ultima volta che abbiamo parlato credo di aver perso almeno un paio di chili, se non qualcosina in più. Può vedere che non sto bene, se sono fortunato le farò pena e tutto finirà in fretta... Però, giusto per sicurezza, è meglio mettere subito le mani avanti.
    Devi darmele, o giuro che dirò a tutti che mi hai obbligato a fare sesso con te.
    Odio doverlo fare, dover tradire la sua fiducia dopo quello che ci siamo detti e quell'istante in cui l'ho sentita simile ad una sorella maggiore a causa di quello che ha passato, di quello che ci accomuna nonostante età ed esperienze diverse. La sto minacciando di rivelare una bugia e mi faccio schifo, ma in questo merdoso delirio di dolore sento di non avere altra scelta.


    Edited by freaky friday - 17/3/2024, 16:05
158 replies since 3/10/2021
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