Trama e timeline del GdR

Non si poteva pretendere che durasse a lungo, d'altronde tutte le cose hanno una fine, ciò che conta davvero è percepire l’inizio di quella fine.
Sette, un numero ricorrente nella magia, nella mitologia e nell’equilibrio delle cose, sembra.
Sette sono infatti gli anni trascorsi dall’ultimo scontro che ha visto marcare a fuoco il suo passaggio sulla pelle, sulla vita, dell’intera popolazione magica.
L’immagine che mi viene in mente ripensando a quei giorni è quella di un cerchio che si chiude, ma non un cerchio dettato da un gesto preciso, meticoloso. Piuttosto un cerchio fatto dall’ultimo atto di una mano stanca, tremante, travolta da quei giorni di caos e terrore.
E come in tutte le guerre degne di questo nome, fu il desiderio di conquista a dare il via alla nostra.
I Mangiamorte, una fazione che sembra avere radici così profonde da non poter mai essere estirpate completamente, diede inizio all’inganno che vide come primo atto di conquista prendere il controllo sulla prigione di Azkaban.
Grazie all’aiuto della peggiore feccia del regno magico, i Maghi Oscuri riuscirono a piegare le forze del corpo degli Auror. Come ultimo smacco ad essi venne perfino offerta la possibilità di unirsi alla loro causa.
Se ti fosse stata data la possibilità di scegliere, che cosa avresti fatto? Me lo domando spesso.
Per i pochi che accettarono il compromesso fra una vita da fuggitivi e la morte si trattò però di abbandonare e tradire i propri valori, i propri compagni.

Si trattava di un principio semplice, ma che di semplice aveva soltanto lo scopo. Lo stesso che si ripete nella storia di tutti i popoli e di tutte le culture. Babbani, Maghi… l’unica differenza la fanno i mezzi, ma il fine è sempre lo stesso: il potere.
Non passa un solo giorno senza che io provi rimorso. Alla fine si tratta sempre di scelte, giuste o sbagliate che siano, pensiamo sempre di aver agito per il meglio, al massimo delle nostre capacità. Ma se non fosse così?
Hai mai conosciuto qualcuno che è morto? Per Loro la maggioranza deve morire. I nati babbani e tutti quei maghi ritenuti indegni, non avevano diritto di esercitare la magia, erano degli errori che andavano corretti attraverso la peggiore delle soluzioni, l’eliminazione.
E da dove cominciare questo processo se non stroncando le impurità alla base: Hogwarts.
Mi guardo indietro e mi rivedo così come ero all’epoca: un uomo stupido e che ha commesso un crimine terribile.

Non esiste cosa più forte e inspiegabile di quella delle emozioni e dei sentimenti. Ma nessuno si sarebbe reso conto del vero significato di questa affermazione prima di allora. Non io, almeno.
Cosa rende un mago più potente di un altro? C’è chi risponderebbe l’impegno, altri direbbero il talento, e altri ancora metterebbero la mano sul fuoco che si tratti di una faccenda di sangue puro. E se invece fosse solo una questione di Caos? Non è per questo che ci consegnano una bacchetta? Uno strumento per incanalare il caos che alberga dentro di noi e catalizzarlo allo scopo di controllarlo e usarlo a nostro vantaggio.
Cosa succederebbe se la bacchetta non bastasse più?
Le emozioni possono piegare lo spirito più puro alle azioni più terribili. O far pentire l’animo più corrotto per i mali che ha compiuto. Le emozioni scatenarono qualcosa in quel periodo di oscurità, qualcosa di sconosciuto e imprevedibile. Li chiamarono “picchi di magia”, la manifestazione fisica delle emozioni, per così dire. Atti di magia involontari legati alle emozioni che ci si portava dentro e alla loro intensità.
Questi episodi sfociavano per lo più nella forma più estrema di incantesimi semplici: trasfigurazioni involontarie, la rottura di qualche oggetto, la smaterializzazione da un posto all’altro.
Dipendeva tutto dalle emozioni. Eppure… Hai mai desiderato che qualcuno scomparisse? Un tuo compagno, un tuo insegnante, tuo marito, tua moglie… i tuoi figli... Cosa succederebbe se emozioni tanto negative prendessero il sopravvento sul nostro controllo della magia? Come si affronta l’inevitabilità e l’instabilità dei sentimenti? Diventando il peggior nemico di sé stessi.

Fu proprio quella scintilla di imprevedibilità la minaccia peggiore per i Mangiamorte.
Nonostante la forte organizzazione che avevano dimostrato, quelle precise e attente macchinazioni non avrebbero potuto prevedere che il caos su cui avevano fondato il gioco del loro piano di conquista sarebbe stato anche lo stesso che li avrebbe portati alla rovina.
Non si sa bene cosa in particolare abbia portato i maghi oscuri a rivedere i propri piani, sappiamo soltanto che lentamente e inesorabilmente i mangiamorte si sono indeboliti, concedendo agli Auror, e a chiunque si fosse unito alla causa della resistenza, di riprendere il controllo.
Un passo dopo l’altro e con grande sforzo, siamo riusciti a fare breccia in un piano che sembrava fin troppo ben congeniato.
Sono trascorsi sette anni da quegli eventi. Sette anni di pace e tranquillità, ma non vi è giorno in cui la mia mente non ritorni a pensare a quel cerchio dai bordi imprecisi e frastagliati come gli eventi che ci hanno condotto fin qui. E ogni giorno mi domando cosa accadrebbe se quel cerchio non si chiudesse, se fosse soltanto l’inizio di una spirale infinita e contorta.